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RADIOVENETODRAMMA trasmissioni d'autore

  • Fabula Saltica legge "Scano Boa" di Gian Antonio Cibotto

    20 JAN 2021 · #Visioni online #RadioVenetodramma - trasmissioni d'autore Fabula Saltica legge "Scano Boa" di di Gian Antonio Cibotto narrazione di Andrea Zanforlin riduzione e adattamento del testo a cura di Claudio Ronda e Andrea Zanforlin Accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini "Scano Boa" è la storia di un vecchio pescatore che a Scano Boa, località “in cima” al Delta del Po, vive l’ultima disperata avventura: la pesca dello storione. Il paesaggio piatto e uniforme del Polesine diventa ruvido e indimenticabile guardato con gli occhi sofferenti dei suoi personaggi. Questo di Scano Boa è l’eterno, disperato, struggente e umanissimo canto all’ ostinazione e all’ irriducibilità dell’ uomo dove la vita e la morte si incontrano a galleggiare in barca, sciolte dall’ acqua scura e “mulinellosa” del Po. Il lavoro a due mani svolto da Claudio Ronda e Andrea Zanforlin è stato quello di estrarre delicatamente le parti intense del testo, mantenendo intatte parole e senso dello scrittore Gian Antonio Cibotto. L’ unica licenza è stata quella di interpretare il vecchio dandogli un accento imbastardito del nord, immaginandolo in queste terre da una vita. Cibotto è stato un grande scrittore e giornalista italiano, di Rovigo, proprio la terra dove abitano e lavorano Claudio e Andrea. Il Veneto, la sua terra natia, ha rappresentato una costante all’ interno della sua produzione narrativa.
    56m 34s
  • Fondazione Aida legge "La mia casa di campagna" di Giovanni Comisso

    15 JAN 2021 · con Paolo Rozzi accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini È l’uomo e l’artista Comisso, con la sua capacità descrittiva di luoghi e personaggi e le sue doti elegiache, che esce dalla lettura scenica di “La mia casa di campagna”, il suo romanzo più conosciuto e forse più riuscito. Comisso narra in questo lungo racconto, che è anche un rifacimento di scritti e pagine precedentemente stilati sotto forma di appunti, il periodo passato in una sua dimora di campagna: esattamente una casa colonica situata a Zero Branco nel Trevigiano, tra il 1930 e il 1955, e acquistata con i proventi “dei circa cinquanta articoli scritti durante il mio viaggio nell’Estremo Oriente”. In questo “mondo-fuori dal mondo” Comisso vive il passaggio dalla mezzadria alla piccola proprietà, il mutare dell’Italia agricola in Italia industriale con il conseguente disgregarsi del paesaggio rurale e delle condizioni di vita contadina. Vive naturalmente la seconda guerra mondiale, che molto contribuirà a questo cambiamento non solo di vita e di produzione ma anche e soprattutto di mentalità. Vive i pensieri e le vite di molti contadini che descrive in maniera ineguagliabile, come descrive la vita delle piante e degli animali, metafore di quello che succede nel mondo a lui contemporaneo. La “casa di campagna” diviene così un microcosmo dove l’autore e di tutto un sentire a lui contemporaneo si riflettono con risultati di altissima poesia.
    56m 34s
  • Fucina Culturale Machiavelli legge "Il fabbricante di occhiali" di Sara Meneghetti

    12 JAN 2021 · con Stefano Scherini accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini "Il fabbricante di occhiali", prima opera per ragazzi di Sara Meneghetti, racconta di quella volta in cui la vita di un piccolo paese di provincia venne sconvolta dall'arrivo di Domenico Inventa, fabbricante di occhiali molto particolare. L'arrivo di un forestiero nel paese desta già di per sè qualche sospetto. Figuriamoci poi che baraonda quando si viene a sapere che Domenico Inventa realizza occhiali che ti permettono di fare quello che desideri! Ci sono gli occhiali che mostrano quali sono le persone affamate e aiutano la pasticcera ad attirare i clienti, gli occhiali che permettono al pescatore di vedere i pesci in profondità, quelli che fanno vedere solo le cose belle e quelli che mostrano i sentimenti delle persone. L'entusiasmo è alle stelle nel paese, ma si sa: c'è sempre qualcuno che non vede di buon occhio le novità...
    38m 42s
  • Livello 4 legge "Il ragazzo morto e le comete" di Goffredo Parise

