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Elementi di Teologia morale

  • 57 - Le virtù cardinali in particolare e i vizi

    3 JAN 2024 · Podcast n° 57. Le virtù cardinali in particolare e i vizi Proseguiamo oggi nel nostro cammino di analisi delle virtù cardinali e concluderemo parlando brevemente dei vizi. LA GIUSTIZIA Concetto. La virtù della giustizia consiste in una volontà ferma e costante di rispettare tutti i diritti e di adempiere tutti i doveri. Sotto certi aspetti non c'è virtù più alta, poiché tutti gli atti onesti procedono dalla disposizione di rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto. Per questa virtù gli uomini sono riuniti in società e partecipano a una vita comunitaria.Divisione. Come la prudenza, possiamo considerare anche la giustizia dal triplice punto di vista degli elementi, delle specie e degli atti. Gli elementi della giustizia consistono nell'evitare il male e nel fare il bene. Il primo ha il suo contrario nella trasgressione, e il secondo nella omissione.Distinguiamo la giustizia in generale e particolare. La giustizia generale è la forma della virtù in quanto le subordina tutte al suo fine, che è il bene comune. È detta anche giustizia legale (o sociale), in quanto per essa l'uomo obbedisce alla legge, che ordina gli atti di tutte le virtù al bene comune della società. A questo titolo, la giustizia generale assolve, sul piano naturale e politico, la funzione della carità sul piano soprannaturale. La giustizia particolare concerne il bene particolare degli individui. Essa si suddivide in giustizia commutativa e in giustizia distributiva.La giustizia commutativa regola i rapporti tra privati e consiste nel rendere a ciascuno quello che gli è dovuto, rispettando negli scambi l'uguaglianza materiale: essa ha per oggetto i diritti e i doveri stricto sensu; è violata dall'omicidio e dai maltrattamenti, dal furto, dalla menzogna, dalla calunnia, dall'ingiuria, ecc. Ogni violazione obbliga alla restituzione o alla riparazione. La giustizia distributiva regola i rapporti tra la società e ognuno dei suoi membri. L'obbligazione essenziale ch'essa impone è l'imparzialità; la quale è violata dal favoritismo, che è una preferenza ingiusta nella distribuzione dei beni pubblici.Gli atti della virtù di giustizia corrispondono ai differenti doveri che la ragione prescrive, sia verso Dio (virtù di religione), sia verso i genitori (pietà filiale), sia verso gli uomini (giustizia in senso stretto). Quest'ultima virtù coincide con la giustizia commutativa, comprende il rispetto delle persone (amore e amicizia), il rispetto della verità (veracità), delle promesse e dei contratti (fedeltà), la riconoscenza, la liberalità, l'equità. LA FORTEZZA Concetto. Considerata in generale, la virtù della fortezza è «una fermezza dell'anima contro tutto ciò che la molesta in questo mondo». In quanto virtù cardinale, la fortezza è la virtù che fa superare le difficoltà e i pericoli che oltrepassano la comune misura e fa sopportare con pazienza le più gravi avversità.Vi sono tre vizi che si oppongono alla fortezza: il timore eccessivo, l'assenza di timore e l'avventatezza temeraria. La vera fortezza non consiste nel non temere nulla e nell'osare ogni cosa, ma nel temere con prudenza e nell'osare senza temerarietà: ove occorre, essa sa andare incontro ad una morte certa, ma evita senza timore apprensivo ogni pericolo superfluo.Gli elementi della fortezza. La fortezza è la risultante di quattro virtù secondarie: la magnanimità, la magnificenza, la pazienza e la perseveranza. La magnanimità si impegna in grandi imprese, non per il profitto o l'onore che ne possono venire ma in ragione della loro eccellenza e nonostante le loro difficoltà. La magnificenza si compiace di attuare, senza arretrare dinanzi alle più grandi spese, le grandi opere che la magnanimità ha concepite.Questa virtù, intesa in questo senso, è riservata ad un piccolo numero.Non è la stessa cosa della pazienza e della perseveranza, per le quali l'uomo non si spaventa delle sofferenze, delle noie, dei contrattempi, del lavoro. La perseveranza avanza sempre e la pazienza non indietreggia mai. Tuttavia la prudenza insegna ad essere perseveranti senza ostinazione e pazienti senza pusillanimità. LA TEMPERANZA
    11m 37s
  • 56 - Le virtù cardinali in generale e la prudenza

