5 MAY 2020 · Con la pandemia di COVID-19 ci troviamo di fronte a un’emergenza ignota e imprevista, cui il sistema sanitario nazionale, pur abituato alle emergenze, non era preparato. A complicare la non familiarità con questo virus, si aggiunge la velocità di diffusione, e di conseguenza la velocità con cui si è dovuto affrontarla: una sorta di emergenza nell’emergenza.
Pianificare una gestione del rischio in questo contesto è essenziale e possibile a partire da due entità: gli organi della sanità che sono preparati per affrontare anche l’emergenza ignota, e gli organi che vanno oltre l’ambito sanitario e si occupano di gestione della crisi.
A questo scopo diventa determinante la chiarezza nella catena di comando e nella comunicazione. Finora si è generato un flusso di informazioni contraddittorie o poco chiare che hanno accresciuto il disorientamento e la sfiducia: non solo nei cittadini, ma anche tra gli operatori sanitari stessi e tra operatori sanitari e pazienti. Una situazione che rischia di avere risvolti negativi anche dal punto di vista legale. Gli errori in termini di gestione del rischio e dei flussi informativi non possono però essere addebitati all’operatore sanitario: è necessario dunque pensare a norme ad hoc che tutelino sia gli interessi del paziente, sia quelli del medico.
Oltre alla componente giuridica, c’è però anche una componente emotiva, che non si risolve col diritto ma con la comunicazione. Anche lato comunicazione bisogna dunque essere vicini agli operatori sanitari, per permettere loro di lavorare nel modo più sereno possibile.
INTERVENGONO:
Flaviano Antenucci, Hospital & MedMal Risk Manager
Jean-Paule Castagno, Dottore di ricerca e avvocato
Claudio Garbelli, Specialista igiene e medicina preventiva e valutatore sistemi qualità aziende sanitarie
Andrea Minarini, Direttore UOC Medicina legale AUSL di Bologna