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Storie di piccole vite

  • Un giono di Primavera

    1 MAR 2023 · Un Giorno di Primavera Un Giorno di Primavera, si era affacciato alla finestra chiusa di una piccola Casetta addormentata in mezzo alla montagna. Un Giorno di Primavera busso piano piano sul vetro…silenzio…bussò un pochino più forte…di nuovo silenzio…provò ancora, ma nulla…Un Giorno di Primavera non si perse d’animo e andò dalla Mucca, che stava sonnecchiando come il suo solito in piedi, masticando il fieno…le accarezzò il muso con una carezza piumata..la Mucca tirò fuori la lingua e diede una leccata a Un Giorno di Primavera…ma si riaddormenterò subito, muovendo piano la bocca…non era ancora pronta al risveglio… Un Giorno di Primavera andò dal Laghetto, che si stiracchiava sotto il cielo azzurro…si guardò attraverso gli occhi limpidi dell’acqua…ma il Laghetto, sbuffò con un pesce volante…aveva la luna storta quella mattina e non gli andava proprio di parlare con nessuno… Un Giorno di Primavera, allora soffio sulla Distesa d’Erba, per vedere se almeno lei gli volesse dar retta…la Distesa d’Erba gli fecce un occhiolino ma si rimise a nanna… Un Giorno di Primavera si sedette a pensare: “i conti erano giusti, oggi era il suo momento..Ma allora perché tutti stavano ancora sognando?” Stava seduto a meditare…finché non successe una cosa strana.. Un Giorno di Primavera ha cominciato a sentire un pizzichino..prima sotto il mignolino del piede.. sotto la coscia..ed ora gli è sembrato di averlo sentito anche tra i capelli..si risvegliò dal suo lento pensare e si guardò incuriosito… Un Giorno di Primavera non si accorse, nel suo riflettere pazientemente che si era seduto sopra un ramo di Melo..diventando parte di tutto quel bianco fiorire… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    2m 2s
  • Le Briciole di Stelle

    1 FEB 2023 · Le Briciole di Stelle Sul monte innevato cadevano Le Briciole di Stelle, ammucchiandosi sopra la grande distesa bianca…Le Briciole di Stelle si illuminavano alla luce della luna e si chiedevano dove erano finite… Tutto intorno era buio e loro si rendevano conto di non appartenere più al mondo dei cieli…ma dov’erano capitate? La pioggia de Le Briciole di Stelle continuava incessante per tutta la notte. Il paesaggio intorno a loro si era ammorbidito con l’arrivo dell’alba, era diventato man mano sempre più chiaro ed accogliente… Le Briciole di Stelle continuavano a domandarsi sul perché erano finiti in quel freddo e perché continuavano a cadere sempre nello stesso punto? Quando il sole era alto nel cielo, Le Briciole di Stelle si accorsero di poter vedere le ombre e un poco alla volta compresero che erano diventate una figura con due braccia, due gambe e una testa in alto… E compresero finalmente che lo sforzo fatto durante la notte è diventato Uomo… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    1m 14s
  • Il Sogno

    1 JAN 2023 · Il Sogno Il giorno stava andando a dormire, il sole si è tuffato nel rosso del mare e la luna affacciava il suo pallore nel nero del cielo. Era il momento perfetto per Il Sogno. Quel Sogno che si faceva tante domande, ad esempio, si chiedeva spesso perché era più richiesto di notte, quando non si vedeva nulla fuori e non era così richiesto invece, di giorno? Oppure, si domandava come mai, i sogni che fanno gli altri sono simili tra di loro? Perché le persone sognano L’Amore? Perché sognano Il Successo? Non capiva perché bisognava sognare queste cose…invece, lui era Il Sogno di non avere più paura…gli capitava spesso di finire nella dormiveglia di un qualche signore che aveva sempre la solita paura di perdere tutto e sognava di smettere di aver paura…Il Sogno spesso si annoiava…e lo vedevi sbadigliare mentre stava lì ad aiutare qualcuno a sognare… però…Una volta gli è capitato di essere Il Sogno di un bambino per un’intero pomeriggio…che spasso che è stato quel pomeriggio passato insieme…Il Bambino era magrolino e aveva sempre paura di cadere…allora Il Sogno era diventato il suo monopattino, con le protezioni (ovviamente)…Quel Bambino ardeva dalla voglia di provare il suo monopattino nuovo fiammante…ma aveva tanta paura di cadere…allora Il Sogno l’aveva sostenuto nella sua determinazione per permetterli di sognarsi eretto sul suo monopattino e usarlo senza cadere…Il Bambino all’uscita dalla scuola, corse a casa e disse alla mamma che era pronto per andare sul monopattino….La mamma era felicissima, perché il monopattino stava lì da un po’… Uscirono subito di casa e Il Sogno si era sforzato tantissimo ad aiutare al Bambino di superare la sua paura e alla fine Il Bambino partì e con il sostegno infinito non cadde nemmeno una volta..È stato il più bel giorno per Il Sogno… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    2m 12s
  • Il Fiocco di Neve

