Non ho mai amato particolarmente i manuali di self-help.
Non metto in dubbio che possano avere un loro utilità. Solo, molte volte, li trovo un po’ semplicistici. Eccessivamente appiattiti su un ottimismo a tutti i costi, ostentato e spesso sganciato da un’analisi approfondita della realtà che vogliono influenzare.
Questo libro è differente. Il primo aspetto che lo rende interessante è lo stile: ricalca il dialogo socratico, tra un giovane insoddisfatto e un saggio filosofo.
Il secondo elemento d’interesse è il contenuto. Pagina dopo pagina, i lettori vengono accompagnati alla scoperta della psicologia di Alfred Adler, che propone una visione alternativa a (e molto lontana da) quella freudiana. Spiazzante, per molti versi. Generativa, una volta compresa.
Un libro che consiglio a chi cerca – più che risposte – qualche buona domanda per nutrire il potenziale. Il nostro e quello dei contesti che attraversiamo.
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