    20 DEC 2023 · Si enumerano quattro virtù principali, dette cardinali (da cardo, cardine), perché sono come i centri o cardini intorno ai quali si ordinano tutte le altre virtù morali. Tali sono la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza. Questa distinzione, proposta da ARISTOTELE e ripresa da San TOMMASO, si giustifica oggettivamente e soggettivamente, avendo ogni virtù un oggetto distinto e un soggetto immediato distinto.
    10m 33s
  • 55 - La virtù morali

    12 DEC 2023 · Nel podcast di oggi parleremo delle virtù morali in generale. La volontà libera, come abbiamo visto, è il principio essenziale degli atti umani. L'elemento della volontarietà come s'è visto è spesso rafforzato o diminuito dal gioco delle disposizioni morali che si sovrappongono alla volontà e pesano sulla scelta che essa opera. Queste disposizioni sono di due specie: le passioni e gli «abiti». Dal punto di vista psicologico le passioni sono considerate piuttosto come inclinazioni predominanti o stati, mentre qui le consideriamo quali movimenti più o meno forti dell' appetito sensibile, aventi un loro peso sulla decisione della volontà e sul giudizio della coscienza. Sotto questo aspetto, il giudizio morale sulle passioni è stato dato quando abbiamo studiato i gradi di volontarietà, ed è inutile qui ripeterlo.Gli abiti corrispondono contemporaneamente alla passione, intesa nel senso di inclinazione più o meno stabile, e alla abitudine. Gli abiti operativi si situano tra le facoltà e i loro atti, come determinazioni particolari che procurano alle diverse facoltà una facilità più o meno grande a produrre le loro operazioni. Ora studieremo gli abiti in quanto costituiscono delle disposizioni morali o, per servirsi di termini ormai consacrati, delle virtù e dei vizi.
    8m 50s
  • Explicit

    54 - Possibilità e realtà del bene morale naturale nei singoli stati di natura

    8 DEC 2023 · In questo podcast vediamo nello specifico, nei diversi stati di natura la possibilità dell’uomo di compiere il bene morale a livello naturale. Nello stato di Grazia (in statu gratiae) le forze morali dell’uomo sono particolarmente capaci di porre sentimenti e atti buoni. Numerosi Teologi intendono per realtà di atti puramente naturali tutti quei casi in cui l’agente trascura di seguire un impulso soprannaturale. Perciò la maggior parte segue l’opinione di S. Tommaso, secondo cui nella giustificazione ogni atto naturale buono viene nello stesso tempo elevato alla sfera soprannaturale, mediante la carità. Perciò secondo lui non c’è nessun indebolimento per il volere o l’agire puramente naturale.
    7m 25s
  • 53 - L’atto morale naturale buono

    22 NOV 2023 · L’oggetto di questo podcast riguarderà il concetto e la possibilità del bene morale naturale in generale.Poiché la Grazia realmente propone all’uomo un fine soprannaturale, dona impulsi e forze soprannaturali e fonda l’intima connessione fra naturale e soprannaturale, potrebbe apparire superfluo da parte della Morale cristiana trattare del concetto e dell’esistenza di una moralità puramente naturale. Ma già la storia dell’insegnamento cristiano della Grazia, da S. Agostino a Pelagio, fino a Lutero, Baio, Giansenio, dimostra l’importanza della questione.
    10m 33s
  • 52 - L’importanza dell’ascesi

