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SAPER SORRIDERE PER SAPER VIVERE del 22-05-22

SAPER SORRIDERE PER SAPER VIVERE del 22-05-22
May 21, 2022 · 20m 39s

RIDERE E SORRIDERE È UNA COSA SERIA: Chi sa sorridere sa vivere! Mentre gradualmente ci liberiamo delle mascherine che hanno nascosto per lungo tempo i nostri sorrisi, vorrei riflettere con...

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RIDERE E SORRIDERE È UNA COSA SERIA: Chi sa sorridere sa vivere!

Mentre gradualmente ci liberiamo delle mascherine che hanno nascosto per lungo tempo i nostri sorrisi, vorrei riflettere con voi - con semplicità e delicatezza sul valore del … sorridere.
“Un sorriso non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno.” (F. Schiller)
Con questa frase, provocante e stimolante, vorrei entrare.
Sappiamo bene che stiamo vivendo un periodo storico, sociale e politico caratterizzato da un grande disorientamento che tocca tutti gli aspetti della nostra esistenza e del nostro animo.
Complice è anche il fatto che cercare una linea ferma e salda di pensiero e di azione non sempre è facile, soprattutto per il fatto che siamo continuamente “bombardati” da un’infinità di messaggi, slogan, provocazioni, che, più che aiutarci, spesso aumentano questo disorientamento.
Non sempre abbiamo lo stesso umore, la stessa positività, non sempre riusciamo a cogliere il meglio che si presenta quotidianamente davanti ai nostri occhi.
Siamo costantemente buttati, sospesi, centrifugati, colpiti da qualsiasi cosa possa distrarci dal vero obiettivo personale che ciascuno si è prefissato. Spesso i nostri sogni e desideri, vengono infranti.
Insomma, detto in altre parole, non è per nulla semplice imparare a vivere.
Ma questo non vuol dire assolutamente “negatività”.
Credo sia importante aiutarci a capire una cosa: il “COME” vivere.
Nella vita è il “Come” che fa la differenza, in qualsiasi situazione.
NOI VIVIAMO COME DEI “CONDANNATI” ALLA VITA. NON POSSIAMO SCAPPARE. IL TUTTO TRA DUE APPUNTAMENTI INEVITABILI. LA NASCITA E LA MORTE.
QUESTO CI DOVREBBE SPINGERE QUOTIDIANAMENTE (QUANDO APRIAMO GLI OCCHI AL MATTINO) A SCEGLIERE “COME” VIVERE.
E cosa centra il sorriso con questa riflessione?
Il sorriso è la base che fa sì che il “COME” prenda vita.
Il sorriso è quella dimensione di esistenza che ci rende capaci di cogliere la bellezza del passato, che ci aiuta a vivere con positività il presente, e ci proietta con speranza nel futuro. Quando noi ricordiamo un’esperienza piacevole del passato, ci ritroviamo a sorridere…
Il sorriso è l’aria viva e vera per i nostri polmoni, può essere la forza che spinge il nostro cuore, l’ossigeno purificatore della nostra mente, il motore del nostro corpo. Chi sa sorridere, sa vivere. E solamente in questa prospettiva il sorriso è la più alta eccezione, in tutto.
Se analizzando brevemente la parola “sorriso” possiamo accorgerci della ricchezza che si cela dietro.
“Il termine “sorriso” deriva dal latino “sub-ridere” e indica un gesto attenuato rispetto al riso vero e proprio.
Nel nostro immaginario il sorriso è più moderato e discreto della risata, termine questo che può essere accompagnato da aggettivi quali “sonora”, “sguaiata”, “cristallina” e via dicendo.
Il sorridere, per sua natura discreto, talora ambiguo, non si presta ad interpretazioni unilaterali: ha significati più misteriosi e intriganti.
Proviamo a guardare con attenzione la nostra vita: gioia, dolore, sofferenza, tristezza, euforia, entusiasmo, depressione, sfiducia.
Questa nostra nobile, ma complicata esistenza, è un eterno mix di tali stati d’animo.
Bene. Il sorriso è la catena che tiene uniti tutti questi sentimenti, è la vera medicina che dà senso sia alle esperienze più belle, sia alle situazioni più nere e lugubre.
Il sorriso è un miracolo quotidiano, una sorta di “armatura” che una volta indossata rende le battaglie e le vittorie della vita estremamente affascinanti.
Impariamo a sorridere! Armiamoci di questo potente scudo, diamo forza al “Perché” della nostra vita e spalancheremo in modo certo e sicuro le porte al “COME” che renderà brillante ogni singolo momento di essa.
Impariamo a sorridere! Ottimo antidoto e vaccino in questo tempo complicato e difficile. Sorridere, non è sinonimo di superficialità, ma una modalità per affrontare la vita!
Sorridere e, ancor più, donare un sorriso, non costa davvero nulla.
Sorridere è il regalo più grande che possiamo fare a noi stessi e agli altri.
Sorridere ci rende subito più sereni, allunga la vita, fa bene al nostro cervello, al cuore e alle relazioni con gli altri, ci fa sentire vivi e capaci di apprezzare la vita nonostante le difficoltà quotidiane.
Chi sa sorridere della vita e di sé stesso ha compreso davvero il significato dell’esistenza, che va presa con leggerezza anche quando i problemi ci tormentano.
Un bel sorriso con la bocca che coinvolge l’espressione anche gli occhi. Un sorriso sincero e istintivo rende più vivace e profondo lo sguardo. “Sorridere con gli occhi” quindi perché con il sorriso esprimiamo le nostre emozioni. Più sono vere, più il sorriso è sincero.
“Impariamo sempre a sorridere, che è meglio”.

