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Ecologia - BastaBugie.it

  • Gli ecologisti fanno, da sempre, solo danni

    26 MAR 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7737 GLI ECOLOGISTI FANNO, DA SEMPRE, SOLO DANNI di Franco Battaglia Siamo in primavera, e quest'anno ricorre il 60mo anniversario della prima edizione italiana (Feltrinelli, 1963) della Primavera Silenziosa, la Bibbia degli ambientalisti. Personalmente ritengo l'ambientalismo - assieme alla schiavitù, al nazismo, al comunismo, al terrorismo - uno dei grandi mali che hanno afflitto questa nostra umanità. Qualcuno dirà che sono severo, qualcun altro taglia corto e dice che sono provocatore e bugiardo. Facciamo così: giudicate voi. L'UTOPIA AMBIENTALISTA È indubbio che l'ambientalismo è animato da, apparentemente e a parole, ottime intenzioni, e dove portano le strade così lastricate lo sapete già. E ottime furono, almeno a parole, le intenzioni del nazismo e del comunismo e, se chiedete ai terroristi, anche del terrorismo. L'ottima intenzione dell'ambientalismo - di cui, peraltro, proprio i gerarchi nazisti furono ardenti seguaci - è salvare il pianeta. Da chi e/o da cosa? Da chi, dall'uomo stesso: siamo noi il cancro del pianeta e come ogni cancro va estirpato con la forza. Da cosa, da una pletora di pericoli che, però, sono per lo più inventati. Porre in essere azioni per minimizzare rischi inesistenti o, peggio, per ignorare (o, sempre peggio, aggravare) rischi reali, può avere conseguenze fatali e pandemiche. Rachel Carson aveva iniziato gli studi universitari di biologia e, coerente con una pratica che sarebbe diventata ricorrente tra gli ambientalisti, non riuscì a completarli: si fermò al bachelor (l'equivalente della nostra odierna laurea triennale) e con diversi anni di ritardo rispetto ai coetanei. Fallita come scienziata, si dette alla divulgazione contro la scienza. Anche questo è tipico. Nel 1948 Paul Muller era stato premiato col Nobel per aver inventato la molecola del Ddt, cruciale per la lotta contro il tifo e la malaria. Nel 1948, nella sola isola di Ceylon (odierno Sri Lanka), si contarono 2 milioni di casi di malaria che, grazie al Ddt - poi benedetto da Winston Churchill come "polvere miracolosa" - si ridussero a 31 casi nel 1962. LA MISTIFICAZIONE VERDE SUL DDT E nel 1962 uscì Silent Spring. Nel cui primo capitolo la Carson si inventò di sana pianta una città ove, così avvelenata dal Ddt, le primavere sarebbero, appunto silenziose, a causa della morte di tutte le specie di insetti e uccelli che altrimenti allietano le orecchie di chi va per prati. La città naturalmente non esiste ma, lo stesso, il Ddt fu bollato nel libro come «l'elisir della morte», mentre invece stava salvando milioni di vite umane. Cosa che continuò a fare fino a quando la campagna lanciata dalla Carson e urlata dai movimenti ambientalisti (che stavano al tempo nascendo) lo mise al bando, proibendone l'uso in tutto il mondo. La conseguenza fu (è) che milioni di persone hanno ripreso (stanno continuando) a morire per la malaria: nel mondo, 200 milioni di casi e 400mila decessi solo nel 2019. Nel caso foste ancora convinti che quella mia all'inizio era provocazione, continuate a leggere. GUERRA AGLI OGM Non contenti della strage della malaria, gli ambientalisti del mondo sono impegnati in altre non meno imponenti stragi. La lotta all'agricoltura con organismi geneticamente migliorati (Ogm) è una di queste. Vi sono nel mondo oltre un miliardo di persone che, essendo la loro unica fonte di nutrizione il riso (vegetale di propria natura privo di vitamina A), soffrono di un grave deficit alimentare, che nei casi più severi provoca cecità o anche morte prematura. Se solo quelle persone potessero coltivare golden rice che, geneticamente migliorato, è ricco di beta-carotene (un precursore della vitamina A), il loro destino sarebbe meno miserabile. Ma non possono, perché gli ambientalisti del mondo hanno dichiarato la guerra agli Ogm. LE FAKE NEWS SULLA CO2 Un'altra tragica lotta intrapresa dai nostri eroi è quella per la riduzione delle emissioni di CO2. Dovete sapere che l'85% delle azioni che noi facciamo sfruttano energia prodotta con emissioni di CO2 (il restante 15% no, grazie alle tecnologie nucleare e idroelettrica) e che l'80% dei costi del cibo nel nostro piatto sono costi energetici: in pratica, la moderna agricoltura altro non è che la trasformazione di petrolio in cibo. Orbene, ridurre le emissioni di CO2 del 50% come i Verdi vorrebbero imporre all'universo mondo, a noi farebbe saltare la cena, ma porterebbe centinaia di milioni di persone nel mondo dalla condizione di morti-di-fame a quella di morti per fame. E ora il vostro severo verdetto: ditemi se è vero o no che l'ambientalismo è già stato più mortale di schiavitù, nazismo, comunismo e terrorismo messi insieme, e ancora più danni potrebbe fare se i suoi insani propositi non sono fermati.
