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Montfort - Trattato della vera devozione

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  • 6 - Cap. I - Necessità della devozione a Maria - Rif.47-51

    17 MAR 2022 · 47. Ho detto che questo avverrà in modo particolare alla fine del mondo, e ben presto, perché l’Altissimo insieme alla sua santa Madre deve formarsi grandi santi, i quali supereranno in santità la maggior parte degli altri santi, come i cedri del Libano sorpassano i piccoli arbusti. Così è stato rivelato a una santa anima, la cui vita è stata scritta dal de Renty [ 30 ]. 48. Queste grandi anime, piene di grazia e di zelo, saranno scelte per opporsi ai nemici di Dio, che fremeranno da ogni parte, e saranno singolarmente devote della Santissima Vergine, rischiarate dalla sua luce, nutrite dal suo latte, guidate dal suo spirito, sostenute dal suo braccio e custodite sotto la sua protezione, così che con una mano combatteranno e con l’altra edificheranno. Con una mano combatteranno, rovesceranno e schiacceranno gli eretici con le loro eresie, gli scismatici con i loro scismi, gli idolatri con la loro idolatria e i peccatori con le loro empietà; e con l’altra mano edificheranno il tempio del vero Salomone e la mistica città di Dio, cioè la Santissima Vergine, chiamata dai santi Padri il tempio di Salomone e la città di Dio [ 31 ]. Con le loro parole e i loro esempi porteranno tutti alla sua vera devozione. Questo attirerà loro molti nemici, ma anche molte vittorie e gloria per Dio solo. È quanto Dio ha rivelato a san Vincenzo Ferreri, grande apostolo del suo secolo, come egli stesso ha fatto capire in una delle sue opere [ 32 ]. È quanto lo Spirito Santo sembra aver predetto nel Salmo 58: «e sappiano che Dio dominerà in Giacobbe fino ai confini della terra; si convertiranno a sera e soffriranno la fame come cani, e vagheranno intorno alla città per trovare qualcosa da mangiare» (Sal 58, 14-16, Vulg.). Questa città, attorno a cui gli uomini s’aggireranno alla fine del mondo per convertirsi e per saziare la fame che avranno di giustizia, è la Santissima Vergine, chiamata dallo Spirito Santo città di Dio. B. NECESSITÀ DELLA DEVOZIONE A MARIA PARTICOLARMENTE NEGLI ULTIMI TEMPI 49. È per Maria che la salvezza del mondo ha avuto inizio ed è per Maria che deve giungere a compimento. Maria non è quasi apparsa nella prima venuta di Gesù Cristo, affinché gli uomini, ancora poco istruiti e poco illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo fortemente e grossolanamente a lei; ciò che sarebbe probabilmente avvenuto se ella fosse stata conosciuta, a causa del meraviglioso fascino che l’Altissimo aveva dato anche al suo aspetto esteriore. Ciò è così vero che san Dionigi l’Areopagita ci ha lasciato scritto che, quando la vide, l’avrebbe scambiata per una divinità a motivo delle sue attrattive segrete e della sua incomparabile bellezza, se la fede, in cui era ben saldo, non gli avesse insegnato il contrario [ 33 ]. Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei, non essendoci più le ragioni che hanno indotto lo Spirito Santo a nascondere la sua Sposa durante la sua vita, e a rivelarla ben poco, dopo la predicazione del Vangelo. 1. DIO VUOLE RIVELARE E FAR CONOSCERE MARIA NEGLI ULTIMI TEMPI 50. Dio vuole dunque rivelare e far conoscere Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi. 1º Perché in questo mondo ella si è nascosta e si è messa al di sotto della polvere, con la sua profonda umiltà, avendo ottenuto da Dio, dai suoi Apostoli ed Evangelisti, di non essere fatta assolutamente conoscere. 2º Perché essendo il capolavoro delle mani di Dio, sia quaggiù per la grazia, sia in cielo per la gloria, egli vuole esserne glorificato e lodato in terra da parte dei viventi. 3º Come lei è l’aurora che precede e annuncia il Sole di giustizia, che è Gesù Cristo, così deve essere conosciuta e scoperta, affinché lo sia Gesù Cristo. 4º Essendo la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, lo sarà ancora quando egli verrà la seconda volta, anche se non allo stesso modo. 5º Essendo il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente, è per mezzo di lei che devono trovarlo le anime sante destinate a risplendere in santità. Chi troverà Maria troverà la vita, cioè Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita (cf. Gv 14, 6). Ma non si può trovare Maria se non la si cerca; non la si può cercare se non la si conosce: infatti non si cerca né si desidera un oggetto che non si conosce. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità. 6º Maria deve risplendere più che mai: in misericordia, forza e grazia in questi ultimi tempi. In misericordia, per ricondurre e accogliere amorevolmente i poveri peccatori e traviati, che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica. In forza, contro i nemici di Dio, gli idolatri, scismatici, maomettani, giudei e gli empi incalliti, che si ribelleranno terribilmente per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti coloro che si opporranno a loro. E infine deve risplendere in grazia, per incoraggiare e sostenere i valorosi soldati e fedeli servitori di Gesù Cristo, che combatteranno per i suoi interessi. 