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STORIA DELLA MAFIA AMERICANA

  • PROLOGO

    28 NOV 2020 · Prologo. Mi chiamo Fabio Fabiano sono un giallista appassionato di storia del crimine ed ho deciso di raccontarvi la mafia d’america. Per narrare questo fenomeno ho quasi perso la vista leggendo i rapporti ufficiali dell’FBI, quelli dei dipartimenti di polizia degli stati che l'hanno combattuta, le leggi, le sentenze dei Tribunali, gli articoli della stampa e dalle pubblicazioni più autorevoli. E’ stato un lavoro duro ma credetemi ne è valsa proprio la pena. Dopo tanto impegno e studio sono approdato ad un’importante conclusione. Pensate è la stessa a cui arrivò un ragazzo siciliano, ucciso dilaniato dall'esplosivo mafioso nel 1978. Questo ragazzo si chiamava Peppino Impastato è a lui che si deve questa asserzione che io condivido pienamente “La mafia è una montagna di merda” e ciò vale sia per quella italiana che per quella americana. Ho impiegato molto tempo ma adesso mi è tutto chiaro, la mafia siciliana più che essere stata trapiantata negli Stati Uniti è da considerarsi un ibrido tra il modello criminale isolano e quello statunitense. Ciò è dovuto alla sua storia che si è svolta tra le due sponde e agli scambi durati più di un secolo tra l’isola e il continente americano. Dobbiamo riflettere sul fatto che la mafia come fenomeno criminale ottenne la popolarità planetaria grazie alla centralità dell’esperienza statunitense e alla sua diffusione tramite l’industria cinematografica. E vi posso garantire che se la mafia fosse un fenomeno ristretto all'ambito isolano siciliano non avrebbe avuto mai la sua triste e sinistra rilevanza mondiale.
    1m 59s
  • LE GRAVI DIFFICOLTÀ DI INTEGRAZIONE

    30 NOV 2020 · Buona parte dell’opinione pubblica americana percepiva gli immigrati italiani di quel periodo come "ultimi, diversi, poiché di religione cattolica, in generale godevano di pessima reputazione, infatti si affrontano in duelli con coltelli ed erano vendicativi". Provenivano per lo più dal Mezzogiorno d’Italia e non parlano la lingua inglese.
    4m
  • NON È L’AMERICAN DREAM

    30 NOV 2020 · Non è l’american dream a spingere i nostri migranti a raggiungere le coste americane. La storia dell'emigrazione italiana fu ricca di tragedie individuali e collettive, sfruttamento, schiavismo, incidenti sul lavoro che provocarono stragi. Una delle più tragiche avvenne il 6 dicembre 1907, nella miniera di carbone di Monongah, West Virginia dove morirono 362 minatori di cui 171 le vittime "ufficiali" italiane.
    2m 13s
  • I FATTI DI NEW ORLEANS

    30 NOV 2020 · I FATTI DI NEW ORLEANS A differenza di quanto si può pensare, la mafia fece la sua prima comparsa ufficialmente documentata negli Stati Uniti nel 1890 a New Orleans e non a New York. Il 5 ottobre 1890, il capo della polizia di New Orleans Capitano Hennessy, fu ucciso in un agguato da alcuni uomini, che l'opinione pubblica riteneva fossero italiani. Hennessy era molto popolare e ben visto a New Orleans Già in quegli anni nella città bagnata dal Mississippi era presente una comunità di circa un migliaio di migranti italiani, giunti con quelle che venivano definite le “Barche dei limoni”, così dette per il loro carico di agrumi che trasportavano assieme ai migranti italiani provenienti dal mezzogiorno d’Italia.In quella città del sud degli Stati Uniti era in corso una faida tra le famiglie criminali dei Provenzano e quella dei Matragna. Oggetto del contendere era il controllo degli affari illeciti del porto. Il capo della polizia aveva messo sotto accusa ed arrestati diversi elementi della famiglia Provenzano ed il processo di appello era in arrivo. A seguito dell'omicidio L'opinione pubblica pressò la polizia affinché fossero presi gli assassini. La risposta non tardò ad arrivare e furono tratti in arresto 19 italiani lì residenti. I sospettati vennero incarcerati nella prigione della Parrocchia. A conclusione del processo, svoltosi a marzo, alcuni di questi furono assolti. Ciò determinò la reazione violenta degli abitanti tanto che il giorno dopo un'enorme folla si formò fuori dalla prigione. I facinorosi forzarono le porte della prigione ed 11 degli arrestati furono linciati a morte. Alcuni riuscirono a sfuggire al linciaggio tra questi Charles Matragna. A causa di questo terribile fatto di sangue, si trattò del più grave linciaggio di massa avvenuto in America, i rapporti diplomatici tra il governo statunitense e quello italiano si incrinarono. Di rilievo è la sentenza del Grand Jury di New Orleans, che nel 1891, chiamato a pronunciarsi in merito a quei fatti criminosi, sentenziò: “La portata delle nostre indagini ha individuato l’esistenza della organizzazione segreta denominata mafia.”
    5m 27s
  • L’IMMIGRAZIONE A NEW YORK

