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WriTech

  • #66 I 6 PRODOTTI TECH PIÙ FALLIMENTARI

    9 OCT 2023 · 👋🏻Ciao!Benvenuti nel 65° episodio di WriTechQuesto post è una collaborazione tra me e…me!Infatti è una continuazione del video appena uscito su YouTube in cui vi racconto alcuni dei più grandi fallimenti del mercato della tecnologia.Dopo aver scoperto le caratteristiche qui analizzeremo le motivazioni per il quale hanno avuto poco successo ed eventualmente alcune cose che potevano essere fatte per renderli più appetibili al pubblico o quali sono gli insegnamenti che ci hanno lasciato.Insomma, prima di tutto guardate il video su YouTube, poi tornate qui!Se lo avete già fatto…Iniziamo!✒️ I più grandi flop della tecnologiaNe ho selezionati 6, la maggioranza di grandi aziende che tutt’ora esistono ma che nel corso della loro storia hanno sbagliato qualcosa.Microsoft BobIn breve: un desktop per pc che replicava un’ambiente casalingo in cui nei vari oggetti erano inserite le funzioni del pc.Cosa non ha funzionato? Innanzitutto, come è anche possibile vedere dai vari screenshot, l’interfaccia era estremamente pesante per i PC dell’epoca, soprattutto per quelli di fascia bassa posseduti proprio dalla popolazione alla quale questo servizio si rivolgeva.Appena venne rilasciato sul mercato, 3 mesi dopo la presentazione, era già visto male dato che la stampa lo aveva provato e aveva notato tutte le varie criticità, compresi alcuni bug dell’interfaccia. Ricordiamo anche il costo abbastanza alto per quello che offriva: 100$.Inoltre il software si presentava come “così facile da utilizzare che non richiede neanche il libretto d’istruzioni”, peccato che veniva fornito con libro da 210 pagine. Certo, non è questo dettaglio che lo ha reso poco comune ma sicuramente denota la scarsa cura che gli era stata data.Cosa ci dimostra? Che andare ad applicare ai computer un’interfaccia estremamente simile al mondo reale era una forzatura; lo si vede anche dalle foto che era un concept assolutamente confusionario. Ha avuto più successo creare un sistema nuovo per l’utente e istruirlo. Inoltre era troppo “carina e coccolosa” anche per un classico pubblico casalingo.Google GlassIn breve: Occhiali di Google con videocamera e display che proiettavano contenuti multimediali, videochiamate e indicazioni stradali.Cosa non ha funzionato? Partiamo dal contesto: siamo nel 2014 e un prodotto del genere non poteva diventare di uso comune, come difficilmente lo potrebbe diventare anche oggi. Era decisamente futuristico e poco naturale: in pochi avrebbero avuto il “coraggio” di andarci in giro.Si proponeva come sostituto dello smartphone ma in realtà poteva fare ben poche cose anche perchè, non c’era l’intero Play Store bensì solo alcune app principalmente di Google. Insomma, non portava nessun miglioramento alla vita di un utente comune.Ah, ricordiamo anche il prezzo di 1300$, assolutamente folle.Probabilmente nel mercato business erano stati più apprezzati, considerando anche l’uscita della versione Enterprise, ma nel 2019 erano già diventati obsoleti in confronto ai più classici visori VR.Cosa si poteva fare diversamente? Bhè facciamo i complimenti a Google che ha voluto provare a rendere questo prodotto particolare accessibile a tutti ma avrebbe dovuto lavorarci meglio. Probabilmente anche solo cambiando il design e studiando meglio il software (magari con qualche collaborazione con sviluppatori di giochi o app di produttività) avrebbero avuto più successo; Google ha perso la possibilità di essere ricordato come il leader in questo settore.Se proprio dopo il fallimento di quella consumer volevano creare una versione enterprise avrei osato un po’ di più sul software per renderlo all’altezza degli altri visori esistenti.Apple PippinIn breve: una console gaming con hardware Apple e software BandaiCosa non ha funzionato? Il software che essendo gestito da Bandai non aveva la stessa cura che Apple ci metteva e che invece c’era nell’hardware (che comunque non era granchè dato che si limitava al 2D). Inoltre non ci furono collaborazioni con aziende terze, il che portò ad avere pochi giochi a disposizione: 80 in Giappone e neanche 20 in America.È stato poi totalmente sbagliato il tempismo essendo stata lanciata in concomitanza con il Nintendo 64, la Playstation di Sony e la Sega Saturn che avevano caratteristiche hardware decisamente migliori e una libreria di giochi più ampia, oltre che una nomea già ben diffusa.Cosa si poteva fare diversamente? Non fare la console. Le due aziende sapevano che a breve il mercato sarebbe esploso ma nonostante questo Bandai tentò di entrarci a gamba tesa. Apple collaborò solamente mettendoci l’hardware ed il nome ma avrebbe dovuto avere la capacità di dire NO. Se proprio voleva farlo avrebbe dovuto collaborare più proficuamente per creare un prodotto più rifinito ma d’altronde in quel periodo, senza Steve Jobs, era tutt’altra azienda, e infatti al suo ritorno abolì il progetto.Facebook MailIn breve: un servizio mail di FacebookCosa non ha funzionato? Innanzitutto la mancanza di funzioni basilari come la formattazione del testo e la copia conoscenza. Poi è stato totalmente sbagliato il modo con cui è stata integrata essendo che una mail inviata ad un’altro contatto Facebook appariva nell’elenco dei messaggi “direct” (Messenger) rendendo così l’indirizzo di posta inutile.All’epoca già molte persone avevano un indirizzo con altri provider, che magari forniva un servizio migliore, e quindi non avrebbero voluto cambiarlo.Cosa si poteva fare diversamente? Bhè sicuramente creare una migliore separazione tra email e il resto del social ma se proprio devo essere sincero non vedo l’utilità di un indirizzo mail associato ad un social network, se non marketing.Stonex OneIn breve: un telefono ideato in Italia che avrebbe dovuto competere con gli iPhone.Cosa non ha funzionato? Innanzitutto la campagna marketing che è stata estretamente pretenziosa. Al 2015 promettere che un “telefono 100% Made in Italy” sarebbe stato meglio di un iPhone attirava