7º Infine, Maria deve essere terribile per il diavolo e i suoi seguaci, come un’armata schierata in battaglia, in modo particolare in questi ultimi tempi, perché il demonio, sapendo bene di avere poco tempo e sempre meno, per mandare in rovina le anime, moltiplica ogni giorno i suoi sforzi e i combattimenti; presto susciterà crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai fedeli servi e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri. 51. È soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del demonio, che andranno aumentando sempre più, fino al regno dell’Anticristo, che va riferita la prima e celebre profezia e maledizione di Dio, scagliata nel paradiso terrestre contro il serpente. Conviene qui spiegarla, a gloria della Santissima Vergine, per la salvezza dei suoi figli e a confusione del demonio. «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3, 15) [ 34 ]. Note: [ 30 ] Si tratta di Marie des Vallées (†1656), mistica guidata da Giovanni Eudes, della cui amicizia godeva il de Renty (1611-1649). [ 31 ] Cf. Giovanni Crisostomo (inter opera), Hom. in Annunt., PG 50, 794; Germano di Costantinopoli, Serm. I in Praes. SS. Deip., 16, PG 98, 306. [ 32 ] Cf. Tractatus de vita spirituali, c. 21, ma la profezia rimane oscura, non trattandosi qui della Santa Vergine. [ 33 ] La lettera a san Paolo è apocrifa, ma al tempo del Montfort era comunemente considerata autentica. Essa è riportata da Ferreolus Locrius, Chronica anacephaleosis Mariae Augustae, l. 5, c. 6 (cf. Bourassé, Summa aurea, vol. 10, 843). [ 34 ] L’interpretazione mariologica di Gn 3, 15, nella traduzione latina di ipsa conteret, era divenuta tradizionale nella Chiesa. Oggi si legge: «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra il seme tuo e il seme di lei, esso ti schiaccerà la testa, mentre tu insidierai il suo calcagno».
    8m 46s
  • 7 - Cap. I - Necessità della devozione a Maria - Rif.52-59

    17 MAR 2022 · 52. Dio ha fatto e stabilito una sola inimicizia, ma irriconciliabile, che durerà, anzi andrà aumentando sino alla fine: è tra Maria, sua degna Madre, e il demonio, tra i figli e servi della Santa Vergine e i figli e i seguaci di Lucifero; di modo che la più terribile dei nemici che Dio ha posto contro il demonio, è Maria, la sua santa Madre. Fin dal paradiso terrestre, benché ella non fosse ancora che nella sua mente, Egli le ha ispirato tanto odio contro questo maledetto nemico di Dio, tanta abilità nello smascherare la malizia di questo antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare questo empio orgoglioso, che egli la teme non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma, in un certo senso, più di Dio stesso. E questo non perché l’ira, l’odio e la potenza di Dio non siano infinitamente maggiori di quelli della Santa Vergine, poiché le perfezioni di Maria sono limitate; ma è perché in primo luogo Satana, essendo orgoglioso, soffre infinitamente di più nell’essere vinto e punito da una piccola e umile serva di Dio, la cui umiltà lo mortifica più della potenza divina; e in secondo luogo perché Dio ha dato a Maria un potere così grande contro i demoni, che essi – come sono stati spesso obbligati ad ammettere, controvoglia, per bocca degli indemoniati – temono di più anche uno solo dei suoi sospiri in difesa di qualche anima, che non le preghiere di tutti i santi; e una sola delle sue minacce contro di loro, che non tutti gli altri loro tormenti. 53. Ciò che Lucifero ha perduto per orgoglio, Maria l’ha conquistato con l’umiltà; ciò che Eva ha rovinato e perduto con la disobbedienza, Maria l’ha salvato con l’obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, ha mandato in rovina se stessa e tutti i suoi figli, lasciandoli in potere di quello; Maria, rendendosi perfettamente fedele a Dio, ha salvato se stessa e tutti i suoi figli e servi, e li ha consacrati alla sua Maestà. 54. Dio non ha posto solo una inimicizia, ma più «inimicizie»; cioè non solo tra Maria e il demonio, ma tra la stirpe della Santa Vergine e la stirpe del demonio; Dio ha posto inimicizie, antipatie e odi segreti tra i veri figli e servi della Santa Vergine e i figli e schiavi del demonio; essi non si amano affatto e non c’è alcuna intesa tra loro. