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Lettera numero 15 - 15 gennaio 1927 - a Tatiana

Lettera numero 15 - 15 gennaio 1927 - a Tatiana
Mar 27, 2021 · 3m 19s

Carissima Tania, l’ultima lettera da te inviatami ha la data del 4 gennaio. Mi hai lasciato 11 giorni senza tue notizie. Nelle condizioni in cui mi trovo, ciò mi preoccupa...

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Carissima Tania,
l’ultima lettera da te inviatami ha la data del 4 gennaio. Mi hai lasciato 11 giorni senza tue notizie. Nelle condizioni in cui mi trovo, ciò mi preoccupa molto. Credo sia possibile mettere d’accordo le esigenze reciproche, con lo impegno da parte tua di inviarmi almeno una cartolina ogni tre giorni. Io ho già incominciato a seguire questo sistema. Quando non ho argomento per una lettera, e per me ciò è il caso più comune, ti invierò almeno una cartolina, in modo da non tralasciare nessuna corsa postale: la vita trascorre qui monotona, uniforme, senza sbalzi. Dovrei
forse descriverti qualche scenetta di vita paesana, se avessi del buon umore a sufficienza. Per esempio, potrei descriverti l’arresto di un maiale, trovato a pascolare illegittimamente per le strade del paese e condotto regolarmente in prigione: il fatto mi ha divertito enormemente, ma sono sicuro che né tu né Giulia vorrete credermi; forse mi crederà Delka quando avrà qualche anno in più e sentirà raccontarsi la storiella insieme alle altre dello stesso tipo (quella degli occhiali verdi, ecc.)
ugualmente vere e da credersi senza sorrisi. Anche il modo di arrestare il maiale mi ha divertito: lo si prende per le zampe di dietro e lo si spinge avanti come una carriola, mentre urla come un indemoniato. Non ho avuto modo di avere precise informazioni sul come sia possibile identificare l’abusività del pascolo e del transito: penso che i sorveglianti all’igiene conoscano tutto il bestiame minuto del paese. Un’altra particolarità di cui non ti ho mai fatto cenno è che non ho ancora visto in tutta l’isola nessun mezzo di locomozione all’infuori dell’asino, magnifico animale invero, di grande statura e di una domesticità notevole, che indica l’indole buona degli abitanti: al mio paese gli asini sono mezzo selvaggi e non si lasciano avvicinare che dai padroni immediati. Ancora, in linea animalesca: ho sentito ieri una magnifica storia di cavalli, raccontata da un arabo qui confinato.
L’arabo parlava l’italiano in modo alquanto bislacco e con molte oscurità: ma nell’insieme il suo racconto era pieno di colore e di forza descrittiva. Ciò mi fa ricordare, per una associazione molto strana, che ho saputo essere possibilissimo trovare in Italia il famoso grano saraceno: degli amici veneti mi dicono che esso è abbastanza comune nel Veneto per fare la polenta.
Ho così esaurito un certo stok di argomenti trattabili. Spero di averti fatto un po’ sorridere: mi pare che il tuo lungo silenzio debba essere interpretato come una conseguenza di melanconia e di stanchezza e che fosse proprio necessario farti sorridere. Cara Tania, devi scrivermi, perché solo da te io ricevo lettere: quando mi manca la tua corrispondenza così a lungo, mi pare di essere ancora più isolato, che tutti i miei rapporti col mondo siano spezzati. Ti abbraccio affettuosamente.
Antonio
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Author Radio Ortica
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