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Egea Haffner e l’Esodo Giuliano Dalmata | L’Ecomuseo Egea di Fertilia (SS)

Egea Haffner e l’Esodo Giuliano Dalmata | L’Ecomuseo Egea di Fertilia (SS)
Feb 15, 2023 · 56m 38s

Nella puntata di oggi, andremo a toccare con mano un periodo storico italiano molto importante ma anche tragico, l’esodo giuliano dalmata conosciuto anche come esodo istriano. Si tratta di un...

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Nella puntata di oggi, andremo a toccare con mano un periodo storico italiano molto importante ma anche tragico, l’esodo giuliano dalmata conosciuto anche come esodo istriano.

Si tratta di un evento storico consistito nell’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalità e di lingua italiana dalla Venezia Giulia (comprendente il Friuli Orientale, l’Istria e il Quarnaro) e dalla Dalmazia, nonché di un consistente numero di cittadini italiani (o che lo erano stati fino poco prima) di nazionalità mista, slovena e croata, che si verificò a partire dalla fine della seconda guerra mondiale (1945) e nel decennio successivo. Si stima che i giuliani (in particolare istriani e fiumani) e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone.

Il fenomeno, seguente agli eccidi noti come massacri delle foibe, coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano del nuovo governo jugoslavo comunista di Josip Broz Tito e fu particolarmente rilevante in Istria e nel Quarnaro, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e cittadine. Nell’esilio furono coinvolti tutti i territori ceduti dall’Italia alla Jugoslavia con il trattato di Parigi e anche la Dalmazia, dove vivevano i dalmati italiani. I massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata sono ricordati dal Giorno del ricordo, solennità civile nazionale italiana celebrata il 10 febbraio di ogni anno.

Ricorderemo quei fatti assieme a due ospiti di eccellenza, la prima, Egea Haffner è divenuta l’icona dell’esodo giuliano dalmata, grazie all’esposizione della sua foto – di “bambina con la valigia”, rimasta a quattro anni e mezzo senza il padre scomparso nelle foibe – nella prima importante mostra italiana, dedicata alla tragedia dei crimini e dell’esilio forzato vissuta dagli italiani dalla Venezia Giulia.

Egea diventa icona dell’esodo giuliano dalmata grazie ad una fotografia che lo zio, poco prima di lasciare la Città, fa scattare al fotografo di fiducia Giacomo Szentivànyi, che tante volte aveva fermato i momenti felici della famiglia Haffner. Nella fotografia la piccola Egea tiene in mano un ombrellino ed una valigia su cui compare un cartello che recita “ESULE GIULIANA 30.001. Lo zio infatti voleva dire che tutti i 30.000 italiani che vivevano a Pola avrebbero lasciato la Città, premonizione che si avverò con circa 29.000 italiani che fuggirono in pochissimi anni.

Egea Haffner però è soprattutto una donna, una madre ed una nonna con una vita propria che è stata anch’essa una storia di nuova luce e di grande dignità.

L’esempio di Egea è quindi un forte e positivo messaggio, di riscatto e integrazione, da consegnare alle nuove generazioni: senza mai dimenticare il passato, anche dalle situazioni più difficili è possibile ricrearsi una vita sociale e individuale serena.
E questo vuole essere anche il messaggio che intendiamo comunicare ai visitatori e agli utenti dell’ecomuseo che porterà il suo nome.

Il secondo ospite sarà il Direttore dell’Ecomuseo Egea di Fertilia (SS) Mauro Manca.

L’Ecomuseo Egea è un’occasione unica per riscoprire e valorizzare una storia ricca di valori ed estremamente attuale. Un modo per TENERE ACCESA UNA LUCE SULLA MEMORIA di una comunità tanto inclusiva quanto eterogenea, composta da donne e uomini, di diverse provenienze, che insieme sono stati capaci di ricostruire una vita in libertà, seppur lontani dalla loro terra natia. Una storia che è il frutto di tante storie, diverse tra loro, che hanno realizzato un auspicio, quello della Fertilità di una nuova vita.

Il Museo Egea intende aprirsi al mondo per tentare di RIUNIRE I FILI SPEZZATI DALLA STORIA. La volontà è infatti quella di rappresentare un punto di riferimento per gli esuli giuliano dalmati sparsi in tutti i 5 continenti del pianeta e per tutti coloro che nella loro vita, pre qualsiasi causa ed ovunque nel mondo, hanno dovuto lasciare la loro terra natia per approdare in un luogo lontano in cui ricostruire da zero una nuova vita.

Il Museo Egea intende aprirsi al mondo per tentare di RIUNIRE I FILI SPEZZATI DALLA STORIA. La volontà è infatti quella di rappresentare un punto di riferimento per gli esuli giuliano dalmati sparsi in tutti i 5 continenti del pianeta e per tutti coloro che nella loro vita, pre qualsiasi causa ed ovunque nel mondo, hanno dovuto lasciare la loro terra natia per approdare in un luogo lontano in cui ricostruire da zero una nuova vita.

In questo senso Egea rappresenta questo viaggio, che gran parte degli esuli hanno affrontato per mare. Un mare che li ha condotti verso la libertà e che ha consentito loro di raggiungere mete lontane e talvolta sconosciute. Un mare che diventa un “ponte” tra i popoli, un elemento che unisce e che è rimasto sempre nel cuore di queste donne e di questi uomini.

Un mare nel quale ogni sera, a Fertilia come in Istria, il sole concludeva il suo viaggio quotidiano, regalando emozioni forti a questo popolo, che in quel tramonto vedeva la sua casa abbandonata e riviveva la sua infanzia felice.

Proprio questa piccola imbarcazione da pesca, tipica delle acque calme del “Canal de Lemme” in Istria, rappresenta questo popolo di persone semplici costrette dalla storia a diventare eroi. Donne e uomini che, a causa del destino, sono stati costretti a trovare, dentro se stessi, la forza e la determinazione necessaria a sopravvivere ed a proteggere i propri figli, permettendo loro di vivere una vita felice ed in libertà.

Questa piccola barca, appartenuta ad Armando Barison, che fuggì durante la notte attraversando il mare Adriatico a remi per portare in salvo la moglie Graziella ed i figli Domina e Lino, dimostra che ognuno di noi, nella vita, può essere capace di imprese eccezionali, anche senza volerlo. Armando, attraverso il mare, ha trovato la libertà, al duro prezzo di un enorme sacrificio che rappresenta il sacrificio di tutti coloro che hanno scritto pagine di storia sconosciute, che noi vi vogliamo raccontare.

INFO

Sito web dell’Ecomuseo Egea

Profilo Instagram dell’Ecomuseo Egea

Pagina Facebook dell’Ecomuseo Egea
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Author RADIO BUNKER
Website www.radiobunker.it
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