    8 JAN 2021 · Lettura scenica di Alessandro Sanmartin Accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini Nel 1951, a soli vent'anni, Goffredo Parise propone all'editore Neri Pozza il romanzo più poetico, macabro, surrealista e spiazzante del dopoguerra italiano; un temerario racconto «lirico e cubista (cioè romantico)», irto di «fratture narrative, di tempo e luogo», sull'amicizia tra due ragazzi. Scritto con l'esplosiva urgenza di chi «vede la vita a batticuore», Il ragazzo morto e le comete nulla ha da spartire con la letteratura allora dominante. Ed è naturalmente un insuccesso. Parise ci fa entrare in un mondo di confine, in una storia notturna dove vita e morte si confondono e la scrittura può scorrere liquida, con un linguaggio poetico, vibrante e carico di intensità. Ne esce un romanzo dallo stile cinematografico, vitale e colmo di rimandi all'energia dell'amicizia, all'adolescenza e ai suoi fremiti. Un viaggio nel rapporto tra la morte e la vita, che finisce per turbarci profondamente e lasciarci a bocca aperta. Molto c'è di inattendibile, o forse è il nostro concetto di realtà ad essere difettoso. Il protagonista esiste e non esiste allo stesso tempo; non ha un nome, è un'idea, un'invenzione, un punto di oscurità intorno al quale si svolgono e avvolgono le vicende degli altri personaggi. È un romanzo che continua ad interrogarci attraverso riflessioni meravigliose sulla morte, la guerra, la gioventù, l'amicizia, l'amore. Leggere oggi Il ragazzo morto e le comete ci mette di fronte alla densità e alla poesia dei grandi scrittori del Novecento, con la carica rivoluzionaria e ambigua di certi autori americani contemporanei. A settant'anni di distanza, questo libro resta un esempio di avanguardia, di postmoderno: a metà tra il Neorealismo e Fellini, tra Guadagnino e Garrone. Ma l'urgenza assoluta che ci coglie, è il grido di una gioventù spezzata, di una generazione tra le macerie, senza ambizioni, di cui la morte e la solitudine sembrano gli unici destini, se non per quell'amicizia, che sola conosce il nostro nome. “(...) Dio era una cometa apparsa nel cielo, bellissima e misteriosa, la più bella di tutte le comete; ma come tutte anch’essa aveva compiuto il suo giro, ci aveva illusi e si era spenta come una pietra, nel buio. (...)”
    55m 8s
  • Farmacia Zooè legge "Il deserto dei tartari" di Dino Buzzati

    5 JAN 2021 · Accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini Giovanni Drogo, un sottotenente, viene mandato in una lontana fortezza. A nord della fortezza c'è il deserto da cui si attende un'invasione dei tartari. Ma l'invasione, sempre annunciata, non avviene e l'addestramento, i turni di guardia, l'organizzazione militare, appaiono cerimoniali senza senso. Quando Drogo torna in città per una promozione, si accorge di aver perso ogni contatto con il mondo e che ormai la sua unica ragione di vita è l'inutile attesa del nemico. Tornato alla fortezza, si ammala e proprio allora accade l'evento tanto aspettato: i tartari avanzano dal deserto. Nell'emozione e nella confusione del momento, senza che lui possa prendere parte ai preparativi di difesa, Drogo muore, dimenticato da tutti.
    1h 9m 20s
  • Il gruppo del Lelio legge "La nostra polenta quotidiana" di Dino Coltro

