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Il prof. Emanuele Vaccaro ci racconta gli scavi archeologici di Doss Penede (TN)

Il prof. Emanuele Vaccaro ci racconta gli scavi archeologici di Doss Penede (TN)
Mar 3, 2023 · 45m 5s

Nella puntata di oggi ritroveremo un vecchio ospite, un amico, il professor Emanuele Vaccaro dell’Università di Trento che in collaborazione con quest’ultima, ci ha concesso un’intervista per raccontarci gli scavi...

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Nella puntata di oggi ritroveremo un vecchio ospite, un amico, il professor Emanuele Vaccaro dell’Università di Trento che in collaborazione con quest’ultima, ci ha concesso un’intervista per raccontarci gli scavi del sito di Doss Penede, poco distante dalle coste settentrionali del Lago di Garda, nella sua parte Trentina.

Nago (TN), insediamento romano sul Dos Penede
Direzione: Prof. Emanuele Vaccaro; Dr.ssa Cristina Bassi
Collaborazione con: Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento
Anni di scavo: dal 2019 con cadenza annuale
Cronologia: III sec. a.C.-V sec. d.C.

Il progetto di scavo è diretto dall’Università di Trento (prof. E. Vaccaro) in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento (dott.ssa Cristina Bassi). Iniziato nel 2019, è rivolto all’indagine di un insediamento romano sorto sulle pendici occidentali del Dos Penede a Nago (TN), altura che domina il settore nord-occidentale del Lago di Garda. Tale insediamento, che ad una stima preliminare sembra essersi esteso su di un’area di almeno 2000 mq, si sviluppava su una serie di terrazzi sovrapposti tra loro collegati da scalinate monumentali e venne occupato senza soluzione di continuità tra IV-III sec. a.C. e V sec. d.C.: per quanto probabile, non è invece per ora archeologicamente testimoniata una frequentazione del sito tra V e XII sec. d.C., momento in cui le fonti scritte ricordano la presenza sulla cima del Dos di un castello di proprietà della nobile famiglia trentina dei Da Arco. Il sito ebbe senza dubbio un importante ruolo nel controllo degli itinerari terrestri e lacustri che interessavano il bacino settentrionale del lacus Benacus, anche se la sua funzione primaria non appare del tutto chiara: infatti, se l’aspetto militare sembra prevalere a partire dal III sec., ovvero all’indomani della battaglia del Benacus combattuta e vinta da Claudio il Gotico contro gli Alamanni, una funzione più civile sembra invece definirlo in epoca tardo-repubblicana e, soprattutto, altoimperiale.

Come scritto sul sito ufficiale del Comune di Nago – Torbole sul cui territorio si trova l’antichissimo insediamento:

«Doss Penede – racconta Emanuele Vaccaro, docente di Archeologia Classica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e responsabile scientifico dello scavo – conosce tre grandi periodi di occupazione. La prima, la più antica, risale all’età del Bronzo Recente, tra la metà del XIV secolo a.C. e il secolo successivo. Il sito si caratterizza poi per un’espansione significativa nella seconda età del Ferro, quando il territorio altogardesano era abitato dalle popolazioni retiche. L’ultima grande occupazione si colloca tra la romanizzazione e la tarda età imperiale, all’incirca tra la metà del I secolo a.C. e gli inizi del IV secolo d.C. È un sito molto esteso, più di tre ettari, capillarmente occupati, come sembrano dimostrare i risultati della campagna 2022. Quello che abbiamo scoperto finora ci permette di ipotizzare che l’insediamento non sia nato come iniziativa spontanea di una comunità locale, ma piuttosto come progetto organico, frutto di un’iniziativa pubblica, probabilmente legata alla città di Brixia (Brescia)».

«Questo è un luogo estremamente importante nell’ambito della ricerca archeologica del Trentino», aggiunge Cristina Bassi, archeologa all’Ufficio Beni archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali. «In primo luogo per l’estensione, ma anche per lo stato di conservazione stupefacente e per il ruolo particolare di questo luogo rispetto alle testimonianze emerse finora nell’Alto Garda. Le prospettive di ricerca sono davvero importanti, soprattutto considerando che fino ad ora è stata indagata una minima parte dell’area.
Doss Penede è anche un ottimo esempio di collaborazione fra amministrazioni, in cui ciascuna ha un ruolo specifico in base alla propria vocazione: la Soprintendenza cura il coordinamento, la supervisione e l’organizzazione; l’Università di Trento mette in campo le proprie competenze e offre opportunità a studenti e studentesse; il Comune dà un grande sostegno all’iniziativa, con un impegno che non è solo economico, ma anche intellettuale e progettuale».

A nome del Comune di Nago Torbole, parla il sindaco Gianni Morandi: «Ci siamo sempre concentrati su questo dosso in termini paesaggistici. Poi, è diventato sempre più una zona di indagine storica e archeologica. Prima, grazie al castello e ora grazie agli importanti ritrovamenti delle quattro campagne di scavo. Il nostro obiettivo è coordinare gli interventi tenendo conto di tutto quello che si trova sul dosso, dal forte austriaco al castello medievale, fino agli scavi, per poi restituire questo luogo alla comunità e ai tanti turisti che ogni anno raggiungono l’Alto Garda».

INFO

Sito web del LABAAF

Sito web Dell’Università di Trento
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Author RADIO BUNKER
Website www.radiobunker.it
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