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  • 13: Tool

    27 JUL 2023 · YOU ARE THE LIGHT AND THE WAY THEY’LL ONLY READ ABOUT. Quando è arrivato 10.000 Days dei TOOL, mi ha toccato una corda, un nervo ancora scoperto. Per me è una sorta di preghiera. 10K days, sono 30 anni mal contati. Un ciclo di Saturno intorno alla terra. I giorni che judith, mamma di Maynard, il cantante, è rimasta paralizzata da un ictus per circa in un letto o sedia a ruote. Quello di cui parla la canzone non sono solo i 10000 giorni nel fuoco, ma la Legacy, l’eredità. Il dolore della perdita della persona che hai amato e da cui sei sei stato amato, questo dolore va fatto decantare come il buon vino. Va versato in ampio cristallo, lasciato respirare e poi sorseggiato. Così facendo il dolore a poco a poco diventerà nostalgia e gradualmente si trasformerà in gratitudine. Perché quella persona non ce più, ma c’è stata per te.
    6m 53s
  • 12: Area

    27 JUL 2023 · IMPARARE A LEGGERE LE COSE INTORNO A TE, FINCHE’ NON SE NE SCOPRIRA’ LA REALTA’. DISTRICAR LE REGOLE CHE NON CI FUNZIONAN PIU’ E SPEZZAR TUTTO POI CON RADICALITA’ Elefante bianco, AREA Crac! 1975. Gli Area sono l’Italia che eccelle ma, come spesso accade, nessuno è profeta in patria. Per ricordare Demetrio Stratos c’era solo l’auditorium di Radio Popolare prima che nel 2017 gli venisse intitolata una via nel mezzo del parco City Life, sempre a Milano. Se ho studiato psicologia non è, come per molti, per capire me stesso, ma per capire gli altri, comprendere le relazioni e, in definitiva, imparare a leggere la realtà a più livelli. A cogliere la complessità e la regolarità per poi intervenire con la leva più semplice e vantaggiosa. Esattamente il significato racchiuso qui, quasi 50 anni fa.
    6m 28s
  • 11: Soundgarden

    27 JUL 2023 · LOOKING CALIFORNIA, FEELING MINNESOTA Soundgarden, Badmotorfinger, inizio anni 90, in pieno periodo grunge. Sembro La California, lo stato americano più seducente e bello, mi sento come il Minnesota, la regione dei mille laghi, umido e solitario. Sembra l'autobiografia di Chris Cornell, una bellezza carismatica e una fragilità nascosta che l'ha portata al suicidio qualche anno fa. Ciò che colpisce in questo verso è riuscire a contenere le contraddizioni, le differenze, le diversità, le sfumature che possono stare dentro a una sola persona. La complessità nel distinguere esterno e interno, quello che ho dentro e quello che mostro fuori. In effetti questa condizione ambivalente, California e Minnesota, è tipica di certe persone fragili. Questa contraddizione accompagna molti dei nostri giudizi, ma dovrebbe guidare una considerazione, una pietà più ampia.
    6m 40s
  • 10: Rage Against The Machine

    27 JUL 2023 · F… I WON’T DO WHAT YOU TELL ME n questa puntata l’album di esordio dei Rage Against The Machine, ancora siamo tra il 91 e il 92. Il pezzo è Killing in the name. Il pezzo è molto semplice, alcune frasi ripetute a mantra, che raccontano delle interconnessioni tra KKK e certe frange della polizia. La repressione che diventa una questione personale, ideologica, politica. Nel climax finale è molto chiaro: non farò quello che mi dici. E che mi hai insegnato. In un saggio bellissimo, La società senza dolore, si dice che il dolore viene medicalizzato e privatizzato. Fin quando l’insoddisfazione regna nell’individuo ma non si libera nella società, coinvolgendo gli altri, rimane la stanchezza, che è la miglior profilassi contro la rivoluzione. Il dolore non viene percepito insieme agli altri, ma isola. Migliora te stesso col mental coach, ma non provare ad essere sovversivo. Così al posto dei RATM mettiamo del pop che canta I don’t care, non mi interessa, perché sto male anch’io e tanto non posso comunque farci niente.
    6m 37s
  • 09: Ozzy