non poco la popolazione e soprattutto i più nerd. Questo portò ad avere alte aspettative che poi sono state tradita dal software acerbo e pieno di bug e dall’assistenza inesistente. La ditta produttrice cinese, infatti, fallì dopo due settimane dopo aver prodotto pochi telefoni e nessun pezzo di ricambio.Cose si poteva fare diversamente? L’idea in realtà aveva molto senso e probabilmente anche con i vari bug che aveva poteva essere ben visto; il problema è la shitstorm che ha subito non avendo rispettato le aspettative. Una campagna marketing più semplice, che si limitava a pubblicizzare un “telefono interamente made in Italy”, sarebbe stata più profiqua. Inoltre affidarsi ad una ditta più seria, a costo di un prezzo leggermente più alto, avrebbe migliorato ancora di più le cose.Freedom 251In breve: un telefono da 4$, per davvero.Cosa non ha funzionato? Proprio il prezzo, troppo basso. In realtà dietro c’è un’idea interessante, ovvero quella di fornire alla popolazione indiana più povera un dispositivo digitale per operazioni base. È ovvio però che tutto il mondo sarebbe stato attirato da un prezzo simile, anche essendo consapevole che il telefono sarebbe stato una schifezza, e quindi sono arrivati moltissimi preordini al di fuori dell’India. Questo ha fatto perdere la mission iniziale.Inoltre l’estrema somiglianza ad un iPhone, sia a livello hardware che software, contribuì a peggiorarne la nomea.Cosa si poteva fare diversamente? Innanzitutto limitare le vendite al solo mercato indiano e magari limitare a un’unità a persona (per evitare rivendite, anche se non sarebbe stato così facile farlo). Inoltre un prezzo leggermente più alto lo avrebbe reso comunque accessibile e meno sotto i riflettori, cosa che non avrebbe messo in mezzo le autorità e che magari avrebbe permesso a questo progetto di avere successo ed essere replicato anche in altri paesi.🗂️ Cose Interessanti* D-ID permette di creare dei deepfake prendendo una propria foto e unendola ad un audio generato dall’AI.* Color Matcher è un semplicissimo sito che calcola la percentuale di somiglianza tra due colori, utile sia a grafici che non.* https://www.ilpost.it/2023/10/06/sentieri-montagna-manutenzione/?homepagePosition=3* L’Europa deve decidere chi paga le reti del futuro, alcune considerazioni sul fair-share* I buoni pasto di SatispayGrazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.A presto 👋🏻Music from #Uppbeat (free for Creators!): https://uppbeat.io/t/sensho/warm-blanket License code: Z8YTDGNB0N3U8NYP This is a public episode. If you would like to discuss this with other subscribers or get access to bonus episodes, visit https://enricozoia.substack.com?utm_medium=podcast&utm_campaign=CTA_1
    9m 50s
  • #65 I laptop modulari di FrameWork

    30 SEP 2023 · 👋🏻Ciao!Benvenuti nel 65° episodio di WriTechIn un mondo in cui si parla tanto di sostenibilità, soprattutto nel settore dell’elettronica di consumo, ci sono alcune aziende che creano prodotti molto interessati con un occhio di riguardo a questo tema; oggi parliamo di una di queste.Iniziamo!✒️ I computer di FrameworkFramework si presenta dicendo che “consumer electronics is broken” dato che appena si rompe un componente del PC o le nostre esigenze cambiano siamo obbligati a sostituirlo, producendo rifuti.I rifiuti dei computer (ma in generale di tutti gli apparecchi elettronici) sono detti RAEE e hanno bisogno di apposite linee di smaltimento per poter riciclare i materiali più importati e non inquinare l’ambiente. https://youtu.be/IPyVUCEGDRkCosa faCrea dei laptop totalmente modulari: in fase di acquisto si possono personalizzare i componenti e fare delle scelte anche lato design.Ovviamente sono estremamente facili da smontare per sostiuire i pezzi (tutti venduti singolarmente dalla stessa azienda: dalla RAM agli speaker) in modo da aggiustare ciò che si è rotto o adattare il pc alle proprie nuove esigenze.Non è la prima volta che si parla di laptop modulari ma in precedenza erano tutti prototipi o computer enormi e brutti, quelli di Framework invece sono un giusto compromesso.I computer possono essere costruiti da sè oppure acquistati in configurazioni standard; ci concentreremo principalmente sul primo caso.Framework 16Come dice il nome è un portatile da 16” che è possibile configurare con processore AMD Ryzen 7 o 9 di 7th gen.La RAM è DDR5, si possono mettere fino a due dischi di archiviazione e una scheda grafica dedicata.Non ho specificato quanta RAM e memoria hanno perchè sono totalmente a discrezione dell’utente.La RAM va da 8 a 64Gb al costo di 45€ ogni 8Gb. Si possono anche decidere quanti slot occupare ed eventualmente, sempre in un’ottica di risparmio, lo si può acquistare senza banchi RAM per metterci ciò che già abbiamo.Riguardo all’SSD (anche questo facoltativo) si va da 250GB a 2TB al costo di 45€ ogni 250gb. È possibile anche scegliere tra due tipi di dischi diversi.Volendo si può aggiungere 1/2TB di Hard Disk secondario e anche il sistema operativo è facoltativo.Sul lato posteriore del computer è presente un “cassetto” con il sistema di raffreddamento che può essere rimosso e sostituito con una scheda grafica RX 7700 al prezzo di 450$. Un’ottima soluzione dato che consente di inserirla solo al bisogno (anche perchè aumenta leggermente l’ingombro del pc) ed eventualmente acquistarla successivamente nel caso il nostro utilizzo del pc debba cambiare.Lato tecnico direi che abbiamo finito ma ci sono ancora svariate cose interessanti: innanzitutto l’alimentatore è facoltativo ed è possibile scegliere la presa del proprio paese. Si può selezionare anche il layout della tastiera (addirittura è possibile averla vuota per installare i propri tasti) e la sua posizione sulla scocca: centrale, destra o sinistra semplicemente rimuovendo e spostando gli spaziatori. Questi spaziatori volendo possono anche essere rimossi e sostituiti con un tastierino numerico (+20€) o ulteriori tasti personalizzabili (+60€).Ora arriva la parte decisamente più interessante: le porte.Ci sono 6 slot a disposizione per le porte e possiamo