    8 NOV 2023 · In questo podcast tratteremo un argomento di fondamentale importanza: l’ascesi. Oggi nella Chiesa vediamo una crisi profonda ed una delle cause, sebbene non primaria, è proprio la mancanza di una lotta personale per l’esercizio della virtù. Infatti, a fianco di una positiva attività morale sta la necessità di una lotta intima, aspra. Poiché la lotta contro la sensibilità e gli altri disordini e debolezze è nella morale naturale una necessità essenziale, l’etica di tutti i pensatori e di tutti i popoli l’ha riconosciuta. Anche la trasfigurazione soprannaturale sostanziale dell’uomo non rende superflua l’abnegazione. Essa piuttosto eleva, anche in questo, lo spirito e il grado del precetto morale. La Mistica non è nemica, ma sorella dell’Ascesi. L’amor di Dio, anima della santità cristiana, è amore della sofferenza e del sacrificio. La croce, segno di redenzione, è anche distintivo dell’imitazione morale del Cristo. Questa connessione, che ha sempre caratterizzato il Cristianesimo genuino, si spiega nella maniera seguente: - La vocazione soprannaturale come tale indirizza il pensiero e l’agire dell’uomo a un fine così grande e nobile, che di fronte ad esso tutto ciò che è terreno e umano appare, al più profondo sentimento, come privo di valore, e la rinunzia ai piaceri mondani appare come unica sapienza. E viceversa la vita di rinunzia al mondo diviene una silenziosa, ma valida predica del soprannaturale. - Gli effetti del peccato originale continuano a rimanere dopo il battesimo e richiedono spesso lotte faticose e vigilanza incessante, tanto più dolorose, quanto più evidentemente sono in contrasto con la dignità di figli di Dio. Ciò deve conservare il cristiano in umiltà, nel costante sentimento della sua dipendenza dalla Grazia. Costituisce d’altra parte una espiazione al peccato di superbia dei progenitori e mantiene lontana la tentazione di orgoglio e di separazione da Dio. - La natura morale dell’uomo ha bisogno soprattutto della lotta e dell’abnegazione per sviluppare pienamente le sue forze, approfondire la sua vita interiore, esperimentare vivamente il valore del bene e del bello nel contrasto col male e imparare a servire al valore supremo, al Bene divino nel sacrificio di sé. La lotta faticosa tiene vigile la coscienza dell’uomo, che egli quaggiù non può sperare riposo e pienezza di gioia, anzi deve tendere lontano senza stanchezze, per trovare nell’aldilà la piena pace.Il richiamo a tutto ciò che s’è detto giustifica il principio: “la grazia non distrugge, ma suppone e perfeziona la natura”.Vediamo insieme le diverse parti di questo principio: - La Grazia non distrugge la natura e non la compromette Essa non sopprime la legge naturale. Tutte le conclusioni dell’etica naturale rimangono perfettamente valide nel regno della Grazia. Essa non sopprime le forze dell’uomo naturale. La Grazia di Dio non rende in nessuna maniera impotente l’anima dell’uomo, ma solo risana le sue tendenze ed abusi disordinati.
    6m 16s
  • 51. L’influsso morale dello stato di Grazia

    1 NOV 2023 · In questo nuovo podcast vedremo come la giustificazione conferisce una nuova esistenza, che non è rigida e chiusa in sé, ma capace di sviluppo e di accrescimento. In poche parole, vedremo insieme cos’è lo “stato di grazia” di cui si parla a catechismo.Si tratta della vita divina dell’anima, che attraverso le sue forze vitali vuole esprimersi e manifestarsi fecondamente in buone opere.Poiché la giustificazione si compie in un solo istante, si è pensato dai falsi maestri che essa sia la stessa in tutti gli uomini, e immutabile. Alcuni giunsero a questa concezione per aver sopravvalutato il principio mistico e sacramentale: la Grazia dovrebbe portare gli uomini, come a fine suo proprio, a una comunione che non si può perdere con Dio. Altri, come Lutero, sottovalutarono l’importanza dell’elemento mistico dell’anima: la Grazia lascerebbe tutto immutato nell’anima, solo che questa riceverebbe una “imputazione giuridica” dei meriti redentori del Cristo. Tale imputazione sarebbe per sua natura uguale in tutti gli uomini e per tutti i gradi. In entrambe le concezioni si annulla la forza morale del nuovo principio di vita soprannaturale.
    10m 40s
  • 50 - La conversione e la giustificazione del peccatore.