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (poiché è la stessa cosa), finora hanno sempre perseguitato e perseguiteranno più che mai quelli e quelle che appartengono alla Santissima Vergine, come un tempo Caino ha perseguitato il fratello Abele, ed Esaù il fratello Giacobbe, che sono le figure dei reprobi e dei predestinati. Ma l’umile Maria riporterà sempre vittoria su questo orgoglioso, e una vittoria così grande che arriverà fino a schiacciargli la testa, sede del suo orgoglio; ella smaschererà sempre la sua malizia di serpente; ne sventerà le trame infernali, ne vanificherà i consigli diabolici e proteggerà sino alla fine dei tempi i fedeli servi dai suoi crudeli artigli. Ma il potere di Maria su tutti i demoni splenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana le insidierà il calcagno, cioè i suoi umili schiavi e i suoi poveri figli che ella susciterà per muovergli guerra. Essi saranno piccoli e poveri agli occhi del mondo, e in basso rispetto a tutti come il calcagno, calpestati e perseguitati come il calcagno rispetto alle altre membra del corpo; in cambio però saranno ricchi della grazia di Dio, che Maria distribuirà loro in abbondanza; saranno grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori a ogni creatura per il loro zelo coraggioso, e così fortemente sostenuti dall’aiuto divino che con l’umiltà del loro calcagno, in unione a Maria, schiacceranno la testa del demonio e faranno trionfare Gesù Cristo. 2. LA DEVOZIONE A MARIA NECESSARIA PARTICOLARMENTE NEGLI ULTIMI TEMPI 55. Infine, Dio vuole che la sua santa Madre sia ora più conosciuta, amata, e onorata di quanto lo sia stata in passato: cosa che sicuramente avverrà, se i predestinati entreranno, con la grazia e la luce dello Spirito Santo, nella pratica interiore e perfetta che in seguito farò loro scoprire. Allora, per quanto la fede lo permetta, vedranno con chiarezza questa bella stella del mare e con la sua guida arriveranno a buon porto, nonostante le tempeste e i pirati; conosceranno le grandezze di questa sovrana e si consacreranno interamente al suo servizio, come suoi sudditi e schiavi d’amore; ne gusteranno le dolcezze e le materne bontà e l’ameranno teneramente come suoi figli prediletti; conosceranno le misericordie di cui ella è ricolma e i bisogni che hanno del suo aiuto; per ogni cosa ricorreranno a lei come a loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo; sapranno che è lei il mezzo più sicuro, più facile, più breve e perfetto per andare a Gesù Cristo, e si consegneranno a lei corpo e anima, senza riserva, per appartenere nello stesso modo a Gesù Cristo. 56. Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria? Saranno fuoco ardente, ministri del Signore che metteranno ovunque il fuoco dell’amore divino. Saranno «come frecce in mano a un eroe» (Sal 126, 4), cioè frecce acute nella mano della potente Maria per trafiggere i suoi nemici. Saranno figli di Levi, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio, i quali porteranno l’oro dell’amore nel cuore, l’incenso della preghiera nello spirito e la mirra della mortificazione nel corpo, e saranno ovunque il buon profumo di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e gli orgogliosi mondani. 57. Saranno nubi tonanti e volanti nel cielo al minimo soffio dello Spirito Santo, senza attaccarsi a nulla, né stupirsi di nulla, né mettersi in pena per nulla: diffonderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno contro il peccato, si scaglieranno contro il mondo, colpiranno il demonio e i suoi seguaci, e con la spada della parola di Dio trafiggeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati dall’Altissimo. 58. Saranno veri apostoli degli ultimi tempi, ai quali il Signore delle virtù darà la parola e la forza per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici; dormiranno senza oro né argento e, ciò che più conta, senza preoccupazioni, tra gli altri sacerdoti, ecclesiastici e chierici; e tuttavia avranno le ali argentate della colomba, per andare con la pura intenzione della gloria di Dio e della salvezza delle anime, dove lo Spirito Santo li chiamerà; e non lasceranno dietro di sé, nei luoghi dove avranno predicato, che l’oro della carità, che è il compimento di tutta la legge. 59. Infine, noi sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo, che seguendo le orme della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo le massime del mondo; senza preoccupazioni e senza accettazione di persona, senza risparmiare, né ascoltare, né temere alcun mortale, per quanto potente. Avranno nella loro bocca la spada a doppio taglio della parola di Dio; porteranno sulle loro spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, la corona del rosario nella sinistra, i santi nomi di Gesù e di Maria sul loro cuore, la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria formerà per ordine dell’Altissimo, per estendere il suo impero su quello di empi, idolatri e musulmani. Ma quando e come avverrà tutto questo?... Dio solo lo sa: noi dobbiamo tacere, pregare, sospirare e aspettare: «Ho sperato, ho sperato nel Signore» (Sal 39, 2) [ 35 ]. Note: [ 35 ] Queste pagine del Trattato richiamano altri scritti dell’Autore sull’apostolato, in primo luogo la Preghiera infocata, dove viene usato un linguaggio assai simile, ma anche L’Amore dell’eterna Sapienza (cf. nn. 30, 95-97, 153), alcuni Cantici e le Regole dei Sacerdoti missionari della Compagnia di Maria.
