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Intervista al vicepresidente del Congresso Mondiale per la Famiglia

Intervista al vicepresidente del Congresso Mondiale per la Famiglia
Mar 20, 2019 · 19m 59s

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5580 INTERVISTA AL VICEPRESIDENTE DEL CONGRESSO MONDIALE PER LA FAMIGLIA di Luca Marcolivio Assieme a Toni Brandi, sarà il principale "anfitrione" del Congresso Mondiale delle Famiglie, in...

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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5580

INTERVISTA AL VICEPRESIDENTE DEL CONGRESSO MONDIALE PER LA FAMIGLIA di Luca Marcolivio
Assieme a Toni Brandi, sarà il principale "anfitrione" del Congresso Mondiale delle Famiglie, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo 2019. Jacopo Coghe, 34 anni, presidente di Generazione Famiglia, ha assunto alcuni mesi fa l'incarico di vicepresidente del Congresso Mondiale. Generazione Famiglia e Pro Vita onlus, hanno stretto un'alleanza che, alla lunga, potrebbe rivelarsi vincente, perché sostenuta dal basso, dalla gente comune. Nel frattempo, però, c'è molto da lavorare e sullo sfondo c'è il passaggio cruciale delle elezioni europee. «Un'Europa che non scommette sulla famiglia non ha alcun futuro», afferma Coghe, che, a colloquio con Scenari economici, si è espresso a chiare lettere su cosa c'è in gioco.
Manca meno di un mese allo svolgimento del Congresso Mondiale delle Famiglie, a che punto sono i preparativi?
«La lista dei partecipanti è ormai definitiva, siamo davvero in dirittura d'arrivo. Sia Generazione Famiglia che Pro Vita hanno accumulato un bagaglio di esperienze importanti negli ultimi 4-5 anni: tante battaglie per la famiglia e per la vita ci hanno portato a marciare fianco a fianco in numerose occasioni. Perché allora non unire le forze? La vera carta vincente del nostro Congresso, però, sarà l'alleanza che stingeremo con le famiglie che incontreremo a Verona. I partecipanti e gli uditori contano almeno quanto gli esperti che saliranno sul palco. L'organizzazione del Congresso non è un club elitario che vuole orientare il popolo. Noi, al contrario, raccogliamo le istanze della gente e, per l'appunto, delle famiglie, con le quali vogliamo cooperare. Famiglie che, da troppi anni, si sentono abbandonate, che faticano più che in passato a mantenere il loro ruolo di timone e motore della società. Siamo sicuri che la tre giorni di Verona rappresenterà una gigantesca iniezione di speranza per noi e per loro. Ci sarà da lavorare duro ma il sold out di prenotazioni al Congresso è un chiaro segno che siamo partiti col piede giusto».
Questo evento ha una caratura fortemente internazionale, grazie alla presenza di rappresentanti da tutto il mondo e, in ogni parte del mondo, la famiglia vive problematiche diverse. Che tipo di messaggi arriveranno dal palco di Verona?
«Indubbiamente, nel mondo le famiglie vivono situazioni molto differenti da luogo a luogo. Molte famiglie mediorientali scappano dalla guerra, quelle africane patiscono la fame, in Occidente è tristemente diffusa la violenza domestica su donne e bambini. Di tutto questo a Verona si parlerà ma credo che lo scenario europeo sarà, più degli altri, il tema sotto i riflettori, visto anche l'appuntamento imminente con le elezioni europee. È all'Europa che lanceremo il messaggio più forte: la maggior parte dei paesi del vecchio continente - Italia in primis - soffrono una crisi demografica senza precedenti, per combattere la quale non possiamo limitarci ai palliativi dei sussidi economici alle famiglie. Aiutare le famiglie in difficoltà è condizione necessaria ma non sufficiente, occorre ricreare una vera cultura della famiglia, ristabilendo innanzitutto un'armonia tra famiglie, scuola, imprese e istituzioni che, da troppo tempo, risulta incrinata. Questo cambiamento non potrà avvenire dal giorno alla notte ma, proprio per questo, bisogna agire subito. Da troppi anni, l'Unione Europea mette al centro l'economia, le banche, i parametri di bilancio e fiscali e lascia in secondo piano l'uomo. Pare quasi che siano più importanti le dimensioni di un pomodoro o di un cetriolo prodotto nelle aziende europee che non la salute e la serenità di un bambino all'interno della sua famiglia. Da una ventina d'anni a questa parte, invece, l'Europa si mobilita per le famiglie soltanto se sono "famiglie arcobaleno"... Tutto questo deve finire e ai politici presenti a Verona, noi lo ribadiremo senza troppi giri di parole».
È tristemente risaputo che il nostro Paese si è sempre impegnato molto poco per le politiche familiari. C'è, al contrario, qualche esempio virtuoso tra i partner europei che varrebbe la pena seguire?
