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La Russia è solo una potenza regionale

  • Quale narrazione della guerra in Ucraina esula dalla propaganda militare?

    11 OCT 2022 · https://ogzero.org/studium/affari-e-traffici-darmi-lo-spaccio-nel-2022/ Parlando con Yurii Colombo di possibili strategie di narrazione che consentano di scoperchiare manovre, strategie, obiettivi; massacri, reclutamenti, riarmi, escalation... abbiamo identificato il bisogno di coagulare un movimento alternativo a quei materiali dell'informazione mainstream attorno a una idea di rifiuto dell'ottica di guerra imperialista con l'intento di sottrarsi a quell'universo di nazionalismo patriottico a difesa degli interessi di lobbies e oligarchie capitaliste, impegnate a sopraffarsi vicendevolmente attraverso la sofferenza e morte delle fasce più deboli. E durante questo lungo confronto incentrato sulla guerra in Ucraina – che però è solo l'ultima espressione di quel sistema nazional-imperialista di progresso del capitalismo – si sono identificate tutte le consuete forme di manifestazione di ogni guerra moderna (un canovaccio riproposto integralmente) e tutti i marchingegni repressivi, di azzeramento delle libertà individuali delle mobilitazioni belliche. E allora c'è bisogno di rimeditare e ricucire i legami con i Movimenti di renitenza, diserzione, rifiuto di una guerra che non è nostra, ma nemmeno degli ucraini o dei russi, di cui con Yurii si sono ripercorsi i dettagli delle prassi di sopravvivenza, scivolando ogni tanto nell'analisi geopolitica per riconoscerla come descrizione di prassi invece dettati dalla strategia e dall'intelligence che viene divulgata per creare un racconto collaterale agli interessi di chi ha preparato, si è armato, ha perseguito ottiche di confronto bellico, riconducibile alle stesse narrazioni che appoggiano ogni guerra. Una speranza si può trovare nel fatto che molti sono i renitenti che hanno scelto la diserzione, perché con il loro nazionalismo patriottico non hanno ancora inoculato l'idea della bella morte per le guerre dei potenti... forse su quel seme si può ricreare una coscienza antimilitarista... in questa ricerca di capire dall'esperienza degli antimilitaristi russi (e ucraini) come prepararsi alla loro guerra forse anche riproporre i film di Bruno Bozzetto può essere un patrimonio di idee a cui attingere, visto che il riferimento più diffuso in questi giorni è la crisi dei missili del 1962. Riprendiamo di lì a creare una coscienza diffusamente antimilitarista.
    57m 27s
  • Mosca chiude: autarchia senza prospettive

    14 JUN 2022 · I negozi di beni non essenziali hanno chiuso, 10 sale cinematografiche su 12 sono chiuse... Yurii, tornato a Mosca dopo un paio di mesi di allontanamento, ha l'impressione che si stia assistendo a una battaglia non tra potenze, ma tra "debolezze". I prezzi sono anche triplicati, anche se non si parla di inflazione, perché sono beni che non vengono comprati: i russi hanno imparato nei decenni a farne a meno. Il disastro non è solo economico, ma si percepisce un disastro sociale e la impossibilità di ricostruire a breve una comunità, non solo nei territori occupati del Donbass. Non si sa nemmeno quale sia l'effettivo obiettivo del Cremlino. Yurii immagina che si debba aspettare la transizione, il ritorno dei giovani fuggiti, sono persino di difficile individuazione le varianti che possono incidere in questo processo di ritessitura di rapporti sociali. «La metà dei negozi hanno chiuso e sulle vetrine è appoato un cartello su cui è scritto dove telefonare se si vuole affittare. I prodotti alimentari russi o di produzione interna sono aumentati circa del 20%, a occhio. Aumenti ancora più significativi in particolari modo per i prodotti freschi. I prodotti import sono intoccabili. I vini italiani, francesi o spagnoli sono aumentati dal 100 al 200%. A salvare l'economia nazionale le tariffe degli idrocarburi con benzina rimasta ai prezzi precedenti il 24 febbraio e dei servizi in generale quando non hanno a che fare con l'import. Le sanzioni hollywoodiane qua picchiano duro e la gente sembra non ancora pronta a spendere soldi per l'ultima novità del cinema cinese o indiano. Non si tratta di una questione di mero portafoglio ma di riferimenti culturali. La gente si sta adattando piano piano alla nuova realtà e in parte non l'ha neppure ben intesa» (da Matrioska.info, canale telegram gestito da Yurii).
    14m 3s
  • Commentando il discorso di Putin sulla Piazza Rossa