    5m 56s
  • L'ecocidio diventa reato. la nuova follia verde prende forma nell'UE

    6 MAR 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ hhttps://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7717 L'ECOCIDIO DIVENTA REATO: LA NUOVA FOLLIA VERDE PRENDE FORMA NELL'UE Da 5 a 10 anni di carcere per commercio illegale di legname, estrazione dell'acqua da una fonte, diffusione di specie invasive, distruzione dell'ozono (questi ed altri saranno reati paragonabili ai crimini di guerra) di Luca Volontè L'ecocidio reato punibile da 5 a 10 anni di carcere, questo prevede l'ultima folle normativa europea che l'attuale Parlamento, ormai agli sgoccioli, ha definitivamente approvato il 26 febbraio e che dovrà essere traslata nell'ordinamento giuridico dei 27 paesi europei entro i prossimi due anni. Ieri, al culmine della follia, lo stesso Parlamento ha approvato la nuova legge sul «ripristino della natura» dove i protagonisti saranno farfalle e uccelli, non certo gli agricoltori o boscaioli. Martedì, il Parlamento ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale, la nuova direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Tra i nuovi reati figurano il commercio illegale di legname, l'esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell'Ue in materia di sostanze chimiche e l'inquinamento provocato dalle navi. I parlamentari europei hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti "reati qualificati", vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all'ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l'inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo). I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d'impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata dell'evento provocato, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati o paragonabili ad ecocidii, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. Per le imprese l'importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo del gruppo, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Inoltre, i parlamentari hanno introdotto l'obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell'ordine, giudici e pubblici ministeri, redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale. CRIMINALIZZATI I CASI DI DANNO AMBIENTALE Con l'approvazione definitiva del Parlamento, l'Unione Europea è diventata il primo organismo internazionale a criminalizzare i casi più gravi di danno ambientale "paragonabili all'ecocidio". La distruzione dell'ecosistema comprende la perdita di habitat e il disboscamento illegale: aspetta dunque a tagliare il boschetto sotto casa o accendere fuochi per incenerire le stoppie! Secondo Marie Toussaint, avvocato francese ed eurodeputata del gruppo Verdi/Alleanza libera europea e già parte del team degli ambientalisti di "EndEcocide", l'Ue sta «adottando una delle leggi più ambiziose al mondo... La nuova direttiva apre una nuova pagina nella storia dell'Europa, punendo da coloro che danneggiano gli ecosistemi e, di conseguenza, proteggendo la salute umana. Significa porre fine all'impunità ambientale in Europa, che è cruciale e urgente», ha affermato. Nella sua relazione sulla lotta contro la criminalità ambientale in Europa, l'Ufficio europeo dell'ambiente (Eeb) cita numerosi esempi di reati ambientali che sono rimasti impuniti perché non sono stati inclusi nella direttiva. La direttiva non include direttamente la parola «ecocidio», nel suo preambolo si fa riferimento solo a «casi paragonabili all'ecocidio», gli ambientalisti si sono detti molto soddisfatti. L'ecocidio è definito come «atti illeciti o arbitrari commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tali atti causino danni gravi e diffusi o a lungo termine all'ambiente» e tale proposta è stata formulata nel 2021 da 12 avvocati di tutto il mondo e presentata dall'organizzazione ambientalista "Stop Ecocide International". UN NUOVO REATO L'approvazione di una definizione comune da parte di diversi Stati di tale nuovo reato, potrebbe consentire il perseguimento e la condanna degli atti di distruzione ambientale da parte della Corte penale internazionale, fondata sullo Statuto di Roma e che al momento si dedica a giudicare in casi di crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità, dei genocidi e delle aggressioni. Insomma, dall'estrazione dell'acqua da una fonte, all'introduzione e alla diffusione di specie esotiche invasive, sino alla distruzione dell'ozono, tutti identificati come reati ambientali paragonabili all'ecocidio nella nuova direttiva, vi porterebbero sul banco dei 'criminali di guerra'. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva riveduta nel diritto nazionale, ma secondo il relatore della direttiva in Parlamento Antonius Mandes del Ppe , potrebbe esser necessario avere anche un pubblico ministero a livello europeo, ampliando il «mandato della Procura europea» per gestire «tali casi». Con l'introduzione dei reati «paragonabili all'ecocidio» l'ideologia green europea tocca il suo apice giustizialista. A riprova che al peggio non c'è limite, il Parlamento europeo ieri ha approvato definitivamente la nuova normativa per il «ripristino della natura» che obbliga gli Stati membri a ripristinare almeno il 20% degli habitat (le foreste, praterie e zone umide ai fiumi, ai laghi e ai letti coralli) entro il 2030, aumentando al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell'Ue dovranno compiere progressi in due dei seguenti tre indicatori: l'indice delle farfalle dei pascoli; la quota di terreni agricoli caratterizzati da un'elevata diversità paesaggistica; lo stock di carbonio organico nel suolo minerale delle terre coltivate. Si deve anche aumentare l'indice di avifauna dei terreni agricoli comuni, perché gli uccelli sono buoni indicatori dello stato generale della biodiversità. L'affidamento ai sacerdoti verdi, protettori di farfalle, uccelli e bestie randagie, segna l'ulteriore scivolamento verso la follia totale degli attuali parlamentari e burocrati di Bruxelles.
    6m 44s
  • L'entusiasmo per i veicoli elettrici sta finendo

    7 FEB 2024 · VIDEO IRONICO: La fregatura dell'auto ecologica ➜https://www.youtube.com/watch?v=i7_zQzg4aqA&list=PLolpIV2TSebVtj34zS7A0AabuQ9cf1Uxp TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7692 L'ENTUSIASMO PER I VEICOLI ELETTRICI STA FINENDO di Gary Isbell Se foste così ingenui da credere ai media dominanti e agli ambientalisti estremi, potreste pensare che la gente sia pronta ad abbandonare le proprie auto a carburanti classici per acquistare veicoli elettrici. Alcuni fatti scomodi, tuttavia, dimostrano il contrario. Un dato di fatto è la stanchezza dell'opinione pubblica per il continuo rullare di tamburi degli allarmisti climatici. Sembra che non ci sia evento atmosferico o disastro naturale che non venga attribuito al cambiamento climatico. L'opinione pubblica è giustamente scettica nei confronti dei loro pronostici funesti e quindi riluttante a salire sui veicoli elettrici. Pertanto, il mercato dei veicoli elettrici è in declino, nonostante la propaganda pervasiva che ne sostiene i vantaggi. Le persone cominciano a vedere oltre il clamore e le prove empiriche sono più convincenti dei programmi utopici radicali. La luna di miele è finita. Le auto elettriche non funzionano come promesso, costano molto di più all'acquisto e sono difficili da tenere sotto carica. In effetti, l'infrastruttura di ricarica a livello nazionale, necessaria per supportarne l'uso su larga scala, non si vede dove sta. Il mercato sembra aver raggiunto un punto di saturazione, con gli attuali proprietari di veicoli elettrici costituiti in gran parte da coloro che sono impegnati in un'agenda ecologica estrema e da coloro che non hanno bisogno di percorrere lunghe distanze in vasti deserti di caricabatterie. Questi dati demografici si ripercuotono sulle vendite di veicoli elettrici, in quanto sono sempre meno quelli che si lasciano convincere dagli scenari di benessere degli eco-rivoluzionari. I veicoli elettrici rimangono fermi in innumerevoli parcheggi dei concessionari, mentre le auto a benzina si vendono a gonfie vele. Gli acquirenti americani stanno inviando un messaggio forte e inequivocabile all'industria automobilistica e all'amministrazione Biden: non siamo d'accordo con la agenda ecologica. I CONCESSIONARI DI AUTO SONO MESSI ALLE STRETTE Un altro fatto scomodo è il rifiuto dei concessionari di auto di aderire alla tendenza dei veicoli elettrici. I concessionari hanno investito molto per mettere queste meraviglie elettriche nei loro parcheggi, ma ora si chiedono chi le comprerà. I concessionari devono anche far fronte alle lamentele dei clienti, secondo i quali le stime imprevedibili dell'autonomia sono inaffidabili per tutto ciò che va oltre i viaggi di breve percorrenza e l'uso cittadino. Questi problemi più il tempo necessario per la ricarica rendono le auto ad alto prezzo inaffidabili e poco pratiche. Anche i concessionari devono apportare modifiche costose. Alla fine del 2022, Ford Motor ha chiesto ai concessionari di investire fino a 1,2 milioni di dollari ciascuno per accogliere gli arrivi di veicoli elettrici, comprese le infrastrutture di ricarica. Tuttavia, la casa automobilistica ha recentemente alleggerito alcuni requisiti iniziali per adattare la propria strategia al calo del mercato. General Motors ha informato le concessionarie che devono investire in costose attrezzature di assistenza e nella formazione del personale per raggiungere l'ambizioso obiettivo di GM di diventare 100 per cento VE entro il 2030. Il costo è significativo: le concessionarie dovranno spendere 300.000 dollari o più per riconfigurare le loro attività. Preoccupati per le aspettative irrealistiche sull'adozione dei veicoli elettrici, quasi 4.000 concessionari di auto hanno inviato una lettera ai produttori invitandoli a rivalutare i mandati per i veicoli elettrici. Anche il settore assicurativo ha riconosciuto le sfide insormontabili poste dai veicoli elettrici, con conseguente aumento dei costi assicurativi. LA GESTIONE DALL'ALTO VERSO IL BASSO È CAUSA DI OPPRESSIONE Un ultimo fatto scomodo riguarda le case automobilistiche, che hanno seguito l’onda e si sono date da fare per produrre veicoli elettrici, dato che alcuni Stati americani stanno imponendo la vendita di tutti i veicoli elettrici entro il 2030. Di fronte alla rivolta dei concessionari, alcune case automobilistiche stanno ricorrendo a misure drastiche. General Motors, ad esempio, ha rilevato il 47% delle sue concessionarie Buick nel 2022, che rappresentano circa 940 delle 2.000 concessionarie presenti nel Paese. Le case automobilistiche sostengono inoltre un modello di vendita diretta per i veicoli elettrici, snellendo il processo e riducendo il numero di veicoli elettrici nell'inventario dei concessionari. Queste decisioni dittatoriali e draconiane stanno rendendo la vita miserabile a tutti, dai concessionari ai consumatori. Se tutto questo non bastasse, la mano pesante dei politici e dei sussidi governativi sta imponendo la sua agenda ecologica a tutti gli interessati. Una simile gestione dall'alto dell'economia e della cultura è tipica dei socialisti che professano di agire in nome del popolo mentre lo schiavizzano e lo opprimono. Sono assenti dall'equazione le soluzioni organiche che utilizzano l'esperienza di coloro che lavorano nei loro campi per proporre approcci innovativi che riflettono una cultura dedicata alla pratica della virtù.
