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La Sveglia di Giulio Cavalli

  • Giulio Regeni con le ossa tutte spaccate

    25 APR 2024 · Il ricercatore italiano Giulio Regeni è stato ucciso “tra le 22,00 del 31 gennaio e le 22,00 del 2 febbraio del 2016”. Le torture subite sono “provate e documentate” nonostante l’autopsia egiziana sia stata, forse volutamente, superficiale e incompleta. Per gli avvocati si tratterebbe di un’autopsia sotto gli standard minimi richiesti. Giulio Regeni è stato ucciso dopo le richieste di collaborazione all’Egitto formulate dall’ambasciatore italiano Maurizio Massari (il 25 gennaio 2016) e dall’ex presidente del consiglio Matteo Renzi e dall’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (31 gennaio 2016), che chiedevano al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi notizie sul cittadino italiano scomparso. È stato torturato per sei giorni. “Sul corpo di Giulio Regeni – dicono i consulenti – sono state trovate quasi tutte le lesività elencate nella letteratura sulla tortura tipica in Egitto”. È un elenco dell’orrore. Torture ricorrenti, quelle elencate negli studi. Pugni, calci, mazze, percosse, bruciature, l’utilizzo di un “pettine chiodato” e la “Falanga”: le bastonate sui piedi che provocano la rottura di tutte le ossa, “riscontrata ahimè sul corpo di Giulio Regeni”, conferma il medico. La causa di morte comunicata dai medici egiziani, ovvero la “lesione cranica subdurale” è incompatibile con i risultati degli esami eggettuate dai periti. Questi sono gli elementi emersi ieri a Roma durante il processo ai quattro 007 egiziani. Queste sono le mani sporche di sangue del presidente egiziano al-Sisi che da anni insozzano stringendole quelle dei più importanti leader europei. Ogni accordo con l’Egitto ha questo colore, questo odore, questi frantumi. #LaSveglia per La Notizia
    1m 55s
  • Schmidt e l'aborto ma degli altri

    24 APR 2024 · Il candidato sindaco di Firenze per il centrodestra, Eike Schmidt, intervistato dal programma radiofonico 'Newsline/Tutti al voto!' su Controradio ha espresso la sua contrarietà a legiferare sull’aborto. Quella dell'aborto secondo Schmidt "è una questione molto molto personale. Da un punto di vista morale ognuno deve decidere per sé, è una decisione molto difficile. Capisco argomenti pro e contro - dice il candidato sindaco - ma alla fine è una decisione della potenziale mamma. Ci sono tanti casi dove sappiamo che la madre ha una malattia o c'è stato uno stupro, e allora una legislazione come è avvenuta in alcuni Stati degli Stati Uniti mi trova fortemente contrario”. Schmidt è perentorio: "lo Stato non dovrebbe guardare nella pancia dei suoi cittadini, né nelle loro case, a meno che non ci sia un'ipotesi di reato, ovviamente. L’aborto è una questione molto personale. E, da un punto di vista morale, ognuno deve decidere per sé". È curioso che il candidato della destra volga lo sguardo agli Usa quando per trovare politici che vorrebbero legiferare sui corpi delle donne potrebbe tranquillamente aprire i gruppi whatsapp sul suo telefonino. Forse al direttore degli Uffizi nonché candidato sindaco sfugge ciò che gli sta accadendo intorno. Ma questa frase fa il paio con una dichiarazione di Schmidt in cui si dichiara apertamente antifascista e dice di vergognarsi da tedesco per ciò che la Germania ha compiuto nei tempi del nazismo. “Io non credo di avere come compagni di viaggio elementi di destra-destra”, ha detto Schmidt. Immaginate come possa governare una città qualcuno che ha una così fragile contezza politica della realtà. #LaSveglia per La Notizia
    1m 55s
  • Il partito dei poveri noi

