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Racconti Bendati _ Simonetta.Pittura°Stephania.Scrittura°Tamara.Lettura

  • 25° Racconto Bendato _ Giovanna

    2 NOV 2021 · "Sono Giovanna e il mio corpo è una chiesa sconsacrata. Un tempio per avventori tristi che a ogni sosta nella tempesta, si addormentano contandomi le costole. Mi sognano i faccendieri nelle notti di luna rotta, quando le bussole impazziscono e i venti dell’est scompigliano la ragione. Mi sognano e vengono da me a consolare le loro paure. Il mio corpo è un tempio abusato, un cielo lacerato di lampi, un occhio sfregiato e opaco. Sono troppi gli uomini che percorrono le curve delle mie vertebre, succhiano stanchi e ubriachi le mie lacrime finte, mi abbracciano senza sapere il mio nome e troppo spesso lo dimentico anche io. “Le puttane tristi sono sensuali, mi fanno eccitare” mi aveva detto un polacco una volta e da quel giorno non avevo smesso di piangere con ogni solitudine che saliva al secondo piano a trovare la mia. Le lacrime escono a comando, non è difficile, basta pensare a un bambino che non ho mai potuto conoscere che corre nudo sulla spiaggia e cerca sua madre, a un uomo vestito elegante da solo ad un tavolo di un ristorante che aspetta da sempre qualcuno che non arriva, a una festa dove tutti si divertono ma sanno che è l’ultimo giro di brindisi e il giorno dopo ognuno di loro si sentirà vuoto e inutile. Le lacrime escono, non è quello il problema. Escono a comando, non è difficile. La cosa complicata è fingere il piacere. La cosa complicata, dopo, è ricordare il mio nome." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 10s
  • 24° Racconto Bendato _ Greta

    25 OCT 2021 · "Greta parlava poco ma aveva gli occhi che facevano un casino tremendo. Bisognava chiudere le finestre quando Greta muoveva gli occhi o sarebbe arrivato un temporale. Bisognava chiudere il gas per non dar fuoco alla casa. Bisognava mettersi il casco e le protezioni. Quegli occhi buttavano giù i muri e polverizzavano i finali di partita. Ma Greta non aveva solo gli occhi. Aveva anche nostalgia. Nostalgia di cose che non aveva mai avuto, come un vestito a righe rosse e blu, un amore senza contaminazioni, un biglietto per il treno e una figura paterna. Il martedì era il suo giorno preferito. Giorno di mercato e di forestieri. Di solito metteva il vestito a fiori e andava al bar sotto casa, a bere un caffè. Gli uomini la guardavano, a lei piaceva. Qualcuno le pagava il caffè, altri le offrivano una sigaretta. Lei li guardava senza giudizio ma con la pena di chi vive tanto per vivere, non per scegliere. Le mani di Greta erano fiori esili, petali rosa che si stavano appassendo. “Capisci l’età di una donna dalle mani, le mani non possono fingere giovinezza” diceva sua zia mentre lei da piccola la osservava truccarsi di ombretto blu gli occhi. Quelle di Greta erano mani adulte fin da bambina. Mani ossute, nervose ma morbide come velluto. Gli uomini amavano quelle mani. Immaginavano carezze, massaggi, graffi, immaginavano le mani aggrappate alla carne della loro schiena, sfregiata. Greta rideva a guardare nei loro occhi i desideri più audaci. Rideva e beveva il caffè, tirando piano dalla sigaretta." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 22s
  • 23° Racconto Bendato _ Lavinia

