Uno degli aspetti che è da tempo oggetto di analisi approfondite da parte degli osservatori del mondo del vino è l’evoluzione delle preferenze e delle abitudini dei consumatori che se da un lato hanno consentito di mantenere un andamento complessivamente positivo della produzione nel settore vitivinicolo dall’altro hanno stravolto gli equilibri in termini di centralità delle diverse tipologie di prodotto. Un dato che è frutto degli effetti del cambiamento climatico quanto delle mutevoli tendenze legate ad aspetti e fattori generazionali, ma anche del moltiplicarsi delle alternative che rendono la competizione nel mercato Wine & Spirits sempre più serrata portando oggi il mondo del vino a fare i conti anche con l’ascesa del segmento no-low alcool, per non parlare del successo trasversale della mixology, da un lato considerato come opportunità e porta di accesso per alcuni target dall’altro come minaccia quando sbilanciato su soluzioni alcool free. Ad essere alterato in particolare è il paradigma che ha visto sempre al centro dei desiderata i vini rossi e che oggi vede invece bianchi e rosati in aggregato fare un balzo in avanti conquistando il ruolo di protagonisti. Una chiave di lettura, quella del colore del vino, che l'
Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha messo al centro della ricerca “
Evolution of world wine production and consumption by colour” presentata in occasione di Wine Paris, la fiera dedicata al mondo enologico e degli alcolici tenutasi dal 12 al 14 febbraio scorsi nel centro di Parigi.