    1 DEC 2022 · Il Fiocco di Neve In un mondo tanto lontano abitava Il Fiocco di Neve. Adorava guardarsi ballare sotto la luce del Sole. Guardava le gibigiane che lasciava sulla superficie del pianeta e si vantava di essere il più bel fiocco di neve tra tutti quelli che gli fluttuavano intorno. Il Sole si divertiva ad accontentare Il Fiocco di Neve, osservandolo dalle palpebre socchiuse e lo accarezzava con i suoi morbidi raggi … Un giorno il Sole decisì che per quella mattina non aveva nessuna voglia di tirarsi fuori dalla calda coperta, fatta a maglia dalla nonna, e quando suonò la sveglia, la spensì e si girò dall’altra parte del letto, stiracchiandosi nel suo leggero russare… Il Fiocco di Neve aspettava invano di vedere l’amico Sole per continuare il suo ballo vanitoso…E non vedendolo arrivare, si era tutto rabbuiato e si sentiva perso nel vuoto…pensava di aver bisogno della luce esterna per potersi sentire bello… Per distrarsi, si mise a guardare gli altri fiocchi di neve e non riusciva a capire come mai loro erano rimasti luminosi e come potevano continuare a ballare senza il sole… continuo a guardare e si incanto guardando quel valzer volteggiante nella mattina senza luce… Ascolto il vento…ascolto il chiacchiericcio degli altri fiocchi di neve e si alzò in volo con la musica più potente che ci possa essere…la conoscenza di se…e si illumino anche lui… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    1m 38s
  • Il Sorriso

    1 NOV 2022 · Il Sorriso C’era una volta un paesino in mezzo ai monti che a guardarlo da fuori sembrava una cartolina: laghetti pieni di pesci, prati con le mucche che pascolavano tranquille, il sole che baciava i monti ogni mattina. Da fuori, sembrava, un paesino della pace… Un giorno capitò in quel paesino Il Sorriso e vedendo tanta meraviglia, decisi di fermarsi. Attraversando il prato, pestò una cacca di mucca, ma era Il Sorriso, quindi sorrisi e andò avanti, in cerca di qualcuno a cui regalare il buonumore…arrivò fino alla prima casa, bussò e aspettò…sentì da dietro la porta i passi che si trascinavano fino a lui. La porta si aprì e Il Sorriso, fece un bel inchino alla visone di un uomo scuro in volto…l’uomo lo squadrò dai piedi a capo ma non riusciva a capire di che animale si trattasse. Perché dovete sapere che in quel idilliaco paesino, nessuno sapeva sorridere. Per esprimere la gioia, gli abitanti, facevano dei ululati come i lupi. Il Sorriso, si raddrizzò dal suo inchino e espresse la gioia in un modo che avrebbe illuminato una grotta più buia…niente…l’uomo non reagiva e lo guardava come se avesse visto un fantasma… Il Sorriso, allora allungo le sue mani e li appoggio sugli angoli della bocca del uomo e li tirò verso insù… L’uomo con quella faccia imbronciata e le labbra piegati a quel modo, sembrava che stesse provando a recitare una scena del tutto nuova.. Il Sorriso gli porse uno specchio. E allora l’uomo cominciò a ridere, ridere e ridere e non riusciva a fermarsi dalla improvvisa voglia di regalare la felicità a tutti e a tutto… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    1m 52s
  • Il Palloncino Rosso