    9 MAY 2022 · https://ogzero.org/tag/putin/ Destino? Ci raccontano mitopoiesi destinali, secondo le quali un "presidente" si crede di nuovo inserito in una mitologia che prevede le sue gesta utili per realizzare il sogno nibelungo, un'epica unica che travalica interessi, lobbies, oligarchi, entourage, teste pensanti che valutano campi e alleanze, scambi e valutazioni di risorse e bisogni, sostegno popolare ed economia... Ma possiamo credere che un settantenne probabilmente con qualche problema di salute a Mosca decida del destino di 130 milioni di persone, un anziano politico da 50 anni a Washington, un singolo cinese decida per un miliardo di concittadini a Pechino? #YuriiColombo a caldo ci ha dato alcune suggestioni sulla possibile interpretazione Putin Seduto _ L'operazione speciale dunque continua, nonostante i morti a cui ha dovuto alludere... e anche lui non sembra tanto in salute, visto che ha dovuto seguire la parata da seduto L'Internazionale sovranista ha un capo _ Discorso rivolto ai sovranisti contrari a ogni libertà sparsi in tutto il mondo (e in Europa in particolare) con l'idea di conservare i valori tradizionali che l'Occidente ha gettato (e contemporaneamente Erdoğan ha rivendicato la stessa cosa, come a perpetuare gli Accordi di Astana): Dio, Patria e Famiglia... la solita svolta spirituale del leader malato, oppure il calcolo sulla possibilità di mobilitare folle e mantenere il potere con l'aiuto di Dio e di Kiril? Congelamento del fronte _ La sostanza di questa guerra è che in effetti i russi sono interessati al Donbass, alle sue risorse, e al mar d'Azov e le previsioni fatte da "Ria Novostij" le ostilità dureranno tra i 5 e i 10 anni. Intanto molti giovani cercano rifugio altrove in paesi nei quali non serve il visto: renitenti, disertori prima ancora che venga decretata la mobilitazione generale... a dimostrare che è un paese diverso da quello che si racconta Putin e che descrivono gli organi collaterali al potere. Il confronto è soprattutto con gli anglosassoni e il rischio è che l'Europa rimanga schiacciata. Se si lascia proseguire l'escalation, con gli anglosassoni impegnati a ridimensionare l'Europa e le divisioni tra Europa occidentale vs. orientale, sarà facile il coinvolgimento aperto di tutto il continente nei bombardamenti Costi umani _ "Mediazone" sta facendo un censimento di militari russi morti e finora, accertati, sarebbero 3000, ma si parla di molti altri ancora da individuare e si può arrivare a 10.000 e in quel caso le ripercussioni potrebbero essere notevoli; il fatto che siano stati evocati nel discorso significa che non sono pochi. Costi economici _ A questo vanno aggiunti miliardi (un paio al giorno) di costi quotidiani derivanti dalla guerra: ma il gioco vale la candela? forse il capo del Cremlino si sente davvero fuori dalla Storia: l'ennesimo Uomo del Destino sfornato dai fascisti del mondo
    18m 58s
  • La guerra è una merda da qualunque inquadratura