    24 OCT 2023 · In questo podcast di oggi vedremo un elemento molto importante della dottrina cattolica, ovvero quello della conversione e della giustificazione del peccatore. Il perdono del peccato e la partecipazione della Grazia costituiscono l’opera della giustificazione. In essa viene assicurato il frutto dell’opera della Redenzione agli uomini aggravati dal peccato originale o anche dai peccati personali.Negli adulti occorre anche la cooperazione propria, un’azione cosciente libera: Chi ti ha creato senza di te non ti giustifica senza di te, dice S. Agostino.
    11m 57s
  • 49 - La Grazia della Redenzione

    17 OCT 2023 · In questo nuovo podcast vedremo come Cristo, dopo che la Grazia era stata perduta dall’umanità per il peccato, ha ristabilito la Grazia soprannaturale nella Grazia della Redenzione, senza per questo sopprimere tutte le conseguenze morali del peccato.La grazia santificante partecipata ai progenitori era anche una nobilitazione della natura, che univa armonicamente le più alte e le più basse energie mediante i doni preternaturali, il dono della chiarezza del pensiero, del sicuro lieto dominio della volontà sulla sensibilità, e la assenza dei dolori della morte corporale. Mediante il peccato originale, la superbia e il rifiuto dell’ubbidienza dei progenitori, andò perduta per essi e per i loro discendenti la soprannaturale amicizia con Dio, che essi avevano ricevuto come dono ereditario per sé e per l’umanità. La vita più alta, la vita divina con tutti i suoi doni e le sue forze svanì. La conseguenza fu la rottura dell’armonia che fino allora regnava nell’uomo fra spirito e sensibilità. Anche se nessuna parte della natura umana fu distrutta, il retto ordine si dileguò fra le facoltà dell’anima. Ognuna seguì il suo istinto naturale e la sua forza di gravità e turbò o rese difficile il dominio dello spirito su di esse.
    10m 9s
  • 48. Soprannaturalità dell’atto morale (la grazia)

    10 OCT 2023 · Dopo aver considerato, nei podcast precedenti, le forze morali naturali e le possibilità dell’uomo, la sua coscienza, la sua forza di decisione personale, cioè la libertà della volontà e il complesso delle forze psico-fisiche morali, bisogna che consideriamo ora le capacità e forze morali soprannaturali, che sono in relazione con le forze naturali e le perfezionano (la grazia suppone la natura, e non la distrugge, ma la perfeziona), e sono necessarie perché il cristiano realizzi la imitazione del Cristo.
    10m 17s

Cari ascoltatori di Radio Roma Libera, con questo podcast si introduce un nuovo filone di audio dedicati ad una disciplina scientifica di fondamentale importanza: la Teologia Morale. Approcceremo l’argomento cominciando...

