11 FEB 2023 · Non siamo mai pronti per soffrire e per accettare le sofferenze che la vita ci riserva.
Sofferenze morali e spirituali, provocate da una vita sbagliata.
Sofferenze fisiche, che derivano da un corpo sottoposto a malattie: sia esso giovane o
adulto, prima o poi si ammala.
Sofferenze di ogni sorta, inaccettabili, che l’orgoglio umano, leggi ingiuste, violenze e
guerre, cataclismi mal gestiti impongono a gente inerme, vittima del male e dello spirito di
morte che agita il nostro secolo.
Sofferenze che non chiedono “permesso” e che si accasano d’improvviso, ferendo la
nostra carne e la storia di chi ci sta accanto o di chi partecipa della nostra stessa
condizione umana: sono già oltre 25.000 i morti dello spaventoso terremoto occorso in
Turchia e in Siria, mentre in Ucraina e in altri Paesi d’Africa e d’Asia, innocenti muoiono in
orribili conflitti fratricidi.
“Abbi cura di lui” (Lc 10, 35) è il tema che Papa Francesco ha voluto dare alla XXXI
Giornata mondiale del Malato, che oggi ricorre.
È l’invito fatto al “locandiere” dal “buon samaritano”, il soccorritore che accompagna e
mette al sicuro la persona ferita incontrata per strada (vedi la parabola di Gesù: in Lc 10,
25-37).
Anche a noi è chiesto di dare corso alla stessa compassione divina: a imitazione del suo
Maestro, “il cristiano sa soffrire” (cf 1 Pt 4, 15) e sa “partecipare delle sofferenze di Cristo”
(cf Rm 8, 17). Sì, Cristo vive, soffre e attende di essere soccorso in chi è malato, in chi sta
morendo, in chi è condannato a morire senza potere esperimentare la misericordia del
“buon samaritano”, che siamo, oggi, ciascuno di noi.
La compassione è arte di guarigione e ne facciamo esperienza quando preghiamo per gli
ammalati, quando intercediamo perché riacquistino la salute, quando pieghiamo le nostre
ginocchia e, adorando Dio, chiediamo “segni e miracoli”.
Quanta gente ogni giorno grida aiuto!
Quanta gente non ha più voce per gridare aiuto!
Dio non ha chiuso le Sue orecchie!
Noi non chiudiamo il nostro cuore: eleviamo le mani al Cielo e intercediamo per chi soffre;
stendiamo le mani verso il prossimo e soccorriamo chi soffre.