La tentazione di considerarla una Venezia minore è forte, ma è ingiusta, perché Chioggia, vivo porto di mare con un ambiente pittoresco di viuzze e canali ingombri di barche attorno al largo asse del corso del Popolo, ha carattere e suggestioni proprie.
Il polso della sua vocazione marinara e peschereccia, e anche della sua tavola, lo dà il mercato del pesce lungo il canale della Vena: branzini, cefali e anguille delle valli da pesca venete; moleche (granchi privi di guscio per la muta, pronti alla frittura) e schie (gamberi grigi) dalla laguna di Venezia, solo per accennare ad alcune peculiarità.
Ma, a pochi passi al di là del canale stanno anche le bancarelle con i prodotti della campagna, perché economia e gastronomia sono qui in felice equilibrio tra orto e mare: ecco allora il Radicchio rosso di Chioggia, la zucca marina, la suca baruca cucinata al forno (un tempo venduta anche come street food), e poi carote, cicorie e cipolle bianche, ecc.
E dopo il mercato, un eventuale cicheto in osteria, la pura tradizione chioggiotta propone il risotto con i go, i ghiozzi di laguna, o le biberasse in cassopippa, le vongole stufate in coccio.
Chioggia:
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