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L’arte invisibile 20-21

  • Reunion

    22 APR 2021 · REUNION testo e regia Oscar De Summa voci Ilaria Marchianò, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli, Francesco Rotelli, Paola Tintinelli, Luca Zacchini e Oscar De Summa musica Francesco Pennacchia, Savino Paparella e Oscar De Summa a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione Domina s.a.s. / Andrea Benassai postproduzione Oscar De Summa e Andrea Benassai dal progetto L'arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica In un dolce pomeriggio della stagione dei ricordi, un gruppo di amici “storico” – che come molti gruppi di amici storici si è da tempo perso nei risvolti della vita pratica – si riunisce in una stupenda villa di campagna al richiamo insistente e inaspettato di uno di loro: apparentemente il più fortunato, quello a cui è andata meglio, quello che ha ricevuto, inaspettatamente, una grandissima eredità. Tutte le fortune a lui. La compagnia non tarda a rispondere al richiamo anzi, per dirla tutta, si avventa sull’ereditiero, nella speranza di raccogliere anche solo qualche briciola di quella fortuna. Personaggi diversi tra di loro, per estrazione e per storia, danno vita a una carrellata di maschere della società contemporanea, con tutte le debolezze, i fallimenti, le disillusioni di una giovinezza che se ne è andata e una vecchiaia sempre più prossima. Sfruttare la ricchezza dell’amico di infanzia sembra, cinicamente, la soluzione migliore per ottenere un po’ di quiete.
    52m 38s
  • All'uscita

    15 APR 2021 · ALL'USCITA di Luigi Pirandello regia Clio Scira Saccà voci Oscar De Summa, Paola Tintinelli, Francesco Pennacchia con la partecipazione di Savino Paparella, Ilaria Marchianò e Chiara Callegari musica Bolero di Ravel a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione Domina s.a.s. / Andrea Benassai postproduzione Clio Scira Saccà e Andrea Benassai dal progetto L'arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica All’uscita posteriore di un cimitero, in un paesaggio campestre, al crepuscolo, l’apparenza di un uomo grasso, morto da qualche tempo, viene sollecitata al dialogo dalla figura di un filosofo. Le due vane forme, uno, la ragione e l’altro, le ragioni dei sensi, si interrogano, ognuno a suo modo, sulla contrapposizione tra Vita e Forma, consapevolezza o piacere. Si inseguono immobili: il Filosofo osserva, ancora una volta, come l’infinità dell’essere si delimiti in forme sensibili pur di con-sistere e l’Uomo grasso si da pena per una vita non integralmente vissuta tra le cose, effimere ma tangibili, come il canto di un usignolo a maggio. I fantasmi aspettano, uno l’arrivo della moglie, l’altro di esercitare ancora la vanità del pensiero. La moglie, tradita traditrice, irrompe, accoltellata. Dalle viscere sgorga una risata troppo tragicamente consapevole e per questo inudibile. Alla fiera delle vacue vanità si aggiungono e contrappongono altre forme: un bambino con un unico desiderio e una famiglia di contadini composta da padre, madre, figlia e un asinello. La bambina, spettatrice come noi di un enigma insoluto, ci confessa di essere spaventata. Un mistero è un nodo inestricabile, fa paura ma è anche una tensione verso l’Oltre che si fa carne e scena. Il mistero scatena un movimento centripeto e zampilla dai silenzi, dalla persistente fame di vita di tutti i personaggi, da simboli apparentemente innocui che attraversano il palco dell’esistenza; una melagrana, un bastone, un asino, le ombre che ci fissano desiderose di narrarsi. L’ostinatezza della ragione interferisce con l’ascolto, innalzando un muro, grezzo e bianco, di fronte a ciò che vorremmo ardentemente sapere. Cosa è reale e cosa è un’illusione? Con quali strumenti sondare la notte di ciò che ancora non sappiamo? In tempi crepuscolari, quando la vista è annebbiata e satura di un carnevale di forme, bisogna affinare l’udito, ricominciare dal silenzio e dal sentire, tornare al sacco vuoto infinitamente pieno della nostra immaginazione e nutrirla.
    43m 23s
  • Il paese dei ciechi

