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136: Unione europea e Stati Uniti in fuga dalle proprie responsabilità vaccinali

136: Unione europea e Stati Uniti in fuga dalle proprie responsabilità vaccinali
Sep 24, 2021 · 57m 17s

Per la seconda volta in meno di un mese i paesi più ricchi del mondo si sono dati una pacca sulla spalla, promettendo di donare poche dosi invece di pochissime...

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Per la seconda volta in meno di un mese i paesi più ricchi del mondo si sono dati una pacca sulla spalla, promettendo di donare poche dosi invece di pochissime ai paesi ancora scoperti, e ignorando le richieste della società civile e dell’OMS
Intervenendo in videoconferenza al “Global Covid-19 Summit” a margine dell’assemblea generale dell’Onu, l’altro ieri Draghi ha annunciato che l’Italia donerà 45 milioni di dosi ai paesi più poveri entro la fine del 2021, triplicando gli sforzi annunciati finora — la previsione era infatti di donare 15 milioni di dosi, principalmente attraverso il meccanismo COVAX. Il presidente del Consiglio ha riconosciuto nella distribuzione dei vaccini ci sono ancora “grandi disuguaglianze” e che “uno dei punti deboli nella risposta globale alla pandemia è stato l'insufficiente coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie.”

Draghi ha detto inoltre che “dobbiamo aumentare la nostra preparazione per le pandemie del futuro,” aumentando “la capacità produttiva di vaccini e di strumenti sanitari in tutto il mondo, soprattutto nei paesi più vulnerabili.” Le donazioni saranno composte soprattutto dalle dosi di AstraZeneca non distribuite alle regioni. L’Italia aggiunge così il proprio timido impegno agli impegni altrettanto insufficienti degli altri paesi occidentali: per quanto triplicato, lo sforzo italiano è infatti poca cosa di fronte ai miliardi di persone che in tutto il mondo ancora non hanno ricevuto il vaccino.

Contemporaneamente, a dispetto della contrarietà dell’Oms, il nostro paese procede spedito con la somministrazione delle terze dosi: nel primo giorno ne sono state inoculate poco più di 3 mila. L’estensione del programma alla popolazione generale è solo questione di tempo: il sottosegretario Sileri ha detto che è ancora prematuro parlarne, ma sicuramente la terza dose “sarà per tutti.” Dello stesso avviso anche il consigliere del ministro Speranza Walter Ricciardi, secondo cui il richiamo per tutti sarà periodico, già a partire dall’anno prossimo.

La somministrazione delle terze dosi nei paesi ricchi pone però gravi problemi etici vista la mancata vaccinazione di quelli poveri. A inizio mese, i ministri della Salute del G20 si sono incontrati a Roma e hanno sottoscritto una dichiarazione non apre alla possibilità di una sospensione dei brevetti, ma prevede di “rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento, per aumentare e diversificare la capacità produttiva di vaccini globale, locale e regionale,” con attenzione in particolare ai paesi a reddito medio-basso. Il “Patto di Roma,” firmato all’unanimità, è un documento di 11 pagine suddiviso in 33 punti incentrato sulla cooperazione multilaterale per una ripresa post-pandemica “salutare e sostenibile.” Al punto 7 viene riaffermato l’obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 — un’espressione che significa poco: secondo i dati aggregati da Our World in Data il 40,4% della popolazione mondiale ha già ricevuto almeno una dose, ma è il 40% più ricco. Nei paesi a basso reddito, la percentuale di chi ha ricevuto almeno una dose è ferma all’1,8%.

Il summit dell’altro ieri è stato invece organizzato da Joe Biden, che come altre volte ha abbinato retorica roboante ad azioni molto timide di fronte alle proporzioni enormi della crisi. Biden ha aperto il summit indicando due emergenze: riuscire a vaccinare il resto del mondo, e risolvere la crisi globale dell’ossigeno, che sta causando ulteriori morti tra persone che potevano invece essere salvate. “Non possiamo risolvere questa crisi con mezze misure o ambizioni modeste, dobbiamo pensare in grande,” ha dichiarato il presidente. Purtroppo, quelle offerte dagli Stati Uniti sono invece proprio mezze misure: gli Stati Uniti hanno promesso di donare 1,1 miliardi di dosi — un numero comunque bassissimo per vaccinare i 5,4 miliardi ancora senza vaccino — ma entro la fine dell’anno ne consegneranno circa 300 milioni, permettendo di vaccinare 150
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Author The Submarine
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