    6m 51s
  • Eco vandali irrompono a Messa: il vescovo li stima e cede il microfono

    5 DEC 2023 · VIDEO: Il contestatore di Greta Thunberg ➜ https://www.youtube.com/watch?v=vPwdjQAV9_E TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7622 ECO VANDALI IRROMPONO A MESSA: IL VESCOVO LI STIMA E CEDE IL MICROFONO di Andrea Zambrano Quello di ieri mattina in Duomo a Torino è stato un vero e proprio assalto compiuto con modalità eversive. Ciò che è paradossale è che il proclama che le due attiviste di Extinction Rebellion (XR) hanno preteso di leggere togliendo la parola all'arcivescovo Roberto Repole, non era un testo di Mao Tse Tung come si sarebbe fatto negli anni '70, ma un'enciclica di Papa Francesco: la Laudate Deum. Ora, non che il testo papale sia da considerare eversivo, ma è indicativo che se ne siano serviti per i loro scopi - questi sì eversivi - le due attiviste che hanno interrotto la Messa. Alla Messa di ieri mattina in cattedrale il vescovo Roberto Repole ha appena terminato di proclamare il Vangelo della prima domenica di Avvento e si accinge a iniziare l'omelia. È a quel punto che un'attivista di Extinction Rebellion gli si si para davanti e con voce stentorea inizia a pretendere di leggere alcuni testi di Papa Francesco sulla causa climatica. Anche un'altra si pone al centro del presbiterio e inizia a proclamare. Seguono momenti concitati e di imbarazzo. Qualche fedele si avvicina e le invita ad andarsene, ma senza usare la forza. Loro continuano. A quel punto, il vescovo, che era rimasto imperterrito all'ambone, scende vicino a loro. Dice qualche cosa per lamentarsi del modo con il quale hanno interrotto la Messa. Però le fa parlare. Ecco come giustificherà poco dopo il fatto di avergli ceduto il microfono: «Ho grande stima per chi si mobilita per la difesa del Creato e accoglie gli appelli di Papa Francesco, apprezzo l'impegno in questo senso delle attiviste di Extinction Rebellion - ha commentato l'arcivescovo - ma mi è dispiaciuto che abbiano ritenuto di prendere la parola in Duomo senza prima volermene parlare e chiedere se potevano intervenire. Avrei risposto che a Messa si prega spesso per la pace e per la salvaguardia del Creato, ma la celebrazione eucaristica non è un momento idoneo a ospitare interventi pubblici: ho inizialmente lasciato che le attiviste parlassero; poi ho chiesto che terminassero perché la Messa è un momento di preghiera e in quanto tale dev'essere rispettata, anche e soprattutto da coloro che dichiarano di voler operare nel rispetto di tutti». LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO SULLA PRESUNTA CRISI CLIMATICA Quindi Repole ha stima per gli "eco vandali", e questa potrebbe essere una notizia nella notizia, ma il problema è solo che non gliel'hanno chiesto preventivamente, lasciando intendere che uno spazio, dentro o fuori dalla Messa, ma in chiesa si sarebbe comunque trovato. Le due donne invece hanno gridato: «Vogliamo portare l'attenzione dei fedeli sulle parole che papa Francesco sta spendendo per la crisi climatica». E poi hanno letto il messaggio che il pontefice ha inviato alla Cop28 di Dubai, con l'invito a smettere di finanziare guerre e devastazione ambientale. Poco dopo sul profilo X dell'organizzazione è avvenuta la rivendicazione in perfetto stile eversivo con tanto di foto: «Questa mattina, #ExtinctionRebellion ha brevemente interrotto la Messa nel Duomo di #Torino. Durante il silenzio che precedeva l'omelia, un gruppo di persone ha letto a voce alta dei passi del Laudate Si e del Laudate Deum di #PapaFrancesco». Strafalcioni a parte - l'enciclica del 2015 si chiama Laudato sì - si tratta della prima azione con modalità eversive fatta da XR in Italia e avente come teatro una chiesa, per giunta durante una funzione sacra. Non stupisce la sostanziale arrendevolezza del vescovo di Torino, per il quale il sacrilegio dell'interruzione della Messa è solo un problema di "inidoneità" o di inopportunità. Si dice dispiaciuto, come se l'irruzione sia un fatto personale e non una ferita. Del resto, i testi oggetto del proclama erano quelli del papa in persona. Come avrebbe potuto impedirglielo? Chissà se li avrebbe fatti parlare lo stesso se invece che di Bergoglio avessero letto un testo di Papa Ratzinger o se l'argomento dell'irruzione non fosse stato il climatismo, ma la piaga degli aborti o altre emergenze non sposate dalla nuova Chiesa che va a braccetto con le ideologie del momento? Siamo autorizzati a pensare che avrebbero agito in maniera più energica per cacciarle fuori dalla chiesa. Appunto, cacciare fuori dalla chiesa. È questo il punto nevralgico di questa storia. Repole dovrebbe sapere perfettamente, infatti, che, decidendo di interrompere la Messa e di mettere in campo un'azione di tipo politico, sono stati compiuti una profanazione e un reato. Per quanto riguarda la prima, l'azione di XR meriterebbe un atto di riparazione perché la Messa è stata profanata in uno dei suoi momenti centrali, la liturgia della Parola, per finalità politico-ideologiche che nulla hanno a che fare con il culto. Ma siamo sicuri che nessuno si incaricherà di riparare il sacrilegio. ART. 405 CODICE PENALE: TURBATIVA DI FUNZIONI RELIGIOSE In quanto al reato, è abbastanza palese che, decidendo di irrompere in un tempio durante la celebrazione sacra, alla presenza di un ministro di culto, sia stato violato l'articolo 405 del codice penale che, delineando l'illecito della turbatio sacrorum recita: «Chiunque impedisce o turba l'esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa, le quali si compiano con l'assistenza di un ministro del culto medesimo o in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni». Certo, non avranno mai due anni di carcere, anche perché la lettura della Laudate Deum potrebbe fungere da attenuante, ma forte di questo aspetto del diritto concesso non dalla Chiesa, ma dallo Stato repubblicano, Repole avrebbe potuto pretendere l'arrivo dei Carabinieri per ristabilire la giustizia. Cosa che non ha fatto, alimentando così il sospetto che per l'Arcivescovo, sono i modi così irruenti a destare perplessità. La causa invece… bè la causa del climatismo eco vandalico è da sposare senz'altro. Del resto non c'è da stupirsene. Non più tardi di un anno fa Avvenire solidarizzava con i gruppi estremisti giustificando le loro azioni. In quanto alla Laudate Deum presa a modello in chiave eco vandalica, forse qualche interrogativo in più sulla contestata encliclica papale sarebbe lecito porselo. Peccato che questo episodio non sia accaduto prima dell'approvazione dell'ultimo decreto sicurezza, dove i blocchi stradali degli "eco vandali" di XR sono passati da illeciti amministrativi a reati veri e propri. I cattolici dovranno in futuro invocare un comma specifico per i blocchi delle liturgie? Quelle cattoliche, ovviamente. Per le altre, quelle islamiche ad esempio, ci pensano già i musulmani a far rispettare le regole in moschea.
