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VOCEVERSO di Carla Francesca Catanese

  • REGINETTA MOBILE_Recital Tris-TE_MISS VENA

    15 MAY 2022 · Poesia sonora di Carla Francesca Catanese (2021) REGINETTA MOBILE / RECITAL TRIS-te une ode hémorragique illustrée Saliva mi svena diaframma Saliva Miss Vena Los Dias Dramma Dalla base profonda della nostra 
carne ci siamo indossati saliva le ossa come guanti questo fitness usati cardiocorpo vulva di secolo-valvola cuciti addosso un saio mitrale
 - sai-oh vai a ritmo sinusale -
 batte cronorifugio l’organo orgasmoutopico il tempo palpita l’arteria mi svena congiunge cor-cordis accordi ti accorgi ammaliava, animalava? Anima l’esca saliva Miss Vena scendeva un’ode circolatoria illustrata sul tram 347 Cinque otto seicentonovantaquattro /il plotone dell’ordinario al numero in sovrimpressione tre cartelloni pubblicitari adagiano Compro Oro mascherine impettite badanti24h formato A5 Times Old Roman Quattro signore di media stazza corporale unite d’età algovariabile intonano stacchetti/
 il ragazzo in dad parla forte la notte bestemmia un revival dice - polvere aritmica - /“la So La Storia”/ 
 Zeitgeist - Spirito dei tempi saliva, mi frena, mi svena scendeva l’ode di turno linfatica Miss Vena
 alle periferie capillari sistema/ventricolo/capitale [del dolore] - c’est Marx c’est Eluard c’est moi - occhio che scalpita palpita L’inguine guaina diaframma Dio dia los dias fiamma FERMATA
 IN VISTA PANORAMICA ohhh bloody mari pallida la speme mi svena meme smerico mare desideri O ro al chi misti La[tua]can ero s si è perso - e non è - più tornata. [IL CORO: Dall’orifizio standard si intravede anche Lampedusa Beach] ULTIMA
 STAZIONE Saliva mi svena diaframma saliva Miss Vena Los Dias Dramma freme mi svena mi frena la pelle peau douce bye-bite-baby /gli anticorpi Camay si sono arresi/
 all’ultima d’emo glo binario tris Te. 
 Arrivati in Villa. Circolare, circolare! MISS Vena scendeva. [profilo autoptico: un cuore senza vergogna ed un fegato illibato. DDL ZAN positivo]
    3m 1s
  • MER_letti (bouillabaisse)

    15 MAY 2022 · Poesia sonora di Carla Francesca Catanese (2021). Con un gioco di scomposizione di parole in due lingue, il titolo incrocia il mare (mer in francese) mediterraneo ai ricami (merletti), con sottotitolo tra parentesi che si riferisce ad una nota ricetta della cucina marsigliese (la bouillabaisse), zuppa di pesce. TESTO di MER_letti [bouillabaisse] Le vedo queste parole a denti scarsi 
 ma che cavolo ci fate coi giornali scaduti con le pagine amare di lettere morte - le vite degli altri - aeroplanini cinetici, che so, rivestimenti poliedrici /cartastraccia/ ridisegnare le interiora le scansie delle librerie oppure quando fuori piove la pipì da raccogliere al cane 
 se va bene da appartamento se va male molecolare
 che scrivere è diventato un abuso, scrivere è in disuso, scrivere è un sopruso allora togliti di dosso la cancrena della cronaca,
 svestiti 
 fai come Marta senza il televisore che si denuda nel cesso a ingozzarsi di swipe, o come Francesco col pallino Insta-chef “dice che il topinambur sta proprio bene col foie gras”
 io me li vedevo questi corpi di zuppa nera
galleggiare il mare
 mentre tu parli lo stesso istante lingua cotta livida di paese
 ingordo no Salvini no sì, si salvìno anestetico al menù 
 ma tu ci pensi a quella foto sul facabook? un visore di realtà aumentata sul visino del bambino israeliano piccino piccino mentre faceva il vaccino 
 poca fantasia dove andremo a finire l’unico tuo accenno monco che fine hanno fatto i pennarelli i lego le favole cadaveri 
 ben apparecchiati nel gommone 
sulla tovaglia di lino di mia nonna 
 a divinazione a procrastinazione a capitalizzazione
 Ma ve l’hanno raccontata bene la storia? - Chi vi ha spacciato le tuniche, ha menzionato il Sudario? - e ricamatemi dentro
il vostro sacrificio a punto croce che qui è solo fame sotto i lampadari gourmet del nostro bel salotto
    2m 23s
  • IN ATTESA SUL CANALE di Alessandro Muresu

