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Elena Leoni - VOICE TALENT

  • Mostra il dialogo interiore del personaggio!

    18 APR 2024 · "Mostra, non dire" si ottiene anche facendo parlare il personaggio con se stesso, mostrando i dialoghi interiori del personaggio, i suoi dubbi, esattamente tutto quello che lo tormenta, come se stesse parlando con qualcun altro; in realtà parla con se stesso. Quando io in 'Portami a casa' scrivo: «Per tutti eri un'amica, la mia amica più intima, snob e un po' stronza. Ma poi una stronza cos'è se non una povera infelice, bloccata dentro da un dolore primitivo, appena intravisto, mai riconosciuto, mai fatto affiorare?». Queste sono delle domande che la protagonista, Annalaura, si fa, sono dubbi che ha. Parla con se stessa perché parlare con noi stessi ci aiuta a stare meglio, a chiarirci le idee. E continua: «Questo dolore sepolto nel profondo, tenuto premuto come quando si vuole affogare qualcuno e gli si spinge la testa sott'acqua con forza (mi raccomando alle similitudini: devono essere molto potenti, mai banali!). Claudia è morta, è morta per via di una bomba convenzionale». E poi continua: «A chi riconsegneranno i pezzi di te, Claudia?». Ecco, sembra che stia parlando con Claudia, in realtà parla con se stessa, perché è tormentata dai dubbi. Va bene, ragazzi? "Mostra, non dire": fate parlare i personaggi, un bel dialogo interiore, un monologo interiore in prima persona, dubbi e domande A SE STESSI. Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m 29s
  • Solo similitudini potenti!

    14 APR 2024 · Mostra, non dire. Come? Usando figure retoriche, perché le figure retoriche già rappresentano, appunto, il linguaggio figurato e cioè fanno venire immediatamente in mente delle immagini. Usare similitudini potenti, non paragonare oggetti che già hanno una connessione tra di loro, tipo “bianca come la neve” o “bello come il sole”, no! Queste sono similitudini banali!  Mettere a confronto due oggetti che apparentemente non hanno nessun nesso tra loro; andare a scovarla la somiglianza; impegnarsi a cercare somiglianze potenti, come fa, per esempio, David Foster Wallace in ‘Piccoli animali senza espressione’. Qui dice: «Il cielo è basso e pieno di nuvole Le nuvole grigie sono gonfie, increspate, luminose Il cielo sembra un cervello.» Lo vedete questa similitudine com’è potente? Il cielo sembra un cervello perché il cervello è come le nuvole: gonfio e increspato. Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m 6s
  • Usiamo verbi onomatopeici!

    6 APR 2024 · Mostra, non dire, quindi facciamo direttamente vedere l’immagine. Usiamo, per esempio, verbi onomatopeici cioè verbi che evochino suoni o movimento, come quelli dei versi degli animali. In questa maniera, al posto di usare un verbo debole e di rinforzarlo con un avverbio – cosa che è di una pesantezza assoluta – noi useremo direttamente un verbo che evocherà nel lettore l’immagine che gli vogliamo trasmettere. Per esempio: se noi diciamo ragliare, evochiamo immediatamente quella voce sgradevole, stonata, sgraziata, come il verso dell’asino; se noi diciamo che quella persona squittiva, evochiamo immediatamente il gridolino acuto del topo o di alcuni uccelli – persone che parlano con voce stridula – squittire. Oppure ringhiare, ringhiare con i denti così, immediatamente evochiamo la minaccia; latrare, evochiamo la rabbia; starnazzare, le oche che starnazzano, fanno chiasso, si agitano continuamente – ‘quel gruppo di persone starnazzava’; schiamazzare, fare rumore, fare baccano; belare come una pecora, una bambina che bela, che piagnucola, che si lamenta. Ragazzi, cerchiamo verbi onomatopeici, cercatene altri, cercateli voi, cercateli e usateli! Non usate verbi deboli rinforzati dagli avverbi perché appesantite il testo. Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m 32s
  • Contraiamo la scena!