    6m 8s
  • Il video virale della suora che placca un attivista green che vuole impedire la costruzione di una chiesa

    24 OCT 2023 · VIDEO: La suora placca l'ambientalista ➜ https://www.youtube.com/watch?v=DLOCf86hbyE TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7581 IL VIDEO VIRALE DELLA SUORA CHE PLACCA UN ATTIVISTA GREEN CHE VUOLE IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DI UNA CHIESA di Paola Belletti La scena diventata presto virale è solo una parte della vicenda, certo la più suscettibile di condivisione e battute. Il 16 ottobre infatti la nazionale francese di rugby è stata eliminata dalla Coppa del Mondo e il placcaggio della suora immortalato il giorno successivo sembra una involontaria beffa alla batosta sportiva. Nel video che gira da due giorni su social e testate giornalistiche si vede chiaramente una giovane suora vestita di blu, zainetto sulle spalle, che intercetta nella corsa e trattiene per il torace, cadendo con lui a terra, un uomo che si sta allontanando a grandi e atletiche falcate con del materiale da costruzione appena sottratto al cantiere. Più precisamente si tratta di due tubi, e nel sito se ne vedono diversi pezzi, alcuni a terra e parecchi portati a braccia e poi calpestati e distrutti da altri manifestanti presenti sul posto. Siamo in Francia, nella regione sud-orientale dell'Alvernia-Rodano-Alpi, dipartimento di Ardèche, comune di Saint-Pierre-de-Colombier, un piccolo centro di 451 abitanti. Un fazzoletto di terra che attira numerosi pellegrini, fino ad ora accolti nella chiesa parrocchiale. Secondo la famiglia religiosa e anche secondo un certo buon senso, la capienza della chiesa non è più sufficiente al flusso di fedeli, così raccontano le suore stesse sul loro sito. Per questo la Famiglia Missionaria di Nostra Signora sta portando avanti la realizzazione di un complesso che comprenderà la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, come nel desiderio dei fondatori fino dal 1946, e strutture dedicate all'accoglienza dedicate a San Giuseppe. Dal canto loro, gli eco-attivisti, che da tempo ronzano intorno al cantiere e hanno forzato anche in altre occasioni le recinzioni a protezione del sito, ritengono di difendere un altro irrinunciabile progetto, anch'esso, pare, di una madre piuttosto potente, la natura. In quel territorio infatti ci sarebbero delle piante rare da proteggere in nome della preziosa e benefica biodiversità. Ciò che contestano è la mancanza di tutte le necessarie autorizzazioni e forse confidano nella forza costrittiva delle spire burocratiche, capaci di stritolare lentamente ma inesorabilmente qualunque attività. Gli attivissimi attivisti che fin dal suo esordio cercano di ostacolare e si augurano di poter bloccare il progetto, appartengono al gruppo Les Amis de la Bourges e ritengono che le ambizioni delle suore siano fuori luogo. [...] "È un progetto arrogante per una comunità religiosa", ha detto il gruppo in una dichiarazione a Fox News Digital. Non mancano naturalmente i riferimenti alla pretesa mansuetudine [...] che secondo questi ecologisti dovrebbe immancabilmente fare parte del corredo di ogni cristiano, soprattutto se religioso: la suora è colpevole di reazione aggressiva, non loro che sono notoriamente pacifici. Queste scaramucce moderatamente violente sul terreno di un edificio religioso in costruzione sono una rappresentazione vivida di una sorta di guerra civile: due fazioni opposte che difendono due idee di difesa della vita piuttosto distanti. Per i primi la piantina rara ha la priorità su tutto il resto, per i religiosi è più importante la persona e la sua salvezza, che passa anche dalla possibilità di pregare in comunità, meditare la parola di Dio, accostarsi ai sacramenti, senza per questo devastare l'ambiente circostante. In fondo si tratta sempre di bio-diversità e la seconda, quella che pretende di portare a tutti i fratelli la salvezza di Cristo, è per sua natura estendibile anche ai recalcitranti e piuttosto riottosi ambientalisti: costoro si sono solo dimenticati di riconoscere, tra le specie da proteggere, quella umana, soprattutto se ha la pretesa di ricordare al mondo che l'uomo è peccatore e bisognoso di redenzione. La suora disposta al placcaggio e a rotolare nella terra fangosa del cantiere in costruzione per recuperare del materiale edile lo ha fatto in modo piuttosto originale.