    29 APR 2022 · https://ogzero.org/tag/ucraina/ Abbiamo avuto l'opportunità di sentire la testimonianza di un operatore televisivo al lavoro a Kyiv, che ci ha raccontato percezioni, sensibilità e propagande; opinioni, tensioni e timori; panico, livori e reazioni dal fronte ucraino. Lo ha fatto dalla capitale ucraina un quarto d'ora dopo la caduta del missile a pochi passi da Guterres, il segretario generale dell'assemblea dell'Onu in visita e in conferenza congiunta con Zelensky. La fortuna è stata di poter contare su un operatore embedded che quindi può accedere a quasi tutti gli angoli del terreno di scontro, incrociare divise, ascoltare vittime e carnefici, percepire disposizioni e animosità... guerra, ovvero merda da ogni punto di vista che la sua telecamera può inquadrare, decidendo quale aspetto documenta meglio la situazione, cercando di essere il più equilibrato e verosimile possibile. Ma abbiamo potuto soprattutto sentire il racconto di ciò a cui dalla sua condizione privilegiata da embedded gli è consentito di assistere senza sottostare al prodotto che gli viene richiesto e ci ha potuto narrare le sue impressioni not embedded. Un'analisi lucida, ovviamente non da specialista della geopolitica, ma di prima mano e senza veli, veline o filtri.
    25m 17s
  • Crisi ucraina tra etno-nazionalismi e ridimensionamento dell’eredità imperiale

    8 APR 2022 · https://ogzero.org/tag/ucraina/ Lo sfondo di questa chiacchierata con Yurii Colombo è la cornice accogliente della biblioteca dell’Edera Squat, in via Pianezza a Torino, dove si era appena concluso uno dei sempre differenti incontri con il giornalista e scrittore esperto di Russia. Si comincia dalla difficile distinzione di due nazioni laddove esistono sì tante etnie, ma rimescolate nei due stati in modo simile: la Rus’. Risalendo poi con la memoria a 30 anni fa emerge il dato che la stragrande maggioranza dei cittadini dell'Urss aveva votato al referendum di Gorbachev a favore di una costituzione/mantenimento di una confederazione russa postsovietica; Yurii Colombo partendo da qui ricostruisce il movimento indipendentista ucraino, che alle origini era democraticamente radicato nelle tragedie storiche del territorio a ovest del Dnepr, a partire dai kulachi di epoca stalinista. Solo in seguito a partire dal Donbass si è sviluppato l'indipendentismo contro le regioni occidentali, meno russofone, forse a partire da rivendicazioni anche classiste da parte delle zone produttive, che ospitano l'industria pesante o i cantieri navali, il porto di Odessa. Odessa è russofona al 100%, ma non separatista da sempre: questo consente di affrontare l'argomento sotto l’aspetto linguistico, che ha portato la chiacchierata con Yurii a parlare di quanto poco siano state interpellate le differenti genti sui loro bisogni, che subiscono senza diritto di parola i maneggi dei potenti protagonisti, e quanto hanno inciso negli attuali sviluppi le fratture sociali che sono state minimizzate dalle istanze post-Maidan e le contrapposte spinte separatiste dell'Est, perché non viene mai presa in considerazione la forte sindacalizzazione e propensione alle lotte del proletariato delle repubbliche ex sovietiche (come si è visto in Kazakhstan, ma anche in Bielorussia), che in Ucraina fa spazio alle lotte sociali (per esempio lgbtq+) contro una comunità fortemente improntata al patriarcato che invece non ha modo di sfondare in Russia e Bielorussia, meno penetrate da istanze di emancipazione dalla società patriarcale. Allargando il grandangolo il discorso si avventura nella contrapposizione globale tra asse orientale sino-russo-indiano e area del dollaro-euro, dove in prospettiva si può immaginare la sempre maggiore importanza dello Yuan-Renmimbi; con una notazione finale che prende atto del fallimento delle politiche di sviluppo promesse da 30 anni e che invece non hanno portato alla trasformazione dell'economia estrattivista, pur riconoscendo che nella produzione alimentare russa si sono ottenuti risultati, ma è la trasformazione in economia da grande potenza che il neoliberismo putiniano ha fallito e si finisce con la svolta neostatalista (https://ogzero.org/la-guerra-non-ha-il-congiuntivo-ma-leconomia-si/).
    49m 32s
  • Tutto secondo i piani

