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Lungo le vie dell'acqua

  • Episodio 1 - I Balcani occidentali e l'assalto delle centrali idroelettriche

    19 MAR 2024 · In Bosnia-Erzegovina, in Albania, in Serbia e altrove le comunità locali si oppongono ai progetti – sostenuti dall’Unione europea – finalizzati alla produzione di energia di microcentrali idroelettriche che non serve ai residenti, ma che è pensata per essere venduta e sostenere le economie voraci di altri stati. Ma sono le comunità locali che pagano il prezzo di un impatto che non è affatto sostenibile e che si uniscono in una lotta che non conosce confini.
    12m 58s
  • Episodio 2 - GIBE la diga che divide Etiopia, Sudan ed Egitto

    19 MAR 2024 · La storia è di una diga in Africa, in Etiopia per l’esattezza, che genera da anni forti tensioni con l’Egitto e il Sudan, sempre più assetati, che temono che la diga GIBE (costruita da imprese italiane) possa cambiare per sempre le sorti dei paesi che dalle acque del Nilo traggono il loro sostentamento da millenni.
    12m 7s
  • Episodio 3 - La diga che cancella la memoria dei curdi in Turchia

    19 MAR 2024 · Sempre una diga, anzi un sistema di dighe, in Turchia, non genera solo tensioni con i paesi vicini, come Siria e Iraq, sottraendo forza e vita ai fiumi Tigri ed Eufrate, ma cancella la memoria del popolo curdo, sommergendo villaggi e storia, costringendo la comunità locale a una migrazione forzata.
    12m 28s
  • Episodio 4 - In mezzo scorre il fiume la crisi del fiume Mekong

    19 MAR 2024 · L'episodio racconta la situazione del bacino del Mekong, un fiume mondo che nasce dall’altopiano del Tibet e attraversa Cina, Birmania, Thailandia, Laos, Cambigia e Vietnam. L’inquinamento industriale, i progetti di dighe e il cambiamento climatico rendono il fiume Mekong il campo di battaglia virtuale di molti conflitti, tra diplomazia e ambiente, modelli di sviluppo e convivenza e sussistenza di decine di milioni di persone.
    11m 39s
  • Episodio 5 - Il lago Titicaca, tra memoria e crisi climatica

    19 MAR 2024 · In questo episodio, la lotta dei popoli nativi lungo le sponde del lago Titicaca, al confine tra Perù e Bolivia, che ogni anno è più colpito dal cambiamento climatico, rendendo per la prima volta dopo millenni impossibile uno stile di vita.
    11m 50s
  • Episodio 1_REA, Albania

    11 DEC 2023 · I fiumi Valbona e Vjosa, in Albania, dal 2013, sono stati al centro di progetti per la creazione di una serie di centrali idroelettriche che avrebbero – per sempre – impattato sugli habitat e sui territori coinvolti dal progetto rispetto ad alcuni degli ultimi fiumi liberi d’Europa. Dopo tante battaglie, gli attivisti sono riusciti a fermare il progetto, facendo dichiarare la Vjosa parco nazionale mentre le due centrali costruite sul fiume Valbona sono sotto processo e si spera di demolirle.
    10m 31s
  • Episodio 2_RASEMA, BOSNIA-ERZEGOVINA

    11 DEC 2023 · Il fiume Kruščica alimenta, da sempre, le città di Vitez e Zenica in Bosnia-Erzegovina. Un gruppo di donne coraggiose, dal 2018, si oppongono alla costruzione di centrali idroelettriche che cambierebbero per sempre il loro territorio. Hanno vinto, ma chi ha perso cerca di far ricorso e di giocare con i limiti normativi del paese della ex-Jugoslavia per riprendere i lavori, ma quel gruppo di donne resta vigile, anche perché – come raccontano – quella battaglia è stata anche una battaglia per un riconoscimento politico contro il patriarcato della loro vita quotidiana.
    11m 6s
  • Episodio 3_SILVER, AFRICA SUBSAHARIANA

    11 DEC 2023 · In Africa subsahariana l’acqua è un lusso. E troppo spesso anche studiare. Silver è stato fortunato e dalla sua Uganda è potuto diventare ingegnere civile, specializzato in impianti idraulici. Da quel momento, nel suo paese e altrove, come nei terribili slums di Nairobi, in Kenya, si batte per migliorare l’accesso all’acqua e le condizioni sanitarie di centinaia di migliaia di persone con il lavoro dell’African Water Association.
    13m 15s
  • Episodio 4_ALESSANDRA, BRASILE