    5m 44s
  • All’Onu, nei mass media e in vaticano regna il catastrofismo antiscientifico sul clima

    10 OCT 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7570 ALL'ONU, NEI MASS MEDIA E IN VATICANO REGNA IL CATASTROFISMO ANTISCIENTIFICO SUL CLIMA di Luca Volontè Le morti legate al clima sono diminuite del 99% negli ultimi cento anni; diminuiti pure gli incendi e uragani causati dal clima. Ma il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo discorso di apertura al Climate Ambition Summit di New York, un evento di due giorni a cui hanno partecipato le élite mondiali, ha dichiarato che «l'umanità ha aperto le porte dell'inferno». Scienziati allarmisti hanno fatto previsioni climatiche catastrofiche che negli ultimi decenni, su modelli imprecisi e politicamente indirizzati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc), facente capo all'Onu, sono state costantemente smentite. Tuttavia, invece di aprirsi al confronto scientifico con più di 1600 scienziati, di cui due premi Nobel, che negano l'allarmismo climatico e denunciano la palese politicizzazione e il prossimo impoverimento di miliardi di persone causato dalle speculazioni che lobby e plutocrati stanno facendo sul clima, Guterres ha detto che «il caldo orrendo sta avendo effetti terribili. Agricoltori sconvolti che vedono i raccolti portati via dalle inondazioni, temperature soffocanti che generano malattie e migliaia di persone che fuggono spaventate dall'infuriare di incendi storici», attribuendo la colpa ai combustibili fossili. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è stato da meno, chiedendo un aumento degli investimenti pubblici e privati in soluzioni energetiche verdi per contribuire a «rendere il mondo a prova di clima», aggiungendo che la sua amministrazione «ha trattato questa crisi come una minaccia esistenziale dal momento in cui ci siamo insediati, non solo per noi ma per tutta l'umanità». Al summit era invitata anche Jacinda Ardern, per la quale, ora che si è convertita alla cultura woke e globalista, la libera discussione nelle reti è diventata la peggiore minaccia per la lotta ai cambiamenti climatici e, di conseguenza, il maggior pericolo per l'establishment internazionale che aspira a governarci. La Ardern ha sottolineato che la libertà di parola è un'arma da guerra virtuale e «non possiamo permettere che la libertà di parola ostacoli la lotta contro "minacce" come il cambiamento climatico». Non si può vincere la guerra al cambiamento climatico se la gente non crede alla versione apocalittica del problema: l'unica soluzione è mettere a tacere chi ha obiezioni o argomenti scientifici contrari. IL PROFESSOR JOHN CLAUSER È stato così, infatti, per il premio Nobel 2022 per la Fisica, il professor John Clauser, a cui è stato ritirato l'invito al seminario del Fondo Monetario Internazionale sui cambiamenti climatici, per le sue posizioni scientificamente fondate e perciò scettiche sul catastrofismo della propaganda occidentale. Della libertà di parola, della libertà di ricerca e del confronto scientifico l'Onu e il suo segretario generale paiono non preoccuparsi troppo; del resto, la stessa censura ferrea aveva colpito centinaia di milioni di persone durante i lockdown e le restrizioni giustificate con il pretesto del Covid. Però è necessario segnalare un salto di qualità nelle bugie propagandate nelle ultime settimane dai mass media mondiali, inclusi quelli pubblici e privati italiani. Tre fatti emblematici di una propaganda sempre costretta a mentire. Primo: il tasso di incendi boschivi è diminuito dal 2001 in tutto il mondo. La narrazione sugli incendi disastrosi dovuti ai cambiamenti climatici, mentre erano causati principalmente da delinquenti incendiari o dall'incuria, ci è stata data come quotidiano companatico per tutti i mesi estivi, dagli incendi in Canada ai fumi che invadevano le città americane. Nelle scorse settimane, a tale proposito, sia Biden che Trudeau non avevano perso tempo nell'invitare i cittadini a riflettere sugli «impatti del cambiamento climatico» e a denunciare come «anno dopo anno, con il cambiamento climatico, assistiamo a incendi selvaggi sempre più intensi». Tutto ciò che ci hanno detto è palesemente falso. In realtà, i dati raccolti dal Wall Street Journal dimostrano che gli incendi delle foreste avvengono ad un ritmo sempre più basso e con minori estensioni negli ultimi decenni. GLI URAGANI SONO MENO FREQUENTI, NONOSTANTE GRETA THUNBERG Secondo: gli uragani stanno diventando sempre meno frequenti. Tutti ricordiamo i preparativi per l'avvento degli uragani estivi in Florida e le critiche di noncuranza e scetticismo climatico verso il governatore Ron DeSantis, un repubblicano impegnato anche nelle primarie del suo partito. Le accuse pubblicate dal New York Times, poi amplificate a dismisura, rimproveravano al governatore della Florida di non credere agli «scienziati che affermano che gli uragani che colpiscono il suo Stato sono intensificati dal riscaldamento globale causato dall'uomo». Ovviamente chi fossero questi scienziati interpellati dal New York Times non è dato sapere. Al contrario, il numero di uragani in Florida e complessivamente nel mondo, lo dimostrano i dati esposti al seminario internazionale tenutosi a Glasgow l'inverno scorso, è diminuito significativamente nell'ultimo secolo. Che ne è però delle decine di migliaia di morti causati dai cambiamenti climatici? Anche questa narrazione, così in voga tra i protagonisti della novella, siano essi grandi ufficiali del Palazzo di Vetro o burocrati occupanti il Palazzo Berlaymont (sede della Commissione europea) o inquilini temporanei del Vaticano, è falsa. Terzo. Nonostante l'oracolo dei cambiamenti climatici e della "Madre Terra", l'attivista Greta Thunberg, avesse twittato nel 2018, poi cancellato maldestramente quest'anno, che «il cambiamento climatico spazzerà via l'intera umanità» entro i prossimi cinque anni (dunque, entro il 2023), nell'anno in corso non si ha notizia dell'ecatombe globale tanto minacciata. Anzi, il dato più importante da tenere a mente è questo: le morti legate al clima sono diminuite del 99% in tutto il mondo negli ultimi cento anni, grazie alla diffusione dei combustibili fossili, della libertà del mercato e d'impresa e della genialità innovativa umana. Tre fatti emblematici su cui anche all'Onu dovrebbero riflettere. Nota di BastaBugie: Eugenio Capozzi nell'articolo seguente dal titolo "Laudate Deum o laudate Gaia? La resa della Chiesa ai verdi" spiega perché la Chiesa ha imboccato la pericolosa strada verso l'ideologia ecologista. Una strada che può portare a conseguenze devastanti sulla stessa ragion d'essere della Chiesa. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 ottobre 2023: L'esortazione apostolica Laudate Deum, dedicata alla "crisi climatica", con la quale significativamente papa Francesco ha voluto aprire il "Sinodo sulla sinodalità" di Roma, non si limita a inserirsi nella già consolidata scia dell'ubriacatura della Chiesa cattolica per l'ideologia ambientalista millenarista e i suoi dogmi sul "cambiamento climatico" antropocentrico, ma rappresenta lo spartiacque attraverso il quale il cattolicesimo viene trascinato in un territorio che con l'umanesimo cristiano è di fatto incompatibile, estremizzando una tendenza già manifestatasi con l'enciclica Laudato sì e in molti altri pronunciamenti pontifici. Si tratta di un documento molto pericoloso, sia nel metodo che nel merito delle sue argomentazioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, esso concentra la sua attenzione su temi esclusivamente politici, economici e scientifico-tecnologici, invocando il perseguimento di un obiettivo pratico e specifico, e dando così l'impressione di mettere da parte quello che sarebbe il compito fondamentale della Chiesa: la predicazione del kérigma, del messaggio di salvezza per tutti gli uomini che guarda alla vita sub specie aeternitatis e trascende ogni singolo tema del dibattito pubblico nella dimensione della storia, pur non disinteressandosi certo a esso. Inoltre, nell'allocuzione il pontefice pretende di presentare argomentazioni irrefutabili in campo scientifico e tecnico senza averne alcuna autorità, e citando a supporto di esse fonti dichiarate affidabili su una base del tutto acritica, come quelle degli scienziati facenti capo al panel Ipcc dell'Onu (la cui stessa esistenza dipende da un'assunzione politica, quella dell'emergenza climatica, e non da un libero percorso di ricerca della verità), mentre ne rifiuta altrettanto aprioristicamente e acriticamente altre, cioè tutte quelle critiche rispetto alla tesi del cambiamento climatico di origine antropica. Per quanto riguarda poi il merito, la Laudate Deum presenta una imbarazzante serie di asserzioni una più infondata e contraddittoria dell'altra. Si dichiara innanzitutto come fosse un dato acclarato, senza sentire il bisogno di citare alcuna fonte a supporto, che "il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura", e che il cambiamento climatico produrrà un impatto sociale ed economico drammatico in