    11 MAR 2022 · Si salvi chi può sembra essere il Leitmotiv moscovita. E Yurii Colombo @matrioska2021 lo spiega molto bene, descrivendo senza drammatizzazione la preoccupazione dei moscoviti intervenendo su @rbo10525. Non tanto per timore per la propria sopravvivenza, ma per scongiurare un futuro di miseria, dato che la prospettiva di default è alle viste... e i russi lo hanno già esperito nel 1998. Così optano per l'acquisto di beni durevoli, facendo code da Unione sovietica ai bancomat, sottraendo rubli al sistema creditizio, e questa situazione sarà aggravata dalla prevedibile difficoltà da parte delle casse dello stato russo di avvalersi di denaro fresco derivante dalla prossima emissione di metà aprile degli Eurobond russi. Ma il governo parla di autarchia, di confische delle imprese e dei beni stranieri – dunque rifacendosi alla prassi bolscevica (tanto vituperata); segnali contraddittori, perché l'assicurazione di onorare ogni commessa... ma in rubli (mantenuto in terapia intensiva agganciato al dollaro) è un segnale che nella mente di un russo fa scattare campanelli di allarme: infatti già i pezzi di ricambio per Rosavia chiesti ai cinesi hanno ricevuto risposte negative. E anche i cinesi non possono consentire che l'economia rallenti troppo o si finisca in recessione... il problema è che nessuno può recedere troppo: ciascuno dei protagonisti è arrivato al punto che si accontenterebbe di un accordo al ribasso, ma la sensazione da Mosca è che tutte le propagande hanno ottenuto il risultato di creare opinioni pubbliche intransigenti. Da ogni lato si osservi la situazione: tutto proseguirà secondo i piani, assicura la televisione.
    10m 17s
  • Paralisi e delirio a Mosca. Europa anno zero?

    4 MAR 2022 · _ Propaganda grottesca, che sembra attingere all'immaginario stereotipato della migliore letteratura, da Karl Krau a Michail Bulgakov (ucraino e quindi non censurabile), un tentativo smaccato di orientare l'opinione pubblica tra testimonianze e volti "ob-scene" che si accalcano invece in scena tra fake e iperrealtà; da ambo i lati della barricata, con cancellazioni di mezzi di comunicazione e menzogne (sia dal polverone sui cervelli dal bunker di Zelensky, sia dal mondo irreale del cervello di Putin). _ Russofobia, forse. Ma la determinazione a perseguire la via della guerra sposta dall'analisi geopolitica e dalla imposizione economica all'elemento umano di chi detiene il potere che può scardinare le certezze del sistema. Putin si è sempre dimostrato un calcolatore, forse questa volta l'hanno consigliato male; improbabile che l'esercito possa incidere sul Cremlino, gli unici che possono intervenire sul potere putiniano forse possono essere i servizi... riprendendo la vecchia ipotesi sulla presunta malattia della personalità del presidente, o comunque fuori controllo, distaccato dalla realtà e suggestionato parecchio dalla pandemia. A che punto la lucida assenza di scrupoli nel calcolo geopolitico sconfina nel delirio di onnipotenza? _ Sul canale telegram "Matrioska.info" è stata postata una foro che ritrae la Brigata anarchica ucraina costituitasi contro l'aggressione russa: difficile da catalogare che degli anarchici arrivino a difendere lo stato nazione ucraino, ma già prima del conflitto ci sono state delle prese di posizione che prevedevano la difesa di quello che era individuato come "nostro spazio", "nostro territorio": da questo può essere nato l'impulso a schierarsi al fianco delle brigate internazionali. Forse un modo irrituale di prendere posizione da libertari, a cui fa da controcanto la dichiarazione degli anarchici di San Pietroburgo, che chiedono la fine della guerra e il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina "whatever it takes". _ La posizione cinese: mantenere una sorta di equidistanza che tende però a schierarsi più sul versante russo; un po' tutto lo scacchiere asiatico sembra considerare il conflitto ucraino come locale e senza eccessive ripercussioni globali, anche il Quad implementato dagli americani in funzione anticinese si direbbe non si sia attivato per la scarsa attenzione americane e come se lo considerasse un affare europeo; e infatti gli stati europei hanno colto l'occasione per ottenere il massimo dello sbocco militarista da questa situazione: innanzitutto l'esercito comunitario, il riarmo e la lievitazione della spesa militare. _ La Cina si sta preparando, rimanendo alla finestra a osservare come potrebbe aggirare l'isolamento che ora strozza l'economia russa, qualora dovesse poi toccare anche a lei. Come dice anche Max Morello in un suo articolo di spiegazione del voto Asean all'Onu: `è una conseguenza della riflessiva cautela diplomatica della regione»; sicuramente la Cina non vuole lasciare le sue posizioni con il partner russo e si sostituisce alle forniture europee di gas, sfruttando la situazione e soppesando ogni dichiarazione, con uno sguardo al cambio con il dollaro, che vede lo yuan apprezzarsi a seguito della guerra europea e quindi rendere meno competitive le esportazioni cinesi. E poi c'è il parallelo tra Taipei e Kjiv che secondo @moles_sabrina non ha troppi addentellati, sia per il tipo di risorse che può detenere Taiwan (monopolista dei microchip) rispetto al granaio del mondo ucraino, sia per la partnership di Formosa con gli Usa, molto più stretta e strategica di quanto sia la Mitteleuropa. E in coda torna centrale l'importanza della Germania per la Cina, come era essenziale il riferimento diretto da parte di Zelensky a Berlino più che a Bruxelles nella sottolineatura atta da Yurii Colombo all'inizio della puntata di Bastioni di Orione di Radio Blackout (@rbo10525), quando abbiamo cominciato proprio dai 100 miliardi stanziati per la Bundeswehr, preludio del riarmo europeo e primo mattone per la creazione dell'esercito comunitario
    30m 19s
  • L’Ukraina rimane un pendolo tra Est e Ovest?