    11 DEC 2023 · Il ritorno al governo di Lula in Brasile, per i popoli indigeni, sembra essere una buona notizia. Il governo ha promesso di impegnarsi a contrastare il fenomeno dei cercatori illegali d’oro che, oltre a devastare i corsi d’acqua alla ricerca del metallo prezioso, sono armati fino ai denti e attaccano chi si oppone alle loro ricerche. Tra questi c’è Alessandra e il suo popolo, i Munduruku, che come gli Yanomami e molti altri indigeni hanno gravi conseguenze sulla salute per colpa dell’inquinamento da mercurio dei corsi d’acqua dai quali traggono sostentamento.
    11m 52s
  • Episodio 5_POPOLO Hongana Manyawa, INDONESIA

    11 DEC 2023 · L’Indonesia è il paese leader a livello globale per l’estrazione di nichel, metallo chiave nella costruzione delle batterie elettriche per le auto che sono un simbolo – in Occidente – della transizione energetica. Ma in Indonesia, la domanda del mercato internazionale di nichel ha spinto a ricerche sempre più aggressive, anche nell’isola di Halmahera, dove vive il popolo di indigeni incontattati degli Hongana Manyawa.
    11m 33s

Dall’Indonesia all’Albania, passando per Bosnia – Erzegovina, Brasile e l’Africa subsahariana. Ovunque, nel mondo, c’è qualcuno che si batte per il diritto all’acqua. E molte di queste persone impegnate a...

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Dall’Indonesia all’Albania, passando per Bosnia – Erzegovina, Brasile e l’Africa subsahariana. Ovunque, nel mondo, c’è qualcuno che si batte per il diritto all’acqua. E molte di queste persone impegnate a contrastare gli effetti della siccità e del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dell’accaparramento delle risorse idriche sono donne. Perché è proprio alle donne - come dimostrano tutti i dati più affidabili - che, ancor di più, è negato quello che per le Nazioni Unite, ormai da più di dieci anni, è un diritto umano.

Questo podcast (di Christian Elia, con il sound design di Angelo Miotto) nasce per raccontare alcune delle storie, tra centinaia, di persone comuni che hanno iniziato una battaglia per proteggere i propri territori, per un’equa redistribuzione delle scarse risorse idriche, che si oppongono a grandi opere che impattano per sempre ecosistemi ed equilibri millenari nel rapporto complesso tra benessere umano e rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali. Alcuni di loro hanno vinto, come Rea in Albania e Rasema in Bosnia-Erzegovina. Due donne, con le loro comunità, che sono riuscite a impedire una parte dell’enorme progetto di costruzione di centrali idroelettriche che gravava sui Balcani. Altri sono senza nome, come i due indigeni incontattati che purtroppo, sull’isola di Halmahera, in Indonesia, hanno avuto il primo incontro con persone esterne al loro gruppo sotto forma di bulldozer che cercano il nichel del quale sono affamate le economie dei paesi ricchi per le batterie della auto elettriche per una transizione energetica che non deve avvenire a spese di altri popoli, altri territori, altri ecosistemi. E ancora persone come l’ingegner Silver, che dalla sua Uganda ha deciso di dedicare la vita a garantire l’acqua a tutte e tutti nell’Africa subsahariana, forse la zona della terra più devastata dalla scarsità idrica, educando a contenere gli sprechi, a igienizzare l’acqua, a portare acqua potabile in zone abbandonate da tutti. E infine come Alessandra, che in Brasile con il suo popolo si batte contro i cercatori d’oro illegali, che avvelenano i fiumi sui quali la sua gente ha vissuto per millenni.
Oggi, in Brasile, si è iniziato a combattere questo fenomeno, ma non basta.

Sono cinque storie, cinque realtà differenti, cinque modalità di lotta, ma tutte unite dalla stessa visione del mondo. Un mondo nel quale il bene più prezioso, l’acqua, sia tutelato e preservato per le future generazioni, nel rispetto del bene degli esseri umani, sia fisico che spirituale, perché devastare fiumi e laghi non è solo un danno per le comunità interessate e per la loro memoria, ma per tutti noi, perché l’acqua è di tutti e non conosce confini. Piccole storie, forse, ma che ci raccontano equilibri globali e lotte in difesa dell’accesso all’acqua, per una sorta di geopoetica delle persone e delle storie contro una geopolitica dello sfruttamento ambientale che non tiene mai conto di quale sia l’idea di sviluppo che tenga assieme lavoro e ambiente.
Buon ascolto.
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