    10m 27s
  • 8 - Cap II - Verità fondamentali della devozione a Maria - Rif.60-65

    17 MAR 2022 · II. IN CHE COSA CONSISTE LA DEVOZIONE A MARIA A. VERITÀ FONDAMENTALI DELLA DEVOZIONE ALLA SANTA VERGINE 60. Fin qui si è detto qualcosa della necessità che abbiamo della devozione alla Santissima Vergine; ora bisogna dire in che cosa consista questa devozione; è quanto mi propongo di fare, con l’aiuto di Dio, dopo aver premesso alcune verità fondamentali, che metteranno in luce la grande e solida devozione che io voglio svelare. Gesù Cristo è il fine ultimo di tutte le devozioni 61. Prima verità. - Gesù Cristo, nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di tutte le nostre devozioni; altrimenti esse sarebbero false e ingannevoli. Gesù Cristo è «l’Alfa e l’Omega», «il Principio e la Fine» di tutte le cose [ 1 ]. Noi non lavoriamo, come dice l’Apostolo, solo per rendere ogni uomo perfetto in Gesù Cristo, perché solo in lui abitano tutta la pienezza della Divinità e tutte le altre pienezze di grazie, di virtù e perfezioni; perché solo in lui siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale; perché egli è il nostro unico maestro che deve istruirci, il nostro unico Signore dal quale dobbiamo dipendere, il nostro unico capo al quale dobbiamo restare uniti, il nostro unico modello al quale conformarci, il nostro unico medico che ci deve guarire, il nostro unico pastore che ci deve nutrire, la nostra unica via che ci deve guidare, la nostra unica verità che noi dobbiamo credere, la nostra unica vita che ci deve vivificare e il nostro unico tutto in tutte le cose che ci deve bastare. Non è stato dato sotto il cielo altro nome che il nome di Gesù, per il quale dovevamo essere salvati. Dio non ha posto nessun altro fondamento della nostra salvezza, della nostra perfezione e della nostra gloria, se non Gesù Cristo. Ogni edificio che non poggia su questa pietra solida è fondato sulla sabbia mobile e prima o poi sicuramente cadrà. Ogni fedele che non è unito a lui come un tralcio al ceppo della vite, cadrà, seccherà e non servirà che per essere gettato nel fuoco. Se noi siamo in Gesù Cristo e Gesù Cristo è in noi, non dobbiamo temere alcuna dannazione: né gli angeli del cielo, né gli uomini della terra, né i diavoli dell’inferno, né alcun’altra creatura ci può nuocere, perché non ci può separare dalla carità di Dio che è in Gesù Cristo. Per Gesù Cristo, con Gesù Cristo e in Gesù Cristo noi possiamo tutto: rendere ogni onore e gloria al Padre, nell’unità dello Spirito Santo; diventare perfetti ed essere per il nostro prossimo soave profumo di vita eterna [ 2 ]. 62. Se dunque noi stabiliamo la solida devozione alla Santissima Vergine, non è che per stabilire più perfettamente quella verso Gesù Cristo, per proporre un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù Cristo. Se la devozione alla Santa Vergine allontanasse da Gesù Cristo, bisognerebbe rifiutarla come un’illusione del demonio; ma è proprio il contrario, come ho già mostrato prima e come dirò in seguito: questa devozione ci è necessaria proprio per trovare Gesù Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente. 63. Ora mi rivolgo un momento verso di te, o mio amabile Gesù, per lamentarmi amorosamente con la tua divina Maestà, del fatto che la maggior parte dei cristiani, anche tra i più dotti, non conosce il legame necessario che esiste fra te e la tua santa Madre. Tu, Signore, sei sempre con Maria e Maria è sempre con te e non può essere senza di te: altrimenti cesserebbe di essere ciò che è. Ella è talmente trasformata in te dalla grazia, che non vive più, non è più: sei solo tu, mio Gesù, che vivi e regni in lei, più perfettamente che in tutti gli angeli e i beati. Ah! se si conoscesse la gloria e l’amore che tu ricevi in questa mirabile creatura: si avrebbero per te e per lei ben altri sentimenti, che invece non si hanno. Ella ti è così intimamente unita, che si potrebbe piuttosto separare la luce dal sole, il calore dal fuoco, anzi di più: si potrebbero separare da te tutti gli angeli e i santi, piuttosto che la divina Maria: ella infatti ti ama più ardentemente e ti glorifica più perfettamente di tutte le altre creature insieme. 