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Alberto Cellotto "Non essere"

Alberto Cellotto "Non essere"
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Dec 3, 2019 · 29m 52s

Alberto Cellotto "Non essere" Prefazione di Maria Anna Mariani Vydia Edizioni www.vydia.it Le ore sono quelle dovunque, prima e poi il sole ci passa per chi guarda su o giù,...

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Alberto Cellotto
"Non essere"
Prefazione di Maria Anna Mariani
Vydia Edizioni
www.vydia.it



Le ore sono quelle dovunque, prima e poi il sole
ci passa per chi guarda su o giù, chi legge o aspetta
sodo soffre il peso sugli arti. E poi c’è l’altro, esiste
sempre altro se guardi, appena fuori da un muro bagnato
e chino come il lampo sotto il vento. I colori non sono tanti,
si schianteranno nell’arco. Potrei dirla in molti modi
l’attenzione, un disprezzo di me o questo gran calore
che ci chiede il viso, ma il retro del pensiero è solo stanco
di restare, di mimare il sogno vuoto delle braccia
che sfarfallano qualcosa che non è ritorno non è inizio
e quando si spezza il nodo d’esserci va così, a stelle:
tutto pizzica in un grado di forbici, sempre le mani
a tradirci come il chiodo l’esodo e avere lode del duro.





Interno sta un coltello che si prende dell’inverno tutto
il mosso delle tane. Sotto i portici cammini indietro e sei
indietro con tutto, a svestire manichini a intuire il sentimento
delle crisalidi. Un po’ tondo è questo osso e mai e poi mai
un osso si torce. Tanto non dà tanto e un piatto è sempre
stato nel vento. Finestre nell’estremo di pianura e qui rimane
alle tre della notte lo stomaco con le sue lame.



Dalla Prefazione di Maria Anna Mariani

“Non essere dunque è un desiderio, o così pare. Essere invece cos’è? Difficile dirlo, se non si riesce a capire non solo il legame che stringe il qui e ora con l’altrove (evocato nella poesia straordinaria animata dalla bambina della Cina occidentale), ma anche ciò che associa il vicino ai suoi dintorni. Tutto è beffardamente sconnesso e la sintassi riflette questi nessi saltati nel mondo, esasperando la metaforicità del dettato, unendo quel che è senza rapporto e spezzando quel che è collegato, comportandosi insomma come se fosse plasmata da «una mente che spariglia momenti».”





Alberto Cellotto è nato a Treviso nel 1978. Ha pubblicato i libri di poesia Vicine scadenze (Zona, 2004, prefazione di Antonio Turolo, Premio APS di Pordenonelegge 2004), Grave (Zona, 2008, prefazione di Fabio Franzin), Pertiche (La Vita Felice, 2012, prefazione di Gian Mario Villalta), Traviso (Prufrock spa, 2014, menzione di merito Premio Achille Marazza 2015) e la plaquette illustrata da Nicolò Pellizzon I piani eterni (La collana Isola, 2014). Ha tradotto Duluth di Gore Vidal, Canzoni per la scomparsa di Stewart O’Nan (Fazi) e Una speculazione sul grano di Frank Norris (Amos Edizioni). La sua prima opera narrativa è il libro epistolare Abbiamo fatto una gran perdita (Oèdipus, 2018). Altro su www.albertocellotto.it.



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