    1 DEC 2020 · Adesso spostiamo la nostra storia a New York. In quegli anni l’industria americana si sviluppava a ritmi serrati. L’intera nazione era assetata di manovalanza, erano sempre di più ricercati uomini robusti da impegnare in cave, miniere, ferrovie, scavi e costruzioni. Il centro di questo sviluppo era proprio New York, una delle città più prosperose e cosmopolita del mondo. L’ottanta per cento delle società con i fatturati più grossi d'america avevano sede in questa metropoli. Tutto avveniva in quelle strade, infatti si incrociavano i capitali provenienti da Wall Street con la manodopera dei migranti italiani sbarcata dai transatlantici a Ellis Island. Nell’isola li attendevano un centinaio di ispettori e ufficiali sanitari all'interno di un enorme centro per l’immigrazione. I Migranti venivano interrogati sulle loro prospettive di lavoro e gli uomini dovevano dimostrare di possedere già un’occupazione ad attenderli e dovevano possedere il denaro per mantenersi. Venivano anche visitati per accertare che non avessero delle malattie. Coloro che erano sospettati di essere affetti da patologie venivano trattenuti per ulteriori accertamenti all’interno del centro e segnati con delle lettere in base alla malattia sospettata. Coloro che venivano dichiarati non idonei venivano rispediti al loro paese d’origine. Finiti i controlli l'ondata di migranti si riversò sulla “est side” degli Stati uniti d’america. I primi italiani che si stabilirono a New York nel 1870 provenivano dalle città industrializzate del nord Italia. Erano per lo più operai specializzati e professionisti e ricevettero un’accoglienza cordiale. Con la seconda e più numerosa ondata, avvenuta intorno al 1980, l’immigrazione verso gli Stati Uniti fu sostenuta dai governi liberali italiani come necessaria valvola di sfogo per riuscire in parte a limitare il malcontento in alcune zone, in special modo nel Mezzogiorno. Erano per lo più contadini poveri e ignoranti. E’ anche vero che in alcune aree degli Stati Uniti l’integrazione procedette meglio rispetto che in altre: in un articolo pubblicato dal New York Times il 6 ottobre 1895, sul quartiere di Little Italy a Manhattan, si affermava: “Dopo aver imparato i nostri costumi, sono diventati cittadini industriosi”. Ma a questa vicenda positiva se ne contrapposero anche tante negative. Successe anche che alcuni lavoratori furono ingaggiati nelle piantagioni di canna da zucchero in Louisiana, di fatto andarono a sostituire gli schiavi liberati qualche anno prima. I lavoratori italiani si sentirono esclusi dalla società sudista, a larga maggioranza protestante, tanto da solidarizzare spontaneamente con la comunità dei neri liberi, trattandoli da pari. Intorno al 1910 il numero degli italiani che vivevano a New York era di quasi mezzo milione di cui due terzi tra coloro che arrivavano erano uomini. Essi vivevano in promiscuità e nella quasi totale assenza di igiene. Vivendo in comunità così chiuse riproducevano il microcosmo della società che avevano lasciato in Italia. Per gran parte dei Siciliani e dei napoletani gli Stati Uniti erano solo un luogo dove lavorare guadagnare spendere il meno possibile accumulare il denaro per poi progettare di ritornare a vivere in patria. Gli italiani che venivano concentrati presso l’Ellis Island venivano trovati quasi tutti in possesso di armi, pistole, coltelli. In America allora non vi era una legge che vietasse il porto di queste armi e pertanto la città si riempì di uomini armati. Altro elemento che favorì la l'infiltrazione di criminali in America fu l'inesistente collaborazione tra le autorità di polizia italiane e quella degli Stati Uniti. In realtà il governo americano si interessava di conoscere i precedenti dei singoli soggetti in Italia solo quando si trattava di delin quenti che si erano macchiati di diversi gravi delitti in America e avevano pertanto intenzione di espellerli. I quartieri in cui andavano ad abitare gli immigrati erano quelli più antichi della città, occupati da due generazioni prima dagli irlandesi. Si trattava di Elizabeth e Mulberry Street. Erano zone ancora in via di assestamento tra le più degradate della città. Erano infestate di malattie, rifugio per disperati e miserabili, invasa dai rifiuti. Le condizioni di vita dei migranti erano dure, ma certo non meno difficili di quelle che avevano lasciate in Italia. La case erano sporche, fredde e umide, l’unica fonte di calore erano i fornelli della cucina. Il carbone veniva ammassato nelle stanze da letto per cui le case erano sporche. In estate si moriva di caldo tanto che gli immigrati dormivano sui tetti o sulle scale antincendio. Non esisteva Pricacy. Non vi era differenza tra camere da letto e cucine. I servizi igienici erano condivisi da cinquanta persone. Non esistevano i bagni per cui per lavarsi era necessario recarsi in quelli pubblici. Tutti gli appartamenti erano infestati da insetti nocivi e roditori. Le stanze si riempivano soprattutto di sera quando gli uomini tornavano dal lavoro per mangiare e dormire. I bambini giocavano per strada non vi erano parchi per loro. L’unico vantaggio rispetto a chi lavorava in Italia era il salario. Decisamente più alto negli Stati Uniti d’America. Anche se la vita costava molto di più gli immigrati italiani, sopportando tremende privazioni, riuscivano a mettere qualcosa da parte per poi inviarlo in patria. L’alimentazione era prevalentemente basata sulla pasta e sugli ortaggi. Quasi sconosciuta era la carne. Anche gli indumenti a disposizione erano sempre gli stessi tranne la domenica dove si indossavano quelli nuovi. I lavori che erano riservati agli italiani erano quelli che non volevano fare gli americani. Raccolta di stracci, lavoro nelle fogne, trasporto della spazzatura, costruzione della metropolitana. Le donne lavoravano in laboratori male illuminati dove cucivano per nove ore al giorno. Immediati furono gli scontri con la comunità irlandese già presente a New York. Le due comunità iniziarono da subito un vero e proprio conflitto razziale. Gli italiani, come prima detto, erano talmente disprezzati che quando una famiglia italiana si stabiliva in un caseggiato gli irlandesi si trasferivano. I nostri migranti venivano derisi e oltraggiati con i peggiori epiteti: mangaspaghetti, cafoni e con il più detestato tra tutti guinea che equiparava gli italiani agli schiavi importati dalla costa occidentale africana. In quegli anni furono gli irlandesi a controllare la metropoli attraverso Tammany Hall, un'organizzazione politica di matrice irlandese. Era evidente che il controllo politico sociale avvenisse con la violenza.
    8m 1s
  • DON VITO CASCIO FERRO