64. Mio amabile Maestro, non è dunque sorprendente e doloroso vedere l’ignoranza e le tenebre di tutti gli uomini di quaggiù nei confronti della tua santa Madre? E non parlo tanto degli idolatri e dei pagani, i quali non conoscendo te, non si curano di conoscere lei; non parlo neppure degli eretici e degli scismatici, i quali non si preoccupano di essere devoti della tua santa Madre, essendosi allontanati da te e dalla tua santa Chiesa. Parlo proprio dei cristiani cattolici, e anche dei dottori tra i cattolici, che facendo professione di insegnare agli altri le verità, non conoscono né te, né la tua santa Madre, se non in modo speculativo, arido, sterile e indifferente. Questi signori, solo raramente parlano della tua santa Madre e della devozione che le si deve, perché – così dicono – temono che se ne abusi, che si faccia ingiuria a te, onorando troppo la tua santa Madre [ 3 ]. Se vedono o sentono qualche devoto della Santa Vergine parlare spesso e in modo tenero, deciso e persuasivo della devozione a questa buona Madre, come di un mezzo sicuro e non illusorio, di un cammino breve e senza pericolo, di una via immacolata e senza imperfezioni, e come di un segreto meraviglioso per trovare te e amare te perfettamente, costoro si scagliano contro di lui e gli elencano mille ragioni, false, per dimostrargli che non deve parlare tanto della Santa Vergine, che ci sono grandi abusi da eliminare in questa devozione e che ci si deve impegnare a toglierli e a parlare di te, piuttosto che portare la gente verso la devozione alla Santa Vergine, che è già abbastanza amata. Talvolta li si sente parlare della devozione alla tua santa Madre, non per stabilirla e diffonderla, ma per distruggere gli abusi che se ne fanno; questi signori però non hanno una sincera pietà, né una tenera devozione nemmeno verso di te, perché non l’hanno per Maria. Essi considerano il Rosario, lo Scapolare, la Corona, come devozioni da donnette, tipiche degli ignoranti e non necessarie per salvarsi; e se capita loro di incontrare un devoto della Vergine Santa, che recita il Rosario o che pratica qualche altra devozione verso di lei, cercano subito di cambiargli la mente e il cuore: al posto del Rosario, lo consigliano di recitare i Sette Salmi; invece di una pratica di devozione alla Santa Vergine, gli consigliano la devozione a Gesù Cristo. O mio amabile Gesù, hanno forse il tuo spirito costoro? Ti possono piacere comportandosi in quel modo? Ti sono forse graditi tutti questi sforzi per non onorare la tua Madre, per timore di dispiacere a te? La devozione alla tua santa Madre impedisce forse quella verso di te? Attribuisce forse a se stessa l’onore che le viene reso? Fa ella parte a sé? È forse un’estranea che non ha nessun rapporto con te? È fare dispiacere a te il voler piacere a lei? È forse separarsi o allontanarsi dal tuo amore offrirsi a lei e amarla? 65. Eppure, mio amabile Maestro, anche se tutto ciò che ho detto fosse vero, la maggior parte dei dotti, per punizione del loro orgoglio, non potrebbe fare di più per allontanare dalla devozione alla tua santa Madre e per diffondere indifferenza. Preservami, Signore, preservami dai loro sentimenti e dalle loro pratiche e dammi di partecipare ai sentimenti di riconoscenza, di stima, di rispetto e di amore che tu hai verso la tua santa Madre, affinché tanto più ti ami e ti glorifichi quanto più ti imiterò e seguirò da vicino. Note: [ 1 ] Cf. Ap 1, 8. In tutto il numero abbondano i riferimenti biblici: Ef 4, 13; Col 2, 9; Ef 1, 3; Mt 23, 8. 10; 1 Cor 8, 6; Col 1, 18; Gv 13, 15; At 4, 12; 1 Cor 3, 11; Mt 7, 26-27; Gv 15, 6; Rm 8, 1. 38-39; 2 Cor 2, 15-16. [ 2 ] Questo passo mostra sinteticamente ma assai chiaramente la portata cristologica dell’insegnamento dell’Autore, il quale aveva già presentato nell’Amore dell’eterna Sapienza il contesto della storia della salvezza: l’amore di Dio che va in cerca dell’uomo, l’incarnazione dell’eterna Sapienza, Gesù Cristo, e i mezzi per trovare questa Sapienza, tra cui la vera devozione alla Santa Vergine. [ 3 ] Allusione a quanti si lasciavano influenzare dal giansenismo e dai Monita salutaria..., di Adam Widenfelt, opuscolo pubblicato nel 1673 e messo all’Indice nel 1676.
