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La Voce del Daimon

  • Se il LAVORO ti fa star MALE, prova a fare COSI'- Parte II

    5 NOV 2021 · Se il lavoro ti fa star male, allora chiaramente questo è un sintomo che devi cambiare qualcosa. Certo, ma che cosa? 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 *** Puntata Precedente*** https://youtu.be/b2NpImk_YNs 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/ se-il-lavoro-ti-fa-stare-male 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/la-voce-del-daimon ✍️ Trascrizione ✍️ Avere un lavoro che ci piace è sicuramente uno dei modi migliori per realizzare noi stessi, le nostre potenzialità, e dare un senso maggiore alla nostra vita. Molto spesso, però, succede che il lavoro sia, nel migliore dei casi solo un impegno, nel peggiore dei casi, invece, una vera e propria sofferenza che non ci crea solo stress, ma, anzi, è proprio la causa principale del nostro malessere. A volte, invece, soffriamo ad andare al lavoro perché non abbiamo (più) le giuste motivazioni che ci spingono, vuoi magari per una mancata promozione, vuoi per i valori dell'azienda per cui lavoriamo vuoi per una serie di delusioni e disillusioni in generale. Non tutto il male vien per nuocere Come dicevo sopra, il fatto di stare male per il lavoro, per quanto ci faccia stare male ed è una rottura di palle in sé, non è sempre e solo una cosa negativa. Il fatto che stiamo male e comunque una (forte) indicazione che c'è qualcosa che non va e, se la nostra testa non lo capisce, allora e il nostro corpo a farcelo capire, magari anche con le cattive. Nel mio caso era stata l'insonnia, nel caso di altri potrebbe essere un mal di testa fortissimo, mal di stomaco, o chissà quale altro sintomo. In quel caso non dobbiamo risolvere il sintomo (magari ammazzando cd antidepressivi) ma dobbiamo risolvere la causa, ossia il lavoro, o ancora meglio, i motivi che ci hanno spinto a scegliere quel lavoro che magari non fa per noi. Considerare altre possibilità Ciononostante, a volte, la soluzione migliore è quella di cambiare lavoro. Cambiare lavoro è sicuramente una cosa che fa paura e contro la quale sentiremo resistenze di ogni tipo; solo che come tutte le cose che possono portare cambiamenti significativi è una cosa difficile ma molto Gratificante,” basta solo” pianificare le cose nella maniera più precisa possibile e nel caso fosse necessario, farci aiutare da qualcuno che ci possa seguire lungo il percorso. E quando dico precisa. Intendo il più oggettiva possibile guardando sul nostro curriculum le esperienze che abbiamo fatto, le nostre capacità, Ma pensando anche ai nostri Talenti e passioni. Cosa ci fa stare male nello specifico? Fortunatamente, non è necessario cambiare completamente lavoro ma potremmo anche sistemare le cose rimanendo nel lavoro attuale. Quindi, che cos'è in particolare che ci fa stare male? Se è semplicemente il rapporto con qualche collega, possiamo cercare di appianare i rapporti con queste persone. Se la struttura dell'azienda ce lo permette e non ci troviamo bene con un nostro responsabile, possiamo richiedere di essere mandati in un altro reparto o svolgere un'attività differente. In modo tale da non dover affrontare queste persone sgradevoli. A volte, però, questi cambiamenti esterni, non saranno possibili e avremo maggiori possibilità di successo non cambiando l'esterno, ma cambiando l'interno. Avere coraggio Sia che decidiamo di licenziarsi o modificare alcune cose rimanendo lì dove siamo, un cambiamento sarà comunque necessario. I cambiamenti fanno paura e possono farci stare male Ma dobbiamo anche pensare che stiamo male anche nella condizione attuale ricordandoci anche che non staremo sempre male con questa intensità, ma più manterremo le cose così come stanno per quieto vivere, più le cose andranno peggio con il passare del tempo e meno quieto vivere ci sarà. Allora, forse, tanto vale prendere il coraggio a due mani e dare alla nostra vita la svolta che ci aspettiamo. Smettere di raccontarsela Il cambiamento, Come dicevamo, fa paura e quindi preferiamo evitare la paura rimanendo Dove siamo cercando di sminuire la cosa dicendoci cose del tipo “Eh vabbè ma non è poi così male dai potrebbe andare peggio”. Si, certo, potrebbe anche andare peggio, ma potrebbe anche andare molto meglio. E comunque, se stiamo male, ormai non è più neanche questione di potrebbe andare peggio, ma è questione che adesso va male, e, come dicevamo prima, in futuro le cose non potranno che peggiorare. Accettare di aver sbagliato Collegato con il. Precedente c'è anche la questione, sicuramente non da poco conto, di rendersi conto e accettare di aver sbagliato. A volte l'idea che ci facciamo di un lavoro è, appunto, un'idea, che nulla Ha a che fare con la realtà. Quando iniziamo veramente a sporcarsi le mani le cose sono ben diverse da come ci eravamo immaginate e, anche in questo caso, lo so per esperienza.
    9m 13s
  • Se il LAVORO ti fa star MALE, prova a fare COSI'- Parte I

    4 NOV 2021 · Se il lavoro ti fa star male, allora chiaramente questo è un sintomo che devi cambiare qualcosa. Certo, ma che cosa? 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/ se-il-lavoro-ti-fa-stare-male 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/la-voce-del-daimon ✍️ Trascrizione ✍️ Avere un lavoro che ci piace è sicuramente uno dei modi migliori per realizzare noi stessi, le nostre potenzialità, e dare un senso maggiore alla nostra vita. Molto spesso, però, succede che il lavoro sia, nel migliore dei casi solo un impegno, nel peggiore dei casi, invece, una vera e propria sofferenza che non ci crea solo stress, ma, anzi, è proprio la causa principale del nostro malessere. A volte, invece, soffriamo ad andare al lavoro perché non abbiamo (più) le giuste motivazioni che ci spingono, vuoi magari per una mancata promozione, vuoi per i valori dell'azienda per cui lavoriamo vuoi per una serie di delusioni e disillusioni in generale. INTRO In generale, i lavoratori di oggi si sentono molto più insicuri e sotto pressione rispetto a 15 20 anni fa e, in questo contesto, quindi, i risultati della ricerca della Gallup vengono un po’ contestualizzati. E, per vedere come questo sia vero, basta guardarci in casa a quello che dicono i nostri familiari, basta guardare la nostra cerchia di amici per vedere quante di loro sono in realtà soddisfatti del loro lavoro e, forse, ancora più vicino, basta guardare dentro di noi per renderci conto di come ci rapportiamo con il lavoro. Quindi, diciamo che, se il lavoro ti fa star male di sicuro non sei da solo e, anzi, sono la maggior parte delle persone, ed è un fenomeno così diffuso che c'è anche un nome per questa situazione che è la “sindrome di burnout” o, in italiano, stress lavoro-correlato. E, essendo un fenomeno così diffuso, l’OMS ah addirittura classificato il burnout come una “forma di stress lavorativo che non sia in grado di gestire con successo”. Il brutto e che questo disagio essendo così tanto profondo non si limita solamente alla sfera professionale ma si allarga anche a quella personale, ed ecco che così diventiamo più stressati, irascibili e insoddisfatti al di fuori del nostro lavoro e quindi se il lavoro ci fa star male non stiamo male solo 8 ore al giorno e solo in ufficio ma stiamo male ventiquattr'ore su 24 anche a casa e fuori dal lavoro. Stare male per il lavoro è una sensazione che non è limitata solamente ad alcuni lavori o lavoratori ma è un sintomo che attraversa tutte le età e tutti i lavori. Certo, poi, in un mercato lavorativo come il nostro in cui è richiesta una formazione di livello altissimo, spesso i lavori che si finiscono a fare non sono assolutamente in linea con ciò per cui abbiamo studiato. Le scuole, ad esempio, sono piene di personale scolastico di qualunque tipo che, in realtà, aveva studiato per fare tutt'altro. Ed è anche questa disparità tra i nostri talenti, le nostre passioni e le nostre tendenze e il lavoro che facciamo che ci crea disagio e ci fa stare male. E questo malessere è una cosa così pervasiva che potremmo anche soffrire dei seguenti sintomi (E io ci sono stati i momenti in cui ho avuto tutti questi insieme): Insonnia, Calo della produttività, Mancanza di concentrazione, depressione, mal di stomaco… In alcuni casi la soluzione arriva “da fuori” e veniamo licenziati (come era stato il mio caso) , ma non è certo detto che il licenziamento sia sempre la soluzione ai nostri problemi lavorativi. Ecco quindi quali sono i modi che potremmo utilizzare per “uscire” da una condizione lavorativa che ci fa stare male.
