La brina - Invasione di nipoti - Cascate delle Alpi - Il Lago Maggiore - La Valle d'Ossola - Val Antigorio e Val Formazza colle impronte degli antichi ghiacciai - Un po' di Flora alpina - Il salto della Toce - Arretramento delle cascateI fiori di primavera, le bionde spighe d'estate, i grappoli d'autunno, gli splendori del sole, il pallone della luna, il sibilo dei venti, la terribile maestà delle procelle, ecco i perpetui ritornelli del poeta, continuamente rapito dagli spettacoli della natura, o lieta e sorridente, o severa e minacciosa; grande, potente, bella, provvidente sempre.
Ma a chi passò mai per la mente di parlare della brina, se non per maledire in essa il simbolo della vecchiaia?
Eccoci ormai a Calza, credo l'ultimo villaggio abitato durante tutto l'anno.
La valle si stringe di nuovo fra due nere rupi e si fa cupa e severa.
Che cosa biancheggia ad un tratto là in fondo?
È la cascata ... La cascata della Toce, la più bella, la più poderosa fra le cascate delle Alpi.
La scena ha qualcosa di solenne.
Un immenso anfiteatro di rupi nere si spiega davanti all’attonito sguardo.
L'Arena di quell’anfiteatro, coperta di un gran tappeto verde, è sparsa di migliaia di massi, di rupi prismatiche, a spigoli vivi, strappate dai secoli alle montagne e dintorni, e buttate a giacere alla rinfusa.
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