    2 JAN 2021 · con le voci di Fabia Ceccon e Angelo Lelio regia di Angelo Lelio Accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini La magia che Dino Coltro crea con le sue parole, conservando il carattere della narrazione orale, è emozionante: sembra di essere accanto al focolare, su una sedia impagliata, ad ascoltare la vecchia nonna. Le storie de “La nostra polenta quotidiana” entrano nei cuori, a volte con una infinita tenerezza che strappa un sorriso d'affetto, come se la narratrice fosse a noi vicina e potessimo farle una carezza; in altri frangenti, invece, le parole fanno male, arrivano schiette e, come lame taglienti, aprono ferite. Ferite che ci portano alla durissima condizione della donna nel mondo contadino: costretta a servire in casa, per far quadrare il magro bilancio e sfamare la numerosa famiglia e nei campi, come l’uomo, sfruttata dai proprietari terrieri. Nei racconti si ritrovano tutti i tratti dell’immenso sapere delle contadine: conoscenze legate alla natura, al ciclo calendariale, alla cura con le erbe officinali, insieme al mondo magico disseminato di strie e fenomeni spaventosi e inspiegabili. Un tributo che abbiamo voluto fare alle donne, alla loro forza e al loro sapere, a tutto quello che hanno subito, alle loro storie che rischiano di essere dimenticate.
    59m 16s
  • Alessandra Niero legge "Lei" di Mariapia Veladiano

    30 DEC 2020 · Progetto per radiodramma a cura di Alessandra Niero Accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini Maria. Cosa c’è di divino nell’essere giovane madre di un figlio arrivato per grazia o per caso, e poi sperare per lui una vita buona, abbastanza buona e insieme temere per lui con tutte le paure di tutte le madri, che non incontri il male, che non sia troppo speciale, che il mondo lo accolga o almeno lo lasci in pace. Vivere in pace. “Lei” racconta la storia di Maria, che è la storia di tutte le madri, in ogni luogo ed epoca. Maria, che parla solo sei volte nei Vangeli. Maria, il cui corpo non viene descritto per pudore. Maria, che il mondo ha sempre ritratto come una donna ieratica, remissiva, composta, che non sorride mai. Maria Pia Veladiano ci presenta la “vera" Maria. Una donna con un corpo e una voce, che racconta in prima persona la sua storia dopo quel “sì” che ha cambiato la sua vita. Una donna forte e determinata nella sua fede, ma allo stesso tempo fragile e piena di paure. La straordinaria normalità e insieme intensità con cui Maria ha dovuto vivere la sua vicenda di donna e madre è sorella della nostra normalità. Giovanissima, impreparata, esposta a ogni vento minaccioso, la storia di ogni madre. La maternità è gioia e paura. È un atto di fiducia, un salto nel vuoto. Per tutte le madri è così. Accogliamo una vita che viene perché pensiamo che ci sia un mondo pronto ad accoglierla. Non si pensa subito al dolore. Però si sa che il dolore può colpire lui come ogni altro. “La vita è servire la vita, servire e amare la vita e accogliere la gioia che viene e il tempo in cui gioire è impossibile. Tutto si consegna e diventa salvezza”.
    47m 10s
  • Susi Danesin e Simone Carnielli leggono "Altre 20 volte" di Marta Dalla Via

    24 DEC 2020 · ’ notte e Minna si sveglia stupita. Qualcosa si muove nella sua bocca. Un dente ballerino? E’ notte e Minna si alza impaurita. Qualcosa si muove nella sua cameretta. La fatina dei denti? No. Non è la fatina dei denti, è un ragazzo tutto cravatta e bottoni: deve essere un supplente. Un sostituto. Quello che interviene quando manca qualcun altro. Minna fa tante domande. Il Supplente, equilibrista su un filo interdentale le risponde e si confonde. Attraversano la notte e i suoi paesaggi sonori. Intanto l’incisivo tentenna sulla gengiva come dal bordo di un grattacielo poi si stacca e siamo tutti costretti a guardare giù. E’ caduto. E’ morto? Si è staccato per fare spazio a qualcosa di nuovo che un giorno sarà dente. Minna non sa come riempire questo brutto buco pieno di mancanza. Non rimane che accettare questo spazio vuoto dove la lingua si ostina ad andare. Un piccolo dolore come di qualcuno che preme sulla gengiva. Questa notte di vento è un momento di separazione, è il delicato funerale di un minuscolo osso. E’ attesa che il dente permanente faccia capolino come un prezioso chicco di riso, come un regalo la mattina del proprio compleanno. Ma se quel ragazzo non è il sostituto della fata dei denti, allora chi è? Parlare di morte ai bambini è ancora tabù: è motivo di timori e imbarazzi che alimentano silenzio e qualche bugìa. Purtroppo nessuno di noi ha i mezzi per impedire ai bambini di incontrare il lutto o la tristezza ( siamo solo attori!) ma parlarne irrobustisce “il cervello del cuore”. Esiste un posto ideale, un luogo sicuro dove la condivisione e lo studio del sé sono materie principali: il teatro. Questa favola è un piccolo atto di coraggio grande come un dente. La paura è uno sforzo inutile.
    31m 22s
  • Tib Teatro legge "Le cose fondamentali" dal romanzo di Tiziano Scarpa