    1 OCT 2022 · Il Palloncino Rosso Il Palloncino Rosso, era il più gonfio degli altri che stavano nel mazzo del venditore dei palloncini. Però Il Palloncino Rosso non piaceva a nessuno, era ingombrante e toglieva respiro ai suoi vicini che spesso gli davano le gomitate…e poi…era anche troppo rosso agli occhi degli altri, ovviamente… Lui si guardava e non vedeva nulla di così strano…era semplicemente un pochino diverso…”ma diverso da cosa, poi?” - si chiedeva spesso… Era sempre un palloncino…no? Un giorno, mentre il venditore stava sistemando il suo carretto, una bicicletta gli sfrecciò davanti e questo lo fece spaventare, facendogli lasciare la presa sul mazzo dei palloncini… Dovevate vedere che spettacolo di colore esaltava il blu del cielo!!! Primo finale: Il Palloncino Rosso sentendosi libero per la prima volta si allungò verso alto, e siccome era il più gonfio di tutti, sfrecciò veloce davanti a tutti e raggiunse le nuove, lasciando a bocca aperta i suoi compagni, rimasti impigliati tra di loro…. Secondo finale: Il Palloncino Rosso sentendosi libero per la prima volta si allungò verso alto, e siccome era il più gonfio di tutti, sfrecciò veloce davanti a tutti e raggiunse le nuvole, lasciando a bocca aperta i suoi compagni. Arrivato oltre le nuvole, trovò una scena che sembrava il set di un film…nello spazio che non si vedeva da giù, trovò la città dei palloncini perduti che lo accolse con la bocca piena di sorrisi. Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    1m 37s
  • Il Bacio

    1 SEP 2022 · C’era una volta Il Bacio che scappò dalle labbra…senza tanti complimenti, deviò e si nascose sotto le lenzuola… Il Bacio era dolce come una fragolina appena raccolta, morbido come il manto di un’alpaca…Il Bacio era anche un pò ribelle e dispettoso e stava per essere appoggiato su una Guancetta paffuta… Ma volete sapere perché si è dileguato? La verità è che Il Bacio prima di dissolversi avrebbe voluto vedere il mondo…e decidere lui stesso dove lasciarsi andare…era appena nato (da due secondi) e già non capiva perché doveva essere sprecato così…e poi, la Guancetta, manco gli piaceva…quindi, sbirciò da sotto le lenzuola e non appena tutti si girarono a cercarlo..sgusciò fuori dalla finestra aperta…la folata di vento lo fece sobbalzare e cadere su un ramo vicino ad un’alveare di api..le api vedendo Il Bacio così impertinente, si raccolsero in uno stormo e lo scacciarono dal loro rifugio… Il Bacio un po’ ammaccato si nascose sotto un cespuglio di rose e mentre stava lì sotto guardingo a non farsi trovare dalle api, senti un profumo meraviglioso…si destò in piedi e guardò il posto dov’era finito…il calore delle rose lo abbagliò e il loro odore lo investi in pieno petto…vide un bocciolo che stava facendo fatica ad aprirsi alla luce…Il Bacio, appoggiò sui petali chiusi tutta la sua dolcezza e vide nascere il fiore più luminoso… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    1m 50s
  • I Mostri sul Comò