    7m 16s
  • Non Perdere Mai La Speranza: Perché È Importante Non Smettere Mai Di Crederci – Parte II

    28 OCT 2021 · Quando siamo bloccati in un lavoro che non ci piace, quando non troviamo più una via d'uscita alla situazione in cui siamo, quando non vediamo di fronte a noi un futuro migliore rispetto al presente, allora è facile lasciarsi andare a pensieri catastrofici come “la mia vita sarà sempre una merda”, “non combinerò mai niente”, “è inutile sbattersi tanto …”. Certo, in alcune situazioni questi sono pensieri perfettamente normali e legittimi, ma una volta passato il “momento critico” si potrebbe provare a guardare le cose in maniera più oggettiva e distaccata, perché la cosa importante è, nonostante tutto, non perdere mai la speranza. Quando perdiamo anche l'ultimo barlume di speranza, allora non vediamo più la strada di fronte a noi, ed è un po’ come se, in un certo modo, smettessimo di batterci per quello che per noi conta di più. Di sicuro la strada per realizzare i nostri obiettivi sarà molto lunga e piena di ostacoli e vicoli ciechi, ma è proprio quando troviamo ostacoli su ostacoli, blocchi su blocchi, impedimenti e interruzioni su impedimenti e interruzioni che non dobbiamo mollare la presa, ma anzi continuare a fare il nostro “sporco lavoro” nella convinzione e nella speranza che in futuro le cose andranno per il verso giusto. Se ci abbandoniamo a pensieri negativi e ci convinciamo di non avere vie d'uscita dalla situazione attuale allora è un attimo diventare dei catastrofisti e immaginarci le situazioni peggiori possibili. Oltretutto, così facendo, corriamo anche il rischio di sovrastimare la gravità della situazione credendo anche che una situazione che noi riteniamo senza speranza sia permanente (spoiler alert: per quanto possa essere brutta una situazione, ricordiamoci che tutto cambia). Quando entriamo in questo loop di mancanza di prospettive, di vie d'uscita e di speranza allora entriamo anche in un circolo vizioso in cui, pensando appunto che non ci sia alcuna speranza, gettiamo la spugna e ci lasciamo andare, e lasciamo andare anche tutte le cose per cui abbiamo lavorato tanto e ci siamo tanto sacrificati. Non ci impegniamo più, non programmiamo più, non cerchiamo più, non sogniamo più e, in breve, facciamo morire i nostri sogni e i nostri progetti e noi moriamo con loro (a volte, purtroppo, anche letteralmente). Vediamo allora che cosa fare per andare avanti nonostante tutto eh, per quanto possibile, non perdere mai la speranza: La mente mente Secondo me, la prima cosa da ricordarci e che non è assolutamente detto che tutto ciò che pensiamo sia vero e prendere tutti i nostri pensieri per oro colato. Uno dei compiti della nostra mente e anche quello di farci sopravvivere e difenderci da eventuali sofferenze. Ovvio quindi che la mente pensi che tanto le cose non miglioreranno mai, perché, così facendo, ci metterà al riparo da eventuali delusioni. Potremmo magari pensare cose tipo “ho provato qualunque cosa ma non funziona niente”. Certo, magari abbiamo provato anche tante cose, ma siamo sicuri di aver provato proprio tutto. Questa è quella che in gergo si chiama “distorsione cognitiva" che appunto quella Che ci fa pensare che non ci siano vie d'uscita. In questi casi, possiamo provare a darci il beneficio del dubbio e provare ad accettare l'idea che forse non abbiamo provato proprio tutto tutto tutto tutto, ma che magari abbiamo lasciato qualche via intentata. Oltretutto, secondo me, c'è anche la questione dei percorsi preferenziali che prendere la nostra mente: se abbiamo avuto una, 10,100 delusioni e molto probabile che nel nostro cervello si siano creati fisicamente dei percorsi Che portano la nostra mente a guardare al fallimento e alla delusione. Questi percorsi sono i più “comodi” e “abituali” della nostra mente, per cui non c'è da stupirsi se ci vengono in mente sempre pensieri così catastrofici. Ecco perché non dobbiamo prendere i nostri pensieri per oro colato: magari quello che pensiamo e semplicemente un'abitudine, Che nulla a che fare con la realtà e quindi, abbandonando questa abitudine distruttiva abbiamo solo che da guadagnarci. Che cosa ci guadagniamo dal sentirci senza speranza? Eppure, per quanto stiamo male, qualcosa da sentirci dei casi senza speranza ce lo ricaviamo. Chiaro che, in queste situazioni, ciascuno di noi direbbe “eh ma io non ce la faccio più a stare in questa situazione, voglio uscirne!” Di sicuro una parte di noi vuole uscirne, ma, molto probabilmente, c'è anche una parte di noi che preferisce rimanere così com'è, perché rimanere nel ruolo della vittima sfigata e senza speranza, in alcuni casi è comodo e ci evita di prenderci le nostre responsabilità che, in molti casi, è (molto) scomodo. E poi ci guadagniamo anche per il fatto che, come dicevamo prima, se pensiamo che non ci sia speranza, ci mettiamo al riparo da possibili delusioni future e da altra sofferenza. L'unica soluzione, in questo caso, come prima, e iniziare a fare per cercare di di tirarci fuori il prima possibile da una situazione da cui non vediamo una via d'uscita. E poi, magari, ci diremo anche “e, ma io, il mio lo sto facendo eppure le cose non cambiano”. Certo, magari è anche così, però bisogna vedere se: A) stiamo facendo le cose giuste B) non stiamo facendo solo per “fare” e per sentirci impegnati, oppure se facciamo qualcosa di veramente produttivo e utile. Spesso le due cose si confondono un po' anche se sono due cose molto diverse. PARTE 2 Parlarne con qualcuno Come dicevamo, non dobbiamo necessariamente fare tutto da soli, ma ci possiamo dare il permesso di parlare con qualcuno che ci ricordi che non bisogna mai perdere la speranza. Può essere un familiare, un amico, un coach, uno psicologo, o qualunque altra persona di cui noi ci fidiamo e che pensiamo ci possa aiutare. Confrontarci con qualcuno di esterno è sicuramente una cosa molto utile per guardare le cose in maniera oggettiva e Perry considerarle sotto un'altra luce. E chissà, magari, sotto quest'altra luce ritroveremo la speranza che abbiamo perso e la forza per andare avanti. Tutto cambia Come dicevamo prima, nulla rimane uguale a se stesso per sempre perché nulla in natura è immutabile. Dico in natura, perché, invece, quello che creiamo artificialmente noi con la nostra mente, i nostri pensieri, quelli invece sì, c'è il rischio che quelli siano immutabili. Ma, se usciamo dalla nostra testa e continuiamo (riniziamo) a sporcarci le mani allora usciamo dalla nostra testa, rientriamo nella realtà, dove tutto è in continuo cambiamento, proprio anche la situazione che noi riteniamo senza speranza. Come a dire che la situazione che noi riteniamo senza speranza, prima o