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01. Omaggio a Beatrice

01. Omaggio a Beatrice
Nov 6, 2023 · 2m 51s

Dopo aver attraversato l’ampio atrio d’ingresso impreziosito dalla statua di Cavour, opera di Augusto Rivalta, si accede all’atrio Donatello. La volta sembra aprirsi su un angolo di cielo, dove alcuni...

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Dopo aver attraversato l’ampio atrio d’ingresso impreziosito dalla statua di Cavour, opera di Augusto Rivalta, si accede all’atrio Donatello. La volta sembra aprirsi su un angolo di cielo, dove alcuni amorini incoronano lo stemma di casa Savoia. Tutt’intorno si dispiega un trionfo di decorazioni, con foglie, mascheroni e figure di virtù. La sala, che ospita la sezione iniziale della mostra, deve il suo nome ai due leoni ottocenteschi in arenaria, opere di Giovanni Bastianini, che rievocano uno dei simboli di Firenze, il Marzocco, originariamente scolpito da Donatello nel 1418; nonché alla riproduzione dello stemma della famiglia Pazzi, dai delfini addossati, anch’esso probabilmente ripreso da un originale di Donatello.
Qui presentiamo un omaggio a Firenze e alla donna che più di ogni altra ne rappresenta le radici culturali: Beatrice.
Modello di aspirazioni civili e politiche, padre fondatore della lingua e dell’idea di Nazione, Dante è un punto di riferimento nel panorama culturale e politico ottocentesco. In ambito toscano, in particolare, il poeta e la sua memoria sono naturalmente associati alla città di Firenze, divenuta capitale del Regno nel 1865.Si è quindi voluto dedicare una piccola sezione d’apertura a Dante, e in particolare alla sua musa ispiratrice, con tre edizioni pregiate della Commedia, aperte su tavole raffiguranti Beatrice, insieme a un’opera del pittore fiorentino Raffaello Sorbi, datata 1863.Le prime due edizioni, due rare cinquecentine appartenenti alla raccolta di volumi antichi della Biblioteca Paolo Baffi della Banca d’Italia, sono La Comedia di Danthe Alighieri poeta diuino, con l’espositione di Christophoro Landino, del 1529, e La Comedia di Dante Aligieri con la noua espositione di Alessandro Vellutello, del 1544. Queste presentano i commenti di due grandi autori del Rinascimento toscano, rispettivamente Cristoforo Landino e Alessandro Vellutello. I volumi sono entrambi esposti aperti in corrispondenza dell’incipit della terza cantica, dove appare la raffigurazione dell’ascesa al Paradiso di Dante e Beatrice. Nella terza edizione, La Commedia di Dante Allighieri commentata da Ugo Foscolo, trovano raffigurazione i personaggi principali, tra cui appunto Beatrice.Da musa e comprimaria, nel dipinto di Sorbi, vediamo Beatrice conquistare un’esemplare centralità visiva e narrativa. In abito bianco, la donna è infatti il perno visivo e cromatico della composizione, allusiva anche al tricolore e alla raggiunta unità nazionale.
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