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Niente sarà più come prima del Coronavirus

Niente sarà più come prima del Coronavirus
Apr 7, 2020 · 16m 41s

TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6075 NIENTE SARA' PIU' COME PRIMA DEL CORONAVIRUS di MONS. GIAMPAOLO CREPALDI L'epidemia connessa con la diffusione del "COVID-19" ha un forte impatto su molti aspetti della convivenza...

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TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6075

NIENTE SARA' PIU' COME PRIMA DEL CORONAVIRUS di MONS. GIAMPAOLO CREPALDI
L'epidemia connessa con la diffusione del "COVID-19" ha un forte impatto su molti aspetti della convivenza tra gli uomini e per questo richiede anche un'analisi dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa. Il contagio è prima di tutto un evento di tipo sanitario e già questo lo collega direttamente con il fine del bene comune. La salute ne fa certamente parte.
Nel contempo pone il problema del rapporto tra l'uomo e la natura e ci invita a superare il naturalismo oggi molto diffuso e dimentico che, senza il governo dell'uomo, la natura produce anche disastri e che una natura solo buona e originariamente incontaminata non esiste. Poi pone il problema della partecipazione al bene comune e della solidarietà, invitando ad affrontare in base al principio di sussidiarietà i diversi apporti che i soggetti politici e sociali possono dare alla soluzione di questo grave problema e alla ricostruzione della normalità quando fosse passato. È emerso con evidenza che tali apporti devono essere articolati, convergenti e coordinati. Il finanziamento della sanità, problema che il coronavirus fa emergere con grande evidenza, è un problema morale centrale nel perseguimento del bene comune.
Urgono riflessioni sia sulle finalità del sistema sanitario, sia sulla sua gestione e sull'utilizzo delle risorse, dato che un confronto con il recente passato fa registrare una notevole riduzione del finanziamento per le strutture sanitarie. Connessi con il problema sanitario ci sono poi le questioni dell'economia e della pace sociale, dato che l'epidemia mette in pericolo la funzionalità delle filiere produttive ed economiche e il loro blocco, se continuato nel tempo, produrrà fallimenti, disoccupazione, povertà, disagio e conflitto sociale.
Il mondo del lavoro sarà soggetto a forti rivolgimenti, saranno necessarie nuove forme di sostegno e solidarietà e occorrerà fare delle scelte drastiche. La questione economica rimanda a quella del credito e a quella monetaria e, quindi, ai rapporti dell'Italia con l'Unione Europea da cui dipendono nel nostro Paese le decisioni ultime in questi due settori. Ciò, a sua volta, ripropone la questione della sovranità nazionale e della globalizzazione, facendo emergere la necessità di rivedere la globalizzazione intesa come una macchina sistemica globalista, la quale può anche essere molto vulnerabile proprio a motivo della sua rigida e artificiale interrelazione interna per cui, colpito un punto nevralgico, si producono danni sistemici complessivi e difficilmente recuperabili. Destituiti di sovranità i livelli sociali inferiori, tutti ne saranno travolti. D'altro canto, il coronavirus ha anche messo in evidenza le "chiusure" degli Stati, incapaci di collaborare veramente anche se membri di istituzioni sovranazionali di appartenenza. Infine, l'epidemia ha posto il problema del rapporto del bene comune con la religione cattolica e quello del rapporto tra Stato e Chiesa. La sospensione delle messe e la chiusura delle chiese sono solo alcuni aspetti di questo problema.
Così ci sembra essere il quadro complesso dei problemi investiti dall'epidemia da coronavirus. Si tratta di argomenti che interpellano la Dottrina sociale della Chiesa per cui il nostro Osservatorio si sente chiamato ad offrire qualche riflessione, sollecitando altri contributi in questa direzione. L'enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, scritta nel 2009 al tempo di un'altra crisi, affermava che "La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità" (n. 21).

1) LA FINE DEL NATURALISMO IDEOLOGICO
Le società erano e sono attraversate da varie forme ideologiche di naturalismo che l'esperienza di questa epidemia potrebbe correggere. L'esaltazione di una natura pura e originariamente incontaminata di cui l'uomo sarebbe l'inquinatore non teneva e, a maggior ragione, non tiene ora. L'idea di una Madre Terra dotata originariamente di un suo equilibrio armonico con il cui spirito l'uomo dovrebbe connettersi per ritrovare il giusto rapporto con le cose e con se stesso è una sciocchezza che questa esperienza potrebbe dissolvere. La natura deve essere governata dall'uomo e le nuove ideologie panteiste (e non solo) postmoderne sono ideologie disumane. La natura, nel senso naturalistico del termine, produce anche disequilibri e malattie e per questo deve essere umanizzata. Non è l'uomo a doversi naturalizzare, ma la natura a dover essere umanizzata.
La rivelazione ci insegna che il creato è affidato alla cura e al governo dell'uomo in vista del fine ultimo che è Dio. L'uomo ha il diritto, perché ha il dovere, di gestire la creazione materiale, governandola e traendo da essa quanto necessario e utile per il bene comune. Il creato è affidato da Dio all'uomo, al suo intervento secondo ragione e alla sua capacità di dominio sapiente. È l'uomo il regolatore del creato, non viceversa.