poi, cambierà naturalmente. Il fatto che cambi “naturalmente” comunque, non vuole dire che dobbiamo rimanere passivi e attendere questo cambiamento ma dobbiamo essere noi a mettere in moto questo cambiamento, proprio, appunto, facendo. Un esperimento sul cambiamento Mentre facevo un po di ricerca ho trovato questo esercizio che uno psicologo propone ai suoi pazienti: lui propone di dare un voto da uno a 10 ad ogni emozione positiva e negativa che provano durante ogni ora del giorno. Quello che lui ha visto e che anche la persona più “senza speranza” del mondo, durante il giorno ha dei cambiamenti di umore a seconda dell'ora della giornata, di quello che fanno, delle persone con cui sono e di quello che pensano. La questione è: se l'umore cambia durante il giorno, allora vuol dire che il cambiamento è possibile e quindi è bene mantenere la mente aperta alla possibilità del cambiamento, del miglioramento, del ritrovamento della speranza. La nostra vita non è tutta senza speranza Certo, possiamo avere abbandonato la speranza su alcuni ambiti della nostra vita, ma non detto che tutti gli ambiti della nostra vita siano completamente e irrimediabilmente senza speranza. Se, ad esempio, pensiamo che la nostra situazione lavorativa sia senza via d'uscita, è un attimo che la nostra mente e la nostra attenzione così come le nostre energie si concentreranno tutte su quel pensiero. Se invece, cerchiamo di guardare altrove e focalizzare le nostre risorse dove invece possiamo avere speranza, ecco che allora, piano piano, inizieremo di nuovo a recuperare le energie che ci mancano, inizieremo a recuperare la nostra autostima e capacità di agire nel mondo e, questo inizierà un circolo virtuoso che, a lungo andare, potrebbe anche farci trovare la speranza in quelle aree dove prima non ne vedevamo. Un esercizio di catastrofismo Ok, abbiamo perso la speranza e vediamo tutto nero. Benissimo, allora, come dire, alziamo il volume al massimo, e portiamo questo pessimismo al massimo. Qual è la cosa peggiore che ci può succedere? “moriremo in povertà assoluta, nessuno ci vorrà mai più bene, appena metteremo il naso fuori di casa tutti ci punteranno il dito addosso e incominceranno a riderci prendendoci per il culo. Ho ancora, la nostra famiglia ci abbandonerà in solitudine completa perché non valiamo niente, i nostri amici ci abbandoneranno.m quanto in basso possiamo ancora andare? L'idea, chiaramente non è quella di deprimerci ancora di più ma di arrivare a un punto talmente tanto ridicolo e surreale da farci dire “vabbè, adesso, non è che le cose andranno così male!”. Questo, appunto, per farci dire prima di tutto a noi stessi che, in realtà, la speranza c'è sempre e, come dice il detto, “la speranza è l'ultima a morire” (ma i Litfiba dicevano anche “chi visse sperando, muore non si può dire”, ma questa è un'altra storia). Il prossimo passo Dal momento che, come sempre, è importante capire i concetti, ma è ancora più importante fare ti invito a provare una di queste possibili azioni: 1) scrivi l'ambito della tua vita che ritieni senza speranza. Ora pensa ad altri ambiti della tua vita in cui sei convinto di avere ancora delle speranze, perché sai di avere controllo e ancora qualcosa da dire. Concentra le tue energie e risorse per migliorare quelle per deviare la tua attenzione dai soliti pensieri catastrofici.
    7m 32s
  • Non Perdere Mai La Speranza: Perché È Importante Non Smettere Mai Di Crederci – Parte I

    27 OCT 2021 · Quando siamo bloccati in un lavoro che non ci piace, quando non troviamo più una via d'uscita alla situazione in cui siamo, quando non vediamo di fronte a noi un futuro migliore rispetto al presente, allora è facile lasciarsi andare a pensieri catastrofici come “la mia vita sarà sempre una merda”, “non combinerò mai niente”, “è inutile sbattersi tanto …”. Certo, in alcune situazioni questi sono pensieri perfettamente normali e legittimi, ma una volta passato il “momento critico” si potrebbe provare a guardare le cose in maniera più oggettiva e distaccata, perché la cosa importante è, nonostante tutto, non perdere mai la speranza. Quando perdiamo anche l'ultimo barlume di speranza, allora non vediamo più la strada di fronte a noi, ed è un po’ come se, in un certo modo, smettessimo di batterci per quello che per noi conta di più. Di sicuro la strada per realizzare i nostri obiettivi sarà molto lunga e piena di ostacoli e vicoli ciechi, ma è proprio quando troviamo ostacoli su ostacoli, blocchi su blocchi, impedimenti e interruzioni su impedimenti e interruzioni che non dobbiamo mollare la presa, ma anzi continuare a fare il nostro “sporco lavoro” nella convinzione e nella speranza che in futuro le cose andranno per il verso giusto. Se ci abbandoniamo a pensieri negativi e ci convinciamo di non avere vie d'uscita dalla situazione attuale allora è un attimo diventare dei catastrofisti e immaginarci le situazioni peggiori possibili. Oltretutto, così facendo, corriamo anche il rischio di sovrastimare la gravità della situazione credendo anche che una situazione che noi riteniamo senza speranza sia permanente (spoiler alert: per quanto possa essere brutta una situazione, ricordiamoci che tutto cambia). Quando entriamo in questo loop di mancanza di prospettive, di vie d'uscita e di speranza allora entriamo anche in un circolo vizioso in cui, pensando appunto che non ci sia alcuna speranza, gettiamo la spugna e ci lasciamo andare, e lasciamo andare anche tutte le cose per cui abbiamo lavorato tanto e ci siamo tanto sacrificati. Non ci impegniamo più, non programmiamo più, non cerchiamo più, non sogniamo più e, in breve, facciamo morire i nostri sogni e i nostri progetti e noi moriamo con loro (a volte, purtroppo, anche letteralmente). Vediamo allora che cosa fare per andare avanti nonostante tutto eh, per quanto possibile, non perdere mai la speranza: La mente mente Secondo me, la prima cosa da ricordarci e che non è assolutamente detto che tutto ciò che pensiamo sia vero e prendere tutti i nostri pensieri per oro colato. Uno dei compiti della nostra mente e anche quello di farci sopravvivere e difenderci da eventuali sofferenze. Ovvio quindi che la mente pensi che tanto le cose non miglioreranno mai, perché, così facendo, ci metterà al riparo da eventuali delusioni. Potremmo magari pensare cose tipo “ho provato qualunque cosa ma non funziona niente”. Certo, magari abbiamo provato anche tante cose, ma siamo sicuri di aver provato proprio tutto. Questa è quella che in gergo si chiama “distorsione cognitiva" che appunto quella Che ci fa pensare che non ci siano vie d'uscita. In questi casi, possiamo provare a darci il beneficio del dubbio e provare ad accettare l'idea che