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L'Ucraina, le armi e la lezione di Liliana

L'Ucraina, le armi e la lezione di Liliana
Mar 27, 2022 · 3m 32s
La senatrice a vita Segre trova nella Costituzione la risposta ai nostri dubbi.
Comments
Pippo Munas

Pippo Munas

2 years ago

Segue...Osservare nei talk show giornalisti, opinionisti che dichiaratamente si rifiutano di argomentare con chi non è allineato è desolante così come era successo con la pandemia, e fra l’altro sempre questi giornalisti/opinionisti passano con estrema nonchalance dalla pandemia al trattare spesso con superficialità e con frasi ad effetto i conflitti geopolitici. Eppure tutti ricordiamo Le promesse fatte a Eltsin, e poi ancora quando il Segretario di Stato Americano James Baker assicurò i russi che nemmeno un centimetro sarebbe stato esteso a Est da parte della Nato come contropartita della riunificazione tedesca. Ma non è stato così, ancora una volta la promessa fu stata disattesa. La Russia addirittura in quegli anni aveva fatto richiesta per entrare nella Nato ritenuta dai russi come “amici naturali e in futuro come alleati”, chiaramente salvaguardando gli interessi come potenza mondiale. E ci furono perfino incontri con la Nato. Ma poi la risposta fu l’intervento in Serbia ai tempi di Clinton dove la Nato ebbe un ruolo importante nei bombardamenti, inoltre, hanno esteso in un modo esponenziale la Nato a Est e organizzato la primavera ucraina. 30 anni di errori. Oggi ci ritroviamo in un conflitto dagli esiti ancora incerti e largamente pericolosi. Una guerra cui uno degli obiettivi primari degli Stati Uniti è il gas. Obiettivo raggiunto, chiuso il Nord Stream2 e vendita del gas americano più caro di quello russo agli europei. Una sorta di atto di “pirateria” defraudando i contratti alla Russia con il pretesto di finanziare la guerra, verso le forniture americane. Ma tutto ciò non basta, c’è ancora molto interesse affinchè il conflitto si prolunghi, ci sono le armi da produrre e impiegare. Armi vestite con l’abito dell’Autodeterminazione dei popoli, della Democrazia e della Liberà perché sono armi buone donate dai buoni ai buoni che pur sentendosi perennemente delusi continuano a chiederle incessantemente. C’è poi l’obiettivo di piegare ancora di più l’Europa costretta ormai al mero ruolo di vassallo medievale ma con la pretesa di avere costituito un fronte unico quando il resto del mondo deplora alcune decisioni. C’è un fatto, però, 7 americani su 10 sono convinti che il Presidente e i il partito Democratico stiano percorrendo una strada sbagliata. E’ ciò che emerge dall’ultimo sondaggio che continua a segnare la caduta del sentiment del popolo americano. E le elezioni di medio-term sono dietro la curva per il Presidente e per il Partito Democratico.
Pippo Munas

Pippo Munas

2 years ago

Caro Direttore, la Costituzione Italiana ripudia la guerra come offesa. Un termine forte, uno di quelli che genera sdegno, orrore, repulsione: “ripudiare” è il gesto di chi spinge all'indietro: dunque un'azione attiva, non semplicemente un'astensione. Eppure il coinvolgimento italiano è sempre più addentrato fra invio di armi e aumento della spesa sul riarmo allentando quella caratteristica che ci ha sempre contrapposto ai paesi interventisti dei senza se e senza ma. Tentare di conquistarsi un “posto al sole” ci è costato molto caro in termini di vite umane e di distruzione negli anni ’30 e ’40 del 900. Nel frattempo, si fa di tutto per alimentare l’escalation iniziando dai termini espressi inaccettabili dalle leadership mondiali incluso quelli pronunciati dalle cariche più alte del nostro Governo; e finendo di argomentare ormai liberamente l’eventuale utilizzo di armi tattiche nucleari senza nemmeno un minimo di imbarazzo e di timore soltanto a pronunciare quelle parole che causerebbero orrore e catastrofe. E spesso le parole anticipano i fatti, lo abbiamo visto con la pandemia. E’ il segno dei tempi che contraddistingue la scadente e fragile classe politica mondiale che da anni a questa parte la comunità internazionale la vive sulla propria pelle e che non nutre fiducia incondizionata così come verso i media schierati. Aumentare la spesa delle armi quando il Paese sta per entrare in una economia di guerra con forti ripercussioni sulle aziende e sulla popolazione, quando ancora ci sono importanti investimenti da attuare nelle zone terremotate è un sorprendente controsenso che va oltre la violazione della Costituzione, e superando perfino le pretese roboanti come esportatori dell’autodeterminazione dei popoli. Il Presidente Draghi afferma che è alla ricerca della pace. E’ davvero così? Il Presidente, la cui straordinaria e eccellente carriera di lungo corso nel settore economico-finanziaro, purtroppo non plasma le scelte politiche e la gestione di governo. Il suo famosissimo “Whatever it takes”, questa volta non dà garanzia a questo momento storico cui sta vivendo il Paese. Siamo tutti favorevoli del fermo decisionismo del Presidente, ma il Governo, però, non è l’Eurotower, il Parlamento non è una assemblea di azionisti di maggioranza, e il popolo italiano, l’unico e vero sovrano del Paese, deve essere ascoltato. La popolazione mondiale, e nel nostro caso gli italiani non vogliono la guerra, non vogliono l’invio di armi, non vogliono un eventuale coinvolgimento diretto del nostro Paese come richiesto sall’Ucraina. I media fanno poco o nulla in tutto ciò. Non più liberi, il loro bavaglio persiste ormai da almeno due anni. Il caso eclatante del giornalista Rai (non lo nomino volutamente) e altri ancora è la palese frattura che si è creata. Opinionisti non schierati cui non si dà l’opportunità di poter esprimersi liberamente. La libertà di espressione non è forse uno dei pilastri fondanti della Democrazia? E’ questa la democrazia cui a spada tratta si vuole esportare? Ci sarebbe così tanta differenza fra i media russi e quelli occidentali? Segue...
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