Le incredibili, e misteriose, vicende giudiziarie di Michael Jackson, la pop-star dei record, hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo negli anni subito dopo l’avvento del nuovo millennio, e sono perfette per essere narrate in questo secondo episodio di “Verdetti”. In quegli anni, tra il 2002 e il 2004, iniziarono a diffondersi voci su accuse criminali gravissime, nei confronti del cantante, tutte legate ad asseriti episodi di molestie e attenzioni sessuali e affettive non appropriate da parte sua nei confronti di minori. In ambito civile, a onor del vero, il cantante già nel 1993 si era trovato a dover gestire, insieme ai suoi legali, una prima causa per molestie dove aveva, però, negato fermamente tutte le accuse pur accordandosi con la controparte per un risarcimento, oltre spese legali, di circa 23 milioni di dollari. Lo aveva fatto per evitare, a suo dire, ripercussioni sulla sua carriera. Il processo penale che inizierà nel 2005 in California sarà, invece, un giudizio vero e proprio e con un impatto enorme: durante l’istruttoria e le udienze il sistema giudiziario cercherà di entrare in profondità nelle stanze del Neverland Ranch, l’incredibile residenza da sogno di Jackson a Los Olivos, in California, per comprendere cosa fosse realmente successo tra quelle mura. Il minore che porta alla sbarra Jackson aveva tredici anni ai tempi delle asserite molestie. Il processo durerà, però, solo pochi mesi, anche se difesa e accusa combatteranno senza esclusione di colpi. Da una parte, il tentativo di rappresentare in giudizio Michael Jackson, oltre ogni ragionevole dubbio, come un molestatore abituale e organizzato di minori, capace di arrivare persino a drogarli per abusare di loro. Dall’altra parte, la difesa, che cerca di esporre il lato tenero, altruista e affettuoso del cantante, qualificando le accuse come o un’azione di vendetta di ex dipendenti scontenti che lo volevano portare alla rovina o, ancora, di maldestri tentativi di frode da parte di persone che volevano approfittare della sua celebrità per estorcere denaro. Ovviamente il processo si trasformerà in un (breve) circo mediatico e in una vera e propria sfilata di attori famosi in giudizio chiamati per testimoniare a favore di Jackson. Il 13 giugno, il cantante sarà assolto da tutte le accuse, ma dopo questo episodio abbandonerà per sempre quel favoloso ranch. Il cuore di questa vicenda si presentò alla giuria molto contorto e fumoso. Al centro, le terribili vicende di un bambino malato, supportato da una famiglia che raccoglieva fondi a nome suo, anche da star famose, per poter sostenere cure costosissime. Vi fu un documentario, “Living with Michael Jackson”, che verrà analizzato con cura durante il processo perché raffigurava, a detta dell’accusa, alcune situazioni dove Jackson e il minore erano presenti ed erano evidentemente in situazioni inappropriate di intimità. La difesa e il cantante battezzarono, al contrario, quel documentario come palesemente ingannevole, pensato unicamente per mettere in cattiva luce la star e per divulgare informazioni false. In quegli anni, prima del processo, vi fu anche il celebre arresto di Michael Jackson, con la sua espressione nella foto segnaletica diventata iconica. In realtà, grazie al pagamento immediato di una cauzione milionaria, venne trattenuto per soltanto un’ora. Nonostante il tentativo del giudice di mantenere la maggior segretezza possibile nello svolgimento di questo delicato processo, inevitabilmente l’evento si trasformò in uno dei casi giudiziari più importanti della storia, che arrivò a dividere anche i fans quando il cantante era in vita e che fu in grado di generare persino dopo la morte della pop star delle “code” giudiziarie, con accuse postume, che sono giunte sino ai giorni nostri.