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Maria Nadotti "Un uomo fortunato" John Berger, Jean Mohr

Maria Nadotti "Un uomo fortunato" John Berger, Jean Mohr
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Jan 3, 2023 · 21m 29s

Maria Nadotti "Un uomo fortunato" Storia di un medico di campagna John Berger, Jean Mohr Prefazione di Vittorio Lingiardi Il Saggiatore https://ilsaggiatore.com Un uomo fortunato è una riflessione in parole...

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Maria Nadotti
"Un uomo fortunato"
Storia di un medico di campagna
John Berger, Jean Mohr
Prefazione di Vittorio Lingiardi
Il Saggiatore
https://ilsaggiatore.com

Un uomo fortunato è una riflessione in parole e immagini sui rapporti tra l’individuo e la comunità che lo circonda. È un ritratto, allo stesso tempo poetico e sociologico, della dimensione più umana del lavoro del medico e di cosa significhi appartenere a una collettività e mettersi al suo servizio.Nel 1966 John Berger e il fotografo Jean Mohr seguono per tre mesi l’attività del medico di campagna John Sassall, documentandone la vita, le abitudini e gli incontri. Sassall vive nella foresta di Dean, in Inghilterra, tra i suoi pazienti, e ogni giorno si muove all’interno del territorio rurale per curare i malati, gli anziani e le persone sole. Ciò che affascina Berger e Mohr è che Sassall non si limita a prescrivere medicine, ma per la gente del luogo è anche un confidente, un depositario di ricordi. È preciso, attento e premuroso. Prima di fare un’iniezione pronuncia frasi rassicuranti. In inverno, quindici minuti prima di visitare un paziente, accende la termocoperta così da non fargli sentire freddo. È presente a tutte le nascite e a tutte le morti. In ogni situazione riconosce l’istante in cui può fare la differenza, ma conosce anche i propri limiti, come persona e come medico.Arricchita da una prefazione di Vittorio Lingiardi e da una introduzione di Iona Heath, quest’opera, finora inedita in Italia, ci rivela con grande delicatezza come ogni territorio, se guardato o osservato a distanza, sia ingannevole. Esso è infatti, innanzitutto, la rete disegnata dai gesti e dai pensieri dei suoi abitanti, dalle loro lotte, conquiste e sventure.La vita e le giornate di un medico di campagna inglese raccontate dalle parole e dalle immagini di John Berger e Jean Mohr: una riflessione commovente sui rapporti tra individuo e comunità.«È uno dei miei libri preferiti al mondo, una continua ispirazione su come i libri dovrebbero essere scritti (e la fotografia utilizzata).» Alain de Botton
Edizione italiana a cura di Maria Nadotti
Prefazione di Vittorio Lingiardi

John Berger (Londra, 1926 - Parigi, 2017) è stato giornalista, pittore, critico d’arte e scrittore. Con il romanzo G. (Neri Pozza, 2012) ha vinto nel 1972 il Booker Prize. Il Saggiatore ha pubblicato Questione di sguardi (2015), Perché guardiamo gli animali? (2016), Smoke (2016), Sul guardare (2017), Sul disegnare (2017), Ritratti (2018), Paesaggi (2019), E i nostri volti amore mio, leggeri come foto (2020), Fotocopie (2021).

Jean MohrJean Mohr (Ginevra, 1925 - Collonge-Bellerive, 2018), fotografo e documentarista, ha collaborato con alcune delle principali organizzazioni umanitarie al mondo, tra cui la Croce Rossa Internazionale e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Ha pubblicato più di venti libri fotografici tra i quali ricordiamo Côte à côte ou face à face. Israéliens et Palestiniens: 50 ans de photographies (2003), After the Last Sky: Palestinian Lives (con Edward Said, 1986) e Il settimo uomo (con John Berger, Contrasto, 2018).


Maria Nadotti (Torino, 1949) è giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice. Vissuta a New York dal 1980 al 1992 ha successivamente passato lunghi periodi in Palestina. Oggi vive tra Milano e Berlino, scrive di teatro, cinema, arte e cultura per testate italiane e estere tra cui Il Secolo XIX, Il Sole 24 Ore, Lo Straniero, L’Indice, Artforum, Ms. Magazine e collabora con il settimanale Internazionale. È autrice, ideatrice e curatrice di diversi libri, tra cui La speranza, nel frattempo. Una conversazione tra Arundhati Roy, John Berger e Maria Nadotti (Casagrande) e Riga 32 – John Berger (Marcos y Marcos) e di due mediometraggi documentari.



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