    10 DEC 2020 · Vito Cascioferro. può essere considerato il tramite tra le organizzazioni criminali dalla Sicilia con quelle già ramificate negli Stati Uniti. Ai tempi dei fasci siciliani si avvicinò ai movimenti socialisti e anarchici che chiedevano l'occupazione dei latifondi, tanto da emergere quale presidente dei Fasci di Bisacquino nel 1892. La sua spregiudicata ambivalenza gli permette di costruire una rete di traffici, connivenze, favori, omicidi, avvalendosi anche del sostegno popolare che vede in lui un paladino degli oppressi, in quel momento diventa agli occhi dei suoi conterranei un Padrino. Processato per questa vicenda ricevette una condanna a tre anni. Per sfuggire alla sorveglianza speciale della polizia in Sicilia, partì per gli Stati Uniti. Arrivò a New York City alla fine di settembre 1901. Con lo scopo di controllare meglio il traffico dei migranti alloggiò presso la sorella a Manhattan. A Little Italy diventa una figura di spicco degli ambienti mafiosi. Si può attribuire a lui l’invenzione di Cosa Nostra negli Stati Uniti e la creazione del racket, parola che deriva dal nostro “ricatto”. A lui è attribuita la parola ‘pizzo.’ Termine che deriva dalla frase “Fateci bagnare u’pizzu”, cioè il becco. Don Vito viene anche accolto come un rivoluzionario dagli anarchici italiani immigrati tra i quali cerca manovalanza per i suoi crimini. E’ proprio dagli anarchici che Cascioferro prende il simbolo della Mano Nera. L'ambiente anarchico americano era il risultato dell'oppressione degli italiani nella società americana ed era spesso contiguo a quello della mafia. Secondo la fonte più accreditata morì per cause naturali nel 1945, mentre scontava la pena nel carcere dell'Ucciardone a Palermo, come un comune delinquente, nonostante fosse stato considerato uno dei capi della mafia di quei tempi sia in Italia che negli USA.
    14m 11s
  • LA MANO NERA