forse non abbiamo provato proprio tutto tutto tutto tutto, ma che magari abbiamo lasciato qualche via intentata. Oltretutto, secondo me, c'è anche la questione dei percorsi preferenziali che prendere la nostra mente: se abbiamo avuto una, 10,100 delusioni e molto probabile che nel nostro cervello si siano creati fisicamente dei percorsi Che portano la nostra mente a guardare al fallimento e alla delusione. Questi percorsi sono i più “comodi” e “abituali” della nostra mente, per cui non c'è da stupirsi se ci vengono in mente sempre pensieri così catastrofici. Ecco perché non dobbiamo prendere i nostri pensieri per oro colato: magari quello che pensiamo e semplicemente un'abitudine, Che nulla a che fare con la realtà e quindi, abbandonando questa abitudine distruttiva abbiamo solo che da guadagnarci. Che cosa ci guadagniamo dal sentirci senza speranza? Eppure, per quanto stiamo male, qualcosa da sentirci dei casi senza speranza ce lo ricaviamo. Chiaro che, in queste situazioni, ciascuno di noi direbbe “eh ma io non ce la faccio più a stare in questa situazione, voglio uscirne!” Di sicuro una parte di noi vuole uscirne, ma, molto probabilmente, c'è anche una parte di noi che preferisce rimanere così com'è, perché rimanere nel ruolo della vittima sfigata e senza speranza, in alcuni casi è comodo e ci evita di prenderci le nostre responsabilità che, in molti casi, è (molto) scomodo. E poi ci guadagniamo anche per il fatto che, come dicevamo prima, se pensiamo che non ci sia speranza, ci mettiamo al riparo da possibili delusioni future e da altra sofferenza. L'unica soluzione, in questo caso, come prima, e iniziare a fare per cercare di di tirarci fuori il prima possibile da una situazione da cui non vediamo una via d'uscita. E poi, magari, ci diremo anche “e, ma io, il mio lo sto facendo eppure le cose non cambiano”. Certo, magari è anche così, però bisogna vedere se: A) stiamo facendo le cose giuste B) non stiamo facendo solo per “fare” e per sentirci impegnati, oppure se facciamo qualcosa di veramente produttivo e utile. Spesso le due cose si confondono un po' anche se sono due cose molto diverse. PARTE 2 Parlarne con qualcuno Come dicevamo, non dobbiamo necessariamente fare tutto da soli, ma ci possiamo dare il permesso di parlare con qualcuno che ci ricordi che non bisogna mai perdere la speranza. Può essere un familiare, un amico, un coach, uno psicologo, o qualunque altra persona di cui noi ci fidiamo e che pensiamo ci possa aiutare. Confrontarci con qualcuno di esterno è sicuramente una cosa molto utile per guardare le cose in maniera oggettiva e Perry considerarle sotto un'altra luce. E chissà, magari, sotto quest'altra luce ritroveremo la speranza che abbiamo perso e la forza per andare avanti. Tutto cambia Come dicevamo prima, nulla rimane uguale a se stesso per sempre perché nulla in natura è immutabile. Dico in natura, perché, invece, quello che creiamo artificialmente noi con la nostra mente, i nostri pensieri, quelli invece sì, c'è il rischio che quelli siano immutabili. Ma, se usciamo dalla nostra testa e continuiamo (riniziamo) a sporcarci le mani allora usciamo dalla nostra testa, rientriamo nella realtà, dove tutto è in continuo cambiamento, proprio anche la situazione che noi riteniamo senza speranza. Come a dire che la situazione che noi riteniamo senza speranza, prima o poi, cambierà naturalmente. Il fatto che cambi “naturalmente” comunque, non vuole dire che dobbiamo rimanere passivi e attendere questo cambiamento ma dobbiamo essere noi a mettere in moto questo cambiamento, proprio, appunto, facendo. Un esperimento sul cambiamento Mentre facevo un po di ricerca ho trovato questo esercizio che uno psicologo propone ai suoi pazienti: lui propone di dare un voto da uno a 10 ad ogni emozione positiva e negativa che provano durante ogni ora del giorno. Quello che lui ha visto e che anche la persona più “senza speranza” del mondo, durante il giorno ha dei cambiamenti di umore a seconda dell'ora della giornata, di quello che fanno, delle persone con cui sono e di quello che pensano. La questione è: se l'umore cambia durante il giorno, allora vuol dire che il cambiamento è possibile e quindi è bene mantenere la mente aperta alla possibilità del cambiamento, del miglioramento, del ritrovamento della speranza. La nostra vita non è tutta senza speranza Certo, possiamo avere abbandonato la speranza su alcuni ambiti della nostra vita, ma non detto che tutti gli ambiti della nostra vita siano completamente e irrimediabilmente senza speranza. Se, ad esempio, pensiamo che la nostra situazione lavorativa sia senza via d'uscita, è un attimo che la nostra mente e la nostra attenzione così come le nostre energie si concentreranno tutte su quel pensiero. Se invece, cerchiamo di guardare altrove e focalizzare le nostre risorse dove invece possiamo avere speranza, ecco che allora, piano piano, inizieremo di nuovo a recuperare le energie che ci mancano, inizieremo a recuperare la nostra autostima e capacità di agire nel mondo e, questo inizierà un circolo virtuoso che, a lungo andare, potrebbe anche farci trovare la speranza in quelle aree dove prima non ne vedevamo. Un esercizio di catastrofismo Ok, abbiamo perso la speranza e vediamo tutto nero. Benissimo, allora, come dire, alziamo il volume al massimo, e portiamo questo pessimismo al massimo. Qual è la cosa peggiore che ci può succedere? “moriremo in povertà assoluta, nessuno ci vorrà mai più bene, appena metteremo il naso fuori di casa tutti ci punteranno il dito addosso e incominceranno a riderci prendendoci per il culo. Ho ancora, la nostra famiglia ci abbandonerà in solitudine completa perché non valiamo niente, i nostri amici ci abbandoneranno.m quanto in basso possiamo ancora andare? L'idea, chiaramente non è quella di deprimerci ancora di più ma di arrivare a un punto talmente tanto ridicolo e surreale da farci dire “vabbè, adesso, non è che le cose andranno così male!”. Questo, appunto, per farci dire prima di tutto a noi stessi che, in realtà, la speranza c'è sempre e, come dice il detto, “la speranza è l'ultima a morire” (ma i Litfiba dicevano anche “chi visse sperando, muore non si può dire”, ma questa è un'altra storia). Il prossimo passo Dal momento che, come sempre, è importante capire i concetti, ma è ancora più importante fare ti invito a provare una di queste possibili azioni: 1) scrivi l'ambito della tua vita che ritieni senza speranza. Ora pensa ad altri ambiti della tua vita in cui sei convinto di avere ancora delle speranze, perché sai di avere controllo e ancora qualcosa da dire. Concentra le tue energie e risorse per migliorare quelle per deviare la tua attenzione dai soliti pensieri catastrofici.
