La Hammada è il deserto più ostile alla vita umana: fatto di sabbia rocce, polvere, terra e pietrisco. A Tindouf c'era solo Hammada, quando arrivarono i saharawi, solo in seguito si decise di creare wilaya (diversi agglomerati all'interno del campo profughi) e di dare i nomi delle città rubate, "spostando" con i nomi anche i villaggi costieri in mezzo al deserto per mantenere il legame nell'esilio.
Il dibattito politico è intenso nella democrazia partecipativa della repubblica araba Saharawi, complessa realtà riconosciuta dall'Onu e del tutto simile a una qualunque agglomerazione comunitaria di altre società, locate in territori più ospitali. Oltre al centro amministrativo nazionale nella zona di Rabuni, la repubblica si compone di amministrazioni regionali (El Aaiun, Auserd, Smara, Dakhla, Bojador), e poi wilaya, composti a loro volta da distretti, ciascuno rappresentato nazionalmente... con infrastrutture sia locali che nazionali. Piramidale, ma il potere non è solo discendente.
Qui potete ascoltare interviste a persone che animano queste realtà di servizi gratuiti: istruzione, sanità di elevatissima qualità, derivante dalla collaborazione con i medici delle brigate cubane.
Gli aiuti umanitari sono distribuiti in parti uguali, poi ci sono le rimesse di emigrati e progetti di cooperazione, che creano disparità. Manca autodeterminazione, è assicurata solo la sopravvivenza passiva, ma la laboriosità e la preparazione portano a cercare come risparmiare acqua, sole, tempo ed energie in condizioni impossibili e così si possono adattare al deserto soluzioni come quella descritta alla fine del documentario, dimostrazione dell'ingegno saharawi.
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