decidere noi quali installare! Si possono acquistare USB-C/A, HDMI, Ethernet, slot SD, jack audio, displayport nelle quantità che si vuole anche per poterle sostituire all’occorrenza e quindi evitare l’uso di adattatori esterni.Una soluzione che mi fa impazzire poichè permette all’utente di avere tutto ciò che vuole e che non troverebbe altrove, come due slot SD.Concludiamo con qualche chicca estetica come il colore degli spaziatori o del bordo del monitor.Framework 13Come dice il nome, il display qui è da 13”.Questo comporta anche una riduzione delle dimensioni del PC e quindi abbiamo meno personalizzazione: non c’è la scheda grafica esterna, il doppio storage e il tastierino numerico.Il suo design quindi risulta molto più minimal e moderno.In questo caso è configurabile con AMD Ryzen 5/9 di 7th gen o INTEL i5/i7 di 13th gen.La RAM è negli stessi tagli ma di tipo DDR4 e anche qui abbiamo la possibilità di scegliere le porte che preferiamo.PrezziIl Framework 16 parte da 1.579€ con Ryzen 5 ma bisogna aggiungere a parte almeno RAM, SSD e qualche porta arrivando quindi 1700€.Altri laptop con le stesse caratteristiche tecniche si trovano anche a 600€, quindi c’è un bel rincaro che però è giustificato in ottica futura: anzichè comprare oggi un pc da 600€ e domani uno da 1500€ perchè cambiano le proprie esigenze ne compro oggi uno da 1700€ e domani ci aggiungo semplicemente la scheda video dedicata o un po’ di RAM in più andando ad equiparare i prezzi ma avendo prodotto meno rifiuti.Bisogna poi anche tenere conto che qui stiamo parlando di materali premium e un pannello da 16” 4K a 165hz, cosa che può essere utile a creativi digitali e che non si trova spesso sul mercato.Il Framework 13 invece parte da 979€ ma per avere un prodotto utilizzabile bisogna spenderne almeno 1200€. Anche qui un prezzo più alto rispetto alla concorrenza seppur con un gap minore rispetto al modello da 16”.Sicuramente quest’ultimo è il laptop più sensato per la maggioranza degli utilizzi.Se invece si decide di comprare il pc già assemblato si parte da 1200€ per il 13” e 1900€ per il 16”.Sinceramente però non vedo molto il senso di questa opzione per l’utente finale: chi compra questi PC conosce sicuramente un minimo il settore e quindi non avrà difficoltà a installare da sè tutti i componenti e se lo comprassi preassemblato perchè non so metterci mano non potrò neanche sfruttare in futuro la sua riparabilità.Il 13” è già acquistabile mentre il 16” è in preordine e le spedizioni partiranno entro fine anno.ConclusioniInsomma, a mio parere un progetto estremamente interessante sia per il fattore ambientale che soprattutto per l’estrema personalizzazione che viene data all’utente. Si va a trasferire sul mondo dei laptop ciò che i più nerd fanno da sempre per assemblarsi un proprio pc fisso.Tra l’altro RAM ed SSD si possono anche acquistare su altri store per scegliere dei prodotti più economici o affini alle proprie esigenze.Certo, il prezzo è abbastanza alto ma coerente con ciò che viene offerto considerando che è un’azienda appena nata e, come spiegato nei paragrafi precedenti, in molti casi potrebbe comunque risultare più conveniente rispetto a comprare due pc nell’arco di 10 anni.🗂️ Cose Interessanti* Come si pulisce il David di Donatello?* 7 mezzi di trasporto strani - curiosità in giro per il mondo* TripNotes è un’intelligenza artificiale che vi mostra tutte le attività da fare in una determinata città: dai ristoranti ai luoghi culturali* Se volete sfruttare al meglio ChatGPT https://www.descript.com/blog/article/100-chatgpt-prompts-for-creators-speed-up-your-workflow-with-ai?utm_source=convertkit&utm_medium=email&utm_campaign=%25E2%259A%25A1+%2523115%253A+Is+this+the+best+newsletter+growth+strategy+ever%253F+%2520-%252010574510#creatingacontentcalendar di template di frasi per ottenere i migliori risultatiGrazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.A presto 👋🏻Music from #Uppbeat (free for Creators!): https://uppbeat.io/t/sensho/warm-blanket License code: Z8YTDGNB0N3U8NYP This is a public episode. 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    8m 33s
  • #64 Perchè in Italia si attiva poca FTTH?

    23 SEP 2023 · 👋🏻Ciao!Benvenuti nel 64° episodio di WriTechOggi parliamo di un tema un po’ di nicchia ma che mi sta a cuore e per cui potrebbe esserci qualche riflessione interessante. Prima magari, se dell’argomento FTTH in Italia ne conoscete poco, vi invito a vederehttps://www.youtube.com/playlist?list=PLwB65rLpadIx52aMPQzL3WxzbrGSTygCQIniziamo!✒️ Perchè pochi attivano FTTH?Pian piano, in tutto il mondo, si sta creando un’infrastruttura in FTTH (Fiber To The Home), che permette agli utenti di avere la fibra fino in casa propria e raggiungere velocità superiori a 1000mbps. I vantaggi vanno oltre la velocità ma nonostante questo c’è un grande problema in tutta Europa ma specialmente in Italia….Qualche datoPer capire qual è questo “problema” vediamo i dati dell'‘ultimo report dell’FTTH Council, una società europea che si occupa di monitorare questo settore.Tra i paesi dell’Unione Europea (+UK) la percentuale di copertura FTTH è del 53%, se si considerano tutti i paesi dell’Europa come continente si arriva al 62%Più in particolare: Spagna 87% - Portogallo 91% - Italia 56% - Svizzera 49% -Inghilterra 42% - Austria 39% - Germania 24% Copertura però non è sinonimo di linee attive su questa nuova rete: nell’Unione Europea (+UK) il 53% di chi è coperto è attivato mentre considerando tutta l’Europa la percentuale è del 49%. Questo dato è il cossidetto “Take Up Rate”Più in particolare: Spagna 84% - Portogallo 78% - Italia 22% - Svizzera 49% -Inghilterra 27% - Austria 11% - Germania 29% Insomma, nei paesi con una rete più sviluppata (Spagna e Portogallo) ci sono anche molti utenti attivi mentre negli altri decisamente meno. In Italia abbiamo il 56% delle utenze raggiunte da FTTH ma solo il 22% di queste ha attivato una linea; facendo un breve calcolo concludiamo che solo il 12% della popolazione totale ha FTTH.Perchè questo basso tasso di adesione?Cerchiamo di capire perchè poche persone fanno un upgrade di tecnologia; vi elenco quali sono per me le 3 motivazioni, in ordine di “diffusione”.