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Simon Aronson

Simon Aronson
Jun 13, 2020 · 15m 50s

Nella scorsa live abbiamo trattato di un assoluto genio senza limiti che, purtroppo, è venuto a mancare da poco, Simon Aronson. Nella vita ha fatto davvero di tutto, e ha...

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Nella scorsa live abbiamo trattato di un assoluto genio senza limiti che, purtroppo, è venuto a mancare da poco, Simon Aronson. Nella vita ha fatto davvero di tutto, e ha trovato anche il tempo di inventare effetti che vantano una grande stima da tutti i prestigiatori. Avvicinatosi all’arte in generale sin dalla nascita, figlio di una pittrice, si appassiona alla magia con il programma “Dunninger” e, dopo aver ricevuto a 8 anni, le prime scatole magiche, inizia da subito a performare e esibire piccoli spettacoli e già a 11 anni mostrò il suo primo spettacolo a pagamento. Successivamente, dopo uno spettacolo visto a 13 anni, si appassiona al mentalismo, al quale dedicherà gran parte della sua carriera. Così, nel 1965, conosce Eddie Fields assistendo a un suo incredibile spettacolo. I due divennero da subito amici e Aronson sviluppò i suoi primi numeri.
A questo punto abbiamo trattato un argomento molto interessante, l’innovazione. Infatti Simon, dopo anni di studio, buttò tutto per rinnovarsi. Il linguaggio doveva evolversi e adattarsi alle situazioni della nuova epoca.
Dopo questo rinnovamento, creò il suo spettacolo: “È il pensiero che conta”
La condivisione ha avuto una grande importanza nella sua carriera. Dopo essersi trasferito a Chicago, frequentando ogni volta che poteva il negozio di magia “Irish Magic”, incontrò David Salomon, che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi amici. I due conoscono così il grandissimo prestigiatore Edward Marlo e per diversi anni condivisero così idee ed effetti, migliorandosi a vicenda. Un altro prestigiatore, diventò amico di Salomon e Aronson, John Bannon. Quando nel 91 Marlo morì, i tre continuarono le sessioni tra di loro. Prima però Aronson aveva stupito Marlo con l’effetto “Bait and Switch”.
Durante i suoi studi di giurisprudenza, Simon incontra la sua futura moglie, Ginny, la quale collaborerà con Aronson nel suo spettacolo.
FILOSOFIA DI ARONSON: secondo lui, ogni performance doveva essere composta da tre elementi:
-preshow (tutto ciò che si poteva preparare prima dell’esibizione, molto probabilmente l’elemento più importante)
-performance stessa (l’esibizione)
-tempo successivo (le conseguenze)
Riguardo al primo componente Aronson pensava fosse essenziale perché, preparando parte del segreto durante un periodo in cui gli spettatori non sono al corrente di niente, si metteranno in difficoltà le successive analisi critiche.
Particolare anche era la sua visione di reazione perfetta, ovvero “Assolutamente no!” e ciò avveniva quando lo spettatore non solo era incredulo, ma si convinceva anche che ciò che era stato fatto non era davvero possibile.
DISCUSSIONI
Chiacchierando tra di noi, come al solito, nei commenti della live, abbiamo parlato di diversi aneddoti e temi interessanti. Legandoci all’evoluzione di Simon, abbiamo trattato dell’assoluta importanza del pensiero critico della scelta del repertorio, accorgendosi che la maggior parte degli effetti non sono così forti su un pubblico normale. È quindi necessaria un’enorme cernita di tutto ciò che studiamo quando ci si approccia al mondo lavorativo e, soprattutto allenare la nostra visione su ciò che è buono e ciò che invece non lo è. È importantissimo modernizzarsi come ha fatto Aronson, adattarsi ai tempi che corrono per potere seguire il desiderio degli spettatori.
Abbiamo anche discusso su alcuni suoi effetti, come “Shuffle Bored” e “Point Spread”, “Fate” o il famosissimo gioco delle “Carte Preferite” (che molti eseguono senza sapere che è una delle sue tante creazioni) pubblicato per primo su “The Card Ideas of Simon Aronson”
Abbiamo anche citato un interessantissimo aneddoto su un altro gioco di questo geniale mago, “Among the Discard”. Pare infatti che Aronson abbia “rubato” questa idea a Bannon, origliando mentre l’amico stava mostrando il gioco a Steve Draun. Sfortunatamente Bannon si accorse solo tempo dopo che Simon l’aveva pubblicata senza dirgli nulla. John si vide così costretto a pubblicarne un’altra versione con un altro nome e con un effetto diverso
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Author Talking Magic
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