    28 JAN 2022 · Dopo molto allarme, anche indotto da strategie probabilmente rinfocolato per fini muscolari comuni che hanno prodotto un documento non a caso secretato, le diplomazie hanno cominciato a funzionare a proposito del paventato allargamento del Patto atlantico a comprendere anche l'Ukraina. Nelle parole di Yurii Colombo (https://ogzero.org/autore/yurii-colombo/) ai microfoni di Radio Blackout il fare leva sui rispettivi nazionalismi è utile a entrambi i contendenti in difficoltà in politica interna: infatti l’escalation è avvenuta a freddo, senza un reale motivo, o eventi particolari a dare la stura a una situazione da Guerra Fredda e le dichiarazioni di tutti i protagonisti non hanno mai dato realmente adito a un conflitto, men che meno nucleare, come certi organi di stampa hanno cercato di insufflare. Intanto le gaffe di Biden hanno svelato ipotesi di accordo su quale sarebbe lo spazio consentito alle manovre russe in territorio ucraino – manovre che non sono cominciate e si limitano a imponenti esercitazioni al confine; Lavrov continua a ribadire che non è stato considerato il punto di vista di Mosca, ovvero l'inaccettabilità di un'ulteriore espansione della Nato verso est (che comunque per le regole interne alla Nato non potrebbero avvenire prima di 10 anni) e il dispiegamento di armi pesanti al confine russo e la conseguente richiesta del riposizionamento di entrambi gli schieramenti sulle posizioni del 1997, quando fu firmato l'atto di fondazione della cooperazione tra Nato e Csto, attualmente sospeso. Putin studierà il documento consegnato il 26 gennaio dai vertici Nato, ma qualche segnale comincia a trapelare e la distensione va delineandosi, perché uno scontro aperto non conviene a nessuno. Yurii Colombo (@matrioska2021) ci ha offerto una serie di istantanee della situazione sotto svariate angolature: il crollo del rublo, l'acquisto di valuta pregiata, il paventato swift e le eventuali sanzioni porterebbero a una pulsione autarchica; esportazioni di gas e pipeline con conseguenti posizioni differenziate in Europa – in particolare lo sfilamento dei tedeschi e l'abituale Realpolitik di Berlino; le mille sfaccettature della società ucraina, disomogenea anche rispetto all'idea di adesione alla Nato (considerato anche il fatto che nelle statistiche non rientrano più tra gli ucraini, appartenendo alle repubbliche secessioniste), senza contare i legami storici che ci sono tra queste regioni e la cultura russa... ed è quello che regola il pendolo che sposta il sentimento più o meno filo-Kiev o filo-Mosca dei singoli tasselli; o del banderismo e dei gruppetti nazisti che non sono radicati nella società, ma in certi settori – come la polizia; il collegamento con gli altri movimenti popolari delle differenti repubbliche ex sovietiche, come avevamo visto a proposito del Kazakhstan (https://ogzero.org/kazakhstan-la-rivolta-che-montava-da-tempo/), mantiene le proprie caratteristiche di classe al di là dell'internazionalismo ormai al lumicino, ma che non è sostituito dal nazionalismo tout-court.
    29m 45s
  • Kazakhstan di lotta e di geopolitica