    14m 10s
  • Come san Francesco combatteva le eresie

    26 SEP 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3095 COME SAN FRANCESCO COMBATTEVA LE ERESIE di Vincenzo Sansonetti Il primo ecologista? Facile: Francesco d'Assisi. Complice il lavorio di migliaia di insegnanti della scuola, statale e privata, dei mass media, di parrocchie e oratori politicamente corretti, l'idea che San Francesco sia il padre nobile del pensiero ambientalista è diventato un dogma invincibile del nostro tempo. Peccato che sia completamente falso. Come falsa è la notizia che il santo fosse un vegetariano. Francesco non fu nemmeno un animalista. Né, tanto meno, un naturista che rifiutava la civiltà, compresi i vestiti. Francesco pauperista? Falso anche questo. Nel libro San Francesco antimoderno (Fede & Cultura, 2009), Guido Vignelli – apologeta tra le firme del Timone – ha svolto un ottimo lavoro di «demitizzazione» del santo di Assisi, con il dichiarato scopo di «difendere il Serafico dalle falsificazioni progressiste». Attingiamo molti spunti e informazioni proprio da questa fonte. LA NATURA Non c'è dubbio che la sensibilità straordinaria per il Creato di Giovanni di Pietro da Bernardone (questo il vero nome del santo) lo espone all'equivoco e al fraintendimento, soprattutto da parte di un mondo confuso e superficiale come quello in cui viviamo. In verità, il problema si era posto già in tempi passati. Nel 1926, in occasione dell'VIII centenario della morte di san Francesco, Pio XI diede alle stampe l'enciclica Rite expiatis, nella quale fra l'altro scrive: «Essendo Araldo del Gran Re, Francesco volle che gli uomini si conformassero alla santità evangelica e all'amore della Croce, non già che si trasformassero in sdolcinati amanti di fiori, uccelli, agnelli, pesci e lepri. Se egli mostrava una certa affettuosa tenerezza verso le creature (...) non era mosso da altra causa che dall'amore per quel Dio che è comune origine, e in esse contemplava la divina bontà». Anche G.K. Chesterton aveva ben compreso questo equivoco ideologico che incombeva sulla interpretazione del santo di Assisi. «San Francesco», scrive Chesterton nel suo libro dedicato al santo, «non era un amante della natura (...). Tale qualifica implica infatti che si concepisca l'universo materiale come qualche cosa che vagamente ci circonda, una sorta di panteismo sentimentale. (...) Ma come ogni mistico san Francesco era nemico mortale di tutti coloro che cancellano i limiti delle cose, dissolvendo ogni entità nell'ambiente che la circonda; egli fu esattamente l'opposto di quella sorta di visionario orientale che è mistico solo perché è troppo scettico per essere materialista». In questo senso, si comprende meglio che il meraviglioso Cantico delle Creature – prima grande opera in quel volgare che fece nascere la lingua italiana, la lingua di Dante e di Petrarca, di Leopardi e di Manzoni – non vuole certo idolatrare la natura, ma ribadire la bontà del creato di fronte alle terribili idee catare e albigesi, che invece predicano una malvagità intrinseca del mondo. Uno dei più grandi mistici del ventesimo secolo, Don Divo Barsotti, spazza via ogni presunta commistione fra san Francesco e l'animalismo. Per il santo di Assisi non c'è paragone fra l'uomo e le bestie, tanto è vero che nella sua visione del mondo, scrive Barsotti, «l'uomo è veramente il re del Creato; le creature sono poste al servizio dell'uomo (...) è il peccato dell'uomo che ha diviso e opposto Dio e la creazione; ma chi vive in Dio ritrova la creazione; in Dio egli diviene Signore del mondo. (...) La benedizione francescana è una benedizione che ridà all'uomo la sua innocenza primitiva, lo fa veramente re di tutto il creato». Una pagina stupenda, nella quale si può apprezzare la distanza siderale che separa Francesco e il suo saldo cattolicesimo da ogni forma di ecologismo animalista, mirante a mettere l'uomo – quando va bene – sullo stesso piano degli animali. Una concezione che aborrisce l'idea di signoria dell'uomo sul creato, che invece Francesco ben conosce e ben interpreta per tutta la vita. GLI ANIMALI Proprio dall'esistenza breve e intensissima del poverello si può cogliere questa limpida visione dell'uomo, creatura di Dio. Quando, ad esempio, Francesco dimostra tenerezza nei confronti di un agnello, egli spiega – come ci riferisce san Bonaventura da Bagnoregio nella Legenda maior – che l'animale gli ricorda «l'Agnello mitissimo che volle essere ucciso per redimere i peccatori». Dunque, Francesco non si diede mai da fare per salvare gli agnelli dalla macellazione per festeggiare la Pasqua, né avrebbe approvato le manifestazioni isteriche di certo animalismo aggressivo. Anzi: pare che a Francesco la carne piacesse parecchio. Fra' Ginepro racconta che Francesco volle ristorare un frate malato con carne di maiale, giacché «i porci sono stati creati ad uso dell'uomo». Nella Prima Regola il santo di Assisi raccomanda che i frati si cibino della carne ricevuta in elemosina. E quando giungeva il Natale, Francesco voleva che si facesse festa mangiando un intero pasto a base di carne perché «quando è Natale non vi sono astinenze che tengano. E se i muri potessero mangiare carne, bisognerebbe darla in pasto anche a loro». Tant'è vero che Francesco non manca di usare espressioni ruvide nei confronti degli animali. Egli ritiene pacifico che le bestie sono state create per faticare a vantaggio dell'uomo. Nella Compilatio perusina il santo vuole esortare il cristiano a dominare il «frate corpo», e suggerisce di maltrattarlo e bastonarlo «come si fa con un bue pigro e recalcitrante, che pretendesse di mangiare senza guadagnarselo portando pesi». Secondo Francesco d'Assisi, gli uomini perversi o mondani erano da considerare animales homines, letteralmente «uomini bestiali». L'UOMO E IL PROGRESSO Su un punto, bisogna ammetterlo e anzi ricordarlo con forza, san Francesco si pone in contrasto all'azione dell'uomo di fronte al Creato: il santo delle stigmate condanna l'idea – tipicamente moderna e rinascimentale – secondo la quale la natura sarebbe uno sterminato campo di esercizio della prometeica volontà di potenza da parte della civiltà umana. Se ci si pensa bene, la stragrande maggioranza dei problemi ambientali – veri e non frutto di paturnie ideologiche – è stata prodotta negli ultimi secoli, proprio a partire della svolta antropocentrica alimentata dal razionalismo cartesiano e dallo scientismo galileiano. Come la rivoluzione francese si abbatte contro l'idea aristotelico tomistica della natura in senso filosofico, così la rivoluzione industriale si abbatte sulla natura nella sua dimensione biologica. Uno dei più grandi scrittori del novecento, J.R.R. Tolkien, rappresenterà in maniera simbolica questa violenza della civiltà sulla natura, in particolare nello scontro fra gli Ent e la furia devastatrice di Saruman, come si legge ne Il Signore degli anelli. Francesco d'Assisi, che pure viveva in pieno medioevo, ricorda all'uomo che la creazione è stata fatta con infinita saggezza da Dio, e che l'uomo non può farne letteralmente ciò che vuole, ma è obbligato a usarla bene e per il bene. LA POVERTÀ, MEZZO PER LA SANTITÀ L'altra grande menzogna intorno alla figura di Francesco riguarda la povertà. Che egli visse da povero, facendosi povero in piena libertà e rinunciando ai beni cui aveva diritto come figlio di un mercante di Assisi, è certamente vero. Ma che egli fosse un pauperista, un rivoluzionario, un nemico della proprietà privata, il propugnatore di un odio classista verso i beni di questo mondo... beh, tutto questo è pura fantasia. Come scrive Vignelli, «il vero significato e valore del francescanesimo consisteva nel testimoniare la possibilità di una vita radicalmente evangelica, rinunciando a tutto e godendo della beatitudine promessa a quei poveri che la Bibbia chiama anawìm». Termine che indica i poveri per scelta, cioè umili che decidono di affidarsi totalmente alla Provvidenza. Il problema non è costituito tanto dalle ricchezze terrene, ma dalla capacità del cristiano di rinunciare al mondo, cioè ai piaceri, agli onori, alle sicurezze, ai diritti e alle pretese. Dunque la povertà è per Francesco non un fine, ma un mezzo per vivere da vero cristiano, totalmente dentro la Chiesa. E senza aver mai preteso che tutti seguissero pedissequamente il suo cammino. Del resto, la povertà radicale non è, di per sé stessa, un'invenzione di Francesco: nel XII secolo erano già sorti movimenti come i Valdesi, gli Umiliati, i Poveri di Cristo, che si proponevano di vivere in rigorosa povertà. Fra costoro non mancò chi istigò i poveri alla rivolta, cosa che Francesco non fece mai.