    18 OCT 2021 · "Quando la guardava il mondo intero smetteva di respirare. Stava lì. Immobile il mondo; immobilizzata lei, nelle tracce del pastello color carne, nei microscopici cristalli che le matite lasciavano sul foglio. Ci aveva messo tre mesi e undici giorni a finirlo. Lavinia prendeva forma senza fretta. Lui non vedeva l’ora di tornare a casa dal lavoro per dipingerla. Accendeva una gauloises rossa, apriva una birra bionda, spostava il telo sul cavalletto, la studiava come un chirurgo per i minuti della sigaretta. Osservava quello che mancava al ritratto, cercava nella memoria i dettagli dei suoi occhi, così grandi, così particolari. Le pagliuzze sottili color ambra dell’iride. I minuscoli capillari rosso vermiglio nella sclera bianco avorio. Le ciglia nere come l’abisso, regno di perdizione di tutti i suoi pensieri più atroci. Era come fare l’amore con i suoi occhi. Era come rotolare sul suo piccolo naso. Era come nuotare e scivolare e affogare nei suoi capelli, le sfumature biondo scuro fiotti concentrati, quelle chiare zampilli tenui, diluiti. Si sdraiava sulla sua fronte e scendeva, con cura, verso le sue labbra. Le suonava come una musica, attento ai punti luce e ai contorni. I contorni morbidi e decisi, il muscolo ai margini contratto in un accenno di sorriso. I punti di congiunzione delle due labbra, agli angoli della bocca, ecco, lì avrebbe voluto vivere lui, lì si accoccolava ogni sera dopo aver dipinto il volto di Lavinia, quando il mondo intero smetteva di respirare." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 43s
  • 22° Racconto Bendato _ Margherita

    14 SEP 2021 · "Ci sono gli incubi e ci sono i sogni, Margherita. E ci sono le attese, alla stazione dei pullman e le ore contate. Le attese. Ci sono le attese fra un vedersi e l’altro. Stai diventando campionessa mondiale di attese. Quel tempo sospeso che sa di riso bollito e amici che intasano le ore, mentre nella tua testa tutto quello che sai è che vorresti sbranarlo dalla testa ai piedi, leccare con foga la sua anima - succhiarne l’oscurità - e il suo orecchio. C’è lui che diventa futuro, c’è lui che diventa fumo la sera, c’è lui che. Che senti che non fosse lui non sarebbe un altro. Non sarebbe e non saresti. E basta. Saresti un’altra Margherita, in un altro tempo e spazio. Dove sei, Margherita? In un limbo che ti fa paura da quanto ti fa bene. E tu sei abituata alla lotta e tu sei abituata ai morsi, ai graffi, alle urla. Non puoi avere paura ora. Puoi addomesticarti? Vuoi rispondere di sì. Di sì perché c’è lui che diventa casa, che diventa quella crepa da cui guardare per stare in equilibrio quando l’abisso ti lacera, diventa sollievo come il ghiaccio sulla fronte della febbre. Che la tua schiena non l’hai mai data a nessuno, perché lì c’è scritto il tuo dolore, non come un tatuaggio, più come una lacerazione. Ma lui è diverso, lui si prende cura. Lui ha capito che sei una miscela di cristallo e grafene. Con lui puoi abbandonarti, sciogliere i nodi, consegnargli la schiena, chiudere gli occhi, sognarlo tutta la notte e aver ancora voglia di sognarlo. Dove sei, Margherita. La riconosci questa sensazione? Tutti la chiamano felicità. Tu non vuoi chiamarla, in nessun modo, tu tutto quello che vuoi è viverla, fino all’ultimo respiro." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 56s
  • 21° Racconto Bendato _ Lucia