* Confusione sull’argomentoMolto spesso neanche si sa che la propria abitazione ha copertura FTTH perchè, giustamente, non si controlla tutti i giorni la copertura sui siti dei vari provider e non si pensa alla possibilità di un upgrade. La colpa è anche imputabile ai vari operatori che molto raramente informano i clienti della possibilità di passare a FTTH.Aggiungiamo il fatto che a grandi linee attualmente potremmo considerare 4 grandi reti FTTH relative a vari interventi di copertura e in ognuna di queste vendono degli operatori diversi.* Disinteresse a fare upgradePerchè dovrei passare a un’altra tecnologia quando sto bene con quella che ho attualmente? Tanto non mi serve tutta quella velocità… Perchè dovrei cambiare operatore e magari pagare di più? E se la nuova linea non fosse stabile? Insomma, l’utente medio sta bene con la sua FTTC da 100mbps e ha solo paura di cambiare.* Troppa diffusione delle reti 4G come linea fissaMolte più persone di quello che ci pensa usano come connessione fissa una rete 4G, con SIM in un router e le basse tarrife che troviamo in giro incentivano ancora di più questo uso (con Very si hanno 300gb a 12€/mese e per molte persone bastano).Il problema è che non sono tecnologie pensate per un uso casalingo e vanno a saturare la rete mobile a sfavore di chi ne ha veramente bisogno.Vediamo alcune possibili soluzioni a questi problemi.Creazione di un portale di riferimentoServe un unico portale, che sia di riferimento per tutta Italia e per tutti i tipi di interventi, che mostri per ogni civico la presenza o meno di una o più reti FTTH e mostri tutti gli operatori con cui questa tecnologia è attivabile. In caso di assenza di copertura questo dovrebbe mostrare il tipo di intervento da cui si è interessati ed eventualmente delle tempistiche.I portali che esistono ora non sono così completi ed espliciti e anzi, sono confusionari per l’utente medio.Questa soluzione, aggiornata costantemente, con magari la possibilità di essere avvisati via email della copertura, sicuramente farebbe migrare molti utenti alla nuova rete. Perchè come detto nel primo punto, chi non passa a FTTH non è detto che non sia interessato ma potrebbe non sapere della possibilitàTra l’altro, se mostrasse tutti gli operatori con cui nel proprio civico è possibile attivare FTTH darebbe visibilità a piccoli ISP spesso sconosciuti o non considerati che però offrono un ottimo servizio.Aumento dei prezzi per le linee in rameAppena un operatore inizia a vendere FTTH sul civico di un utente gli invia una mail in cui propone un upgrade di tecnologia ad un prezzo uguale o inferiore.Se passano un tot di mesi e il cliente non è ancora migrato si vedrà aumentare il prezzo della propria linea FTTC/ADSL di qualche euro al mese (2/4€ potrebbero essere un giusto compromesso). Avrà comunque poi la possibilità di richiedere il passaggio a FTTH andando a risparmiare. Questo incentiva fortemente l’utente a fare l’upgrade e nel caso non lo faccia va a favore dell’operatore.Ovviamente l’aumento dovrebbe essere fatto solo se l’operatore con cui è attivo l’utente permette di attivare FTTH, non se in generale è presente una rete FTTH. Ad esempio, nella rete pubblica OpenFiber TIM non attiva FTTH e quindi non deve aumentare i prezzi ai propri clienti, altrimenti questi scapperebbero.Tutto questo dovrebbe essere ben regolamentato da AGCOM e gli operatori puniti se non lo applicano.Sembra una soluzione abbastanza invasiva ma andrebbe a favorire gli utenti (risparmiano e hanno un servizio migliore) e gli operatori (la FTTH costa meno e TIM non deve alimentare gli apparati).Tra l’altro velocizzerebbe anche la dismissione dell’infrastruttura in rame e farebbe volare l’Italia in cima ai report come quello citato all’inizio.Campagna di SensibilizzazioneUna modifica importante come quella sovracitata deve essere comunicata in anticipo con una campagna informativa su tutti i principali media ma bisognerebbe anche divulgare i vantaggi della FTTH. Bisogna far capire agli utenti che non è solo un upgrade di velocità (che interessa poco alla maggioranza delle famiglie) ma anche di stabilità (non ci sono interferenze e cavi vecchi) e di efficienza energetica (la rete tra centrale e casa è totalmente passiva).Inoltre, è un upgrade che prima o poi andrà fatto dato che la FTTH è lo standard del futuro potendo raggiungere anche velocità superiori ai 10gbps.Sarebbe anche interessante includere qualcosa che disincentivi all’uso di tecnologie 4G/5G se c’è una soluzione migliore: ok che costano poco ma sono molto instabili e saturano la rete mobile.ConclusioneVerranno mai fatte queste cose? Probabilmente no anche e la speranza è l’ultima a morire. Se si dovesse iniziare ora a progettare il sistema di aumento prezzi sarebbe attivo quasi nel 2026, quando ormai la copertura FTTH sarà estremamente diffusa. Certo, sarebbe comunque un aiuto ma credo che arrivati a quel punto gli operatori spingeranno molto di più sugli upgrade.Indipendentemente da ciò che verrà fatto a livello statale però voi non fatemi arrabbiare e passate a FTTH asap (as soon as possible), tenendovi aggiornati sulla copertura se questa non è ancora presente (il sito dell’ISP Dimensione è un ottimo punto di riferimento essendo costantemente aggiornato e vendendo su tutte le reti)🗂️ Cose Interessanti* Come funzionano le cabinovie e seggiovie?* Come vengono scelti i nomi dei mobili Ikea? Molte curiosità interessanti sui mobili che ci circondano.* Deep Nostalgia può ridare vita a vecchie foto.* Se importate un PDF in Wisdolia verranno generate delle flashcard con domande relative al suo contenuto.Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.A presto 👋🏻Music from #Uppbeat (free for Creators!): https://uppbeat.io/t/sensho/warm-blanket License code: Z8YTDGNB0N3U8NYP This is a public episode. 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    9m 49s
  • #63 TrustPilot è realmente affidabile?