    15 DEC 2020 · Durante gli anni 90 del 1800 iniziò a prendere piede il Racket delle estorsioni. Nei primi anni del novecento un'ondata di terrore senza precedenti in tempo di pace percorse gli Stati Uniti. I componenti della organizzazione segreta minacciava di morte gli appartenenti alla comunità italiana se non accettavano di pagare. Gli accoliti della mano nera bruciavano o facevano esplodere le case, rapivano i figli delle vittime. La repressione da parte delle istituzioni preposte al contrasto era pressoché inefficace, infatti la popolazione sana non collaborava. Si stima che su 250 reati commessi nel quartiere di Little Italy solo uno ne veniva denunciato. L’organizzazione criminosa che diede vita al racket si firmava con il disegno di una mano nera, e la polizia, composta di irlandesi e olandesi, non sapeva che pesci prendere. I capi della Mano nera erano in origine gli appartenenti al sodalizio della Mafia siciliana. Molti dei peggiori criminali erano emigrati, assieme ai tanti onesti italiani, negli USA. I componenti della Mano Nera apprendono anche delle tecniche criminali dai clan irlandesi. Tra le più feroci ricordiamo il taglio dei genitali e il fendente. Di fatto però l’organizzazione italiana si imporrà su tutte le altre. La società criminale della mano nera era composta da centinaia di piccole gang che possedevano comuni tattiche e rituali. Il fenomeno criminale non riguardava solo New York, la paura si propagava di città in città diffondendosi nello stato come un incendio. La stampa parlava di 30.000 affiliati all'organizzazione che operava in dodici paesi e nell'anno 1907, nel solo distretto di Manhattan si attribuirono alla Mano Nera ben 300 omicidi, e sempre in quel periodo si contavano quattro attentati al giorno.
    10m 27s
  • LETTERE DI SCROCCO

    19 DEC 2020 · La lettera di scrocco è una missiva estorsiva che veniva recapitata a famiglie italiane che avevano un minimo di reddito aggredibile. I messaggi della società segreta manoscritti su lettere minatorie erano ornati da disegni di bare e croci nere, teschi con le tibie incrociate. Agli avvisi seguivano attentati ed assassini. In realtà questa procedura criminosa non era certo stata messa a punto negli Stati Uniti d’America. In Sicilia, come è documentato negli archivi dei Tribunali, nello stesso periodo e in anni antecedenti, il fenomeno delle lettere di scrocco era molto diffuso. Le lettere contenevano la richiesta di cospicue somme di denaro.
    2m 48s
  • LA CONTRAFFAZIONE