    24 MAR 2024 · “Mostra, non dire”, fai vedere il dolore, di modo che il lettore possa immedesimarsi e ricordarsi, far affiorare un suo dolore sepolto. Non raccontarlo il dolore, fai vedere la scena. Fai vedere una scena d’amore, così il lettore potrà immedesimarsi nella scena e ricordare il suo amore. Come si ottiene questa tecnica del mostrare? Avvicinandoci, avvicinandoci, avvicinandoci, dobbiamo zoomare, non dobbiamo creare distanza tra noi e l’oggetto narrato, lo dobbiamo contrarre, ci dobbiamo avvicinare come se stessimo lì. Guardate che cosa fa Valerio Magrelli, con “L’infanzia del lavoro” «Guarda questa bambina che sta imparando a leggere: tende le labbra, si concentra, (guardate come si è avvicinato alla bambina, la vediamo proprio da vicino, siamo lì, ci possiamo immedesimare!) tira su una parola dopo l’altra, pesca, (ecco qui, una figura retorica, una metafora, la sta paragonando a una canna da pesca!) e la voce fa da canna, fila, si flette, strappa guizzanti queste lettere (ecco, l’ha pescato il pesce che guizza!) ora alte nell’aria luccicanti (come il pesce quando viene pescato!) al sole della pronuncia.» Lo capite che cosa significa contrarre la scena? Zoomare, avvicinarsi, stare lì, stare lì? Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m 29s
  • Occulto, di Joyce Carol Oates

    17 MAR 2024 · … e poi la visita inesplicabile di tuo padre: due giorni di preavviso, dieci ore di viaggio spericolato piogge vento giorni maledetti traffico tergicristallo rotto ma nulla lo blocca strette di mano – goffe come stai? che bello! quanto tempo! deve partire di mattina una stazione di servizio aggiusta il tergicristallo ha percepito la morte sa come morirà stretto tra sorrisi solidi e nervosi la voragine di ricordi che deve sopportare… niente di ciò che sappiamo può spiegare la sua visita o lo strano modo in cui si è mosso tra noi – toccandoci stringendo le braccia sorridendo era una scusa le parole con cui ci ha accerchiato erano una scusa inesorabile: inventiamo un linguaggio per toccare gli altri e andarcene. (Occulto, Joyce Carol Oates) Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m
  • Facciamolo soffrire questo lettore!

    11 MAR 2024 · Nelle mie poesie brevi, ci dice Joyce Carole Oates, cerco un effetto brillante, duro, gelido, come fili di acciaio che passano dalle narici al cervello! Guardate com’è potente questa similitudine! Noi dobbiamo scrivere come se le nostre parole fossero fili di acciaio che passano dalle narici e arrivano al cervello! Lo dobbiamo sconquassare il lettore, ragazzi, lo dobbiamo tramortire! Lo dobbiamo lasciare con una sensazione quasi di smarrimento, deve riflettere, si deve trasformare, si deve fare domande importanti sulla vita! Non dobbiamo scrivere di cose banali, sentimentalismi melliflui… Dobbiamo scrivere di cose alte, le grosse scelte, i rimpianti, le nostalgie, i rimorsi! Forza, ragazzi, scriviamo!
    57s
  • Crea un personaggio bizzarro!

    2 MAR 2024 · Dovete creare dei personaggi molto caratterizzati; per esempio potreste inventarvi un ragazzo, che parla come parlano i ragazzi, a volte facendo anche errori di grammatica, prendendo in giro gli adulti. Sentite qui: “La vecchia Sally non parlava molto, se non per farneticare sui Lunt perché era troppo occupata a guardare in giro e a fare l’affascinante. Poi d’improvviso vide un babbione che conosceva all’altro lato dell’atrio, un tizio con uno di quei completi di flanella grigio scuro e il panciotto a quadretti. Strettamente Ivy League. Bell’affare! Era in piedi accanto al muro e fumava da restarci sotto, con l’aria di uno scocciato a morte. La vecchia Sally continuava a ripetere «Io lo conosco quel ragazzo, l’ho conosciuto in qualche posto» dovunque la portavi c’era sempre qualcuno che conosceva. Allora le ho detto: «Senti, se lo conosci, perché non vai da lui e gli dai un bel bacio in bocca? Lingua-in-bocca! Gli piacerà un sacco! (Il giovane Holden, J.D.Salinger) Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m 7s
  • Scriviamo attraverso i sensi!