    3 AUG 2022 · Il Mostro Numero Uno era il Mostro che era fatto così: aveva una lunga criniera color ruggine distesa su una testa quadrata. Due braccia che sembravano dei baobab, grattaceli al posto delle gambe. Aveva gli occhi che sembravano dei oblò di un’astronave e la bocca a forma di una nave pirata. Quando Spirulino (così che lo chiamava la mamma, chissà perché poi?)… dicevo: quando Spirulino lo vedeva distoglieva subito lo sguardo, spaventato, ma beccava lì accanto sul comò, il Mostro Numero Due. E questo era ancora più spaventoso: aveva due liane al posto delle braccia, che riuscivano ad acchiappare tutto e arrivare da per tutto, i piedi di uno yeti delle nevi, era così magro che si poteva guardargli attraverso, aveva un occhio blu a forma di un vaso dei fiori e l’altro nero distorto in una linea sottile. In testa aveva una cresta altissima di colore fucsia. Non c’era nulla da fare, Spirulino era tanto spaventato…ed ogni sera quando doveva andare a dormire era la solita storia…ed era inutile cercare di convincere la mamma e il papà di tenerlo con loro nel lettone…”Spirulino, vai in camera tua a dormire!”: ha intimato la mamma, anche quel giorno…e Spirulino puntualmente le rispose: “Ma mamma, ci sono i mostri sul mio comò” si aspettava come sempre la solita risposta: “I mostri non esistono, Spirulino. Fila a dormire!” Ma questa volta andò diversamente… La mamma si accovaccio all’altezza di Spirulino e gli disse: “Fammeli vedere”… ”Cosa????” - pensò Spirulino… Prese per mano la mamma e la porto in camera sua. “Guarda mamma, eccoli”… Stranamente la mamma non si mise a ridere, ma seria, gli disse: “Caspita, come sono brutti questi mostri…Ti ci credo che fanno paura... Andiamo a prendere la scopa pesante e li scacciamo via”… Che sollievo che sentì subito dopo Spirulino…quella notte dormì benissimo nella sua cameretta… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    2m 19s
  • Il Sogno de La Montagna di Ghiaccio

    1 JUL 2022 · C’era una volta La Montagna di Ghiaccio. Era poderosa e si ergeva sopra una distesa incantata di neve…La Montagna di Ghiaccio aveva un sogno, anzi aveva Il Sogno: VIAGGIARE Vi chiederete: “ma come?…Come fa una montagna ad avere un sogno così bizzarro? Non sa che non può muoversi?”…Ma lei niente, SOGNAVA DI VIAGGIARE…Sognava di vedere il mondo…attraversare i deserti, guardare come nasce l’alba sopra gli oceani, voleva accarezzare il rosso del tramonto e buttarsi nella scia lasciata dalla luna sull’erba bagnata dalla brina… Si vedeva alta e poderosa com’era stare sempre nello stesso posto..e nemmeno il chiacchiericcio dei pinguini la rallegrava più come prima… Si guardava inoltro e il suo Sogno affiorava più spesso nella sua mente… Un giorno, all’improvviso, senti un rumore del tutto nuovo…era uno scrosciare di qualcosa che le accarezzava i fianchi..La Montagna di Ghiaccio non capiva di cosa si trattava…cercava in tutti i modi di sbirciare a destra e a sinistra..ma nulla vedeva…passarono i giorni e scrosciare diventava sempre più forte..finché una mattina, La Montagna di Ghiaccio finalmente riuscì a vedere cosa le solleticava i fianchi…perché finì diritto dritto nel suo occhio destro…era il ruscelletto che stava ingrossando sempre più…La Montagna di Ghiaccio si stupì ma non prestò molta attenzione a questo fatto assorta com’era a sognare i suoi viaggi lontani… Man mano che la luna cambiava forma…La Montagna di Ghiaccio fecce un altra scoperta straordinaria…Vide che cominciarono a mancarle dei pezzi…se ne accorse perché le mancava un brufolo che le dava tanto fastidio, ed era proprio lì, sul naso. ma ora non c’era più… La Montagna di Ghiaccio continuava a sognare, sempre più intensamente..finché una mattina di settembre non divvene il mare…e intraprese il suo viaggio… Crediti: Testo: Yulia Ermolina Audio: Roberto Frangipane Arrangiamento musicale: Graziano Melzi Supporto tecnico: Fabio Morgavi
    2m 26s
  • Il Suono Color Indaco

