In Italia le norme che ancor oggi regolano i cimiteri, vecchie come impostazione di oltre un secolo.
Sono ancora basate sulla predominanza di sepoltura in campo comune e con qualche tumulazione stagna.
Invece la realtà attuale è profondamente diversa. In vent’anni la cremazione viene ora scelta per 1/3 dei defunti, ma la media è fallace: il fenomeno ha diviso l’Italia in zone ad alta e bassa incidenza della stessa: al Nord anche oltre il 50%, al Centro sul 30%, al Sud attorno al 15%.
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bisogni cimiteriali sono pertanto profondamente diversi tra Nord e Sud, tra grande città e piccolo comune, a maggior ragione in presenza di un impianto di cremazione nelle vicinanze.
Si analizza la situazione sempre più precaria delle gestioni cimiteriali e si espongono possibili rimedi:
-occorre aprire i cimiteri alla vita urbana, rendendoli non solo luoghi di memoria storica della collettività, ma anche spazi di vita di una comunità
-la pianificazione urbanistica cimiteriale deve essere accompagnata da una attenta pianificazione economico finanziaria di lungo termine
-l’introduzione di modalità innovative di sepoltura delle urne cinerarie, contrastando la tendenza all’affidamento familiare di queste ultime.