    7m 8s
  • Come MIGLIORARE se stessi: ma se andassimo GIA' BENE così? Parte II

    29 SEP 2021 · Tutto il movimento del miglioramento di se stessi secondo me è una delle più grandi bufale del secolo. Secondo me non abbiamo niente da migliorare e andiamo benissimo come siamo. Ecco perché: 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/come-migliorare-se-stessi/ 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/ ✍️ Trascrizione ✍️ Tutte le cose di cui abbiamo bisogno per realizzare il nostro sviluppo personale le abbiamo già dentro . quindi, non c'è necessità di migliorare niente, ma abbiamo il dovere di scoprire quello che già abbiamo dentro. Oltretutto, migliorare se stessi implica il fatto che, così come siamo, non andiamo bene e che dovremmo diventare migliori. Non si tratta di una to di list ma più che altro di attivare risorse che già sono dentro di noi e che vengono attivate solo in alcuni casi, in alcuni momenti della vita. Ma quali sono questi modi di essere che potrebbero aiutarci a scoprire le risorse che sono già dentro di noi Essere creativi La creatività, secondo me, è un argomento molto importante, E infatti ne ho già parlato qui è qui. La creatività è quel motore che ci permette di tirare fuori ciò che abbiamo dentro di noi e che vuol venire fuori . Come dicevamo all'inizio, migliorare se stessi, vuole sostanzialmente dire essere se stessi nella maniera più completa possibile, ed essere se stessi nella maniera più completa possibile vuol dire darci la possibilità di creare, di portare al mondo e di fargli vedere ciò che abbiamo dentro anche attraverso la creatività. Essere aperti alle critiche e al giudizio degli altri Altro argomento che ho affrontato di recente. Non fare qualcosa, non dare libero sfogo alla nostra creatività non dire, in breve non essere qualcosa per paura del giudizio degli altri, ci sega le gambe, e ci mette nella condizione di essere bloccati nel nostro percorso. Lasciamo, con coraggio, che gli altri ci giudichino. Essere pazienti nei confronti del nostro percorso Tutti sappiamo che le cose buone richiedono tempo e, la scoperta di se stessi è una cosa che di tempo ne richiede parecchio, Anzi, direi quasi tutta la vita. È un percorso su cui, se vogliamo, ci possiamo incamminare in qualunque momento e possiamo continuare a camminarci Per quanto tempo vogliamo . la cosa importante, secondo me, soprattutto considerando il fatto che siamo esseri umani ed imperfetti è dare tempo al tempo e non considerare il proprio sviluppo personale come una linea retta che va verso l'alto indefinitamente più che altro lo possiamo guardare come una spirale che, si, in generale va verso l'alto, ma ritorna su se stessa, Torna indietro ti ha un andamento sicuramente meno lineare di una linea retta che, si è l'ideale, ma . è un ideale non è reale. Essere benevolenti nei confronti dei nostri limiti Siamo esseri umani e quindi imperfetti, con tutte le nostre Falle, i nostri difetti, le nostre mancanze. Migliorare se stessi, non vuol dire certo essere perfetti, ma vuol dire essere disposti a mettersi in gioco e scoprire, volta per volta, i nostri limiti e le nostre mancanze, riconoscendole per quello che sono e abbracciando le, come degli specie di checkpoint nel nostro percorso, come indicazioni che ci segnano la strada, un po' come le paure che dicevamo prima. La perfezione è un ideale pericoloso a cui tendere, Anche perché, esattamente come il virgolette come migliorare se stessi " vuol dire poco e vuol dire conformarsi ad un ideale, ad uno standard che, non esiste, e quindi non è raggiungibile. Mettersi lungo un cammino di scoperta, vuol dire riconoscere le proprie imperfezioni e, anzi, fare proprio leva su di esse per proseguire lungo il percorso. La tecnica del kentsugy si indica proprio questo. In Giappone, quando un vaso perfetto, di ceramica cade e si rompe, non viene buttato via, Ma viene riparato con dei piccoli fogli d'oro in modo che queste imperfezioni lo rendono ancora più prezioso ed unico. Non esistono due vasi che si rompono nello stesso modo, e, alla stessa maniera, non esistono due esseri umani uguali nelle loro imperfezioni, e sono proprio queste imperfezioni a renderci unici. Ecco forse quello a cui dobbiamo tendere . e, non tendere ad essere migliori, ma tendere i più possibile ad essere noi stessi Essere disposti ( e coraggiosi abbastanza) da vivere la nostra sessualità Il sesso e ciò che fa progredire la nostra specie, è ciò che religioni e movimenti di tutti i tipi cercano di reprimere questo perché sanno che il sesso è un elemento profondissimo è fortissimo della nostra identità e della nostra auto affermazione. Non possiamo prescindere da un sano sviluppo della nostra completa personalità attraverso un altrettanto sano è cosciente sviluppo della nostra sessualità.
    7m 53s
  • Come MIGLIORARE se stessi: ma se andassimo GIA' BENE così? Parte I

    22 SEP 2021 · Tutto il movimento del miglioramento di se stessi secondo me è una delle più grandi bufale del secolo. Secondo me non abbiamo niente da migliorare e andiamo benissimo come siamo. Ecco perchè: 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/come-migliorare-se-stessi/ 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/ ✍️ Trascrizione ✍️ Tutte le cose di cui abbiamo bisogno per realizzare il nostro sviluppo personale le abbiamo già dentro . quindi, non c'è necessità di migliorare niente, ma abbiamo il dovere di scoprire quello che già abbiamo dentro. Oltretutto, migliorare se stessi implica il fatto che, così come siamo, non andiamo bene e che dovremmo diventare migliori. Non si tratta di una to di list ma più che altro di attivare risorse che già sono dentro di noi e che vengono attivate solo in alcuni casi, in alcuni momenti della vita. Ma quali sono questi modi di essere che potrebbero aiutarci a scoprire le risorse che sono già dentro di noi Essere coinvolti nel nostro lavoro Beh, questo è un po' il tema portante del Daimon, quindi non potevo non parlarne, ma a prescindere da questo, sono convinto che svolgere un'attività lavorativa che ci piace È uno dei modi migliori per attivare i meglio che c'è dentro di noi. Lavoriamo per 40 anni per 8 ore al giorno, Il che vuol dire che una grande parte della nostra vita la passiamo proprio lavorando e quindi ha perfettamente senso utilizzare queste migliaia di ore della nostra vita per scoprire, realizzare, e approfondire i nostri Talenti e le nostre capacità. Il nostro lavoro è uno strumento straordinario di scoperta di noi stessi e se passiamo queste decine di migliaia di ore della nostra vita a fare un lavoro che non ci piace, sprechiamo questa possibilità che ci viene data? Essere protettivi nei confronti dei nostri Talenti Anche questo è già un argomento che abbiamo toccato, Ma i talenti sono capacità che ciascuno di noi ha e che sono già codificate dentro di noi. Andarli a pescare, a utilizzarli, e difenderli è nostro compito ed è sicuramente il modo migliore per tirare fuori il meglio da noi stessi Essere disposti a prendersi le proprie responsabilità Quando noi mettiamo la responsabilità della nostra vita in mano a qualcun altro o qualcos'altro, smettiamo di esercitare il nostro potere nella nostra vita. Già abbiamo poco controllo su quello che ci accade intorno, e se deleghiamo anche quel poco che rimane ad altri o comunque al di fuori di noi Ecco che perdiamo la possibilità di guidare la nostra esistenza nella direzione che vogliamo, in una direzione " migliore ". Essere responsabili vuol dire assumersi le proprie responsabilità nei confronti anche, e soprattutto, delle scelte sbagliate, degli errori e, solo così, capendo gli errori che abbiamo fatto, potremmo riconoscerli, crescere, e quindi attivare altre risorse dentro di noi. Essere coscienti delle nostre paure e farsele amiche Lo abbiamo accennato già un po' prima, ma avere paura è normale, e forse è un'indicazione che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Le nostre paure ci indicano In che direzione andare, e se vogliamo pescare dalle nostre risorse più profonde e attivare le risorse innate dentro di noi, allora, forse, dobbiamo proprio andare nella direzione delle nostre paure, usandole come una specie di bussola Essere disposti ad accettare il cambiamento e il futuro Il cambiamento fa parte della nostra vita e tutto ciò che è intorno a noi, ma anche, fisicamente, dentro di noi è cambiamento. Resistere al cambiamento che, comunque, avviene sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo, vuol dire resistere allo sviluppo di noi stessi come persone e bloccare ciò che abbiamo dentro di noi. Oltretutto, anche solo l'idea di migliorare se stessi, implica un cambiamento, un allontanarsi dallo status quo e dalla propria condizione attuale che, forse, per comodità o per pigrizia o per paura preferiamo mantenere.
