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#10 Come posso migliorare nel flamenco? - Flamenco Chiavi in Mano

#10 Come posso migliorare nel flamenco? - Flamenco Chiavi in Mano
Mar 21, 2022 · 13m 41s

Il flamenco è una forma d'arte complessa, nella quale le difficoltà tecniche sono evidenti, e ti si presentano sfacciatamente, fin dal primo approccio, quando cominci a studiarlo. Le difficoltà, successivamente...

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Il flamenco è una forma d'arte complessa, nella quale le difficoltà tecniche sono evidenti, e ti si presentano sfacciatamente, fin dal primo approccio, quando cominci a studiarlo. Le difficoltà, successivamente non diminuiscono, anzi: quanto più ti ci addentri, e tanto più ti rendi conto di quale sia la profondità di quest'arte.

Come migliorare? Esercitandomi, certo. Però se continuo a ripetere meccanicamente qualcosa, sappiamo già che il flamenco sta altrove.

Il flamenco è essenzialmente espressione, comunicazione, gioia di vivere, godersi il presente, essere presenti nella comunicazione con gli altri. Prova a partire da qui.
Sarà un successo a tutti, parlando un'altra lingua, che quando ci sentiamo a nostro agio finisce che mettiamo insieme le frasi molto meglio. E allora perché non dovrebbe essere la stessa cosa anche quando si tratta di flamenco?

Più mi intestardisco con una tecnica di tipo punitivo, nella quale io mi sento inadeguata, e mi sembra che gli altri siano meglio, che devo esercitarmi di più, tanto meno me la godo. Tanto meno me la godo, tanto meno vivo il flamenco, che è essenzialmente disfrutar, godersela!

Il flamenco nasce ed è figlio del cante. Una mia allieva, per capire meglio il flamenco, anni fa andò in Andalusia, ma non per seguire lezioni di danza. Andò ad ascoltare. Quando tornò indietro, pur senza aver mosso nemmeno un passo era decisamente migliorata nella danza.

Se io, quando ascolto flamenco comincio a ragionare troppo tecnicamente, comincio ad analizzare: "ma quanti tempi sono?". Gli accenti? Comincio contarli... Non faccio diventare il flamenco una parte di me ma lo faccio essere sempre qualcosa di esterno, di straniero, qualcosa che io devo affrontare con la parte razionale del mio cervello.

Il flamenco ha una dose di irrazionalità e di una cosa meravigliosa, che si chiama presa del rischio. Se lo affronto soltanto con la parte sinistra del mio cervello, con la parte analitica e razionale, non riesco a comprenderlo tutto.

Quello che riesco a fare è molto di più quanto più mi esprimo e quanto più comunico. Se per esempio devo cantare, e immagino sempre di fronte a me un interlocutore, anche quando non c'è, il mio esercizio sarà molto diverso che se cerco di fare i passaggi memorizzandoli al meglio possibile. Quando si tratta di ballare, stessa cosa!
Se sto contando, sto pensando, sto memorizzando, sto attenta solo alle forme, in quel momento non sto realmente nel flamenco.

Ho visto migliaia di persone, sempre con questa idea, che prima vengono i movimenti e poi viene l'interpretazione. Se imparo dei movimenti in maniera meccanica, e li ripeto un milione di volte in maniera meccanica, rimarranno meccanici.

Cerco di esprimermi, di comunicare, e soprattutto cerco di farlo sentendomi a mio agio. Ogni volta che ci sentiamo adeguati, impariamo, nella vita. Quando mi sento adeguato imparo, e si conferma la memoria positiva, altrimenti è sempre una lotta.

Quali sono le cose che faccio, nel flamenco, quando mi alleno, quando studio, quando ripeto,
che mi fanno sentire a mio agio? E punto su quelle. E' il mio punto di forza!

Ovviamente, tutto questo sempre accompagnato da chilometri di ore di ascolto: il flamenco deve essere una seconda natura per le nostre orecchie non qualcosa che io affronto in maniera razionale ma qualcosa che io affronto in maniera emozionale.

Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985.
La mia idea è sempre quella di valutare la persona nella sua globalità, insomma, nel suo insieme e non separarla a pezzettini e considerarne come validi soltanto alcuni, facendo finta che tutti gli altri non esistano.

Accanto, ho una formazione come psicomotricista per cui è evidente che per me guardare il potenziale è molto più importante che guardare il problema o il deficit. Per questa ragione ti consiglio di partire dal potenziale: fa veramente miracoli!

Ogni volta che invece mi concentro sul deficit, mi sento molto a disagio mi sembra che mi manchi sempre tantissima strada per arrivare dove vorrei arrivare, e mi demotivo.

Gli esseri umani sono un insieme di emozioni, di corpo, di vissuto, di facoltà cognitive, quindi se io do attenzione solamente alle facoltà cognitive o solamente alle facoltà fisiche, trascuro un pezzo della persona, come se questo non esistesse. Se io voglio migliorare in qualche cosa devo portare avanti tutti e tre gli aspetti dello sviluppo psicomotorio, altrimenti l'apprendimento non funziona.

Che io sappia, comincia ad esserci qualcuno al mondo anche in Spagna, che comincia a farlo. Io so di essere assolutamente una pioniera in Italia nel fare questo, ma mi curo dei miei allievi, a 360 gradi, tutti gli aspetti della loro persona, l'aspetto animico, l'aspetto razionale, l'aspetto fisico, l'aspetto espressivo e comunicativo.
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Author Sabina Todaro
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