Giorgio Manganelli - Dall'Inferno

Jul 1, 2022 · 13m 54s
Giorgio Manganelli - Dall'Inferno
Description

Il più audace fra i suoi romanzi, dove comicità e angoscia si mescolano in un'elegante, grottesco, ragionare delle cose umane, ché, in fin dei conti, non siamo che "il rudimento...

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Il più audace fra i suoi romanzi, dove comicità e angoscia si mescolano in un'elegante, grottesco, ragionare delle cose umane, ché, in fin dei conti, non siamo che "il rudimento d'una famiglia".
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***TRASCRIZIONE EPISODIO***

un poco taccio poi a me ripeto ma insomma 
sono io morto e se sì giacché altrimenti  

non posso spiegare il mutamento del luogo 
che significa topograficamente esser morto  

mi rammento di antiche dottrine e di voci 
pazienti che mi diseducavano dall'amor di me  

stesso gusto un frettoloso l'odio di me stesso 
e infine mi dico certamente questo è l'inferno

mentre la voce distratta si 
trascina io chiudo gli occhi

ho di nuovo di fronte il me stesso di paglia mi 
guarda i suoi occhi non esprimono tristezza né  

supplica non è più solo gli è accanto la 
figura stranamente benevola vestita alla  

maniera dei vecchi medici nella destra tiene una 
sorta di forbice dalle lame lunghe e affilate

sorride e mi fa un inchino e avanza un poco 
con la mano sinistra e la sinistra stringe  

e cautamente una bambola nuda è una bambola 
piccola e non della di stoffa ne pare ma dura  

capisco e compatta è una femmina e sebbene 
stia immobile indovino che questa bambola  

una sua capacità di muoversi forse grazie 
a interiori meccanismi molle e ingranaggi

l'ha scruto nel volto un volto più cauto che 
anonimo le labbra appena scostate mi propongono  

un seghettato sorriso di minutissimi denti un 
orrore profondo mi sconvolge vedo chiaramente  

che il me stesso di paglia l'uomo in 
guisa di medico le forbici e la bambola  

alludono a qualche gesto in cui l'orrore 
si mescolerà irreparabilmente alla dolcezza

cerco di capire se il centro dell'orrore sia la 
bambola il medico il me stesso urlo apro gli occhi

hai visto la bambola - dice la 
terza voce - è un sogno giusto

è orribile appunto questo sogno è un messaggio dei  

demoni cui non ci sono sogni quanto a 
demoni, chiunque può esserlo anche tu

taccio non è in effetti impossibile che io sia 
ora demone che il mio travestimento umano si sia  

diradato quanto basta per lasciar trasparire la 
mia qualità demoniaca forse è vero che sono morto

certo se mi penso come demone capisco o credo 
di capire la ferocia della mia condizione di  

vivo quella che ho chiamato mi pare la strettura 
del corpo quell'essere troppo minuto per l'anima  

seviziante che voleva essere partorita ma allora 
che è mai quel cerretano da burla e strazio e  

perché mi sono duplicato in un me stesso di paglia 
e tuttavia senziente e che cosa è la bambola

per adesso è una bambola - riprende la voce  

monotona e sorda - poi la 
si conosce meglio o peggio

non sono stupito dalla lettura del mio pensiero ma 
urtato come da una indelicatezza confesso che non  

riesco più a capire esattamente quali siano i 
miei limiti può essere che quella voce o voci  

che mi rispondono altro non siano che luoghi 
del me stesso così come un tempo avvertivo il  

mormorio delle orecchie o l'urlo del diaframma 
terrorizzato dunque non è impossibile che io  

legga il mio pensiero ed io mi risponda 
e se io posso essermi demone forse posso  

essere inferno se io sono l'inferno tutti un 
giorno o una notte passeranno dentro di me

tutto ciò non ha senso o piuttosto ha il senso 
del non senso ma ora devo decidere se continuare  

o meno ciò che chiamo il sogno se non consento 
ai gesti del cerretano tutto si fermerà e sia  

questo o meno l'inferno non accadrà più nulla 
rifiutandomi al me stesso sotto forma di sogno  

io sarò di impedimento al decorso di questo 
luogo non già al suo procedere temporale  

che sospetto ormai essere impossibile ma 
al suo svolgersi in forma di itinerario

ora le trattative sono con la stanchezza del 
labirinto o con il labirinto come itinerario

se voglio sperimentare il labirinto devo 
subire accogliere dare il benvenuto al sogno  

quale si sia la sofferenza che il cerretano 
infliggerà al fantoccio in cui mi riconosco

ma quel che soprattutto 
interessa e conoscere la bambola

per ripartire debbo retrocedere giacché non c'è 
dubbio che il cerretano è in qualche modo oltre  

lungo il percorso del labirinto dunque 
chiuderò gli occhi il cerretano mi fa un  

cenno del capo stava dunque aspettando che 
gli consentissi di riprendere la sua opera

sorride è benevolo si volge verso il 
fantoccio e non senza grazia con le  

forbici gli apre il petto vedo che il 
fantoccio non è colmo di paglia ma di  

una materia untuosa grassa e cedevole il 
cerretano la scosta con le mani sottili e  

introduce la bambola poi la ricopre di quella 
materia infine riaccosta la pelle e salda con  

una sorta di resina non vedo dove tragga 
codesta resina forse la secerne dalle dita

guardo in volto il fantoccio non 
rivela dolore ma un orrore afono

so che l'operazione non è conclusa 
il cerretano prende per un braccio  

il fantoccio e lo dirige verso di me

vedo che quella strana macchina cammina mi arriva  

di fronte e non si arresta e 
io ed io siamo una cosa sola

avverto nel mio addome la bambola 
che si accomoda un luogo ove starsi

apro gli occhi la bambola è sempre 
nel mio corpo ridendo mi sussurro

sono gravido

qualcosa mi dice che talune gravidanze possono  

essere eterne anche se finiscono 
la gravidanza è un segno indelebile

mi chiedo se oltre che essere demone a 
me stesso io abbia accolto la presenza  

di un ulteriore demone ora siamo 
il rudimento di una famiglia non  

desidero essere partorita - dice una voce 
che riconosco sebbene non l'abbia mai sentita  

per la voce della bambola - desidero 
restarti in corpo a lungo sei caldo

la bambola si muove sento che una sua minuscola 
mano cattura un frammento di carne e lo strappa  

e se ne nutre in quel punto del mio corpo 
scaturisce un dolore atroce quanto effimero

poi la bambola orina dentro di me sento 
che ciangotta tra se e se poi dilata le  

gambe rigide ora defeca cibo e latrina della 
mia bambola trovo una sorta di pace in questa  

funzione che sospetto fatale ora sono certo 
che solo all'inferno possono accadere così  

fatti eventi ma questo sposta il problema non 
altro giacché non riesco a sapere se io stesso  

non sia né inferno e dunque inferno siano i  
miei accadimenti più tardi parlerò alla bambola
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Author Andrea Russo
Organization Andrea Russo
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