    10m
  • 9 - Cap II - Verità fondamentali della devozione a Maria - Rif.66-71

    17 MAR 2022 · 66. Come se fin qui non avessi detto ancora nulla in onore della tua santa Madre, donami la grazia di lodarla degnamente, nonostante tutti i suoi nemici, che sono anche i tuoi, e di dire loro apertamente con i santi: «Non pretenda di ottenere misericordia da Dio chi offende la sua santa Madre» [ 4 ]. 67. Per ottenere dalla tua misericordia una vera devozione alla tua santa Madre, e poterla ispirare a tutti, fa’ che io possa amarti con ardore e accogli perciò la preghiera infocata che ti rivolgo con sant’Agostino e con i tuoi veri amici [ 5 ]: «Tu sei il Cristo, il mio padre santo, il mio Dio misericordioso, il mio grande re, il mio buon pastore, il mio unico maestro, il mio migliore aiuto, il mio amore bellissimo, il mio pane vivo, il mio sacerdote per sempre, la mia guida verso la patria, la mia luce vera, la mia santa dolcezza, la mia retta via, la mia fulgida sapienza, la mia limpida semplicità, la mia concordia e la mia pace, la mia sicura protezione, la mia eredità preziosa, la mia eterna salvezza... Cristo Gesù, amabile Signore, perché in tutta la mia vita ho amato e desiderato altra cosa fuori di te, Gesù, mio Dio? Dov’ero quando non pensavo a te? Da questo momento, voi tutti desideri miei, ardete e confluite nel Signore Gesù; correte, avete tardato abbastanza; affrettatevi verso la meta desiderata; cercate davvero colui che cercate! O Gesù, chi non ti ama sia anatema; chi non ti ama sia colmo di amarezze... Dolce Gesù, ami te, si diletti in te e contempli te ammirato, ogni essere buono, consacrato alla tua gloria. Dio del mio cuore e mia parte d’eredità, Cristo Gesù, che il mio cuore venga meno e che sia tu a vivere in me; si accenda nel mio spirito la brace viva del tuo amore e divampi in un incendio; arda sempre sull’altare del mio cuore, bruci nell’intimo del mio essere, divampi nelle profondità dell’anima mia; nel giorno della mia morte, possa io apparire davanti a te consumato dal tuo amore. Amen». Ho voluto riportare per intero questa meravigliosa preghiera di sant’Agostino, perché la si reciti tutti i giorni, per chiedere l’amore di Gesù che noi cerchiamo per mezzo della divina Maria. Apparteniamo a Gesù Cristo e a Maria come schiavi 68. Seconda verità. - Per quello che Gesù Cristo è nei nostri confronti bisogna concludere che noi non apparteniamo a noi stessi, come dice l’Apostolo, ma completamente a lui, come sue membra e suoi schiavi, acquistati ad un prezzo infinitamente caro, cioè a prezzo di tutto il suo sangue. Prima del battesimo, appartenevamo al demonio come suoi schiavi; il battesimo ci ha resi veri schiavi di Gesù Cristo, che devono vivere, lavorare e morire al solo scopo di portare frutto per questo Dio Uomo, glorificarlo nel nostro corpo e farlo regnare nella nostra anima, perché siamo sua conquista, popolo che egli si è acquistato e sua eredità [ 6 ]. Per lo stesso motivo, lo Spirito Santo ci paragona: 1º ad alberi piantati lungo le acque della grazia, nel campo della Chiesa, che devono portare frutto a suo tempo; 2º ai tralci di una vite, di cui Gesù Cristo è il ceppo, tralci che devono produrre della buona uva; 3º a un gregge di cui Gesù Cristo è il pastore, e che deve moltiplicarsi e dare latte; 4º a una terra fertile di cui Dio è l’agricoltore, e nella quale il seme si moltiplica e produce trenta, sessanta o cento volte tanto. Gesù Cristo ha maledetto il fico sterile e condannato il servo inetto che non aveva trafficato il suo talento. Tutto questo prova che Gesù Cristo vuole cogliere frutti dalla nostre misere persone, cioè le buone opere, perché queste appartengono unicamente a lui: «Creati in Gesù Cristo per le buone opere» (Ef 2, 10). Queste parole dello Spirito Santo mostrano sia che Gesù Cristo è l’unico principio e deve essere l’unico fine di tutte le nostre buone opere, sia che noi lo dobbiamo servire, non solo come servitori retribuiti, ma come schiavi d’amore. Mi spiego. 69. Vi sono due modi, quaggiù, di appartenere a un altro e dipendere dalla sua autorità, cioè: la semplice servitù e la schiavitù; dal che noi chiamiamo uno servo e uno schiavo. Con la servitù, comune tra i cristiani, un uomo si impegna a servirne un altro per un certo periodo di tempo e per un certo salario o una data ricompensa. Con la schiavitù, un uomo dipende completamente da un altro per tutta la propria vita, e deve servire il suo padrone senza pretendere nessun salario né ricompensa alcuna, come fosse una delle sue bestie sulle quali l’altro ha diritto di vita e di morte. 