    5m 29s
  • Voglio cambiare lavoro, non ce la faccio più! Ecco che cosa possiamo fare

    15 SEP 2021 · Come cambiare lavoro, quando siamo arrivati alla frutta, senza fare passi falsi che potrebbero rendere ancora peggiori le cose? 00:00 - Intro 1:45 – Perchè vuoi cambiare lavoro? 2:19 – Non ho abbastanza tempo 2:43 – Sono troppo vecchio 3:10 – Non ho le competenze 4:10 – Mi metto in proprio! 4:48 – I talenti 4:10 – Mi metto in proprio! 5:40 – Avere fiducia in noi stessi e nel processo 6:23 – Impegnarsi 7:09 – Outro 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/voglio-cambiare-lavoro-non-ce-la-faccio-piu/ 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/la-voce-del-daimon ✍️ Trascrizione ✍️ Quando arriviamo al punto di dire "Voglio cambiare lavoro, non ce la faccio più!" Vuol dire che siamo arrivati ad un. In cui il nostro lavoro, o la nostra carriera ci stanno strette e sono più che altro un ostacolo verso la realizzazione di ciò che vorremmo fare o essere in realtà. Ciao, io sono Elio e ti do il benvenuto sulla voce del daimon uno spazio che ho inventato per trovare o creare un lavoro che sia in linea con la nostra personalità e con i nostri talenti. Secondo me, la prima cosa da fare è capire se vogliamo cambiare lavoro, o vogliamo cambiare carriera e chiederci perché vogliamo fare uno piuttosto che l’altro Cambiare lavoro vuol dire che magari non siamo soddisfatti del nostro posto di lavoro attuale per i colleghi, per il capo, per la paga, perché è distante da dove abitiamo, e così via. Cosa diversa, invece, è se vogliamo cambiare carriera, che so, Faccio il meccanico e voglio diventare fotografo, oppure sono impiegato in un supermercato e vorrei avviare un'attività mia. Perché vuoi cambiare lavoro? Perché vuoi cambiare carriera? I principali ostacoli al cambiamento di lavoro sono spesso frasi che ci diciamo e che magari sono anche vere, ma il fatto che siano vere non vuole necessariamente dire che siano ostacoli insormontabili. Non ho abbastanza tempo da dedicarmi al nuovo lavoro Vero, magari hai poco tempo, ma non è detto che questo tempo non possa essere riorganizzato o gestito in maniera diversa. Si tratta sostanzialmente di gestire meglio il proprio tempo, le proprie energie, e le proprie risorse, tutte cose di cui ho parlato in maniera più approfondita in questo video sulla produttività e sulla gestione del tempo. Sono troppo vecchio. Eh beh, gli anni passano per tutti, Ma non è certo detto che questa sia una cosa negativa . Il fondatore di KFC ha fondato la sua azienda "che ora è una multinazionale" quando era povero e in pensione. Non ho le competenze giuste Una delle bellezze dell'epoca in cui viviamo è che abbiamo un oceano di informazioni accessibili dovunque e in qualunque momento, a prezzo anche molto contenuto o addirittura gratuito. Le competenze si possono costruire grazie a percorsi on-line, grazie a studi in presenza e grazie all'attività direttamente sul campo o al volontariato A volte, però, purtroppo, la situazione è un po' più complessa di così e altre sfumature entrano in gioco. Vediamone alcune: Mi metto in proprio Spesso la soluzione di mettersi in proprio viene vista come una Panacea per risolvere il problema della insoddisfazione lavorativa o di mancanza di lavoro. certo, In alcuni casi può anche essere così, ma sicuramente non in tutti. mettersi in proprio è una cosa molto stimolante, ma richiede anche molte energie, coraggio, sacrifici, E comunque non tutte le persone sono fatte per lavorare in proprio. I Talenti Come dicevamo nell'articolo sul lavoro dei sogni, ho anche in quello di cambiare lavoro a 40 anni possiamo vivere il desiderio di cambiare lavoro come il motore che ci mette in strada per la realizzazione dei nostri Talenti. Quindi per trovare un lavoro più in linea con noi, possiamo partire dalla domanda Quali sono i nostri talenti? Che cosa sono bravo naturalmente a fare? Certo che poi, ci possiamo anche chiedere quali sono le nostre passioni. Avere nel processo La vita, spesso, accade al di fuori del nostro controllo, quindi noi possiamo porci obiettivi, possiamo fare tutti i piani che vogliamo, ma poi alla fine sarà anche la vita a decidere per noi. Avremmo bisogno di un po' di fortuna, Ma si sa la fortuna aiuta gli audaci e gli audaci sono quelli che fanno e, come dice il detto, "Aiutati che il ciel t'aiuta ", come a dire tu fai il primo passo Poi l'universo farà il suo, Ma tu devi fare la tua parte. Impegnarsi Prendiamo la nostra condizione attuale come una scusa per rimanere immobili nella situazione in cui siamo, un po' presi dall'insoddisfazione e forse attanagliati dalla paura del cambiamento, di come le cose potrebbero essere.
    7m 27s
  • Paura Di Essere Giudicati: Farsi Scivolare Addosso Il Giudizio Degli Altri È Possibile?