«Assolutamente sì. Penso a vari paesi dell'Europa orientale, in particolare all'Ungheria, che, con il governo Orban, ormai da alcuni anni, sta mettendo in campo misure di incentivo demografico e i risultati si vedono: crescono i matrimoni e le nascite, calano i divorzi e gli aborti. L'Italia, comunque, non starà a guardare e noi approfitteremo della presenza del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, per confrontarci e fare il punto della situazione su quello che ha fatto il governo e quello che le famiglie italiane vogliono. Abbiamo una Costituzione che, all'articolo 29, tutela la famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio": come rappresentanti della società civile, faremo tutto il possibile affinché la politica dia finalmente applicazione a questo principio costituzionale ingiustamente dimenticato». [...]
Dopo due giorni di dibattiti, testimonianze e workshop, il Congresso si concluderà con una marcia diretta verso il centro di Verona. Sarà qualcosa di simile alla Marcia per la Vita?
«In realtà questo momento finale non vuole essere una marcia di protesta contro qualcosa ma piuttosto un momento di festa per la famiglia. È giusto che le famiglie si incontrino, stringano amicizia e trascorrano un momento lieto per tutti: mamme, papà, bambini, nonni. Ovviamente sarà un momento di festa "consapevole": le due giornate di congresso avranno veicolato un gran numero di informazioni, rafforzando così la coscienza civica di ognuno in merito al preziosissimo ruolo sociale che la famiglia svolge. Potremmo dire che il Congresso propriamente detto rappresenterà la "mente" delle famiglie, mentre la marcia sarà un po' il loro "cuore": quando l'intero corpo funziona bene, allora, potrà affrontare tutte le difficoltà e andare davvero lontano».
Nota di BastaBugie: per sostenere con una donazione il Congresso mondiale per la famiglia di Verona si può fare un bonifico a: ProVita Onlus / Banca: Cassa Rurale Alta Vallagarina / IBAN: IT89X0830535820000000058640.
Luca Paci nell'articolo seguente dal titolo "Verona, chi ha paura della famiglia naturale?" parla delle polemiche, gli insulti e le fake news sui relatori e ora anche le offese di Di Maio al Congresso Mondiale per la Famiglia. Tanti ospiti istituzionali, sia italiani che stranieri, a parlare dei diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio: frustrazione per chi vuole la distruzione della famiglia e vede che ha sempre meno seguito.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 marzo 2019:
Interrogazioni parlamentari, bufale fatte girare ad arte, contromanifestazioni, contestazioni di piazza, intimidazioni più o meno velate e le solite accuse - prive di un'argomentazione fondata - di oscurantismo, fascismo, odio, patriarcato e volontà di sottomissione delle donne.
E ora anche il vicepremier Luigi Di Maio che li definisce "sfigati". Il Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo ha riacceso il fuoco della famiglio-fobia. I gendarmi del pensiero unico non possono accettare che migliaia di delegati possano riunirsi per parlare, insieme a importanti esponenti di governo, di bellezza del matrimonio, diritti dei bambini, ecologia umana integrale e delle politiche per la famiglia e la natalità, per di più con il patrocinio di istituzioni pubbliche come il Comune di Verona, la Regione Veneto e il ministero della Famiglia.
La reazione isterica di femministe radicali, sigle arcobaleno e di buona parte della sinistra rivela però il nervo scoperto di chi inizia a sentirsi franare la terra sotto i piedi. Dopo che per anni numerosi gay pride e controverse iniziative di educazione alle differenze hanno ricevuto patrocini e anche finanziamenti di ogni tipo, ci sono segnali di inversione di tendenza non trascurabili. L'intervento del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, che ha sospeso l'ideologico "progetto di ricerca sul bullismo omofobico" promosso dall'Ufficio regionale scolastico dell'Umbria, è solo l'ultimo di una serie di colpi ricevuti da alcuni ambienti progressisti che non sono abituati a trovare ostacoli alla realizzazione della loro agenda. A tal proposito vale la pena ricordare anche il pieno riconoscimento dell'istituto del consenso informato nelle scuole e il ritiro dalla Rete Ready (coordinamento di comuni, provincie e regioni che sostengono politiche pro lgbt) di molte istituzioni locali.
Insomma nell'attacco alla famiglia naturale di Cirinnà e soci c'è tutta la frustrazione di chi ha compreso che il nucleo fondante della società, composto da madre, padre e figli, è l'ultimo scoglio da superare per dare forma definitiva a quel modello di società agognato dai profeti dell'indifferentismo apolide: senza radici, senza legami, senza identità, una società di individui, di consumatori, dove ogni desiderio può tramutarsi immediatamente in diritto.
Per questo motivo ha assunto un valore altamente simbolico la guerra contro il patrocinio rilasciato dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana al Congresso di Verona.
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Author BastaBugie
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