    19 JUL 2021 · “In attesa sul canale” poesia sonora di Alessandro Muresu, testo e musiche originali di Alessandro Muresu Sto sfogliando un giornale al tavolino di una veranda, pagina uno, pagina due, questo è il giornale dell’asino transitano vecchi signori con le lenti accovacciate nella borsa e le ossa riservate sempre secondo il bollettino sono diretti al mare e sfidano il sole coi titoli di coda Appresso, i cani molto piccoli scolpiti nella linea di mezzo delle calle Io resto immobile impaziente, chi mi tocca è perso è colpito da lontano, da un lupo, lo faccio schioccare come una nocca di scimmia La curvatura degli occhi il cipiglio magico ruttano sulla faccia dimensioni parche alla velocità delle vite che subissano Secondo il caro manuale di istruzioni me le aspetto, aderisco volentieri al suono di una campana preda del tormento Così scappa una chiaroveggenza L’anno scorso a quell’appuntamento di cui ti raccontavo nei più asciutti dettagli quella notte di agio a Venezia una ragazza era caduta ripetutamente dalla bicicletta abbiamo fatto la gara per entrare dalla miss-medico e prima il sondaggio e il drenaggio e i camici inerti di temperatura, di sospetto incendio di caratterizzazione del rischio di farsa però lei ha sempre avuto la meglio da grande ferita sul campo quale era è passata avanti e se n’è andata complice la sua indefinita età, la stranita linea del coccige, qualcuno di non troppo lontano aspettava la sua treccia rampante da stringere per benino Sono sceso dal mio palazzo di scheletro per dirmene un’altra salva e ho atteso tanto ma proprio tanto nella tasca dell’orologio la sua insegna cosmica sorretta da vele puntate ad ogni quarto non mi ha più, questo sembra, questo segna, la medesima mimica solare tarata dalla disciplina di chi sa I parenti mi ricordano troppo la sciagura e quando fanno ritorno prego che se ne vadano Mai più rivisti, mai più sentiti, risonanti tubuli alito che si scassa nel vento che porta pantano e voglie inammissibili cip cip cip è il vespro, è ancora minimamente umano che si rifa comunque sotto a quel coso cip cip il palco che fremeva ingerisce la platea Un uomo apposito la sera piscia dalla catapecchia rimasta in disuso documenti alla mano, nessun villano si adopera per scacciarlo lui scompare all’arrivo dei manovali che asciugano coi fogli della carta intestata Sarà messo a verbale, potete contarci L’acqua minerale viene grattata dalle vene dei muri questa è l’epoca dell’ipofisi che arranca che aggiunge un letto per un paio di mummie da entrambi gli approcci staccate Quanto imposto gli servirà per agire e trottare e fare la lotta, chiamiamola con altri rumori una quantità di garze e di nervi nell’aldilà, al di qua tanti aloni che rimarranno mesi nel fosso apologetico a coagulare Adesso che voi siete padroni una volta sposati che cosa succede? Andrete pian pianino ad Est, per i vicoli dei mercati calpestando i vermi schierati a difesa di cattedre larghe e i gatti maestosi mescolati nell’ombra cantano cori degni di un principato Voialtri nel destino, i biglietti ambigui di auguri certo saranno spediti da ogni scoglio minacciando di saltare di sotto Si chiama ammutinamento dove i crateri da grandi si fanno scorrevoli e si può contrattare nel foyer assieme agli indiziati I colli delle camicie si allentano di anno in anno e le scapole si allungano in avanti fino a baciarsi intarsiate di impronte lisce leggibili da lontano con un sentimento di poi Andrete scavalcando i giunchi i tuffi di testa e di petto, rimpianti, alibi non vi calmeranno arriva al dunque questa confusione palloncini bianchi di gomma sfiorano le tegole del cimitero ma questo sarà quando sarà il momento, state a vegliare indifferenti lenti e duri cordoli ritti nel paesaggio aspettate non si sa che cosa Puoi sganciarti un piede, ed uno dopo l’altro mettili a raffreddare davanti al termos in una meditazione che trasforma il dolore delle zanzare ospiti di una ghirlanda di calze rotte Chi si rimastica bene fa un’opera mirabile, avanzano sagge prescrizioni, le mezze frasi copiate di ieri saranno considerate presto laute razzie rimastica bene e fai spazio che di pane ce n’è di luoghi abbattuti e pestati con la spada ce ne sono cuniculi e atri risultano ad oggi oh oh, come dire, dispersi inimmaginabili Qualche attimo e ricrescono alle note secche sferrate dai nostri abbagli Il rimedio lo conosco e potrei venire a portarlo sulla punta delle dita mi si stringe il cuore con grande freddezza ciononostante siamo arrivati fino qui e non andremo via facilmente o contenti se non dopo la valanga, all’indomani della disfatta.
    10m 2s
  • ORGANIC WILCOCK di Carla Francesca Catanese e Alessandro Muresu

    3 JUN 2021 · Poesia sonora di Carla Francesca Catanese, ispirata al titolo della silloge “La parola morte” di J. Rodolfo Wilcock, recitata insieme al compositore Alessandro Muresu. Organic Wilcock La parola morte difetto nei vostri orologi scarsi esiste la dilata alfabeto sulle trame mute dei rami antico bava ci riporta la notte, ognuno vermi sottesi alle zolle detriti innaturali concime futuro di urla. Eppure si vive lo straniero ti vaga negli occhi vespri che reciti sul tuo suo petto il paese dei folli centotrentamila ho contato ossa di spiagge genitali il secolo esofago fa gola la sutura respiro nostra fame tra le mucose.
    3m 4s
  • [ALGO_RITMOMBRA]

    20 MAY 2021 · Appuntamento di sperimentazioni linguistiche e sonore lette dall’autrice con accompagnamento musicale del compositore Alessandro Muresu. ALGO RITMO OMBRA
    2m 30s
  • VOCEVERSO di Carla Francesca Catanese e Alessandro Muresu

    23 SEP 2020 · Cinque componimenti recitati dall’autrice su progetto sonoro del compositore Alessandro Muresu
    7m
Appuntamenti di Poesia sonora letti dagli autori con accompagnamento del compositore Alessandro Muresu
Information
Author carla francesca catanese
Categories Society & Culture
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