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Salone del Libro di Torino 2017 - Le parole degli organizzatori e qualche riflessione sulla manifestazione

Salone del Libro di Torino 2017 - Le parole degli organizzatori e qualche riflessione sulla manifestazione
May 23, 2017 · 6m 51s

Se ascoltate l’audio potrete sentire alcuni passaggi della conferenza stampa che si è tenuta ieri a conclusione della trentesima edizione del Salone del libro di Torino. A parlare il presidente...

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Se ascoltate l’audio potrete sentire alcuni passaggi della conferenza stampa che si è tenuta ieri a conclusione della trentesima edizione del Salone del libro di Torino. A parlare il presidente della Fondazione per il Libro Massimo Bray e Nicola Lagioia, il direttore editoriale della manifestazione. Insomma i due che fecero l’impresa.

I numeri sono importanti. Ma, curiosamente, sono il dettaglio meno significativo di questa edizione. Ciò che ha contato, ciò che ci portiamo a casa quest’anno è un clima di collaborazione, l’entusiasmo per un mestiere che ci piace, l’attaccamento verso una manifestazione, la consapevolezza che se non ci si dà da fare l’editoria vivrà una crisi ben più profonda di quella attuale e che i pochi lettori sono solo l’ultimo dei nostri problemi. Il problema siamo noi, semmai che in editoria lavoriamo.

Anche se viene facile fare paragoni con Tempo di libri, la fiera dell’editoria milanese, voluta da Federico Motta di Aie, dal gruppo Mondadori, da GeMS e da FieraMilano. Ma come si può confrontare un neonato con una manifestazione che ha sulle spalle trent’anni di storia, di problemi politici, economici, burocratici? Al massimo badiamo al fatto che i lettori qualcosa ce l’hanno comunicata. Non sono le location ma ciò che accade al loro interno a fare la differenza.

Al massimo dobbiamo fare paragoni con l’edizione 2016. Musi lunghi, clima mesto, vendite al minimo storico, per non dire dei numeri gonfiati (sì avevano mentito sulle presenze), bilanci messi malissimo e guai giudiziari… capite che, chiunque, entrando quest’anno in uno a caso dei padiglioni stipati, con lettori che compravano a ripetizione ed editori sorridenti e scrittori in estati si sarebbe sentito in Paradiso?

Di certo si è perso qualcosa. Perché al Salone quest’anno mancavano tanti editori (Mondadori, di Einaudi c’era il Punto Einaudi, Guanda, Salani, Ponte alle Grazie, Adelphi, Longanesi, Garzanti… per fare qualche nome). E negare ai lettori delle proposte, cioè delle storie e delle parole, significa non fare bene il nostro lavoro: portare i libri (si spera di qualità) a chi li vuole leggere.

Perciò l’obiettivo per il 2018 è fare frutto non dei 165.746mila ingressi ma di questo clima. Prendere nota di ciò che ha funzionato, faticare il triplo per avere nuove idee ed evitare le contrapposizioni inutili. Che non vuol dire impedire la concorrenza, ma fare in modo che sia sensata, etica e non lesiva. Perché, parafrasando Philip Kotler: “I lettori, non i concorrenti decidono chi vince la guerra” ma se ce li perdiamo tutti, con stupide lotte, non ci sarà nulla da vincere.

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Author BookBlister: editoria e libri
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