Perché anche se l'economia riparte, l'occupazione resta al palo?
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Perché anche se l'economia riparte, l'occupazione resta al palo? da l'Espresso di Luca Piana e Francesca Sironi 18 agosto 2017. Ascolta l'articolo in mp3 : http://www.voceviva.it/Podcast/VV2017/xEspresso17_045.mp3 (Per un ascolto con...
show moreda l'Espresso di Luca Piana e Francesca Sironi 18 agosto 2017.
Ascolta l'articolo in mp3 :
http://www.voceviva.it/Podcast/VV2017/xEspresso17_045.mp3
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Gli ultimi dati confermano il Pil in risalita e l’export che vola grazie a imprese iper-specializzate. Eppure non crescono a sufficienza i nuovi posti di lavoro. Il motivo lo spiega questa nostra ricerca esclusiva. Declino. Desertificazione produttiva. Fine dell’industria. In questi anni di crisi, per raccontare un’Italia dove più di un giovane su tre è senza lavoro e gli scheletri delle fabbriche abbandonate marchiano le periferie di molte città, sono state usate parole forti. I dati statistici, in effetti, raramente mentono: l’Italia è un Paese più povero di un decennio fa . Gli ultimi numeri dell’Istat dicono che lo scorso giugno i disoccupati restavano 2,8 milioni, più del doppio rispetto all’ultimo momento d’oro vissuto dall’economia nazionale, la primavera del 2007.
Eppure, se si allarga lo sguardo, l’idea di un sistema industriale in disarmo traballa. Dopo il crollo di fine 2008 le esportazioni sono in crescita pressoché costante, e hanno superato i livelli pre-crisi. Anche il Prodotto interno lordo (Pil), l’indicatore che misura la ricchezza generata da un Paese, risale in maniera quasi continua da metà 2013, anche se lo fa lentamente e la ferita della recessione resta aperta. Questi segnali, però, faticano a tradursi nella crescita dei posti di lavoro che servirebbe. Oggi in Italia gli occupati sfiorano il tetto dei 23 milioni, un livello che è stato superato solo tra fine 2007 e inizio 2008. A dispetto di tutti i guai, dunque, i posti di lavoro sono vicini ai livelli ai livelli dei tempi migliori. Ci sono tanti occupati, ma anche tanti disoccupati. Quali sono le ragioni di questo paradosso, che impedisce a molti di percepire i miglioramenti generali e distrugge la fiducia delle persone? Per gli economisti le cause sono numerose, come racconta nell’intervista Enrico Giovannini , che è stato presidente dell’Istat e poi ministro del Lavoro nel governo di Enrico Letta. Una di queste è che l’Italia viaggia a più velocità: non esiste solo il divario fra Nord e Sud ma anche
specializzazioni o territori che funzionano alla grande, mentre altri sono fermi...
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