    8 SEP 2021 · ⁉️ Di cosa parleremo? 00:00 - Intro 1:26 – Essere Giudicati è Inevitabile 2:22 – Essere giudicati per le cose che contano davvero 2:57 – Quello che pensano gli altri non è affar nostro 3:42 – Non leggere nel pensiero 4:13 – Fare Fare Fare 9:02 –Outro 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/paura-di-essere-giudicati/ 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/la-voce-del-daimon ✍️ Trascrizione ✍️ Questo e un argomento particolarmente delicato per me perché, ancora adesso, tutti i giorni, ho questa paura costante e in sottofondo di essere giudicato dagli altri. Una volta che mi sono messo a cercare un po', di informazioni sulla paura di essere giudicati, mi sono reso conto che questa paura ha molte facce, e che per me ha preso solamente una tra le tante, ossia il perfezionismo. Ma che cos’è la paura del giudizio degli altri, e come possiamo liberarcene per poterci finalmente realizzare anche nel nostro lavoro? Questo è esattamente quello che vedremo in questa puntata, ma prima di tutto sigla! Ciao sono Elio e ti do il benvenuto sulla voce del Daimon, uno spazio che ho creato per trovare o per creare un lavoro in linea con la nostra personalità e con i nostri talenti. La paura del giudizio degli altri è una bruttissima bestia che, spesso, purtroppo, si mette tra noi e quello che vorremmo realizzare sul lavoro. Che cosa ne penserà X se faccio questo? Che cosa ne penserà Y se decido questo? Che cosa ne penseranno Z K e H se comunico in questo modo? Per cercare di sbloccare un po’ questa paura del giudizio degli altri mi sono messo a cercare in tutta questa giungla di informazioni, e tra tutte le 1000 soluzioni ne ho selezionate 5 che potrebbero fare al caso mio; Ricorda che sul blog te ne ho lasciato altre 4, per cui se sei interessato, ti invito a cliccare sul link in descrizione. #1 il giudizio degli altri è inevitabile Purtroppo, ho scoperto una cosa che ho sempre saputo ma che non ho mai “formalizzato” in questo modo, ossia che gli altri ci giudicheranno sempre e comunque. A qualcuno non piaceremo, a qualcuno invece sì, e certo, razionalmente, ci possiamo anche dire “vabbè si certo, non possiamo mica piacere a tutti!”. Ma quando ci diamo il tempo per realizzare che cosa vogliono dire davvero queste parole e che cosa implicano, ecco che allora le cose cambiano perché non sono più semplici parole, ma accettiamo di essere giudicati. Non abbiamo assolutamente nessun controllo su quello che gli altri pensano di noi, però invece è vero che noi abbiamo controllo delle nostre emozioni. Se vogliamo essere responsabili della nostra vita e del nostro lavoro, allora dobbiamo togliere agli altri questo potere ed essere responsabili di come stiamo e di come ci sentiamo. #2 Concentrarci solo sulle cose che importano davvero Ma se essere giudicati è inevitabile, allora, tanto vale, essere giudicati per qualcosa in cui crediamo, per qualcosa che noi riteniamo importante. Se ciò che noi facciamo e per cui noi potremmo essere giudicati va nella direzione di realizzare cose che per noi sono importanti e che fanno parte di noi, allora il giudizio di altri potrebbe assumere un altro peso perché nulla è più importante di realizzare il nostro scopo. #3 Non è affar mio Questa l'ho trovata una cosa particolarmente liberatoria, ossia il pensare “quello che gli altri pensano di me non è affar mio”. Noi, in effetti, non abbiamo nessun controllo su ciò che gli altri pensano (di noi o meno, poco importa). Non è responsabilità nostra far cambiare idea agli altri; il fatto che gli altri cambino o meno idea non dipende da noi e non possiamo farci nulla. #4 Non leggere il pensiero Collegato al punto visto sopra non conviene comunque nemmeno provare a immaginarsi quello che gli altri pensano perché, molto probabilmente, sbaglieremo. Provare a pensare a quello che gli altri pensano equivale a mettersi nella loro testa ma con i nostri pensieri, i nostri filtri, i nostri preconcetti. Sono due ingredienti che non vanno insieme e l'unica cosa che ne ricaviamo è una ricetta che è una porcata. #5 Fare fare fare Un esempio a caso: facciamo finta che abbiamo paura di iniziare il blog o il podcast o il canale YouTube su un lavoro che è già la nostra passione e magari non lo facciamo perché, sotto sotto, abbiamo paura di quello che gli altri potrebbero pensare di noi. Ma ci rendiamo conto di quanto questo potrebbe influenzare la nostra creatività e soddisfazione? Chissà, forse la strategia di Mel Robbins, potrebbe anche aiutare: quando ci rendiamo conto di avere paura di fare qualcosa, “non dobbiamo fare altro che” fare un conto alla rovescia che da 5 arriva ad 1 e quando arriviamo a uno, semplicemente, farla. Realizzarsi sul lavoro e nella vita è prima di tutto una questione di “fare” e tutto ciò che e un ostacolo a questo dovrebbe essere rimosso. La paura di essere giudicati, sicuramente è un ostacolo, quindi va rimosso.
    5m 11s
  • CREDENZE LIMITANTI: Cosa Sono e come possiamo SUPERARLE

    1 SEP 2021 · Le credenze limitanti sono blocchi che non ci rendiamo conto di avere e che bloccano la nostra crescita professionale e personale. Ma come possiamo superare questi blocchi? ⁉️ Di cosa parleremo? 00:00 - Intro 1:12 – Cosa sono le credenze limitanti 1:55 – Perché le credenze limitanti fanno presa su di noi 2:28 – Come portare alla luce le nostre convinzioni limitanti 3:56 – Smontarle con la prova della OGGETTIVITA’ 6:54 – Il diagramma di flusso 7:22 - Outro 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/credenze-limitanti-elimina-tue-convinzioni-limitanti/ 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/la-voce-del-daimon ✍️ Trascrizione ✍️ Le credenze limitanti sono fisicamente delle corsie preferenziali che si sono formate nel nostro cervello grazie alla ripetizione da parte di persone che riteniamo affidabili (ad esempio i genitori), a determinati stati emotivi relativi a quella credenza, e a fatti accaduti spesso, come dicevamo, nell'infanzia. ma se ci pensiamo, è curioso che noi diamo per verità assolute queste credenze quando derivano da: 1) persone che nella grande maggioranza dei casi sono tanto incasinate e insicure quanto noi 2) memorie di fatti accaduti nel passato 3) esperienze che abbiamo vissuto, ma anche in questo caso ci sarebbe da discutere sulla loro affidabilità. ma, se allora tutte queste possibili origini non sono affidabili, allora perché le credenze limitanti hanno così tanta presa su di noi? Le credenze limitanti, come le storie, fanno così tanta presa perche sono radicate nelle notre emozioni. Come scoprire le nostre convinzioni limitanti Per aiutarci a portare alla luce queste convinzioni limitanti inconsce e di cui spesso non ci rendiamo conto possiamo prendere un foglio, dividerlo in colonne e nominare ciascuna colonna a seconda degli ambiti più importanti della nostra vita, ad esempio il lavoro, il denaro, la famiglia, la salute, le amicizie , e chi più ne ha più ne metta. Poi, per ciascuna di queste colonne, possiamo elencare, le credenze limitanti che abbiamo cose tipo “non farò mai carriera”, “avere dei figli mi ostacolerà sul lavoro”, “sono troppo vecchio/a per cambiare lavoro”, “ma tanto per diventare ricchi bisogna partire ricchi” e così via. Come uscire dalle convinzioni limitanti Quello che dobbiamo fare è semplicemente prendere una credenza a caso dalla nostra lista e, chiederci “questa cosa è oggettivamente vera?”. I nostri ricordi, le nostre emozioni e anche quello che abbiamo fisicamente percepito potrebbero non essere completamente veri. Al contrario qualcosa che è OGGETTIVAMENTE vero è vero perché è un fatto dimostrato. Facciamo qualche esempio: Credenza limitante falsa: “avere dei figli mi ostacolerà sul lavoro” (questa era mia). È oggettivamente vero? no e prova ne è che adesso che sono padre riesco tranquillamente a lavorare e , anzi, lavoro meglio di prima. Credenza limitante forse vera, ma non sempre: “sono fisicamente impossibilitato a svolgere il mio lavoro. Per quanto lo ami dovrò abbandonarlo”. è oggettivamente vero? Dipende dai casi, ma qui c'è l'esempio di un batterista che, nonostante abbia perso un braccio in un incidente, ha continuato a suonare la batteria. credenza limitante vera: quello che credevo è effettivamente un ostacolo insormontabile. A questo punto dobbiamo chiederci “posso farci qualcosa?” se non possiamo cambiare una cosa è inutile che ci spacchiamo la testa perché è solo uno spreco di tempo ed energia” se non posso farci nulla adesso è inutile che ci pensiamo adesso. Ce ne occuperemo quando sarà il momento giusto.” Sono talmente tanto nerd che ho disegnato addirittura un diagramma di flusso per confermare o smentire le mie credenze limitanti e, sono felice di constatare che moltissime delle mie credenze altro non erano che credenze e tutto ciò che devo fare per smontarle è rimboccarmi le maniche per realizzare la realtà che voglio per la mia vita. Ma a volte uscire dalle nostre convinzioni limitanti può essere difficile perché sono così radicate dentro di noi, da non poterle “estirpare”. Allora, in questi casi confrontarci con qualcuno di esterno a noi, alla nostra vita In breve, qualcuno che ci faccia vedere le cose da un punto di vista diverso. Ti assicuro che a volte basta una frase per smontare una credenza limitante rimasta in noi anche per molti anni.
