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L'intervista all'assessora regionale Gianna Pentenero sul lavoro in Piemonte nel 2017

L'intervista all'assessora regionale Gianna Pentenero sul lavoro in Piemonte nel 2017
Dec 27, 2017 · 12m 50s

Il Piemonte è stata la regione del Nord maggiormente colpita dalla crisi. Tra il 2009 e il 2015 ha interessato oltre 2.000 imprese e 53mila lavoratori del settore industriale in...

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Il Piemonte è stata la regione del Nord maggiormente colpita dalla crisi. Tra il 2009 e il 2015 ha interessato oltre 2.000 imprese e 53mila lavoratori del settore industriale in procedure di licenziamento collettivo. La disoccupazione, come ci ha ricordato l’assessora al Lavoro della Regione, Gianna Pentenero, «ha toccato il suo picco nel 2014, con 225 mila disoccupati, per poi ridursi gradualmente per arrivare a circa 180 mila disoccupati nel primi nove mesi del 2017. Sul fronte dell’occupazione, invece, dopo il minimo del 2013, i livelli sono tornati progressivamente a crescere, pur senza recuperare i livelli pre-crisi. Tra gli effetti di quest’ultima, si riscontra l’uscita di manodopera a bassa qualifica, con età media sopra i 50 anni, difficilmente riassorbibile. I disoccupati in questa fascia di età sono saliti dal 2008 al 2016 da 11.000 a 32.000 unità»

«Per far fronte a questa situazione – ha ancora detto Pentenero – la Regione Piemonte ha messo in campo un insieme articolato di misure, finanziate principalmente con risorse del Fondo sociale europeo per circa 150 milioni di euro, che si propongono proprio di sostenere l’occupabilità delle persone fuoriuscite dal sistema produttivo. Si tratta di interventi volti a favorire il reinserimento sociale e lavorativo di disoccupati o soggetti in condizione di particolare svantaggio, grazie a percorsi di accompagnamento al lavoro, occasioni di incontro domanda/offerta, servizi di orientamento e tutoraggio. Il principale strumento di queste politiche, il Buono Servizi al Lavoro nella sue varie articolazioni (rivolto a disoccupati, persone in condizione di particolare svantaggio e disabili) ha permesso, dalla fine del 2016 ad oggi, la presa in carico di oltre 15 mila persone, di cui circa 10.300 disoccupati di lungo periodo. Il 52% di questi ultimi ha avuto, grazie ai servizi gratuiti finanziati dalla Regione, almeno un avviamento al lavoro, il 14% dei quali, con l’esclusione dei tirocini, di durata superiore a tre mesi».

A inizio 2018, la Regione aprirà due bandi rivolti agli enti pubblici, principalmente Comuni e Unioni di Comuni, interessati ad attivare i “cantieri di lavoro”, che prevedono l’inserimento temporaneo in attività di servizio pubblico di disoccupati dai 45 anni in su in condizione di difficoltà, oppure di persone sottoposte a misure restrittive della libertà, favorendone il reinserimento sociale e lavorativo. Con il Ministero del Lavoro, la Regione sta inoltre lavorando alla realizzazione di una versione dei cantieri di lavoro finalizzata all’accompagnamento alla pensione dei disoccupati over 60enni per cui è previsto per il Piemonte uno stanziamento di circa 8 milioni di euro, grazie a una specifica convenzione con ANPAL, Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro e INPS.

Per contrastare, invece, in modo particolare la disoccupazione giovanile, la Regione ha deciso di scommettere sull’integrazione tra scuola e lavoro, grazie ad esempio alla sperimentazione del sistema duale nella formazione professionale, che quest’anno coinvolge 1500 giovani in percorsi di alternanza scuola-lavoro e promuovendo il contratto di apprendistato duale, che consente ai giovani di essere assunti con contratto di apprendistato e al tempo stesso conseguire un titolo di studio. Novità di quest’anno è l’apprendistato nella scuola superiore, che offre ai giovani una modalità innovativa di ingresso nel mondo del lavoro e alle imprese la possibilità di vedere soddisfatte le proprie esigenze formative. Sono già una quarantina, in pochi mesi, i contratti attivati.

E sulla Embraco di Riva di Chieri dice: «Faremo di tutto per evitare la chiusura e cerchiamo di far tornare sui loro passi i proprietari brasiliani. MA ora serve l'intervento deciso del governo per coinvolgere la casa madre americana Whirlpool».
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