    2 SEP 2021 · "Guardava quella mela spaccata in due sul ripiano in laminato bianco della cucina. Il succo che usciva timido dalla buccia infranta. Non si sentiva tanto diversa da quella mela, Lucia. “Lucia significa luminosa, lucente”. Così le era stato detto fin da piccola da sua mamma, da sua zia e anche dalla maestra delle elementari che aveva fatto un'intera lezione sui significati dei nomi. E lei di tutta quella luce non ne aveva mai avuto percezione. Sentiva ombre sopra e buio profondo dentro. Quel buio il giorno del temporale sembrava ancora più oscuro e pesante, Perché l’aveva fatto? Il sesso senza amore è solo un passatempo per sbronzi, pensava Lucia, mentre lui si tirava su i pantaloni. Aveva chiuso gli occhi mentre lui raggiungeva il massimo del piacere. Il temporale sbatteva acqua contro i vetri della stanza. Aveva chiuso gli occhi e aveva pensato a Matteo. Ai suoi occhi dai colori indefinibili. Aveva chiuso gli occhi. I tuoni sembravano far crollare il cielo. Ti sei dovuta abituare in 24 ore a sopravvivere da sola. Lui era distante anni luce e adesso, il giorno del temporale, la prima cosa che sei riuscita a fare è stato mischiarti a un’altra solitudine. Brava Lucia. Vuoi un applauso? Recupera i vestiti, la pace, i pezzi. Ora corri, vai veloce, vai a fare i conti con i sensi di colpa, con la tavola da preparare. Metti a scaldare l'acqua per la pasta per due, sorridi, Lucia. Apparecchia la tavola con tutti i tuoi rimpianti e il peso del tuo auto-giudizio. No, non farlo. La tavola rimane vuota. Chiudi gli occhi, Lucia, chiudili forte e sogna ancora il giorno del temporale e il tuo sentirti libera fra le ricche lenzuola di raso che accarezzavano i tuoi contorni e ti facevano dimenticare delle ombre sopra che fanno a botte con il tuo nome." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 32s
  • 20° Racconto Bendato _ Laura

    23 AUG 2021 · "La casa al mare era luminosa e grande. C’erano i finestroni dal pavimento al soffitto. E c’era l’oblò, dalla sala alla camera. l’avevano comprato da una barca e dentro ci avevano messo i coralli e le conchiglie. Il tempo passava tutto intorno ma non dentro l’oblò. Lì dentro era tutto fermo, statico, solenne. Lì dentro era tutto morto. La casa al mare avrebbe potuto essere scambiata per un loft di città se non avesse avuto quella vista sulla spiaggia della riviera. E quel brusio di onde che sbattono e castelli di sabbia. Castelli di sabbia costruiti dai bambini e distrutti dall’alta marea. Era triste vederli risucchiati dal mare. Forse sarebbe più corretto dire che non va bene farsi i “castelli di sabbia” anziché i “castelli per aria”. Meglio insomma non costruire affatto castelli, per sicurezza, meglio uno scantinato. Quello della casa al mare aveva un lucchetto pesante per chiuderlo. Quando Laura scendeva nello scantinato a prendere il vino si sentiva di nuovo bambina, sentiva la paura e faceva tutto veloce per non starci più di qualche minuto. Il suo compagno, Fabio, era in città per lavoro e lei lo aspettava nella casa al mare per il fine settimana. Ma era solo lunedì e tutta quella casa era troppo per lei. Aveva invitato Alice e Lorenzo quella sera a cena. Avevano bevuto il vino della bottiglia che avrebbe dovuto bere con Fabio. Avevano riso. Si erano spostati dal tavolo al divano e dal divano al letto. Il gioco era contare i nei di Lorenzo, tutti i nei del suo corpo. Laura si era fermata a 34. Aveva sentito le palpebre pesanti, il vino stava rilasciando la sua mandibola e non aveva paura di avere - a tratti - un’espressione infantile di meraviglia e incanto. Aveva sentito, senza preavviso, la lingua di Alice che percorreva decisa la linea dritta sulla sua pancia fra l’ombelico e il centro del collo. Aveva chiuso gli occhi e aveva chiesto ad Alice e Lorenzo di fermarsi fino al mattino, che fossero l’unica cosa viva, nella casa al mare con il brusio delle onde e i castelli di sabbia che si sgretolavano in mezzo all’alta marea." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    3m 5s
  • 19° Racconto Bendato _ Rosalba