    24 FEB 2024 · HO COSTRUITO COL PENSIERO UNA CASA BIANCA Ho costruito col pensiero una casa bianca Ho costruito col pensiero una casa bianca che profuma di rosmarino e alloro. È in un bosco, ma ogni tanto si sposta sul mare. Sì, perché può sollevarsi da terra e sorvolarla. Mi basta desiderare il mare. Prendi un oggetto, anche il più apparentemente insignificante, e avvicinati, avvicinati, guardalo da vicino, cogline un dettaglio e poi questo dettaglio prova a sentirlo attraverso tutti i sensi. Mettitelo in bocca, nel naso, nelle orecchie, guardalo con gli occhi, assaporalo, senti un po’ che gusto ha, che consistenza ha, com’è, come lo vedi, che suono ha, che sapore. Avrai iniziato a scrivere qualcosa di efficace. Avrai iniziato a cogliere l’anima dell’oggetto! Forza, ragazzi, scriviamo!
    51s
  • Cerchiamo l'anima delle cose!

    18 FEB 2024 · DOV’È ANDATA A FINIRE QUELLA RAGAZZA? Quella ragazza che, a un certo punto, a Roma non ce la faceva più e voleva scappare dov’è andata? che ha fatto? come ha vissuto per tutto il tempo in cui io ho smesso di pensarla? Cerchiamo l’anima degli oggetti quando vogliamo scrivere efficacemente. James Joyce ci parla del concetto di “epifanie”, quelle rivelazioni che ci arrivano ascoltando la musica, guardando un’immagine, ricordando qualcosa. Dobbiamo scrivere evocando l’anima degli oggetti. Lui dice: «Come quando ci sembra che l’anima del più comune oggetto risplenda». Ecco, cerchiamo l’anima delle cose, scriviamo di quelle! Forza, ragazzi, scriviamo!
    49s
  • Niente spiegazioni, per favore!

    1 FEB 2024 · ALLE CINQUE DI MATTINA Mentre passava davanti alla camera del padre, gettò un’occhiata all’interno. Evgràf Ivànovic non si era neanche spogliato né messo a letto e se ne stava davanti alla finestra, tamburellando le dita sul vetro. «Addio, io parto», disse il figlio. «Addio… i soldi sono sul tavolo rotondo», rispose il padre senza neanche voltarsi. Mentre il servo lo portava in carrozza alla stazione cadeva una pioggia fredda e uggiosa… L’erba sembrava più cupa che mai. (Anton Čechov, Caratteri difficili) Non c’è bisogno, ragazzi, di dire che il padre litigava col figlio, che il figlio era cattivo, che il padre era buono… Lo scrittore efficace non è colui che dà risposte al lettore ma è colui che gli insegna a considerare il mondo come una domanda. Il lettore vuole avere dei dubbi e vuole essere portato dallo scrittore mano mano verso lo svelamento della vita, verso lo svelamento dei dubbi. Lo scrittore che dice al lettore come deve guardare il mondo e che quindi infarcisce lo scritto di giudizi, di moralismi, di ridondanze psicologiche è pesante, noioso! Forza, ragazzi, scriviamo!
    1m 20s

Da ragazza, la lettura ad alta voce mi aiutava a riconoscermi. Recitare a teatro mi aiutava ad acquisire sicurezza. Sentire questa voce calda, profonda, suadente – capace di risvegliare i...

show more
Da ragazza, la lettura ad alta voce mi aiutava a riconoscermi. Recitare a teatro mi aiutava ad acquisire sicurezza.

Sentire questa voce calda, profonda, suadente – capace di risvegliare i morti, mi dicevano al liceo – che mi usciva dalla bocca naturalmente, senza inflessioni particolari ma anzi con una dizione perfetta mi ha sempre aiutata nel ricordo di me.

E poi adoravo dare vita ai personaggi, sentirli vivere, palpitare, esitare, amare attraverso la mia voce; poter modulare le loro emozioni, immaginare le loro espressioni, simulare il loro sentire! Che potenza! Un momento ero Anna Karenina, un altro Nora di “Casa di bambola”, un altro ancora Emma Bovary o Sonja di “Delitto e Castigo”! E non importava se lo facevo solo per me al chiuso della mia stanza con la voce tremante. Era il mio mondo e lì io ero invulnerabile!

Per questo oggi che sono connessa al mio interno posso leggere e interpretare con naturalezza ogni tipo di lettura –anche comica o dialettale – dagli audiolibri ai podcast alla pubblicità.

Perché non si tratta solo di leggere ma di interpretare con consapevolezza, sapere quello che si legge, sentirlo nella pancia – ma non troppo! – e fare l’esperienza della scrittura come mezzo di riconquista di sé.

Solo così è possibile diventare fedeli interpreti della realtà nelle sue mille sfaccettature.

Nessuna finzione, solo essere autenticamente ciò che si è.
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