    8 APR 2021 · IL PAESE DEI CIECHI di Herbert George Wells adattamento e regia Chiara Callegari voci Francesco Pennacchia, Paola Tintinelli, Savino Paparella, Ilaria Marchianò musiche Salvatore Seminatore, Paola Tintinelli, Francesco Pennacchia e Ilaria Marchianò una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione Domina s.a.s./Andrea Benassai postproduzione Chiara Callegari, Andrea Benassai dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica Nel 1904 H. G. Wells pubblica nella rivista «The Strand Magazine» il racconto The Country of the Blind, considerato un capolavoro del genere fantascientifico. Trecento miglia dal Chimborazo, tra le più selvagge solitudini delle Ande ecuadoriane, giace, separata dal mondo, una misteriosa vallata montana, il Paese dei Ciechi. In questa conca di sorgenti copiose e pascoli verdi, la popolazione viveva felice, o almeno visse felice fino all’arrivo di uno strano morbo. Nessun talismano, nessun antidoto riuscì a guarirli e così in quella valle isolata e dimenticata il morbo continuò il suo corso. I vecchi diventavano quasi ciechi e brancolavano, i giovani vedevano appena, confusamente e i neonati non vedevano affatto. Generazione seguì generazione e il senso della vista era scemato così gradualmente che quasi non ne avvertirono la perdita, adeguandosi senza troppe difficoltà alla nuova condizione. Quindici generazioni erano trascorse da allora quando accadde che un uomo giunse nella comunità dal mondo esterno. E questa è la storia di quell’uomo.
    44m 9s
  • Il canto del cigno

    18 MAR 2021 · IL CANTO DEL CIGNO di Anton Cechov traduzione Eridano Buzzarelli regia Clio Scira Saccà voci Savino Paparella, Francesco Rotelli una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione Domina s.a.s./Andrea Benassai postproduzione Clio Scira Saccà e Andrea Benassai dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica
    37m 59s
  • Claudio e Gertrude sono morti

    11 MAR 2021 · CLAUDIO E GERTRUDE SONO MORTI di Mia Malatesta e Francesca Di Fazio regia Roberto Latini voci Monica Demuru, Oscar De Summa, Francesca Di Fazio, Mia Malatesta, Ilaria Marchianò, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli, Paola Tintinelli musica Gianluca Misiti a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione Domina s.a.s./Andrea Benassai postproduzione Gianluca Misiti e Roberto Latini dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica Ancora un giro di giostra per il principe di Danimarca, già riscritto da…, da… e da… (ma soprattutto da). Niente di nuovo, ma tutto di nuovo (di nuovo): questa volta Claudio e Gertrude sono morti, usciti di scena per non apparire più, clown di un circo divenuto ormai cimitero errante. Ci sono scale, riflessi, riti, lamenti a disegnare un impossibile sud. E pallori e fiori e comfort su cui si adagia l’inarrivata morte del nord. E voci che gridano alle metropoli del mondo, nel deserto, fra le luci della normalità. Come somigliarsi, dove ritrovarsi? O non volerlo. I numeri previsti scompongono un’ideale Ophelia Suite: Oh my dog! di Mia Malatesta; Ogni vasca da bagno ha due poli e Ogni scala sale in cielo o scende a mare di Francesca Di Fazio.
    42m 56s
  • La-maledizione. Piccolo viaggio senza ritorno, guardando da lontano il Rigoletto di Giuseppe Verdi (5° puntata)

    4 MAR 2021 · LA MALEDIZIONE La-maledizione. Piccolo viaggio senza ritorno, guardando da lontano il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Canto (5° puntata) di Claudio Morganti e Rita Frongia regia Claudio Morganti voci Monica Demuru e Claudio Morganti una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio musiche di Giuseppe Verdi registrazione e postproduzione Andrea Benassai dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica “Un autore classico è vivo solo quando si rigira nella tomba”. Certamente un’affermazione arbitraria e forse falsa, ma sappiamo bene che tutto ciò in cui si crede fortemente è vero. Dunque credere è rendere vero. E qui si tratta del canto. Del cantare. Del trasformar cantando. Non del modificare, dell’abbellire o del correggere, ma dell’abbandonare pericolosamente la via vecchia per la nuova, senza sapere, come dice il proverbio, ciò che si trova. Monica Demuru è chiamata questa volta a reggere la barra del timone. Guiderà una fragile, aleatoria zattera, portando a spasso linee melodiche e atmosfere sonore. Ha senso salpare dal porto di Rigoletto alla ricerca del concetto di “buona musica”? Quasi certamente no, ma quale altro pretesto migliore per intraprendere un viaggio che si vorrebbe senza ritorno?
    43m 22s
  • L'intrusa

