Mario Draghi è l’italiano più conosciuto all’estero, ma è anche l’uomo politico di cui si conosce meno in Italia. Che ruolo immagina per il nostro paese all’interno dei grandi cambiamenti che stiamo vivendo? Nel suo discorso per la fiducia, il nuovo Presidente del Consiglio ha cominciato a tratteggiare alcuni punti fondamentali: siamo atlantisti, àncorati in Europa, crediamo nelle Nazioni Unite, il Mediterraneo è la nostra priorità. E c’è un concetto su cui Draghi ha ragionato molto: quello di
...See More sovranità. Che oggi vuol dire difendere i propri interessi nazionali in un mondo interconnesso.
Nel settimo episodio della 3ª stagione di Cavour, Francesco Maselli ne discute con Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino de La Repubblica, e Simone Pieranni, giornalista de Il Manifesto.
Draghi parla bene, e dice cose che mi convincono.
Mi piacerebbe che potesse essere più chiaro: l'Unione deve abbandonare la sua forma attuale (un poco ibrida ma concretamente confederale), per assumere quella di federazione, e quindi avere istituzioni, e certo anche capacità autonoma di imposizione e politica fiscale. E realizzare la sovranità al livello di scala che dia un senso alla parola.
E' facilissimo confrontare le prestazioni dell'Italia con quelle di (sostanzialmente) chiunque fuori o dentro l'Unione per capire che l'Italia ha sbagliato e sta sbagliando molto, che ha bisogno di riforme, che queste richiedono investimenti, e infine che il positivo effetto di tali investimenti è l'unico significato possibile della parola "moltiplicatore".
Se non saremo pari alla sfida, se daremo l'impressione di non aver capito nulla dei nostri errori, che questa sia per noi l'occasione di continuare a sbagliare finanziandoci a tassi garantiti dalla credibilità altrui, che per noi "moltiplicatore" sia una formula magica, non otterremo nulla. Nel migliore dei casi.
Nel peggiore saremo espulsi dall'Unione e dalla contemporaneità, per inferiorità manifesta.
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