    27 JUL 2023 · I DON’T WANT TO CHANGE THE WORLD, I DON’T WANT THE WORLD TO CHANGE ME. Siamo nel 1991, l’album è NO MORE TEARS di Ozzy Osbourne ed è una specie di rinascita per il madman, cioè il pazzo ex cantante dei Black Sabbath che hanno popolato di suoni la mia stanzetta di adolescente. Non voglio cambiare il mondo, ma non voglio che il mondo mi cambi. La premessa ti dice anche che non si tratta di un semplice gioco di parole, di una frase ad effetto con inversione di prospettiva. Ti dice: non ho l’obiettivo di fare chissà che cosa, non ti faccio spatafiate, dichiarazioni programmatiche pompose come nei progetti da campagna elettorale, che non verranno mai realizzate, anzi sono puntualmente disattesi, dove se possibile si peggiora ulteriormente la situazione iniziale. Non ho questo grande obiettivo, ma non voglio che il mondo mi cambi. Ora, il cambiamento, che è la nostra parola chiave, è inevitabile. L’unica costante della vita, come avete sentito dire spesso, è proprio il cambiamento.
    6m 4s
  • 08: Rollins Band

    27 JUL 2023 · SOME PEOPLE ARE BETTER LEFT ALONE. n questa prima puntata Henry Rollins, You Didn’t Need da The End of Silence, 1992. A 30 anni di distanza, con gli studi alle spalle e un po’ di esperienza messa in cascina in termini di vita e relazioni con l’altro sesso, questa frase ha portato in me altri significati. Alcune persone, meglio lasciarle sole. Pensate alle dipendenze affettive. A quelle relazioni complementari in cui c’è un polo forte e un polo debole, in cui il debole dipende in tutto e per tutto dal forte. L’unica soluzione possibile è quella che le persone temono di più. Tronco questa cosa. Ci dò un taglio netto, preciso, chirurgico. Fine.
    7m 26s
  • 07: The Sandman

    28 APR 2023 · Io sono il lupo che bracca la preda e azzanna per ucciderla. Io sono un cacciatore a cavallo che trafigge il lupo. Io sono un tafano che punge il cavallo e fa cadere il cacciatore. Io sono un ragno con otto zampe che divora il tafano. Io sono una serpe dalle zanne velenose che inghiotte il ragno. Io sono un bue con la zampa pesante che schiaccia la serpe. Io sono un batterio di antrace, gran macellaio che leva la vita. Io sono un mondo che si libra nello spazio e dona la vita. Io sono una supernova che tutto fa esplodere. Io sono un universo che comprende ogni cosa e abbraccia la vita. Io sono l'anti-vita, la bestia dell'apocalisse, sono il buio alla fine di tutto, la fine degli universi, degli dei e dei mondi, di ogni cosa. Io sono la speranza. (Neil Gaiman) Speranza. Un altro tabù dei nostri tempi. Prosaicamente, alcuni hanno detto e cantato che “chi visse sperando morì... non si può dire”. Speranza è pericolo di illudersi, deludersi e deprimersi. Siamo troppo attaccati ai fatti, alla tecnica, alla forma. Forse perché ricorriamo alla speranza non quando siamo disperati, ma quando vorremmo una botta di fortuna che ci risolva dei problemi, ci sollevi dalle difficoltà, ci renda la vita un po' più facile. Nella disperazione, invece, la speranza è vita. Per contatti www.andreapiccolini.it
    6m 53s
  • 06: Viaggio al Termine della Notte

