Nel rivedere il film della vita di
Franz Beckenbauer l’immagine che mi ha portato più indietro sono stati i pali quadrati delle porte.
Era quello che mi diceva che eravamo in un'altra epoca. Il resto no, era come se fosse tutto molto vicino, familiare, presente e non sbiadito dal tempo. Del
Kaiser Franz Beckenbauer nessuno ha mai avuto un’immagine antica e sorpassata, perché lui era un marziano sceso sul football per portarlo a viaggiare in avanti nel tempo.
Era un libero talmente moderno, da essere dieci o venti anni in anticipo. Formidabile, concreto, di un'eleganza assoluta. Nato attaccante e passato mano mano ad allungare il raggio di azione, come se avesse avuto bisogno del campo per intero, venendo all'indietro, e non solo dell'ultima parte.
Da
Bobby Charlton a
Joahan Cruyff, da
Riva a
Rivera,
Beckenbauer ha vissuto l’epoca delle leggende, un calcio diventato presto favola. Nessuno lo ha mai catalogato semplicemente come un difensore, ma come un leader, un capitano, un trascinatore, un grandissimo calciatore, uno che era un mito già in vita e da contemporaneo.
Capace infatti di vincere due
Mondiali (uno da giocatore e uno da
Ct come hanno saputo fare solo
Zagallo col
Brasile e
Deschamps con la
Francia) e due
Palloni d’Oro. E sappiamo tutti che per un difensore è particolarmente difficile.
Beckenbauer è stato la
Germania, è stato il
Bayern Monaco ed è stato soprattutto il calcio degli anni 70 e non solo. E’ stato le nostre figurine
Panini, è stato la nostra
Italia - Germania 4-3, quello con una spalla lussata che non esce dal campo per il dolore (fallo di
Cera ai limiti dell’area di rigore, ma per i tedeschi era dentro…) e che continua a giocare per tutto il secondo tempo supplementare con una vistosa fasciatura che blocca il braccio sinistro. Era talmente forte da non poter essere considerato menomato.
OItre i
Mondiali ha vinto praticamente tutto,
3 Coppe dei Campioni comprese. Per tutti era il
Kaiser,
l’Imperataore. I tedeschi sostenevano che
Franz stava tra
Dio e il
Cancelliere.
Beckenbauer è stato l’eleganza fatta persona, da giocatore, da ct e anche da dirigente,
Franco Baresi che in suo omaggio diventa anche lui
Kaiser Franz.
E soprattutto ognuno di noi, quell’unica volta che nella vita capitava di uscire dall’area palla al piede sorprendendo tutti, è stato lui per soli tre secondi:
“Oh, ma chi sei Beckenbauer?”. *** Bloooog! il Bar dello Sport di Fabrizio Bocca. Articolo e podcast sulla morte di Beckenbauer qui.