    15 JAN 2022 · Il bilancio dopo il ritorno all'ordine non è così scontato nei molti temi toccati dall’intervento di Yurii Colombo a completamento delle intuizioni incentrate sulla lotta di classe che ha inaugurato il 2022 kazako, che si possono rileggere in questo articolo: https://ogzero.org/kazakhstan-la-rivolta-che-montava-da-tempo/. I lavoratori sono riusciti a ripiegare mantenendo la vigilanza riguardo alle promesse populiste di Toqaev, nel suo tentativo – supportato da tutte le potenze mondiali – di mantenere con le buone o con le cattive intatti gli affari di tutti. E in questo, e solo in questo sforzo, si può avanzare qualche paragone con l'Afghanistan; non tanto per quel che riguarda il coinvolgimento jihadista, che solo tangenzialmente ha cercato di cogliere l'occasione kazaka per farsi notare. Ogni repubblica ex sovietica è in qualche modo toccata dalla disputa innescata dalle provocazioni americane che insistono a spargere sale sull'argomento a cui Putin più è sensibile dalla fine di Gheddafi: la cintura di sicurezza ai confini occidentali del territorio russo. Un po' tutte le ex repubbliche sono coinvolte in modi diversi e a stadi differenti, e tutte in qualche modo sono state "convinte" a rientrare sotto la protezione di Mosca, che addita operazioni "arancioni" perché solo l'Ucraina è sfuggita per ora e quello sarà probabilmente il nuovo teatro di forti tensioni che possono sfociare in una guerra aperta nei pressi del mar Nero; l'episodio kazako è riconducibile alla più limpida tradizione di insurrezione popolare? Ascoltate cosa ne dice Yurii.
    31m 8s
  • Le relazioni insolubili

    17 JUN 2021 · Clima, ambiente, sfruttamento artico, lotta al covid, controllo dei cieli biunivoco sono gli ambiti nei quali è facile trovare un accordo tra Russia e Stati Uniti, ma è contorno; un contorno a cui si deve aggiungere il condimento della adesione più o meno estorta agli europei al confronto muscolare con Putin e soprattutto con la Cina. A proposito del paventato asse sino-russo Yurii Colombo (@matrioska2021) ritiene che non sia immaginabile per le differenze culturali tra le due nazioni – e per il razzismo antiorientale di cui è permeata la società russofona. Come sempre si tratta di business (come commentava Biden il suo incontro con Putin) e solo per reciproco vantaggio la Cina ha tenuto in piedi l'economia russa, acquisendo energia e prodotti alimentari, ma la reciproca diffidenza permane. Biden ha posto in sei mesi i termini di attesa per trovare punti di intesa sulle questioni destinate a rimanere non facilmente risolvibili: il Donbass, la Crimea, la Bielorussia, mentre si inseriscono nella disputa Erdoğan e i suoi alleati caucasici con la proposta neottomana, nata a Baku subito dopo l'incontro tra i presidenti turco e statunitense, di federare sei stati dell'area, Armenia e Iran compresi, sotto tornata elettorale – e a proposito di elezioni e loro manipolazioni un altro elemento pretestuoso che si affianca al tema dei diritti civili (caso Navalny in primis). Sui tempi dell'adesione alla Nato dell'Ucraina si gioca l'intera questione è la spiegazione finale di Yurii Colombo riguardo a quale sia l'oggetto dl contendere che coinvolge anche la Polonia che ha subito il banderismo.
    19m 11s

In tutti i paesi coinvolti dal duello tra trame russe e attivismo turco il samovar è un elemento del panorama; il racconto di Yurii Colombo mostra quanto è logoro il...

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In tutti i paesi coinvolti dal duello tra trame russe e attivismo turco il samovar è un elemento del panorama; il racconto di Yurii Colombo mostra quanto è logoro il tè servito dagli accordi di Astana, che dopo la guerra del Nagorno-Karabach dimostrano l'ipocrisia su cui si reggono
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