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Maldoror

Maldoror
Mar 27, 2024 · 8m 28s

Maldoror. I ragazzi della leggenda Di Philippe Lechermeier, con la traduzione di Fabrizio Ascari, per la casa editrice L’Ippocampo Un Guarneri! Un violino fabbricato da Giuseppe Guarneri in persona, uno...

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Maldoror. I ragazzi della leggenda
Di Philippe Lechermeier, con la traduzione di Fabrizio Ascari, per la casa editrice L’Ippocampo

Un Guarneri! Un violino fabbricato da Giuseppe Guarneri in persona, uno dei più grandi liutai di Cremona, la città che aveva dati i natali a Stradivari! Il padre di Anja era stato piuttosto fiero del suo acquisto, l’aveva strappato all’alta a una giovane coppia di russi, o di ucraini, non ricordava esattamente, ma l’importante era avere il regalo per Anja che aveva vinto il primo premio al conservatorio e sarebbe diventata una grande concertista. Forse anche la miglior violinista al mondo. Anja è alla stazione di Kiev e in pochi minuti sarebbe salita sull’espresso per Vienna, dove si trovavano già i suoi genitori, ma ancora per un po’ voleva godersi lo spettacolo delle locomotive. Era un’altra passione che condivideva con suo padre e sapeva tutto di cilindri, pistoni, bielle, iniettori, leve, stantuffi e balestre. Miss Nightingale sembrava un disco rotto con i suoi rimproveri e Anja non la sentiva più. Si rese conto solo dopo un po’ che la governante non era più dietro di lei, fece appena in tempo a scorgere un uomo con i baffi e un bastone da passeggio. Mancavano appena due mi uti alla partenza quando Anja, il piede sul predellino fu spinta giù, la folla intorno a lei era così fitta che non riuscì a distinguere il colpevole. Vide solo un paio di baffi e senti il bastone abbattersi sulle sue mani. Capì immediatamente il pericolo: qualcuno le voleva rubare il violino. Riuscì a gettarsi sui binari, lasciando dietro di sé l’uomo che la minacciava, il sibilo del suo bastone e il fragore assordante dei vagoni. Di marciapiede in marciapiede, di binario in binario, finì con l’allontanarsi e col ritrovarsi da sola, fra le traversine invase dalle erbacce. È il capostazione ad aiutarla e offrirle riparo: l’espresso per Vienna è stato fermato e posto di frontiera ha segnalato la sua scomparsa. Dovrà attendere lì suo padre, per un paio di giorni. Ma quella notte Anja, nelle mura della casa del capostazione, sente la voce di un uomo pronunciare il nome di suo padre, e anche parole come “dovere” e “sicurezza” e poi lo vede. L’uomo con i baffi.
Come aveva fatto a ritrovarla coì in fretta?
Anche Pjotr ha fretta, fretta di andarsene da quella casa, dall’Orco, una volta per tutte. La nonna gli ha dato una lista e qualche soldo. Sulla lista ci sono le medicine (Artemisia, Angelica, Erba di San Giovanni, Mandragola, Maldoror) che Pjotr dovrà chiedere alla donna dai capelli color del fuoco nella piazza del mercato di Kiev. Come si sarebbe recato a Kiev, lui che non aveva mai lasciato il suo villaggio? E come avrebbe fatto a trovare la donna dai capelli rossi? E soprattutto: come avrebbe fatto senza denaro? In un modo o nell’altro sentiva che ce l’avrebbe fatta, quella notta era troppo leggera per affondare i suoi passi. Mentre continuava ad andare avanti il cielo si oscurò all’improvviso: un rombo potente e improvviso fece vibrare le foglie degli alberi e quando tutte le api furono arrivate gli si misero a girare intorno. Non lo avevano dimenticato. Appresa la sua partenza, erano venute a dargli un ultimo saluto! Sotto i suoi piedi il suolo formicolò e scarabei, ragni e tante altre bestioline si unirono in quella danza vertiginosa. Poi, con la stessa velocità con cui tutto era cominciato, il suolo smise di tremare e il nugolo si disgregò per scomparire nella notte. Ma la vita a Kiev non è facile e Pjotr sono cinque giorni che non mangia quasi nulla. Viene beccato a rubare delle salsicce, mannaggia a lui e alla sua dabbenaggine, si è fatto raggirare da quel ragazzino, Grosso Boris, e rischia tre mesi di carcere. Per questo la prospettiva di finire nella Fondazione dei Compagni della Vera Fede, qualunque cosa sia, gli sembra una soluzione assai migliore. Ma gli basta una notte per capire che quello non è il posto per lui.
La baronessa ha trovato la lista dei medicinali e il suo sguardo di ghiaccio si è fermato troppo sulle lettere della parola Moldoror, il faraone poi vuole cancellarlo, qualunque cosa significhi. Per fortuna ha con sé Vera, il suo ragno, che gli consente di scappare. Ed è a questo punto che la storia di Pjotr si intreccia con quella di Anja, nelle strade di Kiev, dove la musica del violino si intreccia a quella del clarinetto.
Mentre a Nord, nella steppa siberiana la morte di Anja si è mesa in viaggio, galoppando su una giumenta, colei che cammina là dove la gente non va mai. Colei che conosce il sentiero dell’ombra quando la luce scompare.
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Author Lotta Libreria
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