    23 APR 2024 · Bagheria come specchio del Paese. Nel piccolo comune siciliano qualche giorno fa è uscita la foto del sindaco uscente e ricandidato Filippo Tripoli, di Italia Viva, mentre pranzava allegro con Carmelo Fricano, detto “mezzo chilo”, un noto imprenditore bagherese arrestato il 13 settembre nell’operazione della Dda di Palermo: è considerato prestanome del boss Leonardo Greco. Accusato di associazione mafiosa ed estorsione, secondo le indagini dei carabinieri di Bagheria“mezzo chilo” era al servizio del gruppo mafioso. Secondo la procura, Fricano era a completa disposizione del capo mandamento, partecipava a riunioni riservate del clan, sosteneva economicamente i detenuti e i familiari, e all’occorrenza, si intrometteva nelle regole dettate dal sodalizio mafioso ai commercianti. Il sindaco si difende dicendo che al tempo Fricano era incensurato. In compenso ieri durante il confronto con gli altri candidati si è offeso perché un suo avversario ha osato fare domande sulla questione. A proposito di Bagheria il sesto candidato è Salvatore Baiardo. L’uomo che ha scontato quattro anni di carcere per favoreggiamento e riciclaggio di denaro a favore dei fratelli Graviano. Baiardo è stato da poco condannato per calunnia ai danni di Giletti, ex conduttore di Non è L’Arena su La7, per averlo accusato di aver reso false dichiarazioni al pubblico ministero riguardo all'esistenza della presunta foto, e per favoreggiamento nei confronti di Berlusconi e di Marcello Dell’Utri. Ora vorrebbe fare il sindaco con un certo “partito dei poveri”. I poveri evidentemente siano noi che osserviamo un Paese in cui nemmeno una condanna per mafia spinge le persone a provare un minimo di vergogna. #LaSveglia per La Notizia
    1m 55s
  • Ben svegliati

    22 APR 2024 · Ben svegliati. C’è voluta la coraggiosa presa di posizione Serena Bortone, conduttrice della trasmissione “Che sarà” su Rai 3, per avere l’ennesima conferma che questo governo sia fascista per tradizione, ne modi e nell’individuazione dei nemici.  La censura nei confronti di Antonio Scurati ha la stessa cifra del boicottaggio nei confronti di Roberto Saviano, del trattamento riservato a due uomini di lettere come Marino Sinibaldi e Nicola Lagioia, in quella stessa trasmissione è stata censurata (con molto meno rumore, purtroppo per noi) anche la scrittrice Nadia Terranova, lo stesso violento attacco personale l’ha subito la scrittrice Valentina Mira. È la stessa violazione di libertà di espressione che sta nelle decine di querele di esponenti della maggioranza di governo nei confronti di quotidiani come Domani. Personalmente a La Notizia ho ricevuto negli ultimi 12 mesi più della somma delle querele governative ricevute in 30 anni di scrittura.  È la stessa bile nera che ha bollito Michela Murgia fino ai suoi ultimi giorni di vita. È lo stesso spirito nero che nel 2023 ha prodotto una circolare rivolta ai Centri di cultura italiana in cui comparivano i nomi degli intellettuali da non invitare. La radice è sempre la stessa. Non è stata la Rai a censurare Scurati, crederlo è da ingenui. La Rai è solo una dei tanti esecutori di un mandante politico che vigliacchi e stolti insistono nel dipingere come destra liberale. I leghisti tra di loro chiamano i meloniani “fascisti”. Qui fuori ancora si scrive del presidente (chiamandolo al maschile) di un governo di centrodestra. Forse è giunto il tempo di svegliarsi, anche per i comodi che convinti che non toccherà mai a loro.  #LaSveglia per La Notizia
    2m 3s
  • La scuola tutta ordine e disciplina

    19 APR 2024 · Che il ministro della Scuola Valditara sia interessato più all’ideologia che all’istruzione è evidente fin dal suo insediamento. Nella riforma che ha in mente il ministro scompaiono i temi della precarietà, dell’edilizia scolastica, del supporto ai disabili e ci si concentra nel voto in condotta. Il quadro è chiaro. Ma per toccare con mano la scuola che ha in mente Valditara basta ascoltare i racconti di coloro che hanno assistito a una sua visita in una scuola di Potenza, dove a giorni si vota per le elezioni regionali. Il rappresentante del governo è stato accolto nel piazzale d'ingresso alla scuola dagli alunni che sventolavano bandierine tricolore mentre Valditara si è fermato a salutare qualcuno di loro. "Potrebbe sembrare un filmato dell’Istituto Luce, se solo le immagini fossero in bianco e nero”, ha detto Paolo Laguardia della Cgil di Potenza. Dall’Anpi locale scopriamo anche della “presenza di un animatore che, dotato di microfono e altoparlante, ha dapprima presentato il ministro e la delegazione che lo accompagnava e poi ha invitato tutti a cantare ‘Supereroi’”: “sembrava più di assistere a una parata militare, - scrive Anpi - senza però il presentatàrm, piuttosto che all'accoglienza di un servitore dello Stato. Si tratta di una modalità da tempo estranea alle scuole italiane; purtroppo, però, ieri è stata riprodotta a Potenza, tra l'altro in piena campagna elettorale”. In Abruzzo il ridimensionamento scolastico taglierà 26 autonomie scolastiche, con una riduzione di quasi il 30%. Ma di questo il ministro non ha parlato. Si è goduto la passerella e siamo sicuri avrebbe dato 10 a tutti per l’ordine e la disciplina. #LaSveglia per La Notizia
    2m
  • Ve la ricordate la legge contro i rave party?

