13 e 16 ottobre 2015, giorni sette e dieci

A una settimana dal femminicidio di Giordana, Nicolosi inizia a essere un po' più silenziosa. Si sentono sempre meno domande per strada. Non c'è più molto da sapere. Nel frattempo a Pordenone, all'estremità opposta d'Italia, altre due donne sono state uccise: Shuie Yang e Haiyan Wang, madre e figlia.
Tre giorni dopo Vera torna a casa. La morte di Giordana è stata raccontata e non c'è più nessuno ad aspettarla sulla soglia. Del resto la storia di sua figlia non ha proprio nulla di speciale: in Italia la media è di un femminicidio ogni tre giorni.
Eppure, quando la stampa se ne va da Nicolosi, non sappiamo niente. Non tanto della morte: sappiamo bene il numero e la collocazione delle coltellate. Non sappiamo niente della vita di Giordana, di come per anni sia stata soffocata, umiliata e terrorizzata da Luca Priolo. Gli unici che hanno raccontato la sua storia non la conoscono, o peggio, sono amici di lui. Nessuno che ami Giordana ha la forza di parlare e non c'è tempo.