    16 SEP 2023 · 👋🏻Ciao!Benvenuti nel 63° episodio di WriTechIl sondaggio dello scorso post si è concluso in parità, quindi per comodità mia continuerò a pubblicare i post il sabato mattina, alle 8:00Direi di iniziare subito con l’argomento del giorno…✒️ TrustPilot è affidabile?Recentemente ho utilizzato questa piattaforma e scorrendo tra le varie recensioni mi sono posto alcune domande circa la sua attendibilità, vi spiego meglio…Cos’è TrustPilot?È una piattaforma nata nel 2007 con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e la collaborazione tra consumatori e aziende attraverso lo scambio di feedback.Aprendo la piattaforma e cercando un sito web quindi è possibile vedere tutte le recensioni dei vari utenti che raccontano la loro esperienza, come fosse Tripadvisor. Questo ci aiuta a capire la qualità del servizio ma soprattutto a scovare eventuali siti ingannevoli.Insomma. quando si vede un e-commerce con prezzi più bassi del solito la prima cosa che si fa è andare a vedere le recensioni su TrustPilot.È possibile recensire da 1 a 5 stelle qualsiasi sito, anche uno di notizie o di streaming video, ma i più coinvolti sono gli e-commerce e più in generale quelli che hanano un servizio clienti.Sembra tutto estremamente bello ma tra poco vedremo qual è il grande problema.Il Profilo VerificatoChiunque può iniziare a scrivere recensioni di un sito, ma i proprietari di una piattaforma possono decidere di creare la loro pagina in modo da poter inserire informazioni utili e soprattutto rispondere alle recensioni degli utenti, ciò per cui la piattaforma è nata.TrustPilot ha anche un’alta trasparenza: le recensioni infatti sono etichettate con “Su Invito” se l’azienda ha spronato un utente ha scrivere la recensione inviando il link della loro pagina mentre con “Verificata” se il link per fare una recensione è stato inviato all’utente automaticamente a seguito di un suo acquisto o interazione sul sito (TrustPilot stessa mette a disposizione delle API o un sistema che analizza gli acquisti su un e-commerce e invia il link).Al contrario, anche gli utenti possono essere verificati attraverso un documento di identità ed è possibile vedere lo storico recensioni; cosa che crea molta più fiducia poichè assicura che non si tratta di un account falso e creato apposta per parlare bene/male.Un’azienda che sfrutta questa piattaforma per creare un legame con i consumatori e per leggere le loro critiche, soprattutto se costruttive, sicuramente dà un impressione migliore. Dà anche la possibilità allo store di “dissociarsi” pubblicamente da eventuali offese gratuite.Questo però accade solamente gli store più piccoli; la maggioranza e i più famosi, vista l’inevitabile mole di lavoro, non sfruttano queste possibilità ma forse fanno bene….Qual è il problema?Facciamo un’esempio pratico: gli operatori di telefonia. TIM, Vodafone, Wind, Iliad, Sky hanno tutti valutazioni pessime, con una media inferiore alle 2 stelle. Perchè? Per caso offrono un servizio scadente?Bhè dipende dai casi.Tutti questi operatori funzionano correttamente (sennò non esisterebbero neanche) e offrono un’ottima linea. Però è inevitabile che alcuni utenti abbiano un’esperienza negativa: magari con il call center o con la gestione commerciale e sono proprio loro a riversarsi su TrustPilot.Penso sia anche abbastanza normale che chi ha un’esperienza positiva/neutra non si metta a scrivere una recensione sul servizio ma piuttosto lo fa chi è arrabbiato con quel provider per i motivi sovracitati.Prendendo come esempio TIM, nell’ultima settimana si contano solo 3 recensioni con +3 stelle; nell’ultimo mese sono 8. Un numero irrisorio rispetto ai clienti TIM e alle recensioni negative.Tra l’altro molto spesso si nota l’alta frustrazione degli utenti: testi interamente in maiuscolo, insulti e minacce, tono arrogante; tutti comportamenti che dimostrano anche scarsa voglia di provare a risolvere la loro ingiustizia, cosa che spesso è possibile, e che non rispettano la mission del sito.Poi ovviamente è inevitabile che grandi operatori come i sovracitati abbiano un’attenzione al cliente minore rispetto ad altri (banalmente i virtuali Very e Ho), cosa che comporta maggiori recensioni negative, ma sono comunque moltissime le esperienze positive che non vengono condivise.Quanto influisce questo?Io in primis ho TIM, operatore che viene massacrato su TrustPilot ma che a me non ha mai dato nessun problema, nè di linea che di assistenza ma sono anche il primo a non aver scritto una recensione positiva sul servizio, non ci perderei tempo…Da utente che deve scegliere un nuovo operatore invece, basandomi su queste recensioni non lo sceglierei mai. È ovvio che ho maggiori probabilità che mi succeda qualcosa di sgradevole ma sono anche molte le possibilità di avere un’ottima esperienza come la sto avendo.Questa tendenza in generale però colpisce anche altri siti, come gli e-commerce: anche loro sono soggetti a molte più recensioni negative, cosa che danneggia soprattutto quelli di dubbia affidabilità per la quale ci si rivolge a TrustPilot.Se sono poco sicuro di un sito e vedo molte recensioni negative eviterò di acquistarci anche se, senza saperlo, ho molte più probabilità di trovarmi bene.D’altro canto però, nel caso degli operatori telefonici, non penso che per loro queste recensioni negative influiscano così tanto perchè sono più conosciuti sul mercato e forse anche ad un utente comune si fa qualche domanda.Come Risolvere?Direi che TrustPilot può fare molto poco, è colpa degli utenti se questi non scrivono le esperienze positive/neutre ma solo quelle negative con tono arrogante.Sicuramente devono essere i vari servizi in primis a spronare l’utente a lasciare una recensione dopo aver usufruito del servizio, questo porta tutte le recensioni ad essere verificate (al posto di quelle negative agguerrite che sono scritte manualmente) e fa aumentare il tasso di recensioni positive. Non intendo recensioni da 5 stelle che elogiano ogni dettaglio ma anche una da 3/4 stelle che fa notare un piccolo difetto, questo contribuirebbe all’obiettivo iniziale di TrustPilot: la comunicazione tra brand e consumatori.Ho Mobile è un ottimo esempio: dopo un po’ dalla sottoscrizione invia una mail chiedendo di valutare il servizio con le stelle ed un breve testo per poi pubblicarlo su TrustPilot senza alcuna registrazione. Facendo un giro sulla loro pagina si nota che la maggioranza delle recensioni, positive e non, vengono proprio da questa modalità ma sono sicuro che lo facciano anche altri servizi.In secondo luogo, noi consumatori dobbiamo imparare ad essere meno dipendenti da questa piattaforma ed affidarci di più al nostro intuito: ci possono essere altri segnali oltre alle recensioni che indicano bassa affidabilità di un sito, come per esempio la localizzazione della sede, i metodi di pagamento accettati ma anche l’interfaccia grafica.Terzo punto: se abbiamo una buona esperienza, contribuiamo!Creiamo un account e scriviamo anche solo un breve riassunto, anche un semplice “tutto ok”, che però aiuta il resto della popolazione in una scelta più sicura e la piattaforma ad essere più fedele al suo scopo. 🗂️ Cose Interessanti* Tutto ciò che c’è da sapere sul Cloud Seeing, la pioggia controllata* Particolarmente godurioso questa riorganizzazione di un cassetto attraverso pezzi personalizzati in 3D* La storia della @* Scarabocchiare migliora la memoria e lo studioGrazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.A presto 👋🏻Music from #Uppbeat (free for Creators!): https://uppbeat.io/t/sensho/warm-blanket License code: Z8YTDGNB0N3U8NYP This is a public episode. 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    8m 57s