    1 JUN 2022 · Il Suono Color Indaco C’era una volta il Suono color Indaco che perse la sua voce, ma non se ne accorsi subito… Si svegliò quel mattino e come faceva di solito: sbadigliò, si stiracchiò sotto la coperta calda, sbadigliò ancora…e poi decise di alzarsi…fece scendere le gambe giù dal letto…si mise le sue babbucce… Il maggiordomo gli aveva già preparato il caffè…mangiò un toast caldo, spalmato con cura per lui di burro e marmellata, guardando la fragrante miscela nera che aveva davanti…Finì con calma la colazione e decise che era arrivato il momento per i suoi esercizi di canto mattutino… Aprì il piano forte e cercò di intonare la prima nota…ma non uscì nulla dalla sua bocca…provò ancora…ma solo il suono della nota di prima rimase appeso nell’area… Il Suono color Indaco, si spaventò e non poco…d’altronde cosa avreste fatto voi al suo posto? Corse in bagno a guardare nello specchio se si poteva capire qualcosa guardandosi in bocca…nulla…Il Suono color Indaco, continuò a fare le prove di voce, ma nulla succedeva… Si vestì come un fulmine, incredibilmente senza farsi aiutare da nessuno e corse in strada, in cerca d’aiuto. Faceva dei buffi segni ai passanti, ma senza la sua meravigliosa voce che ormai tutti conoscevano, nessuno lo capiva…e nemmeno lo riconosceva.. Non sapeva più cosa fare e camminando non si accorse di essere arrivato al parco…ma da quando qui c’era il parco, si chiese? Si fermò un attimo a riflettere, non gli capitava spesso di riflettere…ma insomma, questa volta decisi che l’inconveniente aveva bisogno della sua attenzione… Perché mai gli fosse scomparsa la voce? Cos’aveva mangiato la sera prima? Forse aveva preso freddo? Si guardò intorno e vide cose che di solito non notava. Vide un cespuglio di mirtilli pieno zeppo di frutti color indaco…pensò di andare a sentire se magari fosse stato il cespuglio a prendere la sua voce…accostò l’orecchio ma nulla, prese un frutto e lo mangiò sotto la viva disapprovazione del mirtillo…che ha fatto “crack crack” nella sua bocca…fece una smorfia perché non è che gli piacevano i mirtilli a maggior ragione se selvatici (lui che di solito aveva i frutti color indaco scelti ognuno a mano, solo per lui)….nulla di nuovo, nessuna voce uscì dalla sua bocca… Si guardò intorno e viddi una farfalla che passava da quelli parti, e anche lei brillava di blu/viola, Il Suono color Indaco, provò a rincorrerla, ma non facendo mai esercizio si stanco dopo due secondi… Vide un prato pieno di fiori di color indaco…provò a raccogliere qualche d’uno, e ascoltare se erano loro ad aver rubato la sua voce…i fiori appassirono subito e nessun suono uscì… Si stava disperando…si sedette sulla panchina e chiuse gli occhi…all’improvviso sentì la sua voce, che cantava una melodia bellissima…aprì gli occhi e vide uno scricciolo color indaco, che cantava felice di essere avvolto dalla luce del sole…era così incantevole il piccolo uccellino appollaiato sul ramo che Il Suono color Indaco, non volle distruggere quella visione e cercare di riprendersi la voce…ascoltò in silenzio il canto passionale alla vita, al cielo blu, al sole…un senso di gratitudine lo riempì e straboccò in un pianto liberatorio…non volle più riprendersi la voce è privarne una creatura così magica…si alzò e si incamminò verso casa, sollevato da un senso di libertà mai provato prima…e dallo stesso pomeriggio si comprò un cappotto rosa. Così. Per cambiare un po’.
    4m 18s

Una raccolta di 17 storie rivolte ai bambini dai 6 anni in su. Tutte le storie hanno un sapore nostalgico e un po’ malinconico. Ogni lettore può trovare il suo...

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Una raccolta di 17 storie rivolte ai bambini dai 6 anni in su.
Tutte le storie hanno un sapore nostalgico e un po’ malinconico.
Ogni lettore può trovare il suo senso personale.

Crediti:
Testi: Yulia Ermolina
Audio: Roberto Frangipane
Illustrazione: Marco Bolla
Arrangiamento musicale: Graziano Melzi
Supporto tecnico: Fabio Morgavi
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