    18 APR 2024 · Ve la ricordate la legge contro i rave party? Fu il primo discusso provvedimento del governo Meloni appena insediato, con la presidente del Consiglio e il suo vice Matteo Salvini - all’epoca alleato più mansueto - che bramavano l’essere indicati fin da subito come uomini forti al comando. Proprio in quei giorni si discuteva di un rave party dalle parti di Modena, presentato come la più grave minaccia per la democrazia italiana. Meloni e Salvini si intestarono un decreto uscito dal Consiglio dei ministri che conteneva nuove norme per evitare l’organizzazione di eventi simili. Che la guerra ai rave party fosse la prima ossessiva urgenza del governo lo dimostra anche lo strumento usato, il decreto legge che secondo l’articolo 77 della Costituzione andrebbe adottato solo in casi straordinari di necessità e urgenza. Il decreto straordinariamente necessario e urgente oggi dimostra tutto il suo nanismo politico di fronte alle impellenze contemporanee con la terza guerra mondiale a pezzi alle porte dell’Europa. È il primo di una lunga serie di provvedimenti che inseguono il sensazionalismo del momento senza avvicinarsi lontanamente alla dignità e alla durabilità delle riforme che sarebbero richieste a un governo credibile. Ma c’è di più. Quella norma - lo scrive il ministro ala Giustizia Carlo Nordio - ha prodotto finora solo 8 persone imputate e nessuna condanna. Il sedicente pugno duro non era altro che una manata contro il vento, utile alla politica percepita che alimenta il giornalismo d’allarme. Per questo andrebbe ricordata molto bene la legge contro i rave party: per osservare il pugno vuoto due anni dopo. È il lascito politico di questo governo. #LaSveglia per La Notizia
    1m 56s
  • Quei negazionisti del NY Times

    17 APR 2024 · Il sito d’inchiesta The intercept ha scovato una comunicazione all’interno della redazione del New York Times rivolta ai giornalisti che che si occupano della guerra tra Israele e Hamas in cui si invita a non usare i termini "genocidio" e "pulizia etnica" e di "evitare" di usare la frase "territorio occupato" quando si descrive la terra palestinese. Il memorandum istruisce anche i giornalisti a non usare la parola Palestina "tranne in casi molto rari" e ad evitare il termine "campi profughi" per descrivere le aree di Gaza storicamente colonizzate da palestinesi sfollati espulsi da altre parti della Palestina durante le precedenti guerre israelo-arabe. Le aree sono riconosciute dalle Nazioni Unite come campi profughi e ospitano centinaia di migliaia di rifugiati registrati. Fingere un dibattito democratico anestetizzando il linguaggio non è una novità in tempi di guerra. Siamo cresciuti per anni con i missili intelligenti, come se si potesse intelligentemente lanciare missili e abbiamo avuto modo di assaporare l’esportazione di democrazia come vestito buono della guerra. Tornando al NY Times forse vale la pena ricordare che i termini “genocidio” e “pulizia etnica” sono piena responsabilità di coloro che da anni (mica da ora) li pronunciano argomentando la propria scelta. Si può essere d’accordo o meno. Se ne dibatte, appunto, non si cancella. Ma l’enorme malafede sta nel vietare il termine “territorio occupato” che riflette esattamente lo status giuridico di Gaza e della Cisgiordania nel diritto internazionale. Il NY Times decide di stare dalla parte degli estremisti e dei negazionisti. L’importante è che questo sia chiaro. #LaSveglia per La Notizia
    1m 55s
  • I nipotini di Licio Gelli

    16 APR 2024 · Ospite del Festival internazionale dell’Antimafia “L’Impegno di tutti” organizzato dall’associazione Wikimafia a Milano Nino Di Matteo ha messo in fila le riforme Cartabia e Nordio osservando una curiosa coincidenza con i desiderata di Licio Gelli e poi Silvio Berlusconi. Il magistrato, già componente del Consiglio superiore, ha passato in rassegna rapidamente le norme recentemente approvate dai governi di Mario Draghi e Giorgia Meloni e quelle attualmente in discussione in Parlamento. “Riforme costituzionali, separazione delle carriere, attenuazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale, limitazione dell’utilizzo d’intercettazinoi telefoniche e ambientali, abrogazione dell’abuso d’ufficio, modifica del reato di traffico d’influenze. E poi: divieto per i magistrati di parlare con la stampa. E non mi riferisco - ha detto Di Matteo - ovviamente agli atti coperti da segreto – ovviamente – ma a quelli ormai pubblici. Come se Falcone e Borsellino, di cui tutti si riempiono la bocca, non avessero parlato della configurazione di Cosa nostra che veniva fuori dalle dichiarazioni di Tommaso Buscetta, prima della sentenza sul Maxiprocesso“. “E aggiungo – ha proseguito Di Matteo – il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, divieto di pubblicazione delle intercettazioni se riguardano terzi, e adesso i test psicoattitudinali dei magistrati, che facevano già parte del Piano di rinascita democratica di Gelli“. Una giustizia feroce con la povera gente e le persone comuni che si professa garantista per lasciare impunite le persone vicine al potere. Nemmeno Licio Gelli e Silvio Berlusconi avrebbero potuto sperare tanto. #LaSveglia per La Notizia
    1m 50s
  • La Federazione europea dei giornalisti dice tutto quello che c'è da dire su questo governo