    18 DEC 2020 · Leonardo: Vassilij Gianmaria Mangheras Tiziano: Solimano Pontarollo Voce Narrante: Daniela Nicosia drammaturgia di Daniela Nicosia Accompagnamento musicale a cura del Circolo E. Segattini. Una relazione tutta maschile quella presente ne Le Cose Fondamentali, una storia che improvvisamente si tinge di noir, subisce un’accelerazione e precipita verso la non scontata conclusione mentre il senso di una morte sempre in agguato viene sconfitto dal respiro della vita. Due amici, Leonardo e Tiziano, il primo diviene padre e si ritrova a fare i conti con la parte femminile di sé, con il sentimento assoluto della paternità instaurando una sorta di dialogo sui generis col neonato, un maschio, anch’esso, cui, fin da ora, dedica parole. Leonardo scrive al figlio le cose fondamentali per prepararlo alla vita, proteggerlo, a suo modo, da essa, dalle sue bugie, dai suoi rovesci… Tiziano, l’amico, sembra non prenderlo sul serio, ostenta cinismo, sarcasmo ma, anche lui, è attratto dalla forza della vita allo stato puro che quel neonato esprime. Finché improvvisamente sarà proprio la vita a spiazzare entrambi. Una situazione estrema e umanissima rimescolerà i ruoli, rivelando aspetti nascosti della personalità dei due amici, che forse, fino a quel momento, più che vivere hanno preferito guardarsi vivere…
    35m 25s
  • exvUoto teatro legge "Viaggio in Italia" di Guido Piovene

    17 DEC 2020 · riduzione a cura di Tommaso Franchin voce Andrea Dellai 🎵 Accompagnamento a cura di Ensemble Musagète con Giordano Pegoraro, Remo Peronato e Gabriele del Santo. Coordinamento musicale a cura di Cesare Galla. Con "Viaggio In Italia" di Guido Piovene, exvUoto teatro continua la sua indagine sulle città e i paesi italiani iniziata con il progetto Mappatura Emotiva di un Territorio nel 2017. La voce di Andrea Dellai accompagnata dai musicisti dell’Ensemble Musagète offre al pubblico alcune pagine scelte tra quelle che Piovene scrisse sul Veneto (ma non solo) per giocare un po’ a riconoscersi e scoprire come, se è vero che i mutamenti politici e urbanistici hanno spesso cambiato il volto dell’Italia dagli anni ’50 ad oggi, la penna dello scrittore vicentino abbia colto e fissato su carta quei tratti della nostra identità così profondi da essere attuali ancora oggi. exvUoto teatro è impegnato proprio in questi mesi nella mappatura emotiva di diversi comuni vicentini tra cui Vicenza stessa (in collaborazione con ALDA, gruppo Scintilla e Theama Teatro), Marano Vicentino e Carrè. Leggere o rileggere "Viaggio in Italia" di Piovene è anche un modo per viaggiare, anche nel tempo, in questo momento in cui spostarsi di città in città è sempre più difficile.
    54m 58s

Nasce RadioVenetodramma - trasmissioni d'autore, l'archivio digitale del patrimonio letterario-teatrale veneto con la direzione artistica di Giancarlo Marinelli. Le compagnie teatrali venete, accompagnate da musicisti, portano in audio romanzi, racconti...

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Nasce RadioVenetodramma - trasmissioni d'autore, l'archivio digitale del patrimonio letterario-teatrale veneto con la direzione artistica di Giancarlo Marinelli.

Le compagnie teatrali venete, accompagnate da musicisti, portano in audio romanzi, racconti e pièce teatrali di grandi autori della nostra regione. Nella seconda fase di sospensione dello spettacolo dal vivo, il progetto mira a sostenere gli artisti del territorio e a realizzare un archivio digitale degli autori regionali per mantenere viva la nostra memoria culturale.
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