    16m 21s
  • L'unica ristrutturazione da fare (altro che casa green!)

    19 SEP 2023 · VIDEO: Case green ➜ https://www.youtube.com/watch?v=_IkK0sxi8mQ&list=PLolpIV2TSebUZf755kITHNSRL7joJIZ2Z TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7540 L'UNICA RISTRUTTURAZIONE DA FARE (ALTRO CHE CASA GREEN!) Spendiamo per pannelli fotovoltaici e pompe di calore, anziché misure anti-terremoto come fanno in Giappone dove gli edifici resistono anche alle grandi scosse (VIDEO: Case green) di Nicola Porro Con una tragica ripetitività, i terremoti uccidono migliaia di esseri umani. Gli scienziati ormai sanno con buona approssimazione dove possono avvenire, ma non hanno la più pallida idea di quando la scossa ci possa davvero essere. Definiamo questa un'emergenza? Non sembra proprio. Ed è incredibile. Siamo così pronti a definire quella climatica, che molti autorevoli scienziati e premi Nobel contestano, come una catastrofe che si avvicina a rapidi passi. Ma non vediamo il tragico ripetersi di catastrofi vere, certificate, filmate. E dolorose. I morti di inquinamento sono un'astrazione probabilistica e una proiezione di possibile premorienza. Così si definisce chi secondo calcoli magici ci si sarebbe aspettati che morisse a 87 anni e invece è morto a 84 per cause che vengono sempre definite climatiche. Una religione, quella climatica, che si scontra con la realtà della terra che trema. In Pianura Padana vogliono chiudere le industrie e bloccare le auto per una direttiva europea. È un'area tra le più inquinate d'Europa secondo i parametri scelti da Bruxelles, ma - strano a dirsi -, quella in cui l'aspettativa di vita è la più alta. Siamo degli scriteriati. Spendiamo fortune colossali per mettere i cappotti termici, cambiare gli infissi agli appartamenti, verificare le classi energetiche, investendo centinaia di miliardi che in un mondo razionale dovrebbero essere spesi per rendere le nostre vecchie case resistenti ai terremoti. La tecnologia per di più c'è ed è sperimentata. In Giappone gli edifici resistono a scosse mostruose. E noi sull'altare dell'ambientalmente corretto, per rispondere alle sfide della CO2, usiamo le nostre risorse, per definizione limitate, per alimentare la «filiera del verde». Meglio sarebbe pensare al nero, il colore del lutto per migliaia di uomini sepolti da edifici crollati per scosse che non si possono evitare. E la lista dei morti e dei danni, in questo caso, non è una probabilità, non è una proiezione, ma è una triste contabilità di bare in cui il rapporto tra causa (crollo degli edifici) ed effetto (morti e feriti, appunto) è diretto, palese. Eppure questa periodica tragedia si può efficacemente contrastare. Certo non con pannelli fotovoltaici o pompe di calore. Ma con un piano costoso di riqualificazione anti-terremoto dei nostri immobili. Siamo un Paese con vaste zone ad alto rischio sismico, dove invece di rafforzare le fondamenta e puntellare le mura, cambiamo gli infissi e installiamo le pompe di calore. Una follia.
    3m 19s
  • Non uccidere l'orsa sacra, rischi la prigione e gli animalisti ti daranno la caccia

    12 SEP 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7538 NON UCCIDERE L'ORSA SACRA, RISCHI LA PRIGIONE E GLI ANIMALISTI TI DARANNO LA CACCIA di Stefano Magni Da quattro giorni le cronache italiane sono ricche di versioni differenti e di commenti su quanto accaduto a San Benedetto dei Marsi, poco fuori dal Parco degli Abruzzi. Un macellaio, Andrea Leombruni, 56 anni e padre di famiglia, ha sparato a un'orsa che, secondo la sua testimonianza, era entrata nel suo pollaio verso le 23 del 31 agosto. Successivamente, Amarena (così era nota ai locali, perché ghiotta di amarene) è stata ritrovata morta per le ferite riportate. Dopo oltre due giorni di ricerche sono stati ritrovati, vivi, i suoi cuccioli. È un tragico episodio di convivenza fra uomo e animale, dunque. Ma il seguito è ancora peggiore: l'uomo, anche se si è detto pentito della sua reazione armata, vive letteralmente sotto assedio, nell'incubo di subire una rappresaglia da parte degli animalisti. La Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo nei confronti del macellaio. Aveva un regolare porto d'armi, ha sparato ad un grande predatore all'interno della sua proprietà, ma rischia di essere condannato per il reato 544bis del codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali. L'uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Il pubblico ministero Maurizio Maria Cerrato ha nominato un perito, un esperto di balistica, per stabilire l'esatta traiettoria del colpo di fucile che ha causato la morte dell'orsa e per confrontarla con la posizione dell'indagato. Come se si trattasse dell'omicidio di un uomo. CITTADINO ONORARIO? Il vicino comune di Villalago ha commentato la notizia come se fosse morto un suo cittadino onorario: "La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura". Il Parco ha reagito subito con un post sui social dove dichiara: "L'episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l'episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell'Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all'uomo" (corsivo nostro). Il Parco ha dunque l'unico interesse a preservare una numerosa popolazione di grandi predatori, mentre non considera "problemi per l'uomo" i danni alle attività agricole e zootecniche. Il presidente del Parco Nazionale della Maiella, Lucio Zazzara, nella sua nota, parla di sottocultura: "L'uccisione dell'orsa Amarena rappresenta un gesto sconsiderato per diverse ragioni, sia d'interesse scientifico, sia sociale, sia economico; ma soprattutto è la manifestazione di una pericolosa sottocultura che continua a privilegiare un approccio violento alle problematiche, che pure sussistono, nel rapporto uomo-natura" (corsivo nostro). Il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, è stato, se possibile, ancora più duro, definendo, senza mezzi termini, il suo cittadino come un "delinquente", a processo non ancora iniziato: "Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l'uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L'atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione". Quindi si dice "pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l'immagine e l'onorabilità della nostra gente" (corsivo nostro). MINACCE DI MORTE Se questi sono i messaggi che arrivano dalle autorità, figuriamoci quelli degli animalisti che hanno subito lanciato la carica sul Web e anche per telefono (perché nome, cognome, indirizzo, numero di telefono del macellaio sono stati subito diffusi). "Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate con minacce di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85 enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna", spiega Leombruni ai giornalisti dell'agenzia Ansa. "Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo - commenta la moglie - c'è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?" Primo risultato fra i suggerimenti Google (dunque le ricerche effettuate dalla maggioranza degli utenti) per "Andrea Leombruni" è: "bracconiere". Eppure, appunto, ha sparato dentro il suo pollaio, con un'arma che deteneva regolarmente, non si è addentrato nel parco a uccidere animali protetti. Di fianco a casa sua è stato dipinto un murales con uno scheletro che spara con un fucile da caccia e la scritta "Giustizia". È stato cancellato per ordine del sindaco, così come è stata annullata una manifestazione di animalisti nel paese. Non per proteggere l'allevatore, ma ufficialmente per non disturbare la ricerca dei cuccioli di Amarena. Cinque mesi fa, quando Andrea Papi, un uomo di 26 anni che si allenava a correre in un bosco del Trentino, venne sbranato da un orso, si levarono alte le voci degli animalisti. Per difendere l'animale dal possibile abbattimento, argomentarono affermando che fosse "nel suo habitat". Era l'uomo, semmai, che ne aveva invaso lo spazio vitale. Ora è un'orsa che ha invaso lo spazio dell'uomo ed è stata uccisa. E la colpa è solo dell'uomo? Quindi che cosa chiede l'animalismo all'uomo, di non entrare negli spazi vitali degli orsi e di lasciar entrare gli orsi nei propri? A questo punto non è più una mera difesa degli animali, ma una loro sacralizzazione: l'orsa Amarena è vista come una sorta di vacca sacra che può andare dove vuole, fare quel che vuole e guai a chi la tocca.