  • #62 La #RivoluzioneIliad non esiste più

    9 SEP 2023 · 👋🏻Ciao!Benvenuti nel 62° episodio di WriTechContinuano gli esperimenti con il format audio, che nella sua prima edizione non ha avuto un grande successo. Sto cercando di migliorare la qualità ma forse ci sto dedicando troppo tempo inutilmente.Intanto vi propongo un sondaggio riguardo giorno e ora di pubblicazione dei post.Potete votare dal sito di substack, se siete sulla mail verrete reindirizzati.✒️ Iliad è ancora la rivoluzione?Iliad si presenta in Italia nel 2018 con lo slogan #RivoluzioneIliad; effettivamente ha apportato anche indirettamente molti cambiamenti al settore della telefonia mobile e probabilmente senza di lei saremmo ancora qui a pagare 20€/mese per 5GB. Questa rivoluzione è stata però un’arma a doppio taglio per Iliad, che ad oggi si trova a subire ciò che lei stessa ha creato.Il Mercato prima di IliadTornando un po’ indietro nel tempo, nel 2017, e analizziamo la situazione degli operatori mobile.Vodafone aveva l’offerta Smart con 500min, 100sms e 2gb a 12€/mese e l’offerta Pro con 1000min, 1000sms e 5gb a 20€/mese.Per avere minuti ed sms illimitati e 8gb mensili bisognava pagare ben 35€ (più di una linea fissa attuale!)C’era però l’interessante soluzione del “Pass Social&Chat”, incluso gratuitamente se si sceglieva l’addebito su conto corrente.TIM offriva 400min e 4gb a 11,9€/mese, se si volevano minuti illimitati e 8gb il costo era di 29,9€/mese.Tutto questo però solo con addebito su conto corrente, scegliendo la ricarica manuale le offerte diventavano veramente assurde, meglio non condividerle.Wind offriva un maxi regalo! 1000 minuti e 4gb (5gb se under 30) a soli 12€/meseC’era già qualche piccolo operatore virtuale, non esageratamente diffuso, come CoopVoce che con 8€/mese dava 5gb e minuti ed SMS illimitati, Tiscali Mobile che tra le varie offerte ne aveva una con 1000min e 6gb di internet a 15€/mese e Fastweb con 6gb a 10€/mese.Tra l’altro all’epoca il 4G non era per nulla scontato e non tutte le offerte (soprattutto se un po’ vecchie) lo comprendevano.Cosa ha fatto Iliad (e gli altri MVNO)Il 29 maggio 2018 Benedetto Levi sale sul palco e annuncia la loro offerta: minuti ed SMS illimitati e 30gb a 5,99€/mese senza nessuna rimodulazione futura. C’è solamente un costo di attivazione di 9,99€ e sono inclusi tutti i servizi generalmente a pagamento come segreteria telefonica, mi richiami e hotspot.Questa offerta fu solo temporanea ma anche quelle successive erano estremamente convenienti: 40gb a 6,99€/mese o 50gb a 7,99€/mese.Iliad rispetto ai principali operatori offriva il più del quadruplo dei gb a un terzo del prezzo: è stato inevitabile che in meno di un mese ha raggiunto 1mln di utenti.Tutto questo attivabile online oppure negli Iliad Corner: un’innovativa soluzione per mettere da parte i negozi e fare tutto da sè in supermercati o negozi di elettronica; un’idea che sembrava irrealizzabile ma grazie ad alcune partership ha avuto immediatamente una grande diffusione.Inizialmente si appoggiavano all’infrastruttura WindTre ma fin da subito hanno iniziato a crearsi una propria infrastruttura e qualche mese dopo hanno anche ottenuto gli spettri per operare in 5G. Per questo dobbiamo assolutamente fargli i complimenti: nelle aree che ritenevano più redditizie hanno attivato più di 10.000 impianti mentre nelle altre (in verde nella mappa) continuano ad appoggiarsi alla rete WindTre sfruttando anche il suo 5G grazie alla join-venture ZefiroNet.Insieme a Iliad si sono aggiunti negli anni successivi altri operatori virtuali che ora sono tra i più utilizzati: Ho Mobile a giugno 2018 lanciò la sua prima offerta con 30gb e minuti illimitati a 6,99€/mese mentre Very nel 2020 entrò violentemente nel mercato con 30gb a 4,99€/mese.L’Evoluzione del MercatoDopo l’attacco da queste tariffe stracciate anche le offerte degli altri operatori cambiarono leggermente, soprattutto nel numero di gb a disposizone.Vodafone nell’estate 2018 offriva 1000min e 10gb (illimitati su app social) a 9,99€/mese; un incremento decisamente importante rispetto a un anno prima.TIM inizò a fare offerte con 30/50gb in base all’operatore di provenienza a circa 10€/mese.Wind dava 30gb e minuti illimitati a 8,99€/mese .Fastweb iniziò a tirare fuori qualcosa di interessante: se si era clienti di rete fissa si avevano 40gb e minuti illimitati a solo 7€/mese.Nel corso degli anni successivi le offerte cambiarono sempre di più andando sopratuttto a rendere minuti ed sms illimitati e aumentando il numero di GB; analizzando invece la parte economica ogni operatore ha mantenuto la sua fascia di prezzo: Vodafone/Tim/Wind ancora ad oggi sono tra gli 8€ e i 15€; Fastweb e Coopvoce a 7/8€ mentre Ho e Very mantengono le offerte da 5/7€.A un certo punto, a settembre 2020, Iliad se ne esce con 100gb a 9,99€/mese. Non era la prima ad offrire così tanti GB ma vista la sua popolarità e il bacino di utenza questo fece molto scalpore e attirò tutti gli utenti degli altri operatori che pagavano la stessa cifra per molti meno gb. Nonostante per un classico uso mobile il giusto compromesso sarebbero 50gb tutti gli altri operatori andarono all’attacco puntando sulle tre cifre.Nel giro di pochi mesi Ho propose un upgrade a 100gb a 8,99€/mese, per Vodafone 100gb a 9,99€ è diventato lo standard, Very per i nuovi clienti aveva pronti 100gb a 7,99€, Fastweb per 11€/mese dava anche lei 100gb e potremmo andare avanti con qualche altro esempio.Iliad poi ha mantenuto la tradizione delle offerte Flash: la 100gb a 9,99€/mese è rimasta solo per qualche settimana per poi diventare 70gb e riapparire a fine 2021 con 150gb. Ad oggi quell’offerta ha ben 180gb inclusi e l’offerta con 100gb è diventata quella da 7,99€/mese.Nel frattempo ha anche deciso di concentrarsi su prezzi più “alti” andando a rimuovere l’offerta da 6,99€/mese con 40gb.Insomma, nel corso di 3 anni ha variato le offerte ma con un numero di gb sempre crescente e così hanno fatto anche gli altri operatori.La Situazione ad OggiVediamo un po’ cosa offrono gli operatori al 7 settembre 2023. Visto l’obiettivo di questa parte del post ci concentreremo solo su alcuni operatori virtuali. I minuti sono illimitati per tutti ed i prezzi sono espressi in €/mese.Iliad - 100gb a 7,99 / 180gb