    5 JAN 2021 · 1.8 La Contraffazione La contraffazione e la spendita di banconote false fu, assieme ai reati di estorsione e di sequestro di persona, una delle prime attività criminali, o meglio un racket, nella quale si inserirono i criminali italiani appena giunti nel nuovo continente. Per contrastare la contraffazione, il 5 luglio 1865 il governo federale istituì i servizi segreti. A dirigere la sezione dei servizi segreti della metropoli americana vi era un ufficiale di origine Irlandese, tale William Flynn. I soldi contraffatti venivano per lo più spacciati da piccoli criminali che li rifilavano a baristi e commercianti. Tale attività veniva praticata in piccole comunità di immigrati dove la popolazione era costituita da poveri sprovveduti. I quartieri dove maggiormente avveniva la spendita di valuta falsa erano quelli italiani come Little Italy e quelli ebraici. . I primi importanti arresti di falsari e spacciatori di dollari falsi furono effettuati nel 1900. Due personaggi di spicco furono accusati, ovvero Giuseppe Morello e Calogero Maggiore. Le indagine condotte dai servizi segreti furono avviate nel momento in cui si rinvennero banconote contraffatte da 5 dollari, nei quartieri di Brooklyn e North Beach. I due criminali furono accusati di stampare le banconote contraffatte su carta molto povera con una lavorazione rozza. Morello, dopo l’arresto preventivo fu scarcerato, non potendo gli investigatori fornire prove certe.
    5m 58s
  • I COMPONENTI DELLA PRIMA FAMIGLIA MAFIOSA D’AMERICA

    9 JAN 2021 · 2.1 I COMPONENTI DELLA PRIMA FAMIGLIA MAFIOSA D’AMERICA. Grazie alle indagini dei Servizi Segreti finalizzati al contrasto e alla falsificazione e spendita di banconote false a New York si raccols ero le prove che operasse “La più segreta e terribile organizzazione del mondo” così come scrisse l’eminente New York Times definendo la mafia. I componenti della consorteria erano immigrati siciliani. Tra i più importanti citiamo: Vito Cascio Ferro, Giuseppe Morello,Ignazio Lupo, Ciro Terranova, Nick Terranova, Vincenzo Terranova, Giuseppe Fontana, Tommaso Petto, Giuseppe Fanaro, Vito Lo Baido, e Antonio Genova.
    3m 43s

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Prologo. Mi chiamo Fabio Fabiano sono un giallista appassionato di storia del crimine ed ho deciso di raccontarvi la mafia d’america. Per narrare questo fenomeno ho quasi perso la vista...

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Mi chiamo Fabio Fabiano sono un giallista appassionato di storia del crimine ed ho deciso di raccontarvi la mafia d’america. Per narrare questo fenomeno ho quasi perso la vista leggendo i rapporti ufficiali dell’FBI, quelli dei dipartimenti di polizia degli stati che l'hanno combattuta, le leggi, le sentenze dei Tribunali, gli articoli della stampa e dalle pubblicazioni più autorevoli. E’ stato un lavoro duro ma credetemi ne è valsa proprio la pena. Dopo tanto impegno e studio sono approdato ad un’importante conclusione. Pensate è la stessa a cui arrivò un ragazzo siciliano, ucciso dilaniato dall'esplosivo mafioso nel 1978. Questo ragazzo si chiamava Peppino Impastato è a lui che si deve questa asserzione che io condivido pienamente “La mafia è una montagna di merda” e ciò vale sia per quella italiana che per quella americana.
Ho impiegato molto tempo ma adesso mi è tutto chiaro, la mafia siciliana più che essere stata trapiantata negli Stati Uniti è da considerarsi un ibrido tra il modello criminale isolano e quello statunitense. Ciò è dovuto alla sua storia che si è svolta tra le due sponde e agli scambi durati più di un secolo tra l’isola e il continente americano.
Dobbiamo riflettere sul fatto che la mafia come fenomeno criminale ottenne la popolarità planetaria grazie alla centralità dell’esperienza statunitense e alla sua diffusione tramite l’industria cinematografica. E vi posso garantire che se la mafia fosse un fenomeno ristretto all'ambito isolano siciliano non avrebbe avuto mai la sua triste e sinistra rilevanza mondiale.
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