    3 AUG 2021 · "La domenica di Torino ha l’odore del bucato, dei cocktail rovesciati e delle piazze vuote. Lo sentiva Rosalba. Dove siete finiti tutti? Se lo chiedeva tornando a casa dopo la serata con lui. Solo lui riusciva a farla sentire così speciale. Avevano mangiato cibi cinesi precotti al ristorante all’angolo di Corso Regina, quello con le luci rosse che sembrava un bordello. Avevano riso quando lui, come sempre, aveva fatto quel gioco stupido con le bacchette. Avevano camminato ai Giardini Reali, fino all’angolo con piazza Castello ma non erano entrati in piazza perché lui abitava in un condominio prima della svolta e loro, a quell’ora, avevano solo voglia di andare a letto a ricordarsi quanto il mondo potesse fare meno schifo del previsto dopo qualche ora d’amore. Rosalba aveva le mani che sapevano di salsa di soia e quell’odore forte di involtini primavera fritti che aveva mangiato con le mani. Se ne vergognava e le aveva infilate nelle tasche del cappotto. Da lui era stato bello, come sempre. Il giorno dopo tornando a casa Rosalba aveva chiesto scusa alla sua anima, gonfia di liquidi organici. Aveva chiesto scusa ai suoi genitori che a quell’ora erano già tempo chiusi in fabbrica, il padre e a fare ore di pulizie, la madre. Aveva chiesto scusa ai mattoncini della pavimentazione perché si era dimenticata di non pestare le righe. Aveva chiesto scusa a Giorgia che voleva vederla per studiare insieme. Aveva chiesto scusa al suo gatto perché aveva dimenticato di dargli da mangiare. E aveva chiesto scusa a tutti i crocifissi che aveva incontrato per strada. Era arrivata a casa e aveva chiesto scusa a Marco che la aspettava lì, vicino al gatto e anche lui aveva fame, e aveva gli occhi gonfi di lacrime e sonno e il peso della verità nella pancia che non lo faceva respirare." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 25s
  • 18° Racconto Bendato _ Atena

    27 JUL 2021 · "Il suo nome veniva dal nome della dea della guerra. E in effetti Atena di battaglie ne aveva vinte. Si portava addosso, (oltre questo nome pesante), il fango e i corpi e i muscoli indolenziti. E tutti questi corpi e tutto questo fango che non aveva più voglia di ridere. O forse era tutto quello che voleva davvero senza saperlo ancora. Non è una cazzata la storia che quando non cerchi qualcosa la trovi. E Atena l’aveva scoperto in un pomeriggio-sera-mattino in cui faceva freddo anche se avrebbe dovuto fare caldo. Aveva ritrovato tutto insieme in una persona la capacità di ridere di nuovo. E stanca delle battaglie, stufa del fango e della fatica, aveva deciso che si sarebbe abbandonata a quella risata, a quel piacevole rilascio di serotonina, dopamina e ossitocina. E tutto quel triptofano era come una bombola d’ossigeno sott’acqua. E così Atena, si cucì in punti stretti e vicini le ferite, depose le armi, si mise i primi vestiti che le capitarono sott’occhio, indossò quel sorriso libero e nuovo e decise che se ne sarebbe, finalmente, per una volta, solennemente fottuta di tutto il resto." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    1m 42s
  • 17° Racconto Bendato _ Melissa