a 9,99 [rete proprietaria/Wind]Very - 120gb a 5,99 / 150gb a 6,99 / 200gb a 7,99 [rete Wind e cap a 30mbps]Ho - 100gb a 5,99 / 180gb a 7,99 [rete Vodafone a cap a 30mbps]Fastweb - 150gb a 7,95 / 200gb a 9,95 [rete Wind in 5G]Coop - 180gb a 7,99 [rete TIM]Kena - 130gb a 6,99 / 230gb a 9,99 [rete TIM con cap a 60mbps]In alcuni casi le offerte sovracitate sono vincolate dall’operatore di provenienza ma tutte queste sono attivabili arrivando da Iliad: è chiaro che gli operatori gli stanno cercando di rubare clienti.Insomma, notiamo che Iliad è quella meno conveniente! Si, proprio colei che ha rivoluzionato questo mercato attaccando gli avversati è stata a sua volta attaccata da questi che si sono adeguati a ciò che lei ha reso popolare (l’offerta con +100gb).Insomma, i molteplici clienti Iliad 7,99 o 9,99 avrebbero la possibilità di migrare ad altri operatori mantenendo il numero di gb e la qualità del servizio (o anche aumentandoli) ma pagando di meno.E perchè allora Iliad non perde drasticamente clienti ma anzi, continua a fare nuove SIM? Bhè sicuramente è stato l’operatore che ha più pubblicizzato la filosofia “tutto incluso per sempre” e questo va a catturare la fiducia di molti utenti che, forse comprensibilmente, si fidano di più di un operatore di cui si parla molto e che ha 10mln di SIM rispetto ad uno più “sconosciuto”. Aggiungiamoci il fatto che molti non hanno voglia di fare una portabilità (anche se ormai impiega 10min) e che non conoscono o non hanno voglia di scoprire cosa offre il mercato e quindi si perdono possibili condizioni e servizi decisamente miglioriIliad infatti ha una grande mancanza: il VoLTE (qui una spiegazione dettagliata, in soldoni è una tecnologia che permette di usare internet durante le chiamate; sembra una stupidata ma è utile a tutti). Tutti gli altri operatori ormai lo hanno: alcuni aperto a tutti i device altri invece a una lista ristretta ma nonostante questo è comunque presente. In Iliad ci stanno sicuramente lavorando e magari quando lo annunceranno (potrebbe anche essere questione di qualche settimana) avranno un’enorme compatibilità ma personalmente avrei preferito implementarlo a scaglioni ma averlo il prima possibile. C’è anche da dire che con la doppia rete di appoggio (proprietaria + Wind) il lavoro da fare è maggiore.A proposito di rete, c’è da fare anche qui qualche precisazione: per la mia esperienza la loro rete proprietaria non è granchè (mediamente ho visto 40mbps in 4G, che comunque bastano ma si potrebbe fare di più) e sono ancora presenti importanti buchi di copertura che obbligano il passaggio alla rete Wind, sempre con prestazioni non eccellenti. Sicuramente questo varia in base alla zona in cui ci si trova e al dispositivo che si utilizza ma è un fattore da tenere in considerazione.Come vantaggio ha l’assenza di limiti di velocità, che invece sono presenti a 30 o 60mbps con altri operatori virtuali anche se non influiscono molto sull’esperienza d’uso, e la presenza del 5G, che però anche Fastweb offre ad un prezzo minore.Hanno recentemente lanciato le e-SIM e anche qui hanno portato funzioni più pratiche rispetto a Tim, Vodafone e Wind, come la generazione del QRCode dall’area personale, ma su questo sono stati preceduti da altri virtuali come Coop, Spusu e Very.ConclusioniInsomma, anche tralasciando eventuali offerte lampo degli altri operatori, rimanere in Iliad ha ben poco senso per le motivazioni citate sopra. Le alternative sono molte e in alcuni casi (nelle aree verdi della mappa postata) si utilizzerebbe la stessa rete con Very e Fastweb.Non sono sicuramente un esperto di marketing ed economia che sa analizzare questo da un punto di vista più tecnico ma era semplicemente una mia riflessione personale basata sulla ricerca di qualche dato presente e passato pe
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  • #61 Le Storie su Telegram

    2 SEP 2023 · 👋🏻 Ciao! Inizia settembre, ritorna WriTech (e da lunedì anche i video su YouTube).Ricominciamo cambiando radicalmente il format: da oggi questo sarà uno spazio di riflessioni e approfondimenti sul mondo della tecnologia e tutto ciò che ne concerne.Ogni puntata avrà un proprio tema, di attualità o meno, che verrà approfondito e solo alla fine ci saranno 4/5 link interessanti a tool o articoli che trovo in giro per il web (e nel corso di questi mesi ho fatto una bella scorpacciata).Perchè questo cambiamento? Bhè innanzitutto il vecchio format mi stava annoiando per la troppa ripetitività e per la scarsezza di contenuti che mi sentivo di avere ultimamente.Inoltre vorrei migliorare nella creazione di testi e creare un editoriale, lungo e con un filo logico, non può fare altro che aiutarmi.Nel frattempo ho anche cambiato un po’ di cose a livello grafico: colore di sfondo, post, gestione delle sezioni della home (ne ho messa una in cui è possibile trovare i post del vecchio format) e soprattutto ho aggiunto l’audio.Sempre nell’ottica di sperimentare mi sembrava interessante rendere più “umane” queste considerazioni come fossero un podcast, che è possibile trovare in cima alla pagina ma anche su Spotify.Testo e audio saranno totalmente indipendenti, usufruire di uno o l’altro non cambia nulla a livello di contenuto: scegliete la modalità che più vi piace!Tra l’altro anche la registrazione della versione audio sarà un aiuto per rallentare il modo in cui parlo e di conseguenza migliorare anche i video su YouTube. Qui tenderò ad essere più lento dato che mi sento di avere meno limiti rispetto a YT dove bisogna cercare di tenere il pubblico fidelizzato (e qui quest’ultimo aspetto mi interessa relativamente).Bene, dopo questo spiegone sui cambiamenti, iniziamo con l’argomento del giorno✒️ Le storie su TelegramIl 14 agosto Telegram ha compiuto 10 anni e per festeggiare ha creato all’interno della piattaforma le storie. Si, le stesse che da Snapchat hanno invaso tutti i social; Telegram sembrava esserne immune e invece ci è cascato pure lui. Cronostoria e Funzioni PremiumA luglio la funzionalità è stata aperta esclusivamente per gli utenti premium mentre da metà agosto è per tutti. Chi ha il premium però ha comunque qualche vantaggio non indifferente come la priorità di visualizzazione, la possibilità di scegliere una scadenza personalizzata (6, 12, 24, 48h) e di avere la cronologia di visualizzazione anche oltre questo termine. Inoltre non c’è il limite di 3 storie al giorno che hanno gli utenti free.Insomma, per chi non paga ci sono delle mancanze abbastanza grandi ed interessanti ma tuttavia non si fanno sentire più di molto e tra poco capiremo perchè.Punti FortiDiamo a Telegram quel che è di Telegram: un minimo è riuscita a rinnovare questo mondo aggiungendo funzionalità mai viste prima come la scadenza personalizzata, la possibilità di nascondere la propria visione di una storia, la modalità dual cam (stile BeReal, per ora solo su IOS), la modifica post-pubblicazione e delle statistiche relativamente avanzate.Ha fatto un ottimo lavoro