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10 - Cap II - Verità fondamentali della devozione a Maria - Rif. 72-79

10 -  Cap II - Verità fondamentali della devozione a Maria - Rif. 72-79
Mar 17, 2022 · 9m 22s

[72] Non c'è nulla tra gli uomini che faccia appartenere di più ad un altro, quanto la schiavitù. Similmente non c'è nulla fra i cristiani che faccia appartenere in modo...

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[72] Non c'è nulla tra gli uomini che faccia appartenere di più ad un altro, quanto la schiavitù. Similmente non c'è nulla fra i cristiani che faccia appartenere in modo più assoluto a Gesù Cristo e alla sua santa Madre quanto la schiavitù volontaria secondo l'esempio di Gesù Cristo stesso, che prese «la condizione di servo» per nostro amore, e della santa Vergine, che si disse serva e schiava del Signore. L'Apostolo si onora del titolo di servo di Cristo. Più volte, nella Scrittura, i cristiani sono chiamati servi di Cristo. Ora, secondo l'osservazione giustissima di un dotto, anticamente la parola servo (servus) stava ad indicare soltanto uno schiavo, perché non esistevano allora servi come quelli di oggi, dato che i padroni erano serviti solo da schiavi o da liberti. Per affermare inequivocabilmente che siamo schiavi di Gesù Cristo, il Catechismo di Trento si esprime con un termine preciso: mancipia Christi, schiavi di Cristo.

[73] Ciò detto, affermo che dobbiamo essere di Gesù Cristo e servirlo non solo come servi stipendiati, ma come schiavi affezionati che, mossi da un grande amore, si donano e si consacrano al suo servizio in qualità di schiavi per il solo onore di appartenergli. Prima del battesimo eravamo schiavi del demonio; ora il battesimo ci ha resi schiavi di Gesù Cristo. Ne consegue che i cristiani devono essere o schiavi del demonio o schiavi di Gesù Cristo.

[74] Ciò che ho detto in modo assoluto di Gesù Cristo, lo dico in modo relativo della Vergine santa. Gesù Cristo l'ha scelta per compagna indissolubile della sua vita, morte, gloria e potenza in cielo e in terra, e le ha quindi dato per grazia, rispetto alla sua divina Maestà, tutti gli stessi diritti e privilegi che egli possiede per natura. Dicono i santi: «Tutto ciò che conviene a Dio per natura, conviene a Maria per grazia». Poiché dunque, secondo loro, sono tutti e due di una medesima volontà e potere, tutti e due hanno gli stessi sudditi, servi e schiavi.

[75] Secondo il pensiero dei santi e di molti uomini insigni è lecito, dunque, chiamarsi e divenire schiavi d'amore della santissima Vergine per essere così più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. La Vergine santa è il mezzo del quale nostro Signore si è servito per venire sino a noi; ed è anche il mezzo di cui noi dobbiamo servirci per andare a lui. Ella, infatti, non è come le altre creature, le quali, se ad esse ci affezioniamo, anziché avvicinarci a Dio, potrebbero allontanarcene. L'inclinazione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo suo figlio, così come il desiderio più forte del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre. In tal modo gli si fa onore e piacere, come farebbe onore e piacere al re chi si facesse Schiavo della regina per essergli perfettamente suddito e schiavo. Ecco perché i santi Padri e san Bonaventura dopo di loro, dicono che la Vergine Maria è la strada per arrivare al Signore.

[76] Inoltre, se, come ho già detto, la Vergine santa è regina e sovrana del cielo e della terra, non avrà altrettanti sudditi e schiavi quante sono le creature? - si chiedono sant'Anselmo, san Bernardo, san Bernardino e san Bonaventura. Non è forse giusto che fra tanti schiavi per forza ve ne siano di quelli per amore, che scelgano Maria come loro sovrana? Come! Gli uomini e i demoni hanno i loro schiavi volontari, e Maria non ne avrebbe alcuno? Come! Un re si stima onorato che la regina consorte abbia degli schiavi, su cui possa esercitare un diritto di vita e di morte - l'onore e il potere dell'uno, infatti, è l'onore e il potere dell'altra - e si potrebbe credere che Nostro Signore non sarebbe contento che abbia degli schiavi Maria, la sua santa Madre, alla quale egli, come il migliore dei figli, ha comunicato tutta la sua potenza? Avrebbe egli meno rispetto e amore per sua madre che Assuero per Ester e Salomone per Betsabea? Chi oserà dirlo o anche solo pensarlo?

[77] Ma dove mi conduce la penna? Perché mi soffermo a provare una cosa tanto evidente? Se non ci si vuol chiamare schiavi di Maria Vergine, che importa! Ci si faccia pure schiavi di Gesù Cristo! Tanto è costituirsi insieme schiavi della Vergine santa, perché Gesù è il frutto e la gloria di Maria. Tutto questo si compie in modo perfetto nella devozione di cui parleremo più in là.

Dobbiamo rivestirci dell'uomo nuovo
[78] TERZA VERITÀ - Di solito le nostre migliori azioni sono macchiate e corrotte dalle inclinazioni cattive che sono in noi. Quando si versa dell'acqua pura e limpida in un vaso che sa di cattivo, o del vino in una botte guasta da altro vino, l'acqua limpida e il buon vino si guastano e prendono facilmente cattivo odore. Così, quando Dio mette le sue grazie e rugiade celesti o il vino delizioso del suo amore nel vaso dell'anima nostra, guasta dal peccato originale ed attuale, i suoi doni ordinariamente si corrompono e si macchiano a causa del cattivo lievito e del fondo cattivo lasciato in noi dal peccato. E le nostre azioni, non escluse quelle ispirate dalle virtù per quanto sublimi, ne risentono. È perciò importantissimo vuotarci di quanto in noi c'è di male se si vuole acquistare la perfezione che si trova soltanto nell'unione con Gesù Cristo; altrimenti Nostro Signore, che è infinitamente puro e odia all'estremo anche la minima macchia nell'anima, ci allontana da sé e non si unisce a noi.

[79] Per vuotarci di noi stessi occorre, in primo luogo, conoscere bene, con la luce dello Spirito Santo, le nostre cattive inclinazioni, la nostra incapacità ad ogni bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, la nostra incostanza in ogni tempo, la nostra indegnità di ogni grazia e la nostra iniquità in ogni luogo. Il peccato del primo padre ci ha tutti quasi completamente guastati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta in cui è messo. I peccati attuali da noi commessi, mortali o veniali che siano, anche se perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, debolezza, incostanza e corruzione, lasciando delle scorie nella nostra anima. I nostri corpi sono talmente corrotti, che lo Spirito Santo li chiama corpi di peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto; corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono di giorno in giorno e generano putredine. La nostra anima, unita al corpo, è divenuta così carnale che viene chiamata carne: «ogni vivente aveva corrotto la sua vita». Abbiamo per eredità l'orgoglio e l'accecamento nello spirito, l'indurimento nel cuore, la debolezza e l'incostanza nell'anima, la concupiscenza, le passioni in rivolta e le malattie nel corpo. Siamo, per condizione naturale, più superbi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più golosi degli animali immondi, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Abbiamo di nostro soltanto il nulla e il peccato, ed altro non meritiamo che l'ira di Dio e l'inferno eterno.
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Author L'Oratorio di Exsurge
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