70. Vi sono tre specie di schiavitù: una schiavitù di natura, una schiavitù forzata e una schiavitù volontaria. Tutte le creature sono schiave di Dio nel primo modo: «Del Signore è la terra e quanto contiene» (Sal 23, 1); i demoni e i dannati lo sono nel secondo; i giusti e i santi nel terzo. La schiavitù volontaria è la più perfetta e la più gloriosa per Dio, che scruta il cuore, domanda il cuore e si chiama Dio del cuore o della volontà d’amore poiché con questa schiavitù si sceglie Dio e il suo servizio al di sopra di tutto, quand’anche la natura non obbligasse a questo. 71. Tra un servo e uno schiavo c’è una differenza totale: 1º Un servo non dà al suo padrone tutto ciò che è, tutto ciò che possiede e tutto ciò che può acquistare per mezzo di altri o se stesso; lo schiavo invece dà interamente al suo padrone tutto se stesso, tutto quanto possiede e tutto quanto può acquistare, senza nessuna eccezione. 2º Il servo esige un salario per i servizi che rende al suo padrone, mentre lo schiavo non può esigere nulla, qualunque siano l’impegno, l’abilità e la fatica messi nel lavorare. 3º Il servo può abbandonare il suo padrone quando vuole, o almeno alla scadenza del tempo del servizio; lo schiavo invece non ha diritto di lasciare il suo padrone quando vuole. 4º Il padrone del servo non ha su di lui nessun diritto di vita e di morte, di modo che se lo uccidesse, come una delle sue bestie da soma, commetterebbe un omicidio ingiusto; il padrone dello schiavo invece ha per legge su di lui diritto di vita e di morte, per cui lo può vendere a chi vuole, oppure ucciderlo, come potrebbe fare – passi il paragone – con il proprio cavallo. 5º Infine, il servo rimane a servizio di un padrone per un tempo determinato, lo schiavo invece per sempre. Note: [ 4 ] Cf. Guglielmo di Parigi, De rethorica divina (Opera omnia, Parisiis 1674, vol. I, pp. 336-406). [ 5 ] L’Autore deve aver desunto questa preghiera da un’opera finora introvabile. Essa è composta da diverse citazioni di sant’Agostino, o da opere una volta a lui attribuite. [ 6 ] Cf. S. Th., III, q. 48, a. 4.
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  • 10 - Cap II - Verità fondamentali della devozione a Maria - Rif. 72-79

    17 MAR 2022 · [72] Non c'è nulla tra gli uomini che faccia appartenere di più ad un altro, quanto la schiavitù. Similmente non c'è nulla fra i cristiani che faccia appartenere in modo più assoluto a Gesù Cristo e alla sua santa Madre quanto la schiavitù volontaria secondo l'esempio di Gesù Cristo stesso, che prese «la condizione di servo» per nostro amore, e della santa Vergine, che si disse serva e schiava del Signore. L'Apostolo si onora del titolo di servo di Cristo. Più volte, nella Scrittura, i cristiani sono chiamati servi di Cristo. Ora, secondo l'osservazione giustissima di un dotto, anticamente la parola servo (servus) stava ad indicare soltanto uno schiavo, perché non esistevano allora servi come quelli di oggi, dato che i padroni erano serviti solo da schiavi o da liberti. Per affermare inequivocabilmente che siamo schiavi di Gesù Cristo, il Catechismo di Trento si esprime con un termine preciso: mancipia Christi, schiavi di Cristo. [73] Ciò detto, affermo che dobbiamo essere di Gesù Cristo e servirlo non solo come servi stipendiati, ma come schiavi affezionati che, mossi da un grande amore, si donano e si consacrano al suo servizio in qualità di schiavi per il solo onore di appartenergli. Prima del battesimo eravamo schiavi del demonio; ora il battesimo ci ha resi schiavi di Gesù Cristo. Ne consegue che i cristiani devono essere o schiavi del demonio o schiavi di Gesù Cristo. [74] Ciò che ho detto in modo assoluto di Gesù Cristo, lo dico in modo relativo della Vergine santa. Gesù Cristo l'ha scelta per compagna indissolubile della sua vita, morte, gloria e potenza in cielo e in terra, e le ha quindi dato per grazia, rispetto alla sua divina Maestà, tutti gli stessi diritti e privilegi che egli possiede per natura. Dicono i santi: «Tutto ciò che conviene a Dio per natura, conviene a Maria per grazia». Poiché dunque, secondo loro, sono tutti e due di una medesima volontà e potere, tutti e due hanno gli stessi sudditi, servi e schiavi. [75] Secondo il pensiero dei santi e di molti uomini insigni è lecito, dunque, chiamarsi e divenire schiavi d'amore della santissima Vergine per essere così più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. La Vergine santa è il mezzo del quale nostro Signore si è servito per venire sino a noi; ed è anche il mezzo di cui noi dobbiamo servirci per andare a lui. Ella, infatti, non