anche sull’editor, che alla fine è lo stesso di quando si manda una foto in una chat, che contiene vari pennelli con cui disegnare, tutta la fantastica libreria sticker, molti font tra cui scegliere e la possibilità di modificare dettagliatamente i parametri della foto, compresa la sua sfocatura. Manca qualche “adesivo” tipico come quello dell’orario, del meteo, dei link esterni o eventualmente i tag ad altre persone; ad oggi c’è solo quello per geolocalizzare un luogo.Interessante anche che il pannello delle storie sia espandibile e comprimibile, questo fa diventare la funzione più discreta e meno centrale nell’app.Ovviamente è possibile selezionare con chi condividere la storia, si possono vietare gli screenshot e c’è la possibilità di renderla permanente.Attivando la spunta “Pubblica sul mio profilo” infatti una volta scaduto il tempo in cui la storia appare in cima alla home dell’app questa sarà comunque visibile in un’apposita sezione accessibile da chiunque nel nostro profilo. Una possibilità molto interessante che permette di creare una sorta di “album dei ricordi” condiviso. Nella stessa sezione è possibile vedere le storie pubblicate nelle ultime ore.Punti DeboliIl problema delle storie su telegram è proprio il fatto che siano su telegram.Dato che non è possibile “seguire” una persona le storie pubblicate appaiono solamente ai nostri contatti che utilizzano Telegram (come succede su Whatsapp) ma l’audience di Telegram è decisamente minore rispetto alle altre piattaforme di messaggistica. Ci saranno quindi molte meno persone che pubblicano storie e altrettante poche che le visualizzano, rendendo ancora più “inutile” pubblicare storie.Negli ultimi anni Telegram è certamente cresciuta molto ma c’è una grande fetta di utenza che non lo usa quotidianamente: magari è iscritta solo a qualche canale quà e là e apre l’app solo in corrispondenza delle notifiche e quindi si perde alcune storie. In realtà ho notato che ai propri contatti arriva una notifica riguardo alla pubblicazione della storia ma non ho ben capito con che criterio: ad alcuni è arrivata mentre ad altri no.Insomma, se voglio pubblicare una storia per renderla visibile ai miei amici e parenti inevitabilmente la metterò su Whatsapp.Come accennavo prima le storie sono visibili anche da persone che non abbiamo in rubrica ma solamente se queste entrano manualmente nel nostro profilo, ciò influisce inevitabilmente sulla possibile audience che i nostri contenuti potrebbero avere. In una piattaforma come Telegram in cui si creano moltissime amicizie e relazioni quotidiane senza numero in rubrica questo conta ancora di più. Sarebbe controintuitivo aprire quotidianamente il profilo di persone che conosciamo per vedere se queste hanno pubblicato qualcosa.In realtà c’è la possibilità di ricevere una notifica quando i 5 utenti che contattiamo più frequentemente pubblicano una storia ma capite che è estremamente limitante ed invasivo.La mia esperienzaHo ovviamente voluto testare le storie su Telegram per vedere che risultati ottenevo:•In un primo caso su 9 visualizzazioni 7 sono arrivate da contatti mentre 2 da altre persone con cui avevo interagito in gruppi o chat privata (e che quindi hanno aperto il mio profilo).•In un altro test su 10 visualizzazioni 5 sono arrivate da contatti mentre 4 da altre persone di recente interazione. Qui si può notare quello che affermavo qualche paragrafo fa: non tutti i contatti sono sempre attivi sulla piattaformaGià non sono un grande fan del concetto di stories e di condivisione intensiva di ciò che si fa durante la propria giornata e questo aggiunto allo scarso pubblico a disposizione mi porta sicuramente a non utilizzare questa funzionalità… a meno che non cambi qualcosa.Com’è possibile migliorare?In realtà le storie su Telegram hanno un grandissimo potenziale per migliorare la piattaforma, potrebbero essere il giusto modo per integrare un po di discoverability in modo discreto.Discoverability = la capacità di trovare contenuti di nostro interesse all’interno di una piattaforma social, magari attraverso un algoritmo.TikTok si basa su questo mentre Telegram non la ha.Non è necessariamente un difetto non averla, Telegram è sopravvissuto e sopravviverà anche senza e anzi, preferirei che non integrasse un algoritmo invadente che danneggerebbe solo la piattaforma. Tuttavia ciò che ho ideato mi sembra un giusto compromesso.Spiego la mia idea: innanzitutto permetterei di pubblicare le storie a nome di un gruppo o un canale, questo in primis aumenterebbe la fidelizzazione con gli utenti. Si potrebbero condividere aggiornamenti, backstage in diretta della creazione di contenuti e magari nel caso dei gruppi mettere in risalto qualche discussione interessante o divertente che è accaduta.Successivamente, per permettere agli utenti di scoprire nuovi gruppi/canali e di conseguenza potenziali nuovi creator o persone con la stessa passione, mostrerei queste storie anche a coloro che non sono all’interno di questi. Come? Potrebbe essere interessante implementare un sistema di tag dei canali e di dichiarazione dei propri interessi da parte degli utenti; oppure potrebbero essere visualizzati canali in cui sono presenti delle persone a loro volta presenti in un canale in cui siamo anche noi (ci sono maggiori possibilità che ci possa interessare). Forse è un ragionamento un po’ contorto ma credo che possa funzionare, ovviamente sarebbe tutto in modo anonimo.Un vantaggio di questo sistema è che lascia totale libertà agli amministratori di gruppi o canali: se vuoi essere scoperto da alt re persone metti le storie, altrimenti non le metti e tutto rimane come prima.Stesso discorso al contrario per visualizzare le storie di utenti che non abbiamo in rubrica ma con i quali condividiamo un gruppo o abbiamo interagito di recente (in chat privata o nel gruppo stesso).Più semplicemente si potrebbe anche dare la possibilità di dichiarare delle persone “amiche” e di conseguenza vedere le loro storie nella home.Il tutto ovviamente in modo estremamente trasparente, spiegando come funziona, e personalizzabile. Telegram con le funzioni citate all’inizio ha dimostrato di dare all’utente grandi possibilità circa chi e come può vedere le storie e anche nel caso dell’implementazione di un sistema simile darei la possibilità di rifiutare l’adesione e mantenere tutto come prima. In soldoni: nel menu di pubblicazione della storia aggiungerei la possibilità di condividere con “Persone Affini”.ConclusioneInsomma, Telegram poteva tranquillamente evitare di mettere le storie e tutto sarebbe stato ottimo come prima. Ha deciso di inserirle e lo ha fatto discretamente ma visto il tipo di piattaforma potevano essere sfruttate diversamente e per colmare le “lacune” del social.Fatemi sapere cosa pensate delle storie su Telegram e del mio ragionamento riguardo la loro possibile espansione. Magari in futuro proverò a proporlo sull’apposita
    12m 26s
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