    15 APR 2024 · Sentite cosa ha scritto la Federazione europea dei giornalisti (Efj) sulla proposta del carcere per i giornalisti, sta tutto qui: “Si tratta di una deriva orwelliana particolarmente pericolosa, che ricorda i tempi bui dell’Italia fascista”, ha dichiarato sempre a LaPresse Ricardo Gutiérrez, segretario generale dell’Efj. “Si tratta semplicemente di criminalizzare l’esercizio del giornalismo in Italia e di imporre un’autocensura generalizzata. Il diritto di accesso alle informazioni dei cittadini italiani sarebbe completamente compromesso qualora tali disposizioni venissero adottate”. L’Efj è la più grande organizzazione di giornalisti in Europa, che rappresenta oltre 320.000 cronisti, con 73 membri in 45 Paesi. “Confondere diffamazione e notizie false è il culmine della perversità”, ha detto ancora Gutiérrez. “Lo strumento definitivo di censura che consentirà a chi è al potere di incarcerare i giornalisti che servono l’interesse pubblico denunciando gli eccessi di chi è al potere. Come principale organizzazione rappresentativa dei giornalisti in Europa, siamo sconvolti da tali proposte. Non avremmo mai pensato di arrivare a un delirio così liberticida, degno delle peggiori dittature“. E ancora: “Questi tentativi di imporre la censura legale vanno completamente contro gli standard legali europei sulla libertà di stampa, basati sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Queste proposte sono del tutto contrarie anche al nuovo regolamento europeo sulla libertà di stampa, che entrerà automaticamente in vigore nei prossimi mesi. Con tali proposte la maggioranza di governo italiana si autoesclude dall’Europa dei diritti umani e dall’Unione europea“. #LaSveglia per La Notizia
    1m 48s
  • L'ombra della politica che vorrebbe riscrivere i libri

    12 APR 2024 · Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti ieri ha deciso di dedicarsi alla letteratura, più precisamente al Premio Strega. Di primo acchito potrebbe sembrare una buona notizia - l’editoria italiana ha bisogno di sponsor influenti - se non fosse che per l’ennesima volta un libro viene usato come roncola per farne strumentalizzazione politica. Secondo Foti "spiace vedere un'ombra inquietante allungarsi anche sul Premio Strega: la solita ombra che tende a offuscare la strage di Acca Larenzia e vilipendere quei ragazzi innocenti uccisi negli anni più bui della Repubblica, solo perché militanti del Movimento Sociale Italiano. Tra i libri finalisti del Premio - dice il capogruppo di Fratelli d’Italia - si rinviene anche "Dalla stessa parte mi troverai" della scrittrice Valentina Mira che nell'opera ha provato a banalizzare l'atroce assassinio avvenuto nel gennaio del 1978 nei pressi della sede dell'allora sezione del Msi di via Acca Larenzia. Secondo Foti in “una rassegna importante quale il Premio Strega si preferisce offendere la memoria di giovani innocenti uccisi vilmente e con inaudita ferocia i cui assassini non sono mai stati assicurati alla Giustizia”. La stupidità della politica che legge la letteratura con gli occhi miopi della propaganda è cosa ormai risaputa, ci siamo abituati. La pericolosità della politica che vorrebbe decidere cosa e come dovrebbe scrivere la letteratura invece è un’ombra inquietante che si allunga sull’Italia. Un’ombra molto più pericolosa di quella che Foti vede nel libro in questione, un’ombra a cui non vorrei stessimo facendo l’abitudine per sfinimento in questo tempo lugubre. #LaSveglia per La Notizia
    1m 54s

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Dal lunedì' al venerdì, ogni mattina, la sveglia per il quotidiano La Notizia. E poi le letture. E tutto quello che ci viene in mente.
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