    7m 41s
  • Cosa ho letto di interessante ad Agosto 2021

    25 AUG 2021 · 00:00 - Intro 00:41 - Messaggio per un’aquila che si crede un pollo 01:09 - Il potere di adesso 01:57 - Don’t even think about it 02:46 - La sottile arte di fare quello che c**** ti pare 03:26 - Conosci le tue paure e vincile 04:05 - La regola dei 5 secondi 🔔 Iscriviti al mio canale: http://www.youtube.com/channel/UCdp5dPYvnFT4dcDBeJ6T6pw?sub_confirmation=1 🌍 Visita il sito: https://www.lavocedeldaimon.it/cosa-ho-letto-di-interessante-ad-agosto-2021/ 🎤 Ascolta il podcast: https://www.spreaker.com/show/la-voce-del-daimon Facebook: https://www.facebook.com/La-Voce-del-Daimon-124891959432994 Twitter: https://twitter.com/VoceDaimon ✍️ Trascrizione ✍️ Anche agosto, come i mesi scorsi, è stato un mese ricco di spunti e letture interessanti. Alcuni di questi libri e contenuti di altro genere sono gli input su cui ho ragionato per creare i contenuti degli articoli del blog e dei video di questo mese, altri, invece, sono contenuti che ho recuperato apposta per rendere più completi i contenuti. Ma prima di tutto, come sempre, sigla! Ciao, io sono elio, e ti do il benvenuto Sulla voce del Daimon, uno spazio che ho ideato per trovare e creare un lavoro che sia in linea con la nostra personalità e con i nostri Talenti. Questo è un libro che ho letto la prima volta molti anni fa. Il libro in questione è Messaggio per un'aquila che si crede un pollo: la lezione spirituale della consapevolezza, scritto da Anthony de Mello. Un libro ironico, leggero, ma non superficiale, proprio il modo di De Mello di trattare il tema della consapevolezza, dell'attenzione al momento presente è della nostra meravigliosa e complessa vulnerabilità di esseri umani. Sempre sul tema di rimanere nel momento presente ed evitare di concentrarci troppo sulle nostre paure per il futuro, un altro libro che ho trovato molto interessante, e che ho riscoperto per l'occasione è il potere di adesso: una guida all'illuminazione spirituale di Eckhart Tolle. Anche questo un libro sulla necessità di fermarsi sul momento presente per evitare che la mente Vada per i fatti suoi e ci metta i bastoni fra le ruote punto 1 lettura più intensa e meno leggera rispetto alla precedente ma sicuramente di grande impatto. E ancora riferito alla paura del futuro, un libro in inglese che spiega come mai il nostro cervello, il più delle volte, non generi i segnali di paura e necessari per una cosa di cui, in realtà, dovremmo avere molta più paura rispetto alle paure che ci sono nella nostra testa, ossia il cambiamento climatico. Il libro in questione, in inglese, è don't even think e bauret Why our Brains hardwired to ignore climate change. Una lettura sicuramente interessante che da un punto di vista psicologico, evolutivo e sociologico cerca di spiegare perché a prescindere da quello che dice la scienza non abbiamo paura dei cambiamenti climatici. E poi l'altro contenuto sul cui ho fatto molta ricerca è stato quello sulla paura del giudizio degli altri. Un libro non necessariamente solo su questo argomento ma che comunque ho trovato molto utile è La sottile arte di fare quello che c**** ci pare di Mark Manson, un libro molto spiritoso e leggero proprio sull'argomento di non farsi troppo influenzare da tutti gli stimoli esterni se questo Può risultare un blocco alla nostra evoluzione personale e professionale E poi, sempre sul tema della paura ( anche del giudizio c'è degli altri) c'è feel the fear and do it anyway di non mi ricordo chi, un libro costruito attorno all'idea che è ok è perfettamente naturale sentire le nostre paure, come quella appunto di essere giudicati da altri virgola Ma che questa paura non deve essere ciò che ci blocca dalle esprimerci. È l'unico modo per sorpassare questa paura è semplicemente quello di mettersi lì e fare esattamente le cose di cui abbiamo paura. Un libro un po' che potrebbe essere a completamento del libro di Mel Robbins The Five second Rule costruito attorno alla regola di non solo affrontare le proprie paure facendo, ma dandosi la regola di contare fino a 5 e poi, senza secondi pensieri, mettersi a fare questa cosa che noi sappiamo, ma non vorremmo, dover fare. Queste sono alcune delle letture che ho fatto durante questo caldissimo mese di agosto, ma sono sicuro che anche tu avrai spunti interessanti da condividere. In questo caso ti invito a usare lo spazio dei commenti per suggerire altri contenuti interessanti. Un abbraccio
    4m 45s

La Voce del Daimon è un podcast creato per aiutarti a scoprire ed esprimere te stesso tramite il tuo lavoro. Lavorare è l’attività che occupa la maggior parte del nostro...

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La Voce del Daimon è un podcast creato per aiutarti a scoprire ed esprimere te stesso tramite il tuo lavoro. Lavorare è l’attività che occupa la maggior parte del nostro tempo e quindi dobbiamo usare questo tempo al meglio per dare piena voce al nostro Daimon, alla nostra anima. Scopriremo insieme modi per far emergere i nostri talenti, per realizzare un lavoro che sia in linea con noi e vedremo insieme come proporre la nostra attività online.

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