    28 APR 2023 · La grande sconfitta, in tutto, è dimenticare, e soprattutto quel che ti ha fatto crepare, e crepare senza capire mai fino a qual punto gli uomini sono carogne. Quando saremo sull'orlo del precipizio dovremo mica fare i furbi noialtri, ma non bisognerà nemmeno dimenticare, bisognerà raccontare tutto senza cambiare una parola, di quel che si è visto di più schifoso negli uomini e poi tirar le cuoia e poi sprofondare. Come lavoro, ce n'è per una vita intera. (L.F. Celine) Non dimenticare mai chi sei e quello che osservi. Il modo con cui osservi determina quello che sei e le parole che usi. Dimenticare qualcosa è la sconfitta vera, l'arrendersi alla carogna che sta in fondo a noi. Alla grettezza di cui sentiamo il richiamo, soprattutto quando la sensazione dominante è quella di non sentirsi accettati, di non essere presentabili per gran parte della gente attorno a noi. Su questo Celine è onesto, non ne risparmia agli altri esattamente come non le risparmia a se stesso. Sono tutti uguali gli uomini quando devono lasciarsi andare ai propri bisogni più primari e corporali, in guerra come in Africa come a New York come in Francia e, aggiungo io, da noi in Italia. E se non stai attento, se non ricordi chi sei, rischi di lasciarti trascinare a fondo da una spirale discendente. Per contatti www.andreapiccolini.it
    7m 1s
  • 05: Ode Sensazionista

    28 APR 2023 · Sentire tutto in tutte le maniere, vivere tutto da tutte le parti, essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo, realizzare in sé tutta l'umanità di tutti i momenti in un solo momento diffuso, profuso, completo e distante. In questo passo dell'Ode Sensazionista di Alvaro De Campos, c'è tutto Pessoa. C'è tutta l'umanità dei letterati che lo hanno abitato che vogliono sentire, sentire tutto come può fare solo un dio. Un senso di infinito che va oltre i sensi, che va l'oltre l'uomo, che vorrebbe abbracciare tutto e tutti, come un fenomeno naturale. Come l'aria. Cosa ci saremmo persi se qualcuno non avesse aperto quel baule in cui c’erano gli scritti di Fernando Pessoa… cosa ci perdiamo ogni giorno quando lasciamo le nostre idee, le nostre intuizioni a marcire in una tasca.... pensieri che si possono sentire, sensazioni profonde, che si possono leggere. Per contatti www.andreapiccolini.it
    5m 8s
  • 04: La Strada

    28 APR 2023 · Ce la caveremo, vero papà? Sì, ce la caveremo. E non succederà niente di male... Esatto. Perché noi portiamo il fuoco. Sì. perché noi portiamo il fuoco. (Cormac McCarthy) Questo dialogo forse non sarà bellissimo, ma è importante, perché è vero. Sull'orlo dell'abisso ti aggrappi alle tue stelle polari, alle certezze che hai coltivato, e soprattutto alle relazioni che hai costruito. Te le ripeti, ne fai lo scoglio a cui aggrapparti e ne fai la tua protezione contro la realtà esterna. Noi portiamo il fuoco. Già. Loro accendevano veramente il fuoco per tenere lontani le belve e per scaldarsi, come gli uomini primitivi, ma è anche un fuoco metaforico, quasi metafisico. Ce l'abbiamo davvero il fuoco dentro di noi? Quel fuoco che ti spinge ad andare avanti, a percorrere la tua strada? Qual è il tuo fuoco? Per contatti www.andreapiccolini.it
    4m 51s

Le bacheche dei social sono piene di aforismi, di parole ad effetto, che dicono quello che senti o pensi in quel momento, meglio di come sapresti fare da solo. Perciò...

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Le bacheche dei social sono piene di aforismi, di parole ad effetto, che dicono quello che senti o pensi in quel momento, meglio di come sapresti fare da solo. Perciò le scrivi, le pubblichi, e poi le dimentichi. È un attimo, poi tutto si perde.

Fabalalog invece parla di quelle frasi che ti entrano sotto pelle e ti cambiano dentro.

Fabalalog, Lo diceva sempre mio padre e con lui mio nonno. Fai ballar l'occhio. Guardati intorno, stai attento, assumi il punto di vista altrui, tenta di comprenderlo e poi agisci di conseguenza. perché c'è sempre un'occasione per cambiare.

Le parole sono azioni e promuovono il cambiamento.
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