    5 JUL 2021 · "L’aveva ucciso una domenica d’estate. L’aveva ucciso con due parole. “Ti lascio”. Lo sguardo fisso di chi non intende tornare sui suoi passi. Era così Melissa. Risoluta e decisa. Gli uomini li uccideva tutti così: “Ti lascio”. Seguivano pianti isterici di giovani ragazzi pieni di sogni e aspettative e con il cuore spaccato in due. – La cosa fondamentale è non abbracciarlo – si ripeteva in testa mentre Luca era esploso in lacrime. – Non abbracciarlo, guarda dall’altra parte, Melissa. Se lo abbracci sei finita. Melissa era tornata a casa sua. Si era fatta una doccia con la tinta rossa sui capelli, aveva usato il bagnoschiuma al borotalco, quello che a Luca faceva venire la dermatite. Così diceva lui. E così Melissa non l’aveva più usato e l’aveva spinto in fondo al ripiano delle creme. Si era vestita elegante. Una spruzzata di profumo e gli orecchini grandi, a forma di luna. Quella sera doveva uscire con Marco. Erano ventidue giorni che si vedevano di nascosto. Quella sera sarebbero andati al cinema e li avrebbero visti tutti. Era la loro prima uscita ufficiale. Chissà quanto sarebbe durato Marco nella vita di Melissa? Chissà quanto tempo sarebbe passato prima del gioco della vittima e del carnefice, dei pianti di lui, dei finti sensi di colpa di lei. Sempre la stessa dinamica. – Gli uomini sono noiosi – glielo aveva detto sua nonna, quando Melissa aveva 5 anni. Nonna Agata si incontrava con vari uomini nel suo appartamento al primo piano. Non faceva differenza se c’era sua nipote Melissa o meno. – La bambina gioca da sola, non farci caso – diceva così all’amico di turno. Non farci caso. Non farci. Caso. Melissa si era messa anche il cappotto nuovo. Marco sapeva di dopobarba del supermercato e vestiti che si sono asciugati male. Il film avrebbe dovuto fare ridere, ma non faceva affatto ridere. Comunque era finito e li avevano visti tutti. Avevano visto tutti che si erano baciati tutto il tempo. Gli uomini sono noiosi. Non farci caso, Melissa. E poi erano finiti, come ogni notte, a contare le stelle. Ce n’era sempre una in meno della sera prima. Sarebbero rimasti al buio." I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 54s
  • 16° Racconto Bendato _ Lucy

    24 JUN 2021 · 16º Racconto Bendato _ Lucy “Il blue moon. Così diceva l’insegna. Scendeva in quel locale e si dimenticava di tutto. C’era la musica alta, lo strano odore dolciastro, quello che faceva la macchina per il fumo, le luci basse e i cocktail colorati. Lucy si truccava, sceglieva la parrucca, passava in rassegna i suoi vestiti da lavoro. Quella sarebbe stata la serata delle piume. Il vestito viola con le grandi piume attaccate. Un pavone con la criniera di un unicorno. Per lei era magia, per lei era arte. Giocava con i suoi travestimenti, lasciava a casa la sua vita da impiegato mediocre in quell’ufficio che sapeva di faldoni e polvere e noia e calcolatrici e dichiarazione dei redditi. Lasciava a casa la carta d’identità con la fotografia di un uomo di circa cinquant’anni, calvo, le rughe d’espressione marcate, gli occhi gonfi e la camicia a righe. In quella foto aveva anche la cravatta perché l’aveva fatta di fretta, uscendo dall’ufficio. In quel locale si dimenticava di tutto. C’era la sua arte, c’era Lucy, la regina delle drag Queen, quella che sapeva far ballare anche i pali della luce. E così mentre passava sul suo viso l’ennesimo strato di fondotinta prima di mettere il fard, pensava ai suoi genitori, anziani, che a quell’ora dormivano, in un palazzone della periferia, nella loro casa che sapeva di brodo di manzo, al divano con sopra i centrini ricamati all’uncinetto, pensava a loro e a quanto si sarebbero vergognati, a quanto non avrebbero capito. Loro figlio tutti i venerdì notte era Lucy, l’anima del Blue moon, la regina delle drag Queen. E gli applausi quella sera erano tutti per lei.” I Racconti Bendati sono scritti da Stephania Giacobone. Le illustrazioni sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
    2m 22s

Mini Racconti scritti da Stephania Giacobone. Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli. Le illustrazioni di ciascun episodio sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati. Tre...

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Mini Racconti scritti da Stephania Giacobone.
Reading con la splendida voce di Tamara Malgaroli.

Le illustrazioni di ciascun episodio sono opere di Simonetta Pedicillo della serie dei Disegni Bendati.

Tre donne. Scrittura, lettura, disegno. Tre arti che si uniscono con passione.
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Author Stephania Giacobone
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