    18 FEB 2021 · L'INTRUSA di Maurice Maeterlinck regia Massimiliano Civica voci Monica Demuru, Oscar De Summa, Ilaria Marchianò, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione e postproduzione Andrea Benassai dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica Ne L’intrusa tutto è attesa e immobilità, viene messo in scena un tempo sospeso che precede qualcosa di ineluttabile. In un castello una famiglia, per la prima volta da quando una donna ha avuto un parto difficile – che ha messo a rischio la sua vita e quella del nascituro – vive un tempo di relativa tranquillità: la donna sembra ora stare bene e il pericolo essere ormai alle spalle. Dopo aver tanto trattenuto il fiato, per tutti i componenti della famiglia sembra venuto il momento di tornare a respirare. L’Avo, sua Nipote, il Padre e lo Zio siedono nel salone attorno ad un tavolo, in una casa in cui non risuonano più le urla disperate della partoriente. La donna riposa nella stanza accanto, vegliata da un’infermiera, mentre, dalla parte opposta, dorme il bambino nella sua cameretta. L’Avo è cieco, e forse è stato lui a vivere più acutamente il dramma del parto, lui che poteva ascoltare solo i lamenti della donna senza poter far niente. Sono tutti in attesa dell’arrivo di una suora, la superiora di un convento, che deve venire a confortare la puerpera. L’Avo avverte prima di tutti gli altri l’arrivo di qualcuno. Il cane da guardia si rifugia nel fondo della sua cuccia, gli usignoli smettono di cantare e i cigni corrono all’impazzata sulla superficie del lago, mentre si sente aprire la porta da basso. Lo Zio e il Padre sono convinti che sia arrivata la suora, chiamano la cameriera per introdurla nel salone ma lei risponde che non si è presentato nessuno, anche se ha trovato aperta la porta delle scale. Mentre la cameriera va via, l’Avo dice che qualcuno è entrato nella stanza e si è seduto a tavola con loro, ma gli altri lo rassicurano: in casa ci sono solo i membri della famiglia. Si ode d’improvviso il pianto del bimbo, la porta della stanza della madre si apre ed esce l’infermiera ad annunciare la morte della donna. Tutti si precipitano dentro, rimane nel salone l’Avo, che sente qualcuno alzarsi dalla sedia ed andare via.
    47m 42s
  • Hotel Blue Moon

    11 FEB 2021 · HOTEL BLUE MOON di Tolja Djoković, Fabiola Fidanza, Teresa Vila regia Roberto Latini voci Roberto Abbiati, Monica Demuru, Oscar De Summa, Ilaria Marchianò, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli, Luca Zacchini musica Gianluca Misiti a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione Domina s.a.s./Andrea Benassai postproduzione Gianluca Misiti e Roberto Latini dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica Hotel Blue Moon è un inno alla radio e alla sua naturale condizione. Una frequenza mobile, che intercetta e trasmette da finestre attigue e separate, firmata da Tolja Djoković, Fabiola Fidanza, Teresa Vila. In una stanza prende forma un racconto ambientato ai Caraibi: in una dimensione abitata contemporaneamente da ipnosi e realtà, due donne, due voci, che si frammentano in altre schegge, non lontane da un fiume che assorbe, trascina, sedimenta, tradisce all’infinito. Una donna fissa allo specchio il miracolo implacabile della vecchiaia. O forse è sua madre, che sta guardando. Sono uguali. Come ha potuto prendere la stanza con lei – si ripete – ora dovranno dormire nello stesso letto. Che vergogna, se ne accorgeranno tutti. Hotel Blue Moon è sintonizzato con la notte dentro al giorno. Chiudi le finestre, ci sentono. Apri le finestre, qua dentro si soffoca. Nell’eco jazz di tema e variazione, Roberto Latini sintonizza la regia nell’ambiente sonoro di Gianluca Misiti.
    43m 39s
  • La-maledizione. Piccolo viaggio senza ritorno, guardando da lontano il Rigoletto di Giuseppe Verdi (4° puntata)