    6m 18s
  • I Verdi vogliono rendere reato in Italia il negazionismo climatico

    8 AUG 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7500 I VERDI VOGLIONO RENDERE REATO IN ITALIA IL NEGAZIONISMO CLIMATICO di Valerio Pece «Presenterò una proposta di legge per il reato di negazionismo climatico», queste le parole di Angelo Bonelli, portavoce del partito Alleanza Verdi e Sinistra. Sul "caldo da record", seppur indirettamente, Bonelli era già stato rimbrottato a dovere da Mario Giuliacci e Paolo Sottocorona, entrambi climatologi. Il primo, laureato in Fisica e fondatore di Epson Meteo, con tono frustrato su Libero ha affermato che «negli ultimi tempi [...] è una gara a chi le spara più grosse tra siti, giornali e tv». Aggiungendo: «Cosa vuol dire tempesta di caldo? Non vuol dire niente. Poi è stata diffusa una bufala. Arrivano i 50 gradi su mezza Europa! Italia, Spagna, Francia. Ma io dico: sarebbe la fine del mondo». Sottocorona, invece, per aver parlato di "procurato allarme", a seguire le idee Bonelli sarebbe addirittura passibile di incriminazione. In un intervento a "L'aria che tira" il metereologo ha affermato senza paura: «La stampa internazionale parla di caldo infernale in Italia: questo dipende dal fatto che leggono i giornali italiani, altrimenti non scriverebbero sciocchezze di questo genere». LO "PSICOREATO" DI ORWELL Il confine tra negare il "caldo record", negare il riscaldamento climatico tout-court o negare la sola origine antropica dello stesso, come al solito è molto labile. Pericolosamente labile. Il codice penale (e magari le manette) come spada di Damocle sulla testa dei cittadini non perfettamente in linea col credo "turbo green" (esattamente l'operazione liberticida del ddl Scalfarotto, poi divenuto ddl Zan) non è esattamente il massimo della costituzionalità. Senza nemmeno citare l'articolo 21 della Costituzionepiùbelladelmondo, per il quale «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero» (perfino chi nutre qualche dubbio sull'auto elettrica). Assodato comunque che la proposta di Bonelli avrebbe come primi imputati due metereologi, quel che davvero rileva è il clima da caccia alle streghe che alligna in Occidente e che va allargandosi a macchia d'olio. Un desiderio di museruola che ad aprile dello scorso anno ha portato il Presidente Biden a costituire un vero e proprio "Ministero della Verità", l'ente destinato alla censura immaginato da George Orwell nel suo 1984. L'esperimento politico (ufficialmente nato per combattere le fake news) aveva il nome di Disinformation Governance Board, cioè "Consiglio per il controllo della disinformazione". Durò lo spazio di poche settimane, finendo per naufragare sotto la pressione degli americani (non solo conservatori). Una pressione ben sintetizzata da una frase del repubblicano Willie Montagu: «C'è qualcosa di più distopico di un Consiglio per governare la disinformazione gestito dal governo federale?». COSA RESTA DELLA LIBERTÀ DI OPINIONE? Allargando il campo e lasciando per un attimo Angelo Bonelli alle sue strampalate proposte di legge, alla luce delle velocissime trasformazioni di pensiero e costume dovremmo seriamente chiederci come rileggere oggi il concetto di libertà (di opinione e non solo). Al netto del folklore, questo è il punto vero della vicenda. [...] Cosa resta dell'Occidente, delle sue conquiste di libertà? Cosa ci separa dalle dittature universalmente riconosciute? Più prosaicamente la giornalista della Verità Maddalena Loy scrive: «I Paesi in cui viene regolarmente soppressa la libertà di opinione cos'hanno da invidiare a un'Italia in cui un Bonelli chiede l'istituzione del reato di negazionismo climatico, a un Regno Unito in cui il conto corrente di Nigel Farage viene chiuso per le sue opinioni non allineate, a un Canada dove i conti correnti dei camionisti che protestano contro il green pass sono bloccati? (Spoiler: nulla)». [...] Ma Bonelli non è solo. La categoria dei "bonelliani", pronti a raccogliere i sassolini nell'Adige ma a mandare in galera chi vorrebbe problematizzare le questioni, nel loro invasato procedere vengono supportati da molti. Non solo i giovani "ecoterroristi" di Ultima Generazione, non solo da quelli di Fridays For Future, forse più miti, ma anche da attori e cantanti. Anni luce dalla misura e dall'eleganza del padre, Alessandro Gassmann giorni fa ha fatto fatica a contenersi: «Andiamo verso temperature mai raggiunte da 100.000 anni a questa parte. Ragazzi!». Il piano scelto da Gassmann, nuovo guru della scienza, è chiaramente apocalittico, quindi teologico, per cui adatto ad una risposta di pari grado. Don Antonello Iapicca, missionario in Giappone, a mo' di monito ha ricordato all'attore l'«ennesima follia di un antropocentrismo senza Dio» che «spinge l'attuale generazione ai vertici del ridicolo». Il reato di negazionismo climatico, proposta folle prima ancora che liberticida, è oltre il ridicolo.
    6m 54s
Quando l'amore per la natura si trasforma in odio verso l'uomo
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Author BastaBugie
Categories Earth Sciences
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