è come le altre creature, le quali, se ad esse ci affezioniamo, anziché avvicinarci a Dio, potrebbero allontanarcene. L'inclinazione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo suo figlio, così come il desiderio più forte del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre. In tal modo gli si fa onore e piacere, come farebbe onore e piacere al re chi si facesse Schiavo della regina per essergli perfettamente suddito e schiavo. Ecco perché i santi Padri e san Bonaventura dopo di loro, dicono che la Vergine Maria è la strada per arrivare al Signore. [76] Inoltre, se, come ho già detto, la Vergine santa è regina e sovrana del cielo e della terra, non avrà altrettanti sudditi e schiavi quante sono le creature? - si chiedono sant'Anselmo, san Bernardo, san Bernardino e san Bonaventura. Non è forse giusto che fra tanti schiavi per forza ve ne siano di quelli per amore, che scelgano Maria come loro sovrana? Come! Gli uomini e i demoni hanno i loro schiavi volontari, e Maria non ne avrebbe alcuno? Come! Un re si stima onorato che la regina consorte abbia degli schiavi, su cui possa esercitare un diritto di vita e di morte - l'onore e il potere dell'uno, infatti, è l'onore e il potere dell'altra - e si potrebbe credere che Nostro Signore non sarebbe contento che abbia degli schiavi Maria, la sua santa Madre, alla quale egli, come il migliore dei figli, ha comunicato tutta la sua potenza? Avrebbe egli meno rispetto e amore per sua madre che Assuero per Ester e Salomone per Betsabea? Chi oserà dirlo o anche solo pensarlo? [77] Ma dove mi conduce la penna? Perché mi soffermo a provare una cosa tanto evidente? Se non ci si vuol chiamare schiavi di Maria Vergine, che importa! Ci si faccia pure schiavi di Gesù Cristo! Tanto è costituirsi insieme schiavi della Vergine santa, perché Gesù è il frutto e la gloria di Maria. Tutto questo si compie in modo perfetto nella devozione di cui parleremo più in là. Dobbiamo rivestirci dell'uomo nuovo [78] TERZA VERITÀ - Di solito le nostre migliori azioni sono macchiate e corrotte dalle inclinazioni cattive che sono in noi. Quando si versa dell'acqua pura e limpida in un vaso che sa di cattivo, o del vino in una botte guasta da altro vino, l'acqua limpida e il buon vino si guastano e prendono facilmente cattivo odore. Così, quando Dio mette le sue grazie e rugiade celesti o il vino delizioso del suo amore nel vaso dell'anima nostra, guasta dal peccato originale ed attuale, i suoi doni ordinariamente si corrompono e si macchiano a causa del cattivo lievito e del fondo cattivo lasciato in noi dal peccato. E le nostre azioni, non escluse quelle ispirate dalle virtù per quanto sublimi, ne risentono. È perciò importantissimo vuotarci di quanto in noi c'è di male se si vuole acquistare la perfezione che si trova soltanto nell'unione con Gesù Cristo; altrimenti Nostro Signore, che è infinitamente puro e odia all'estremo anche la minima macchia nell'anima, ci allontana da sé e non si unisce a noi. [79] Per vuotarci di noi stessi occorre, in primo luogo, conoscere bene, con la luce dello Spirito Santo, le nostre cattive inclinazioni, la nostra incapacità ad ogni bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, la nostra incostanza in ogni tempo, la nostra indegnità di ogni grazia e la nostra iniquità in ogni luogo. Il peccato del primo padre ci ha tutti quasi completamente guastati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta in cui è messo. I peccati attuali da noi commessi, mortali o veniali che siano, anche se perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, debolezza, incostanza e corruzione, lasciando delle scorie nella nostra anima. I nostri corpi sono talmente corrotti, che lo Spirito Santo li chiama corpi di peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto; corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono di giorno in giorno e generano putredine. La nostra anima, unita al corpo, è divenuta così carnale che viene chiamata carne: «ogni vivente aveva corrotto la sua vita». Abbiamo per eredità l'orgoglio e l'accecamento nello spirito, l'indurimento nel cuore, la debolezza e l'incostanza nell'anima, la concupiscenza, le passioni in rivolta e le malattie nel corpo. Siamo, per condizione naturale, più superbi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più golosi degli animali immondi, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Abbiamo di nostro soltanto il nulla e il peccato, ed altro non meritiamo che l'ira di Dio e l'inferno eterno.
    9m 22s
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