2) I DUE SIGNIFICATI DEL TERMINE "SALUS"
Il termine "Salus" significa salute, nel senso sanitario del termine, e significa anche salvezza, nel senso etico-spirituale e soprattutto religioso. L'attuale esperienza del coronavirus testimonia ancora una volta che i due significati sono interconnessi. Le minacce alla salute del corpo inducono cambiamenti negli atteggiamenti, nel modo di pensare, nei valori da perseguire. Essi mettono alla prova il sistema morale di riferimento dell'intera società. Esigono comportamenti eticamente validi, denunciano atteggiamenti egoistici, disinteressati, indifferenti, di sfruttamento. Evidenziano forme di eroismo nella comune lotta al contagio e, nello stesso tempo, forme di sciacallaggio di chi approfitta della situazione.
La lotta al contagio richiede un ricompattamento morale della società in ordine a comportamenti sani, solidali, rispettosi, forse più importante del ricompattamento delle risorse. La sfida alla salute fisica si pone quindi in rapporto con la sfida alla salute morale. Serve un profondo ripensamento delle derive immorali della nostra società, a tutti i livelli. Spesso le disgrazie naturali non sono del tutto naturali, ma hanno alle spalle atteggiamenti moralmente disordinati dell'uomo. Non è ancora definitivamente chiarita l'origine del "COVID-19" e anche esso potrebbe dimostrarsi non di origine naturale. Ma anche ammessa la sua origine puramente naturale, il suo impatto sociale chiama in causa l'etica comunitaria. La risposta non è e non sarà solo scientifico-tecnica, ma dovrà essere anche morale. Dopo la tecnica, la grave contingenza del coronavirus dovrebbe far rivivere su nuove solide basi la morale pubblica.

3) LA PARTECIPAZIONE AL BENE COMUNE
Si richiede una partecipazione etica perché in causa c'è il bene comune. L'epidemia da coronavirus contraddice tutti coloro che hanno sostenuto che il bene comune come fine morale non esiste. Se così fosse, per cosa si impegnerebbero tutte le persone che, dentro e fuori le istituzioni, si danno da fare e lottano? A quale impegno sarebbero chiamati i cittadini con le ordinanze restrittive se non ad un impegno morale per il bene comune? Su quale base si dice che alcuni comportamenti in questo momento sono "doverosi"? Chi negava l'esistenza del bene comune o chi affidava il suo conseguimento solo a delle tecniche, ma non all'impegno morale per il bene, oggi è contraddetto dai fatti. È il bene comune a dirci che quello della salute è un bene che tutti dobbiamo promuovere. È il bene comune a dirci che la parola Salus ha due significati.
Questa esperienza del coronavirus sarà fatta lievitare al punto da approfondire e allargare questo concetto del bene comune? Mentre si lotta per salvare la vita di tante persone, gli interventi di aborto procurato non cessano, né cessano le vendite delle pillole abortive, né cessano le pratiche eutanasiche, né cessano i sacrifici di embrioni umani e tante altre pratiche contro la vita e la famiglia. Se si riscopre il bene comune e la necessità di una corale partecipazione in suo favore nel campo della lotta all'epidemia, si dovrebbe avere il coraggio intellettivo e della volontà di estendere il concetto fino a là dove naturalmente deve essere esteso.

4) LA SUSSIDIARIETÀ NELLA LOTTA PER LA SALUTE
La mobilitazione in atto contro la diffusione del coronavirus ha visto la partecipazione di molti livelli talvolta coordinati talvolta meno. Ci sono dei compiti diversi che ognuno ha svolto secondo la sua responsabilità. Una volta superata la tempesta questo permetterà di rivedere qualcosa che nella filiera sussidiaria non abbia funzionato a dovere e di riscoprire il principio importante della sussidiarietà per applicarlo meglio e applicarlo in ogni campo esso possa essere applicato. Una esperienza in modo particolare deve essere valorizzata: la sussidiarietà deve essere "per" e non come difesa "da": deve essere per il bene comune e, quindi, deve avere un fondamento etico e non solo politico o funzionalistico. Un fondamento etico fondato sull'ordine naturale e finalistico della vita sociale. L'occasione è propizia per abbandonare le visioni convenzionali dei valori e dei fini sociali.
Un punto importante messo ora in evidenza dall'emergenza coronavirus è il ruolo sussidiario del credito. Il blocco di ampi settori dell'economia per garantire maggiore sicurezza sanitaria e diminuire la diffusione del virus mettono in crisi economica, soprattutto di liquidità, le imprese e le famiglie. Se la crisi dovesse durare a lungo si prospetta una crisi della circolarità di produzione e consumo, con lo spettro della disoccupazione. Davanti a questi bisogni il ruolo del credito può essere fondamentale e il sistema finanziario potrebbe riscattarsi da tante e riprovevoli...
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Author BastaBugie
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