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Cari ascoltatori di Radio Roma Libera, con questo podcast si introduce un nuovo filone di audio dedicati ad una disciplina scientifica di fondamentale importanza: la Teologia Morale. Approcceremo l’argomento cominciando dalla “filosofia morale”, che si pone a fondamento della teologia morale. Tra filosofia e teologia morale intercorre la stessa relazione che sussiste tra ragione e fede: l’una funge da base per la seconda e l’altra amplia e perfeziona la prima. Per questo motivo, ci avvarremo primariamente della lettura di uno scritto di Régis Jolivet (1891-1966), sacerdote e professore nell’Università Cattolica di Lione dal 1926. Nel 1932, per sua iniziativa, venne creata in tale università la Facoltà di Filosofia della quale fu decano per molti anni. Una delle sue opere principali fu il Trattato di Filosofia del 1954, suddiviso in cinque volumi: Logica, Cosmologia, Psicologia, Metafisica e Morale. In particolare, ci apprestiamo a leggere e studiare il primo di due tomi relativi alla Morale i quali trattano rispettivamente della Morale Generale, che ha per oggetto di determinare le condizioni generali della rettitudine morale degli atti umani, e della Morale Speciale, ovvero l’applicazione dei princìpi universali della moralità alle diverse situazioni dell’esistenza e ai rapporti che noi stabiliamo con il prossimo. Di tanto in tanto ci avvarremo anche dell’ausilio di un testo più propriamente di Teologia Morale, scritto dal padre Joseph Mausbach (1861-1931) e del Dizionario di Teologia Morale dei cardinali Francesco Roberti (1889-1977) e Pietro Palazzini (1912-2000). Quanto a quest’ultimo, risulta utile citare uno degli scopi con cui i cardinali lo hanno redatto:




“[…] La morale domina tutta l’attività umana ed essa sola è capace di condurla al suo perfetto sviluppo. Le più gravi obiezioni contro la religione non provengono dalla speculazione ma dai costumi. Molti crederebbero, se accanto al Credo non ci fosse il Decalogo. Le difficoltà di ordine teoretico sorgono quando servono per giustificare o nascondere gli ostacoli di ordine pratico. L’uomo agisce secondo quello che pensa, ma finisce col pensare quello che fa”.




Lo studio approfondito della morale è certamente di grande attualità in quanto, anche all’interno del mondo cattolico, sembra essersi persa la cognizione in primis di una corretta concezione dell’uomo e della sua natura, e in secundis dei fini a cui essa tende. Da ciò deriva il fatto che le persone non siano più in grado di discernere se un atto sia o meno conforme all’ordine stabilito da Dio e, di conseguenza, se sia buono, e quindi da desiderarsi e compiersi, o malvagio e quindi da rigettare ed evitare, secondo il noto principio morale per cui si deve fare il bene ed evitare il male. Tale smarrimento ha dei riscontri nella vita quotidiana a partire proprio da quei temi che, nel gergo comune, vengono definiti “etici” e sui quali ci si esprime continuamente senza però dire nulla di decisivo: temi come aborto, eutanasia, suicidio assistito e famiglia, tanto per citarne alcuni, sono continuamente oggetto della discussione filosofica e politica, ma sempre trascurando la dimensione morale che dovrebbe caratterizzarli. Il risultato di questo è una confusione generalizzata su ciò che, oggettivamente, sia moralmente lecito o meno, dando luogo ad una anarchia morale de facto che spinge le persone a vivere etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse, con una norma morale soggettiva e relativizzata o, addirittura, senza norme morali. Una fra le conseguenze pratiche di questo è l’instaurarsi, nell’ordinamento giuridico, di leggi ingiuste che mietono giornalmente una quantità indefinita di vittime. Non solo: da ciò deriva anche una crisi culturale, sociale, morale e spirituale apparentemente impossibile da sanare, in quanto è venuta meno quella griglia valoriale di riferimento tramite cui offrire una soluzione ai problemi del nostro tempo, inquadrandoli correttamente nelle loro radici profonde. Un’umanità che non si ponga come obiettivo un’inversione di tale tendenza, è inevitabilmente destinata all’auto-distruzione come, purtroppo, i recenti accadimenti attestano. 

Auspico che, seppur lo studio della morale richieda un certo sforzo intellettuale, esso possa costituire uno spunto di riflessione utile per tutti coloro cui è stata affidata la responsabilità delle anime tanto nell’ambito ecclesiale (sacerdoti, vescovi) quanto nell’ambito statuale (governanti) ma anche, più in generale, per tutti gli uomini di buona volontà che perseguono, a vario grado e titolo, la restaurazione dell’Ordine naturale e cristiano.
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Author radioromalibera.org
Categories Christianity
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