Quello del digital divide era già un problama prima, come ricordi tu. Ora però + diventato manifesto. Sino all'inizio di marzo pensavamo si potesse sopperire con una buona inieizione di relazione educativa. La mia sensazione era che il mondo educativo stesse diventando una nicchia per tutti quelli fuori dal tempo. Educatori e utenti. Chiaro che ci vuole un mix di media comunicativi e che occorre lavorare sul recupero delle nuove povertà, ma è anche chiaro che questa è una povertà sulla quale concentrarsi per superarla. E oggi lo è molto di più e in modo molto più urgente. Sostanzialmente è questo ad essere cambiato improvvisamente. Quindi la turbopedagogia, ovvero l'accellerazione impressa alle pratiche educative da questa condizione odierna, ha proprio il compito di recuperare queste differenze.

Quanto ai maesti anziani, non è solo una questioe di età. Io ho 63 anni, quindi non sono certo un giovincello. E come diceva Dalla si può morire a ventanni anche se vivi sino a cento...

Caro Emanuele, tutto ciò che dici è condivisibile Anche i tuoi dubbi e le tue domande. Mi fanno capire che il mio obiettivo, non dare indicazioni ma squadernare l'educazione così come is presenta, è centrato. Per me è importante riuscire a dire che cosa sta accadendo all'educazione, a tuttta l'educazione, anche quella che non ci piace. E che anche se non ci piace educa lo stesso. Così poi si può scegliere che strada prendere con più consapevolezza. Stare fermi o rimanere indietro in questo momento è una scelta tanto quanto correre per cavalcare quest'onda impensabile e impensata sino a qualche mese fa. Ognuno poi fa la sua scelta. Io mi preoccupoi di presidiare solo alcuni vincoli. Il primo è che l'assunzione dei responsabilità sull'educazione che si offre comunque anche se diversa da quella che si vorrebbe offrire. Il secondo è che va presidiata la complessità dell'esperienza educativa: se ci sono tre cose importanti occorre che in qualche modo non ce ne dimentichiamo una per strada. Educheremo lo stesso, ma in modo più banale. E la non banalità è un valore assoluto al quale faccio riferimento. Ma di questo probabilmente parlerò meglio nel prossimo episodio. Quindi certamente i confini si può scegliere di perderli o di cercarli. Io sono certamente e da sempre per la seconda strada. Il confine del setting della scena digitale è un confine che dobbiamo imparare a capire descrivere e presidiare.