Viviamo in una società stressata e stressante, in cui tutto è già stato detto, già stato fatto. Siamo immersi nella noia, ormai anche le immagini più crude dei telegiornali accompagnano tranquillamente, come se nulla fosse, le nostre cene. Viviamo in apnea, in anestesia.
La fortuna di essere ciò che siamo ed avere ciò che abbiamo, in spagnolo "la suerte de tenerte", è una riflessione, un inno alla vita, a dar valore alla nostra storia personale, a ciò che abbiamo intorno, agli sforzi quotidiani che ci hanno portato ad essere ciò che siamo.
Il flamenco esplora tutti i sentimenti dell’animo umano, li analizza e dà voce a tutte le sfaccettature, e lo fa sempre con un grande rispetto della vita e della dignità umana.
Ci chiediamo: “Come va?”. La risposta è sempre banale: “Bene". Ma non appena ne abbiamo la possibilità, ecco scattare la lamentela: "Sono molto stanco, al lavoro va male, litigo con mio marito, non mi sento bene, ecc”. L'energia dedicata alla lamentela è rubata al... godersi la vita. Il flamenco lo sa e infatti non si lamenta neppure quando parla di situazioni difficili, di dolore, di perdita, di nostalgia. Si limita a raccontare, ma non si lamenta.
Imparare a dire grazie e ad onorare i piccoli grandi miracoli che la nostra vita ci regala ogni
giorno significa godersi ciò che siamo, ed è un passo verso la felicità.
E’ decidere volontariamente di porre fine alle sterili lamentele in cui spesso ci immergiamo, perdendo molto tempo e vanificando ogni sforzo.
Sono Sabina Todaro, insegno flamenco e Lyrical Arab Dance, un lavoro di rielaborazione espressiva sulle danze del mondo arabo a Milano. Nei miei studi di psicologia, pedagogia, neuroscienze, guardo sempre ai legami indissolubili fra il corpo e la mente, e trovo conferma ogni giorno che il flamenco ci aiuti ad essere ciò che siamo e ad onorarlo, a ringraziare, appunto, la fortuna di essere.
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