    4 FEB 2021 · LA MALEDIZIONE Piccolo viaggio senza ritorno, guardando da lontano il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Buffone (4° puntata) di Claudio Morganti e Rita Frongia regia Claudio Morganti voci Claudio Morganti e Francesco Pennacchia una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio musiche di Giuseppe Verdi registrazione e postproduzione Andrea Benassai dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica Con Francesco Pennacchia, attore di tutte le commedie immaginabili, vivo organismo marziano, spingeremo prepotentemente nella direzione della trasformazione. “Trasformazione è la rotta che permette di abbandonare un’isola per raggiungerne un’altra”. Si approda a nuovi lidi, ed altri linguaggi, con l’unico obbligo di dimenticare l’isola di partenza, che rimane peraltro cristallina nella sua origine. Ascolteremo come un attore dalle incontrollabili doti mimetiche può trasformare la poesia lirica di un buffone inventato, nella prosa dialettale e grammelotica di un giullare vero, pronipote degli Osci, un Dossenus, il gobbo astuto delle Atellane. I Buffoni altro che provar non possono. E dal momento che sempre Rigoletto dall’alto veglia, speriamo bene.
    43m 1s
  • I ciechi

    21 JAN 2021 · I CIECHI di Maurice Maeterlinck regia Massimiliano Civica voci Savino Paparella, Paola Tintinelli, Roberto Abbiati, Monica Demuru, Luca Zacchini, Francesco Pennacchia, Oscar De Summa, Francesco Rotelli, Arianna Pozzoli, Ilaria Marchianò una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio registrazione e postproduzione Andrea Benassai dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con Rete Toscana Classica In un’isola c’è un vecchio castello che ospita un ospizio per ciechi, di cui si occupano un prete vecchissimo e tre suore. È un giorno di festa e il prete decide far uscire i ciechi fuori delle mura dell’ospizio, perché possano godere della luce del sole e per condurli, forse, in riva al mare. Il dramma di Maeterlick inizia con i ciechi sdraiati e addormentati a semicerchio nella radura di un bosco: sei ciechi uomini sul lato destro della scena e tre cieche donne su quello sinistro. Al centro e sul fondo, appoggiato al tronco di una quercia, c’è il vecchio prete. Ha il capo reclinato e le mani giunte: è morto nel sonno, senza che i ciechi lo sappiano. Quando essi si svegliano, si interrogano su dove sia la loro guida e sul perché non torni da loro per ricondurli al sicuro nell’ospizio. Dopo un tempo lungo e angoscioso, i ciechi sentono arrivare qualcuno: è il cane dell’ospizio, e seguendolo, vengono condotti accanto al vecchio prete. La loro sola guida è morta, e tutti i ciechi si raggruppano attorno al suo cadavere. Comincia a nevicare. Si sentono dei fruscii, dei passi sulle foglie morte, e la giovane cieca avverte una presenza femminile che si avvicina: è una delle suore dell’ospizio venuta a salvarli? Maeterlick non scioglie il mistero, perché la vecchia cieca, quando la nuova arrivata si ferma in mezzo a loro, pronuncia l’ultima battuta dell’opera: “Abbiate pietà di noi!”. Questo dramma, che precede l’invenzione della radio è, in qualche modo, il radiodramma perfetto. Perché gli ascoltatori sono messi nella stessa condizione dei protagonisti della storia: hanno solo il loro udito per orientarsi, per cercare di capire, per scoprire cosa sta accadendo. Vivono in un mondo oscuro, e i suoni e le parole dette sono le sole cose a cui aggrapparsi. Alla radio I ciechi è un opera che, letteralmente, mette in scena l’ascolto.
    45m 23s

Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Rete Toscana Classica L’ARTE INVISIBILE 20-21 Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità a cura di Rodolfo Sacchettini Radiodrammi e adattamenti radiofonici, divagazioni...

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Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Rete Toscana Classica
L’ARTE INVISIBILE 20-21
Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità
a cura di Rodolfo Sacchettini

Radiodrammi e adattamenti radiofonici, divagazioni artistiche sul Rigoletto e serate di varietà radiofonico compongono il programma di produzione originale che ha intrapreso quest’anno la Fondazione Teatro Metastasio con il suo Gruppo di Lavoro Artistico per Rete Toscana Classica. Una novità assoluta, anche sul piano nazionale, che contribuisce a recuperare e rinnovare una ricca, ma troppo spesso dimenticata, tradizione di composizione artistica pensata appositamente per la radio. In questi ultimi mesi, passati tra chiusure forzate e ripartenze zoppicanti, in molti hanno riscoperto il piacere dell’ascolto. L’arte prodotta dalla radio è invisibile, ma se ci si lascia incantare dalle voci, dalla musica e dalle parole, può smuovere profondamente l’immaginazione. La primavera della radio soffia su Prato.
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Author Teatro Metastasio di Prato
Categories Performing Arts
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