Un articolo di Romano Prodi su
Il Messaggero pone seri dubbi sulla frettolosa decisione di vietare la vendita di auto a motore endotermico nel 2035. Cresce il fronte che si oppone ai talebani gretini ispirati dalla Cina.
Il settore delle auto private in Europa è responsabile di una
frazione minima delle emissioni di CO2 a livello globale, e, come illustra
uno studio dell'IFO un prestigioso istituto di ricerche economico tedesco basato a Monaco, le emissioni totali delle auto elettriche potrebbero essere superiori a quelle delle auto con motore a combustione.
Ad ogni modo persino la
Volkswagen ha ammesso che, dato il mix di fonti energetiche tedesche nel 2019 (cioè prima che riaprissero le centrali a carbone), la sua Golf elettrica emetterebbe 142 g/km durante un ciclo di vita di 200.000 chilometri, mentre un'auto dello stesso tipo con motore
diesel ne produrrebbe solo 140 g/km.
Ma VW ha precisato che, se si utilizza per i calcoli il
mix energetico europeo, che include grandi quantità di energia nucleare dalla Francia oltre che di energia idrica dalla Norvegia e dalla Svezia, l'impronta di carbonio della e-Golf scenderebbe a 119 g/km. Non esattamente una riduzione epocale.
Insomma per
colmo di tafazzismo, le istituzioni europee hanno deciso di punto in bianco di puntare tutto su una tecnologia che favorisce Cina e Stati Uniti penalizzando l'Europa e che non riduce le emissioni di CO2, ma distrugge l'unica industria in cui l'Europa aveva acquisito un
vantaggio tecnologico.