Come il riso ha a che fare con la fede? Ridere, cioè, fa bene anche allo spirito? E poi: Dio ha mai riso? E Gesù avrà avuto il senso dell’umorismo?
Pare proprio di sì. Basta leggere la Bibbia e troviamo una marea di testi riferiti al “sorridere”. Uno per tutti è il libro dei Proverbi Ma fin dall’inizio, dalla Genesi, leggiamo dell’importanza del riso.
Lo stesso nome Isacco è la risposta di Dio al riso sfiduciato di Sara, che non crede di divenire madre: “Sara rise dentro di sé dicendo: ‘Vecchia come sono, avrei io tali piaceri? E anche il mio signore è vecchio”; e ripresa da Dio “Perché mai hai riso, Sara?”, la donna impaurita si giustifica: “Non ho riso” e Dio ribatte: “Invece hai riso!” (Genesi 18,12-15). Nel tempo da Dio stabilito, Sara vecchia e sterile dà alla luce Isacco, che significa “Dio ha riso” perché il sorriso sarcastico e disperato di Sara è vinto da quello fiducioso e generativo di Dio, che, a chi sa sorridere con Lui, dona vita gioiosa.
E così, anche Gesù, il Figlio Unigenito non poteva che avere i tratti del Padre.
Come non intravedere i tratti ironici del volto di Gesù di fronte a quei vecchi canuti costretti ad allontanarsi lasciando vergognosamente scivolare dalle loro mani i sassi raccolti per essere scagliati contro l’adultera; o di fronte agli ipocriti farisei zittiti dalle sue risposte schiette e sagaci. Come non pensare, inoltre, al suo volto gioioso insieme ai cari amici Maria, Marta e Lazzaro o circondato da bambini ilari e affettuosi mentre esorta i suoi discepoli a farsi piccoli. Come non riconoscere, nelle parabole, il sorriso commosso del Padre che riconcilia a sé il figlio o quello esultante della donna per la moneta perduta e ritrovata?
Senza dubbio, l’ironia e la gioia sono espressioni di Dio e del suo Unigenito. Dunque, sono anche segno della nostra figliolanza.
Possiamo dire che nella misura in cui ci riconosciamo figli, siamo capaci di ridere e sorridere. Il sorriso è senza dubbio frutto dello Spirito Santo: se ci lasciamo amare e guidare dall’amore di Dio Padre diveniamo comunicatori di gioia e capaci di regalare un sorriso.
È così da sempre nella storia.
Da Francesco d’Assisi a “Francesco Bergoglio” il passo è breve. Sono famose ormai le immagini che ritraggono il Pontefice esplodere in sonore risate.
Ma papa Francesco è soprattutto filosofo della vera gioia: autore di due esortazioni apostoliche che fin dal titolo rinviano alla letizia, “La gioia del Vangelo” e “La gioia dell’Amore”; dove invita uomini e donne a non essere tristi, poiché “La gioia dei cristiani non nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una Persona, Gesù, e dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche quando il cammino della vita si scontra con ostacoli che sembrano insormontabili”.
Quanti discorsi e interventi del Pontefice potrebbero essere citati quali espressione e racconto della gioia cristiana che scaturisce dalla consapevolezza di essere figli redenti, come disse per esempio in un’intervista: “Il senso dell’umorismo è una grazia che io chiedo tutti i giorni.
Prego quella bella preghiera di san Tommaso Moro:
Dammi, Signore, il senso dell’umorismo: che io sappia ridere davanti a una battuta. È una bellissima preghiera perché il senso dell’umorismo ti solleva e ti fa vedere il provvisorio della vita e prendere le cose con uno spirito di anima redenta. È un atteggiamento umano ma più vicino alla grazia di Dio!”.
"Gente allegra Dio l'aiuta" è infatti l'antico adagio popolare che da sempre accompagna la religiosità dei nostri nonni, quasi a voler sottolineare quanto, la gioia e la serenità, dovrebbero contraddistinguere il nostro agire quotidiano; perchè chi ha fede in Dio non può farsi vincere dallo sconforto. “Ricordatevi che il diavolo ha paura della gente allegra” diceva infatti San Giovanni Bosco
C’è un sorriso che salva e da un sapore alla vita: quello dell’amore.
UNA STORIA BELLA: UN SORRISO ALL’AURORA
Raoul Follereau si trovava in un lebbrosario in un’isola del Pacifico. ...
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Author Fabrizio Bagnara
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